Scansionare i siti costa energia, potenza di calcolo e inevitabilmente tanti soldi…
Viene da se che quando devi scansionare tutti i siti web del mondo, riesci a farlo in un certo modo se sei Google, e in un altro se sei pincomotorediricercapuntocom…
In questi giorni però i più acerrimi nemici di Google, Yandex & Microsoft BING, hanno aderito/lanciato un nuovo protocollo d’indicizzazione che potrebbe cambiare drasticamente il modo in cui i motori di ricerca acquisiscono aggiornamenti e informazioni.
Questo protocollo si chiama IndexNow (che non so perché mi sa di dentifricio) ed è una mossa che stravolge finalmente le carte in tavola nel mondo dei motori di ricerca permettendo anche ai più piccoli siti di avere risultati sempre aggiornati su tutti i motori di ricerca.
Microsoft ha dichiarato nel proprio blog che IndexNow è un’iniziativa creata appositamente per un Internet più efficiente sottolineando come il “garantire che le informazioni tempestive siano disponibili per gli utenti sia fondamentale”.
Altri motori di ricerca molto importanti come Yandex (il russo) hanno già aderito ma, colpo di scena, proprio Google pare non essere interessata alla cosa.
- BING sta tramando qualcosa?
- Assalto al re da parte dei competitor di Google?
In questo articolo ti ho messo nero su bianco ciò che chiunque abbia a che fare con la SEO dovrebbe conoscere sul nuovo protocollo d’indicizzazione.
Mi raccomando però resta tra me e te ok? 😀
IndexNow è un protocollo di indicizzazione evolutivo che può cambiare radicalmente il modo in cui i contenuti vengono indicizzati da tutti i motori di ricerca.
Si tratta di uno strumento che consente di notificare gli ultimi aggiornamenti sulle pagine del tuo sito. Aggiorna i loro record in tempo reale e ne garantisce una rapida indicizzazione.
Di base effettua un semplice ping che informa i motori di ricerca aderenti al protocollo riguardo l’aggiornamento di un URL con l’obiettivo di permettergli di apportare rapidamente le modifiche necessarie.
Senza IndexNow, oggi come oggi, i motori di ricerca possono impiegare da giorni a settimane per scoprire che il contenuto è cambiato, poiché (talvolta per risparmiare economie) non scansionano spesso tutte le URL.
Con IndexNow invece, possono conoscere immediatamente gli URL che hanno subito variazioni così da dare priorità alla scansione riducendo i crawl esplorativi finora adottati per scoprire nuovi contenuti.
Leggi anche: +16 cose da sapere se vuoi indicizzare un sito come farebbe un SEO
Come funziona indexNow
Il protocollo è molto semplice ed è stato creato appositamente per rendere friendly il procedimento ai proprietari di siti Web di ogni livello. Basta infatti creare una chiave sul proprio server e inviare un URL per notificare la modifica ai motori di ricerca che partecipano a IndexNow.
Se non riesci a trattenere il NERD che c’è in te sappi che già da ora è possibile visualizzare tutte le istruzioni in dettaglio, insieme a FAQ e documenti sul sito ufficiale www.indexnow.org
Essere in grado di descrivere i cambiamenti all’interno del proprio sito Web da soli, senza dover attendere Google crawler, è sicuramente un grande vantaggio perché consentirà alle persone di ottenere risultati di ricerca certamente migliori, più contestualizzati e aggiornati.
Come usare indexNow
L’API di Bing per segnalare ai motori di ricerca aderenti all’iniziativa l’indicizzazione immediata di una pagina o di un gruppo di pagine di un sito, è operativa!
Scopriamo come usarla.
Come implementare IndexNow su WordPress.
Per scaricare il plugin basta cliccare sulla voce “Plugin” nel menu e selezionare “Nuovo Plugin”.Nella barra di ricerca, digita “indexnow” e scegli quello creato da Bing. Una volta installato e attivato, è a posto!
Per gli altri CMS (pensiamo a Joomla!) la procedura sarà la medesima.
Come implementare IndexNow su siti HTML.
Ci sono ancora alcuni punti da coprire prima di concludere. Primo passo è andare sul seguente sito per ottenere e scaricare una chiave di identificazione:
https://www.bing.com/indexnow
Questo ci sarà consegnata nella parte superiore di un file di testo.
Esempio: se la chiave fosse chiaveindexnow123, il file scaricato sarà chiaveindexnow123.txt.
Questo file verrà quindi caricato nella root del sito in cui desideri utilizzare l’API.
Come si riconosce la root del sito?
Nella directory principale sono presenti 3 file: index.html, robots.txt e sitemap.xml se poi dovessero mancare… il consiglio e di occuparsene quanto prima!
Fatto questo occorrerà seguire le istruzioni per segnalare un singolo nuovo articolo o gruppo di pagine su https://www.indexnow.org/locale/it_it/documentation
Et Voila!
E Google che fa? Se ne infischia?
Allo stato attuale Microsoft e Yandex sono i due motori di ricerca che partecipano pienamente all’iniziativa, ma altri sono stati invitati ad adottare questo protocollo aperto, attirati sicuramente dai molti vantaggi in termini di velocità ed efficacia.
Il più grande motore di ricerca di tutti i tempi, tuttavia, non parteciperà al progetto dei competitor. In tutta onestà possiamo ipotizzare che la società stia adottando un approccio attendista riguardo l’evoluzione del nuovo protocollo ma anche che partecipando possa in un certo qual modo mettere Bing e potenzialmente altri motori di ricerca su un piano di parità, diminuendo conseguentemente il suo vantaggio proprietario rispetto ai rivali.
L’ipotesi più plausibile tuttavia è che Google sia troppo concentrata al momento sui propri investimenti nello sviluppo di una nuova API di indicizzazione di sua proprietà. Ad ora il Big G non rilascia dichiarazioni ufficiali ma per certo sappiamo che a differenza dei suoi competitors, già dalle recenti introduzioni alla search console, probabilmente, di problemi di indicizzazione non ne abbia poi tanti.
Aggiornamento di fine 2021! Google pare interessarsi più di quanto dichiarato in precedenza!
Un portavoce di Google ha confermato che l’azienda testerà il protocollo IndexNow introdotto da Microsoft Bing e Yandex. Google ha affermato che sebbene i suoi sforzi di scansione siano efficienti, testerà per vedere se può migliorare i suoi sforzi di sostenibilità complessivi sfruttando il protocollo IndexNow.
Conclusioni: la mia riflessione finale su IndexNow
Personalmente credo che il problema principale del processo di crawling sia il consumo delle risorse. Parliamoci chiaro, scansionare tutti i siti del mondo richiede corrente, potenza di calcolo ed infine una marea di quattrini.
Fatta questa premessa è facile comprendere come i motori di ricerca minori possano guadagnarci nel risparmiare costose scansioni a vuoto. Tuttavia resta il fatto che Google dispone di risorse sia economiche che tecnologiche fuori dalla portata di chiunque altro. Non a caso su google il concetto stesso di Crawl Budget esiste da anni.
Certamente è indubbio che il protocollo IndexNow potrebbe rendere più aggiornati e competitivi i rivali di Big G ma se questo resterà un tentativo o la prima di una serie di mosse che rimetteranno al centro la concorrenza nel mercato delle ricerche… lo scopriremo solo vivendo!