Dal 5 giugno 2024, Gemini, l'app di intelligenza artificiale di Google, è disponibile in Italia, segnando un ulteriore passo nella competizione tra Google e OpenAI per il dominio del mercato dell'IA. Mentre la guerra tecnologica si intensifica, le questioni etiche, come la privacy e l'uso dei dati, sembrano rimanere in secondo piano, sollevando preoccupazioni su come queste tecnologie influenzeranno la società.
Gemini approda in Italia anche per Android e iOS
Dal 5 giugno 2024, l’app di Gemini, l’intelligenza artificiale di Google, è finalmente disponibile anche in Italia.
Questa nuova mossa segna un ulteriore passo nella feroce competizione tra i giganti della tecnologia per dominare il mercato dell’IA.
L’approdo nel nostro paese è stato accolto con una certa curiosità: riuscirà a insidiare la posizione di ChatGPT di OpenAI?
Google ha investito molto per rendere Gemini non solo un ottimo assistente virtuale, ma un compagno digitale capace di rispondere alle esigenze quotidiane degli utenti, anche quelle più insolite.
Anche se, a dirtela tutta, non sono così convinto che ci sia riuscito al meglio…
Nonostante questo però, l’entusiasmo degli utenti italiani è alle stelle, simile a quello del pubblico del Google I/O del 2024.
Per ora gli aspetti critici e i dilemmi etici sembrano finiti in secondo piano.
Ma d’altronde anche sul Titanic, in un primo momento, i passeggeri avranno pensato: “che suggestivo lo spettacolo di questo iceberg che si avvicina. E pensare che non ho manco pagato per vederlo!”
Quali sono le novità disponibili nella versione italiana dell’app di Gemini ?
Gemini non è solo un’altra app di intelligenza artificiale.
Uno degli aspetti più innovativi è la capacità di fornire risposte contestuali e personalizzate, adattandosi al comportamento e alle preferenze delle persone (almeno nelle intenzioni).
Questo viene realizzato attraverso un’analisi approfondita delle interazioni passate, permettendo di offrire suggerimenti e assistenza sempre più pertinenti.
Inoltre, Gemini è progettato per essere profondamente integrato con l’ecosistema Google.
Ciò significa che può interagire senza soluzione di continuità con Gmail, Google Calendar e altre applicazioni di Big G, rendendo l’esperienza utente più fluida e coerente.
Infatti la capacità di gestire attività complesse, come pianificare riunioni, rispondere a email e fornire aggiornamenti in tempo reale, visto l’ecosistema proprietario lo distingue dagli altri assistenti virtuali sul mercato.
Ma sulla protezione dei dati come siamo messi?
Teoricamente il colosso di Mountain View, specie dopo le ultime polemiche, ha specificato di aver implementato misure di protezione per garantire la sicurezza delle informazioni riservate (e noi maliziosi, subito a dubitare!)
Ma come vedremo nell’articolo la questione è ben più complessa di così.
Riuscirà Gemini a rimontare ChatGPT? Cosa abbiamo imparato dal blackout del 4 Giugno?
La competizione tra Gemini e ChatGPT è un testa a testa sempre più serrato e più in là nell’articolo vedremo le principali differenze tra i due.
Certo, la lotta tra Google e OpenAI vista da fuori sarebbe anche entusiasmante se non si giocasse sulla nostra pelle.
(E per pelle intendiamo la mole infinita di dati che abbiamo consegnato nelle mani dei due avversari).
In questi mesi a Mountain View si saranno detti cose del tipo:
“ah, se disponessimo della mole di dati di OpenAI. Sicuramente non saremmo costretti a rivolgerci a Reddit…”.
E i competitor si saranno detti, a loro volta: “Ah, se avessimo almeno la metà delle infrastrutture di Google, chissà cosa potremmo fare…”
Insomma, entrambe le parti hanno motivi per invidiare l’altra e quello che è successo qualche giorno fa ne è la prova, ma andiamo con ordine:
il 4 giugno 2024, come saprai, ChatGPT di OpenAI e a ruota Claude di Anthropic e Perplexity, tre dei principali rivali di Gemini, hanno subito un inatteso down nello stesso momento.
Questo blackout ha lasciato milioni di utenti senza accesso per motivi ancora da chiarire, ma i primi report indicano che il problema sia stato legato a un sovraccarico dei server dovuto a un picco di richieste.
La cosa indicativa è che dopo il crash di OpenAI gli utenti sono fuggiti in massa su Claude e Perplexity e, solo in mancanza d’altro, si sono rivolti a Gemini, come ultima spiaggia, che ha retto senza problemi l’incredibile traffico.
Esattamente come quando i bambini devono formare una squadra e il ragazzino più goffo e imbranato rimane l’ultima scelta… (Mi sto quasi intenerendo, povera Gemini!)
Insomma, il 4 Giugno è stata una giornata nera per ChatGPT ma nonostante tutto, ottima per Big G!
Gemini, infatti, grazie alla robustezza dell’infrastruttura di Google non ha registrato alcun problema, evidenziando un vantaggio competitivo decisivo (a chi non fosse ancora chiaro…)
Ma qual è il migliore tra Chat e Gemini? Difficile esporsi… ma vediamo meglio le differenze tra i due grandi avversari.
Ok, Gemini arriva in italia: ma sarà meglio di ChatGPT?
La domanda su chi sia il migliore tra ChatGPT e Gemini è un gioco ozioso, è come decidere tra Beatles e Rolling Stones.
Insomma, dipende dalle tue esigenze e dai tuoi gusti!
Io, dal canto mio, posso brevemente mostrarti le differenze principali tra le due.
Vediamo ChatGPT di OpenAI, per primo.
Si basa sull’architettura GPT-4, è riconosciuto per la sua capacità di generare risposte fluide e conversazioni naturali. Questo modello è in grado di comprendere e rispondere a una vasta gamma di richieste con una precisione impressionante.
ChatGPT eccelle nella sua capacità di sostenere dialoghi complessi e di adattarsi a vari contesti, il che lo rende particolarmente utile per una vasta gamma di applicazioni, dalla scrittura creativa al supporto tecnico.
Gemini, invece, si distingue per la sua integrazione con l’ecosistema Google e la sua capacità di fornire risposte altamente contestuali.
Grazie alla sua stretta integrazione con le altre applicazioni di Big G, può fornire un’esperienza più coesa e interattiva all’interno dell’ecosistema Google. Ad esempio, può automaticamente suggerire appuntamenti basati su conversazioni email o notificare eventi rilevanti senza che l’utente debba uscire dall’applicazione.
Una differenza significativa tra i due è come gestiscono e apprendono dai dati degli utenti.
Infatti, mentre ChatGPT offre una vasta gamma di plugin e personalizzazioni, Gemini si concentra sull’apprendimento contestuale dai comportamenti degli utenti e dalle interazioni con le app di Google.
In definitiva, gli utenti che necessitano di un assistente versatile e altamente personalizzabile potrebbero preferire ChatGPT, mentre quelli che cercano una soluzione strettamente integrata con i servizi Google potrebbero trovare Gemini più adatto alle loro esigenze.
Fin qui tutto bene, ma vediamo quali sono gli aspetti più critici riguardo la privacy (e non solo) di Gemini.
L’app di Gemini ti ascolta (come il Grande Fratello di Orwell)
Ti ricordi cosa si diceva del Grande Fratello in 1984 di Orwell?
“Big Brother is listening to you!”
Bene, non vorrei allarmarti, ma ora è Gemini ad ascoltarci!
Sì, perché ora la IA di Big G ha la capacità di “ascoltare” conversazioni audio in tempo reale.
Questa capacità permette di offrire un livello di assistenza più personalizzato, ad esempio, può rispondere alle domande durante un normale dialogo o fornire suggerimenti contestuali basati su ciò che sente.
Ovviamente ciò solleva seri interrogativi sulla privacy. Infatti, tale livello di sorveglianza potrebbe essere, per usare un eufemismo, leggermente invasivo!
Google assicura che questa funzionalità è progettata per migliorare l’interazione e l’assistenza senza compromettere la privacy degli utenti (“grazie, come è umano lei!”, direbbe Fantozzi).
Tuttavia, le domande sorgono spontanee: dove vanno a finire tutti questi dati audio? Potrebbero essere usati contro di me in futuro, ceduti o peggio venduti? Vengono archiviati? E se sì, per quanto tempo?
Non possiamo parlare dell’app di Gemini senza ricordare l’enorme problema dei deepfake.
Come se non bastassero i dati audio, per rallegrarti la giornata vorrei parlarti brevemente anche di un altro aspetto felice:
i deepfake.
Infatti, una delle principali preoccupazioni riguarda il potenziale uso di IA avanzate per creare contenuti falsi o fuorvianti, noti appunto come deepfake.
Negli Stati Uniti, ad esempio, si teme che tecnologie simili possano essere utilizzate per manipolare elezioni o diffondere disinformazione politica.
Durante le presidenziali americane del 2021, circolarono già video manipolati che ritraevano Joe Biden e Donald Trump in situazioni compromettenti, ancora rudimentali certo, ma bastarono per suscitare imbarazzo e una sequela di smentite.
Questi fake sono difficili da distinguere dai video reali e possono influenzare gravemente la percezione degli elettori, specie quando, come oggi, sono realizzati quasi alla perfezione, tanto che MidJourney vieterà di utilizzare immagini dei due candidati alle prossime elezioni.
Arrivati a questo punto, sarà davvero difficile capire cosa è reale e cosa non lo è.
Praticamente ci attende una distopia stile Matrix, ma non voglio esagerare con l’ottimismo!
Le app come Gemini permettono alle IA di fagocitare dati in real time dal mondo reale (e non va benissimo).
Insomma, la competizione sempre più accesa tra OpenAI e Google porterà innovazioni sempre più rapide ma solleva anche inevitabili domande sulla privacy, la sicurezza dei dati e l’impatto sull’occupazione.
Forse si arriverà a un bivio e gli utenti dovranno scegliere tra la loro privacy e la comodità e personalizzazione dei servizi di IA.
Ora, non voglio essere pessimista, ma temo che l’esito sia scontato.
Come quella volta che vinse Barabba…
Concludendo, è chiaro che ora Big G grazie all’IA stia uscendo dal mondo virtuale, per entrare nel mondo reale: può ascoltare e vedere ogni cosa, registrando un’infinita mole di informazioni in tempo reale, come se, dopo il web, stesse schedando il mondo intero!
Gemini è il cavallo di Troia in questo assalto alla realtà e noi, felici ed entusiasti, festeggiamo per l’ennesima innovazione tecnologica, ignari del pericolo, esattamente come i poveri inconsapevoli troiani.
Immagina perciò, quanto sarà sfidante batterlo in astuzia.
Praticamente abbiamo creato, addestrato e cresciuto un mostro, che speriamo non ci si rivolti contro come nei film di Frankenstein.
Allora, vedremo se l’IA sarà davvero “un pericolo per l’umanità” come sostengono i firmatari della lettera “Right to warn” del 4 Giugno 2024, di cui ti ho parlato nell’ultimo articolo.
Non voglio unirmi alle Cassandre, “profetesse di sventure“, ma temo che se le istituzioni non argineranno questi rischi, la questione non sarà più se succederà, ma quando.
Takeaways
- La competizione sempre più intensa tra OpenAI e Google sta accelerando il ritmo delle innovazioni tecnologiche nell’ambito dell’intelligenza artificiale (IA). Tuttavia, questa corsa sfrenata solleva importanti questioni etiche e pratiche, come la gestione della privacy degli utenti, la sicurezza dei dati e l’impatto potenziale sull’occupazione. Mentre la tecnologia avanza, cresce la preoccupazione che le implicazioni sociali e legali possano essere trascurate in favore della velocità e della convenienza.
- Gli utenti potrebbero presto trovarsi di fronte a un bivio: scegliere tra la salvaguardia della propria privacy e la comodità offerta dai servizi altamente personalizzati delle IA. Questo dilemma diventa sempre più pressante man mano che le IA come Gemini e ChatGPT raccolgono e utilizzano quantità enormi di dati personali per migliorare le loro prestazioni. L’analogia con il “voto per Barabba” evidenzia come, storicamente, le scelte popolari non sempre favoriscono il bene comune o la lungimiranza.
- La situazione tra OpenAI e Google evidenzia un paradosso interessante: OpenAI dispone di vasti dati ma non delle infrastrutture robuste necessarie per gestirli efficacemente, mentre Google possiede le infrastrutture tecnologiche avanzate ma sta ancora lottando per eguagliare il successo e l’adozione di ChatGPT. Questa dicotomia riflette un problema più ampio nell’industria tecnologica, dove la capacità di gestire e utilizzare i dati è fondamentale quanto il possesso di infrastrutture potenti.
- Google con Gemini sta espandendo la sua presenza dal mondo virtuale a quello reale, utilizzando la IA per “ascoltare” e “vedere” tutto, registrando enormi quantità di informazioni. Questo movimento rappresenta un potenziale cavallo di Troia nella vita quotidiana degli utenti, con Gemini che raccoglie dati in modo quasi invisibile ma costante. La capacità di monitorare e analizzare conversazioni e comportamenti in tempo reale pone gravi questioni sulla privacy e sul controllo.
- L’entusiasmo per l’intelligenza artificiale deve essere temperato con una chiara consapevolezza dei rischi che comporta. Se non adeguatamente regolamentata e controllata, l’IA potrebbe rappresentare un pericolo significativo per la società, come indicato dai firmatari della lettera del 4 giugno 2024. L’immagine di Frankenstein suggerisce che, senza una supervisione adeguata, ciò che abbiamo creato potrebbe sfuggire al nostro controllo con conseguenze imprevedibili. La necessità di una regolamentazione forte e di un dibattito pubblico è più urgente che mai.
FAQ
Quali sono le principali questioni etiche sollevate dalla competizione tra OpenAI e Google?
La crescente competizione tra OpenAI e Google nell’ambito dell’intelligenza artificiale sta portando a rapidi sviluppi tecnologici, ma solleva anche importanti domande sulla privacy, la sicurezza dei dati e l’impatto sull’occupazione. Con l’aumentare delle capacità di raccolta e utilizzo dei dati da parte delle IA, gli utenti potrebbero trovarsi a dover scegliere tra la protezione della loro privacy e la comodità offerta da servizi sempre più personalizzati.
Come si differenziano OpenAI e Google nella gestione delle infrastrutture e dei dati per le loro IA?
OpenAI dispone di una vasta quantità di dati ma non delle infrastrutture tecnologiche potenti che Google possiede. Questo squilibrio fa sì che OpenAI possa incontrare problemi di sovraccarico in situazioni di elevato traffico di dati, mentre Google, pur avendo infrastrutture solide, sta ancora cercando di raggiungere il successo e l’adozione che ChatGPT ha ottenuto. Questo contrasto evidenzia un paradosso: OpenAI ha il ‘pane’ (i dati), ma non i ‘denti’ (le infrastrutture), e viceversa per Google.
Perché Gemini di Google è considerato un ‘cavallo di Troia’ nell’assalto alla realtà?
Gemini di Google, con la sua capacità di ascoltare e vedere tutto, rappresenta una sorta di ‘cavallo di Troia’ nel mondo reale. Mentre la tecnologia si integra sempre più profondamente nella nostra vita quotidiana, raccoglie e utilizza enormi quantità di dati, quasi come se stesse schedando il mondo intero. Questa avanzata tecnologica, sebbene celebrata come un’innovazione, solleva preoccupazioni sul controllo e l’uso di queste informazioni, mettendo in discussione il futuro della nostra privacy e sicurezza.