Ogni volta che Google annuncia un nuovo core update è come ricevere un invito obbligato a una festa a sorpresa alla quale non sei sicuro di voler partecipare (“…Scusa guarda guarda, davvero. Verrei volentieri ma sai com’è… mi sta andando a fuoco la piscina”).
Google ha deciso di intervenire ancora sui suoi ranking, e benché gli esiti definitivi di questo aggiornamento siano ancora incerti, non c’è davvero scusa che tu possa inventare per evitare di partecipare a questa festa.
Se temi conseguenze nefaste per il tuo sito (e il tuo fatturato), la prima cosa da fare è capire bene in cosa consiste l’update e perché Google ha deciso di rilasciarlo: esattamente ciò che stiamo per fare qui.
Il contesto in cui arriva il nuovo aggiornamento di Google
Lascia che parta subito da una considerazione generale. Ci troviamo ormai in uno scenario in cui la quantità (e spesso l’impatto) degli aggiornamenti di Google sta aumentando in modo notevole.
Nel solo 2023, Google ha dato il nome di Core Update a ben 4 interventi massivi di miglioramento dei propri risultati di ricerca (nel 2022 erano stati soltanto due).
All’annuncio del quarto update dell’anno, Danny Sullivan (Google Search Liaison) disse:
Major changes are coming, some may need to buckle up
– Danny Sullivan –
Traducendo dall’inglese, la sua frase suona così: “allacciate le cinture gente, perché molti altri cambiamenti stanno per arrivare”.
Voleva fare il simpatico? Io non ho riso per niente.
Già due, tre update all’anno sono difficili da digerire: figuriamoci quattro! Con una tale frequenza negli update, ho pensato che Google stesse cercando di rendere un inferno la mia vita da consulente SEO.
Ora siamo già al primo update del 2024, non posso dire quanti altri ne verranno, ma ho capito che oggi stare al passo con i costanti cambiamenti di Google è sempre più complesso.
Questo vale sia per gli addetti ai lavori come me, sia per gli imprenditori come te, che legano parte del proprio destino aziendale alla visibilità di un sito web sui motori di ricerca.
Per questa ragione, è più rilevante che mai analizzare la direzione che sta prendendo Google con il suo “March 2024 Core Update”.
Core update di Marzo 2024: Google mette molta carne al fuoco
Sembra proprio che Google si sia dato un gran da fare. Ci sono molte novità impattanti in questo update. Ma di cosa si tratta nel dettaglio?
#️⃣ | 🔧AREE DI INTERVENTO | 🤔COSA CAMBIA? |
---|---|---|
1 | Helpful Content Update Integrato | Anche questo update servirà per migliorare la capacità di Google di riconoscere e premiare i contenuti migliori. Inoltre, d’ora in poi l’algoritmo di riconoscimento dei “contenuti utili” sarà integrato nel sistema centrale di monitoraggio costante, senza più la necessità di avviare aggiornamenti separati. |
2 | Contenuti prodotti in scala | Google ha dichiarato che con il nuovo aggiornamento la produzione di contenuti in scala (da parte di umani, IA, o un misto dei due) può essere considerata una pratica di tipo spam, soprattutto se fatta con l’intento di manipolare il ranking nei motori di ricerca. |
3 | Recupero domini scaduti | Google si è pronunciato contro la pratica di recuperare domini autorevoli al solo scopo di sfruttare il trust che questi avevano in precedenza, costruendovi sopra nuovi siti apparentemente simili con lo scopo di trarre in inganno i motori di ricerca. |
4 | Abuso della reputazione di un sito da terze parti | Google intende penalizzare la pratica di commissionare la pubblicazione di contenuti a scopo commerciale su siti autorevoli di terza parte. Tale pratica, conosciuta come parasite SEO, consiste nel cercare di approfittarsi dell’autorevolezza di un sito per far ottenere visibilità a un proprio contenuto con uno scopo commerciale. |
Fatto questo riassunto, cosa ti porti a casa da tutte queste novità introdotte da Google?
Il senso dell’update in realtà è abbastanza chiaro.
Nel prossimo paragrafo ti spiego perché Google sta prendendo queste contromisure, analizzando soprattutto le parti dell’update che penso possano essere più rilevanti per te, ora come in futuro.
Cosa penso di questo update e quali aspetti potrebbero riguardarti?
Come sempre, quando Google rilascia un nuovo update c’è da ballare e devono farlo tutti, anche quelli che non si chiamano Roberto Bolle e hanno la danza nel sangue.
A prescindere dal tipo di SERP che stai cercando di presidiare con il tuo sito aziendale è probabile che vedrai fluttuazioni importanti nel posizionamento.
In genere, alcuni settori vengono influenzati più di altri, ma non sappiamo ancora quali saranno perché il roll out (il tempo di rilascio dell’update) è appena iniziato e Google dice che potrebbe durare un mese o più.
Ma perché questo aggiornamento? E perché proprio ora?
Il senso dell’update, a mio avviso, è colpire chi fa pratiche spammose, spesso palesemente scorrette, per cercare di spadroneggiare nei risultati di ricerca saturando l’indice e sottraendo a Google l’enorme quantità di risorse necessarie per scansionare le pagine.
Con AI sempre più potenti e performanti a disposizione molti si sono messi a fare produzione industriale di contenuti di bassa qualità, di nessuna rilevanza per gli utenti, solo per avere più chance di visibilità.
Il recupero di domini autorevoli e la parasite SEO, invece, sono azioni di gente che ha deciso di sfruttare punti (apparentemente) ciechi di Google per scalare i ranking in modo fulmineo.
Dubito che la parte dell’update relativa a queste ultime due pratiche ti riguardi. A meno che tu non stia comprando domini scaduti come se non ci fosse un domani (ad esempio vecchi siti autorevoli a tema medico per vendere i tuoi integratori afrodisiaci alla papaya e ibis orientalis), puoi stare tranquillo.
Stessa cosa dicasi per la parasite SEO. Difficile che ti riguardi se non l’hai praticata e anche in modo palese e massivo. A correre i rischi maggiori potrebbero essere siti di terze parti che ne hanno davvero abusato.
Ci tengo però a precisare che non bisogna confondere la parasite SEO con la pratica di fare link building. Sono due cose distinte e separate e la seconda se FATTA BENE, con attenzione e criterio non espone ai rischi della prima, e resta fondamentale per posizionarsi in settori competitivi.
E quindi? Se non hai fatto queste cose, puoi pensare di aver schivato il missile lanciato da Mountain View?
Se ti ho dato l’impressione di poter fare una pernacchia a Google e andartene per la tua strada immacolato, aspetta un secondo.
C’è da parlare più approfonditamente della parte di questo core update relativa ai contenuti, e questa si che potrebbe riguardarti.
Il perché te lo spiego con il prossimo paragrafo e con la seguente, accuratissima, infografica riassuntiva…
Cosa cambia (davvero) in fatto di contenuti? Ecco quello che penso
Analizziamo i fatti: questo è un update volto a penalizzare chi si illude di raggirare Google, ma la parte più rilevante ruota ancora una volta attorno ai contenuti.
Infatti, big G dice testualmente che questo update è:
An evolution in how we identify the helpfulness of content
Cioè, un’evoluzione ulteriore nel modo in cui viene identificata l’utilità dei contenuti pubblicati online.
Se chiedi a me, penso che questa evoluzione si sia resa necessaria a causa dell’avvento dell’intelligenza artificiale nella produzione di contenuto.
Con strumenti come chatGPT ormai alla portata di tutti, il web è inondato da una quantità crescente di contenuto auto-generato, spesso di scarsissima qualità.
Attenzione, preciso subito: Google non ha detto che i contenuti generati con AI sono Satana e NON si devono fare.
È più una cosa del tipo: “non mi interessa come fate i contenuti, mi interessa che il prodotto finale sia di alto livello per l’utente e la sua esperienza di ricerca”.
Google sa benissimo che la quantità di contenuti prodotti con AI sta aumentando a dismisura, ma si preoccupa soprattutto dell’uso massivo di contenuto auto-generato al solo scopo di manipolare i risultati di ricerca.
Si preoccupa insomma di chi spamma montagne di articoli di bassa qualità e recensioni fasulle online solo per andare a pesca di click e trust. Questa robaccia alla lunga invade le SERP e fa una pessima pubblicità a Google (costringendolo peraltro ad tilizzare una marea di risorse per fare queste valutazioni).
Infatti, nonostante Mountain View neghi, pare che molti abbiano già notato un peggioramento dei risultati di ricerca con conseguenze certo non piacevoli sulla reputazione del colosso tecnologico.
Come vedi, se arriva a parlarne anche il Corriere della Sera, che certo non ha la SEO tra le sue priorità, il problema esiste.
Le contromisure di Google sul contenuto auto-generato e come proteggerti
L’aumento della produzione di contenuti non è una bazzecola, ma una marea difficile da arginare.
Una statistica relativa a WordPress parlava dell’aumento a 7.5 milioni di nuovi blog post pubblicati – al giorno – già nel 2023 (e si parla solo di WordPress!).
Ora come ora, con il supporto dell’IA sempre più diffuso questa cifra potrebbe facilmente raddoppiare.
Là fuori c’è già chi è capace di produrre centinaia di contenuti al giorno grazie a strumenti come le API di chatGPT.
Ci sono software che addirittura possono (in automatico):
- Analizzare le SERP
- Trovare fonti
- Scrivere contenuti in un nanosecondo
- Caricarli su WordPress fatti e finiti
- Pubblicare
Certo, sono il primo a dire che l’innovazione portata dall’AI è molto affascinante e utilissima, ma credo che anche a te sorga il dubbio di dove finisca la qualità quando la quantità aumenta a dismisura.
Quando si delega all’IA (del tutto o in buona parte) la produzione di un testo, senza metterci del proprio, i risultati nella maggior parte dei casi sono molto scadenti.
Non si può pensare che la pratica di produrre immani quantità di articoli di medio-bassa qualità con il solo scopo di influenzare i motori di ricerca, non pesi in negativo anche sull’esperienza degli utenti.
Per questo, non sorprende l’impegno di Google nel cercare di rimuovere la spazzatura dal web.
E tu che rischi corri?
Beh, se non lavori bene sui contenuti è chiaro che potrebbe pensare che anche la tua sia robaccia auto-generata e senza qualità (da non mostrare mai e poi mai nei risultati di ricerca).
Ti riassumo quindi il mio punto di vista su come evitare di avere la peggio in questo update:
- Non cercare MAI di raggirare Google con soluzioni da “mercato nero”: presto o tardi ti scopre, ti penalizza e ti marchia a fuoco. Da cose del genere non ci si riprende più.
- Non cercare di scalare il tuo progetto web pubblicando una marea di contenuti di dubbia qualità sul tuo sito. Possono facilmente essere visti come spam da Google e non vedranno mai l’ombra di un click.
- Fa in modo che quello che pubblichi online sia prodotto da intelligenza naturale (usando l’AI come supporto per velocizzare i processi) e pensato per le persone, non per i motori di ricerca.
- Ben vengano i contenuti generati con intelligenza artificiale se all’interno c’è sostanza vera e risposte concrete e approfondite all’intento di ricerca degli utenti (basando il tutto sull’EEAT di Google).
“Ok Roby, e se il mio sito affonda alla velocità del Titanic in seguito all’update, che faccio?“
Beh a quel punto mantieni la calma e se ti va fammi uno squillo.
Analizzare i dati dei siti web è il mio pezzo forte e spesso c’è molto che si può fare per evitare che Google faccia sparire il tuo sito dai risultati di ricerca.
🏆 Take Aways…
- La frequenza degli aggiornamenti di Google sta aumentando, ma alla fine le linee guida su come comportarsi ed evitare ripercussioni sul tuo sito sono sempre le stesse: qualità e attenzione per l’utente al primo posto.
- Molti degli interventi di Google sono orientati verso chi fa pratiche scorrette per trarre in inganno il motore di ricerca. Se non fai azioni simili, difficilmente verrai influenzato dagli aggiornamenti di algoritmo.
- L’uso di intelligenza artificiale per la produzione di contenuti va benissimo a patto che non lasci fare passivamente tutto il lavoro all’IA. Devi metterci del tuo, deve esserci intelligenza naturale e reale valore nei contenuti.