L'8 luglio 2024 un bug nell'indicizzazione di Google ha oscurato per ben cinque ore i nuovi contenuti dei siti, colpendo sia grandi che piccoli siti web.
Google ha risolto il problema e chiesto scusa, ma la ricorrenza di tali bug mette in dubbio l'affidabilità del sistema di indicizzazione.
Cosa si può fare allora per difendersi da questi imprevisti?
L’8 luglio un bug di indicizzazione ha oscurato i contenuti dei siti web per cinque ore. E non è la prima volta
La mattina del 9 luglio 2024, una come tante altre, stavo sorseggiando il mio caffè, scorrendo le ultime notizie online.
Cercavo articoli freschi, ma Google Search sembrava essersi dimenticato di loro.
Era come se qualche divinità avesse sollevato la clessidra, messa in posizione orizzontale e fermato il tempo.
Il mio premere compulsivamente F5 non sortiva alcun effetto.
Allora mi son detto: “O non sta succedendo nulla nel mondo da un’oretta, oppure…”
Oppure: “Ecco che ci risiamo! Vuoi vedere che è un bug di Google Search?“
Un déjà vu mi ha colpito: solo due settimane fa, il 20 giugno, c’era stato un problema simile.
E infatti, come volevasi dimostrare, è saltato fuori che si trattava proprio di un problema nell’indicizzazione.
Immagina, è come se qualcuno per qualche ora facesse sparire tutte le novità che pubblichi riguardanti la tua attività (magari qualche offerta lancio o comunicazione improvvisa), capisci che può essere un bel guaio.
Piccolo dettaglio: in quel breve periodo in cui il tempo sembra essersi fermato, io temo di essere invecchiato ugualmente…
Ma vediamo cos’è successo nel dettaglio tra la notte dell’8 e l’alba dell’9 luglio 2024.
Il mistero dell’8 luglio 2024: il bug di cinque ore che ha oscurato i contenuti
Tra la notte dell’8 luglio 2024 e le prime luci dell’alba del 9, Google ha riscontrato un bug di indicizzazione che ha impedito ai nuovi contenuti di apparire nei risultati di ricerca.
Questo problema ha colpito tutti, dai giganti della notizia come Reuters e Fox News ai blog di nicchia che si affidano a ogni singolo click per sopravvivere.
Per ore, i nuovi articoli pubblicati non venivano indicizzati, lasciando sia i creatori di contenuti che i lettori quasi in uno stato confusionale.
Secondo quanto riportato da Barry Schwartz su Search Engine Roundtable, il bug ha avuto inizio intorno alle 03:00, causando un’interruzione di circa cinque ore, fino a quando il problema è stato risolto alle 08:45.
Durante questo lasso di tempo, qualsiasi contenuto pubblicato non è stato indicizzato, creando un vuoto informativo che ha colpito sia i grandi (come CNN, Wall Street Journal e New York Times, per citarne solo alcuni), che i piccoli editori.
Ma come ha risposto Big G a questo ennesimo problema?
Le scuse di Big G: un “Giorno della Marmotta” qualunque a Mountain View
Ricordi il film “Il giorno della marmotta”?
Nella pellicola il protagonista, Bill Murray, riviveva sempre lo stesso identico giorno dall’inizio alla fine.
Ecco, quando riscontro un bug in Search, penso che a Mountain View le cose vadano esattamente così.
Stesso problema (o quasi) nell’indicizzazione e le medesime scuse di circostanza, con la promessa che non accadrà più, in un loop sempre uguale di interventi e dichiarazioni dei vertici di Big G.
Ed ecco che infatti anche stavolta Google ha prontamente riconosciuto il problema pubblicando gli aggiornamenti relativi al bug sulla pagina ufficiale del Google Search Status Dashboard.
Nel comunicato, Google ha chiesto scusa per l’inconveniente, ribadendo l’impegno a garantire un’esperienza di ricerca affidabile per tutti gli utenti e i creatori di contenuti (a questo punto credo che possa scriverlo benissimo un bot…).
Peccato che ormai il danno in termini di visibilità, per molti editori e siti web, era già stato fatto, causando una volatilità impressionante (anche se non tanto diversa dal solito…).
Ed ecco che mi è apparso il déjà-vu con il 20 giugno…
Il bug del 20 giugno 2024: un déjà-vu all’improvviso
“Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?”
Citare Lucio Battisti mi è venuto spontaneo quando ho iniziato a scrivere questo paragrafo.
Già, perché il bug dell’8 luglio non è una novità.
Infatti, solo due settimane prima, il 20 giugno 2024, Google aveva affrontato un problema simile.
In quell’occasione, i contenuti pubblicati tra le 15:00 e le 19:00 non venivano indicizzati, lasciando gli editori a brancolare nel buio per quattro ore, come si evince da questo articolo di Barry Schwartz, punto di riferimento del mondo SEO.
4 ore senza sapere che stesse succedendo, tutti fermi e immobili, praticamente come se stessimo giocando tutti a 1, 2 , 3… stella!
E, anche in quel caso, Big G, dopo un po’ di suspence (d’altronde si sa, i grandi si fanno sempre un po’ aspettare…) rassicurò tutti affermando di aver risolto il problema e di aver messo in atto misure per evitare che si ripetesse.
Eppure, eccoci di nuovo qui, come risulta da quest’articolo di Search Engine Land.
Ma se non bastasse un precedente, vediamo qualche altro problema recente in Search, per chi pensasse ancora che si tratti di eventi rari…
Un bug tira l’altro: i problemi più recenti di Google Search
Per esempio, il 22 gennaio 2024, un bug aveva causato la scomparsa di siti dai risultati di ricerca durante il weekend, creando scompiglio tra la comunità SEO, come riportò Search Engine Land.
In questo caso Google Search Console aveva ritardato i report sulle performance, lasciando gli utenti senza dati per giorni.
Google spiegò che alcuni contenuti venivano scansionati ma non indicizzati, destando non poca preoccupazione tra gestori dei siti e professionisti SEO.
In un altro “incidente”, a marzo 2024, un bug ritardò i report sulle performance per diverse ore, se non giorni, come si può notare bene qui.
Questo causò un altro tipo di crisi, lasciando gli esperti SEO senza i dati necessari per ottimizzare le loro strategie e rispondere alle esigenze dei loro lettori in tempo reale.
Questo bug azzerò praticamente il traffico per molti siti per un intero mese, fino alla sua risoluzione il 31 ottobre.
L’impatto fu catastrofico: decine di siti, soprattutto quelli che dipendono pesantemente dal traffico organico, videro scomparire la loro visibilità online, come registrò Android Authority.
Le immagini dei report di traffico, con grafici piatti come un cuore da defibrillare, circolano ancora tra i forum e le community SEO, segnalate da esperti del settore come Riccardo Mares, esperto di marketing digitale.
Ultimo esempio, forse tra i più eclatanti degli ultimi mesi:
lo scorso 1 novembre 2023, Google confermò un bug devastante in Google Discover, emerso dopo il core update del 5 ottobre.
I gestori dei siti parlano ancora dell’accaduto come fossero sopravvissuti, ci manca solo che costituiscano l’associazione “Survivor del bug di Google Discover” (credo che abbiano anche già fatto le t-shirt).
OK, ti ho elencato una serie di problemi mica da ridere, ma quali potrebbero essere le soluzioni?
Alcuni hanno addirittura suggerito la creazione di una commissione esterna per monitorare e guidare questi processi critici, sottolineando quanto sia vitale trattare la SEO non come un semplice gioco tecnico, ma come una componente essenziale del business online.
Proprio a questo proposito, Giorgio Taverniti, specialista del settore SEO, sempre molto puntuale, sottolinea l’importanza di una maggiore trasparenza da parte di Google, specialmente durante i core update, e ha sollevato dubbi sulla gestione interna dei team responsabili.
Inoltre, c’è da dire che l’esercito di bug-hunter reclutato dal Big G, professionisti in grado di scovare e neutralizzare i problemi tempestivamente, (te ne avevo parlato in questo mio articolo), non sembra stia funzionando come previsto.
Ma vediamo un po’ di tirare un po’ le somme, la situazione non appare affatto semplice…
Conoscere il posizionamento sui motori di ricerca: l’unico modo per difendersi dai bug di indicizzazione
Mentre scrivo, penso a quanto sia essenziale la visibilità online nel nostro mondo digitale.
A Mountain View tendono a iper-responsabilizzare i creatori di contenuti.
“Se il posizionamento non ti premia significa che i tuoi contenuti non sono di qualità”, dicono in soldoni, come si evince da questo intervento di Gary Illyes, massimo dirigente di Google (ricordi il nostro buon amico Wolverine? Te ne avevo parlato in questo pezzo):
Ma che succede se “la colpa” della de-indicizzazione non è tua?
Ecco perché credo che Google dovrebbe affrontare seriamente questi problemi di indicizzazione e garantire che il sistema sia più robusto e affidabile.
Anche perché, scusa se sono brutale, ma ormai:
La domanda non è se ci sarà un altro bug, ma quando.
È come se durante una gara di Formula 1 la tua auto avesse fatto un ottimo tempo, ma non risultasse da nessuna parte, da nessuna statistica, insomma, fuori dai radar.
E allora tu puoi urlare quanto vuoi “Ho fatto il miglior giro! Avete visto?”, ma a che serve se non c’è nessuno a sentirti?
Per questo motivo la conoscenza dettagliata di come funziona il posizionamento SEO sui motori di ricerca è vitale per qualsiasi azienda che voglia essere competitiva sul mercato, specialmente visti i problemi di indicizzazione su Google, purtroppo sempre più frequenti.
Takeaways
- L’8 luglio 2024, un bug ha impedito l’indicizzazione dei nuovi contenuti su Google Search per circa cinque ore, lasciando sia grandi che piccoli editori senza visibilità e creando un vuoto informativo.
- Ciò non è stato un evento isolato. Solo due settimane prima, il 20 giugno 2024, Google aveva affrontato un problema simile che aveva bloccato l’indicizzazione dei contenuti per quattro ore.
- Google ha riconosciuto prontamente il problema e ha pubblicato aggiornamenti sulla pagina ufficiale del Google Search Status Dashboard, confermando di essere a conoscenza del bug alle 04:00 UTC e annunciando la risoluzione del problema alle 08:45 UTC. Tuttavia, il danno per molti editori era già fatto.
- Questo bug si aggiunge a una serie di problemi di indicizzazione e prestazioni riscontrati negli ultimi mesi, tra cui un bug del 22 gennaio 2024 che ha causato la scomparsa di siti dai risultati di ricerca e un problema a marzo 2024 con ritardi nei report delle performance di Google Search Console.
- La frequenza di questi bug solleva domande sull’affidabilità del sistema di indicizzazione di Google. La necessità di maggiore trasparenza da parte di Google e di un sistema più robusto è cruciale per garantire che tali problemi non si ripetano e che la visibilità online non sia compromessa.
FAQ
Cos’è successo l’8 luglio 2024 con Google Search?
L’8 luglio 2024, Google ha riscontrato un bug di indicizzazione che ha impedito ai nuovi contenuti di apparire nei risultati di ricerca per circa cinque ore, causando disagi sia ai grandi siti d’informazione che ai piccoli editori.
Come ha risposto Google al bug di indicizzazione?
Google ha riconosciuto prontamente il problema e ha pubblicato aggiornamenti sulla pagina ufficiale del Google Search Status Dashboard, confermando di essere a conoscenza del bug alle 04:00 UTC e annunciando la risoluzione del problema alle 08:45 UTC.
Quali sono stati i problemi di indicizzazione precedenti?
Il 20 giugno 2024, Google aveva già affrontato un problema simile, con contenuti non indicizzati per quattro ore. Altri incidenti rilevanti includono un bug del 22 gennaio 2024 che ha causato la scomparsa di siti dai risultati di ricerca e un problema a marzo 2024 con ritardi nei report delle performance di Google Search Console.