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Deep Dive nel settore dei Motori di ricerca AI

L’IA è entrata a gamba tesa nei motori di ricerca. Ecco cosa cambia per la tua azienda e quali opportunità devi cogliere

Negli ultimi anni, la trasformazione dei motori di ricerca attraverso l’intelligenza artificiale è passata da un’aspettativa teorica a una realtà inevitabile. Ricordo ancora l’incredulità e lo stupore nel vedere per la prima volta le innovazioni di Google, in grado di rivoluzionare completamente il panorama della ricerca online.

Dal debutto di RankBrain nel 2015 al più recente e sofisticato Gemini, l’integrazione dell’IA ha continuamente modificato il modo in cui interpretiamo e utilizziamo i motori di ricerca. Ma Google non è l’unico protagonista: giganti come Microsoft con Bing, Baidu, Yandex e DuckDuckGo stanno tutti cercando di ritagliarsi una fetta di questo mercato in rapida evoluzione.

E ora, con l’imminente ingresso di OpenAI, il settore si prepara a un’altra scossa. La concorrenza diventa sempre più serrata e le vecchie strategie SEO devono essere riviste alla luce di queste innovazioni.

Cosa significa tutto questo per il tuo brand e la tua presenza online?

La risposta potrebbe rivelare un futuro dove adattarsi non è solo consigliato, ma necessario per rimanere rilevanti.

Q qui è ove ti dico perché 🙂

motori di ricerca ai meme prima e dopo

AI nei motori di ricerca: da prevedibile a inevitabile

Ahhh, Uhhhh, Wooooow, ancora, ancora!!! (cit.)

Questa non è una citazione del caro vecchio Rocco su un set, ma di me stesso quando per la prima volta ho visto un video di Google che presentava le funzionalità dell’IA, quella che sarebbe stata inserita nel suo motore di ricerca.

Guarda questo video per capire il perché della mia reazione:

Quando facevo quei versi di stupore e meraviglia la mia mente era settata su “utente” e avevo la faccia sorridente del tizio di prima. 

Un istante dopo, finito lo stupore, la mia mente è partita per un viaggio interstellare ansiogeno verso una galassia chiamata “disoccupazione”. La stessa galassia in cui in tanti si trovano catapultati quando entrano nel vortice dell’intelligenza artificiale che tutto fa e tutto sa.

Fortunatamente però, un momento dopo, mi sono ricordato che è da circa 10 anni che mi preparo all’avvento dell’IA nei motori di ricerca.

Ricordo benissimo quando nel 2015 apriva le porte all’AI con l’introduzione di RankBrain, un sistema di apprendimento automatico progettato per migliorare i risultati di ricerca grazie all’interpretazione del linguaggio naturale.

Allora fu un passo avanti rilevante, capace di impattare moltissimo il settore, ma che ebbe una eco trascurabile al di fuori della cerchia dei professionisti SEO.

Certamente gli utenti potevano apprezzare risposte migliori ma RankBrain si fece sentire soprattutto dietro le quinte, modificando profondamente il sistema di ranking.

Per me però c’era di più: nella mia mente diventava sempre più lampante l’idea che, presto o tardi, quella tecnologia sarebbe finita in primo piano, iniettata in interfacce utente all’epoca impensabili: almeno fino a quando Google non le ha mostrate al mondo nel 2023, a mio avviso con discreto ritardo rispetto a ciò che tutti ci saremmo aspettati.

Nella corsa all’oro dell’IA Google non è sola

Guai infatti a pensare che là fuori ci sia sempre e solo Google. Nel corso degli anni la corsa ai motori di ricerca AI si è fatta più affollata della sagra del fagiano dorato e fritto di Pizzighettone.

Tanto per darti un’idea dei player tech più conosciuti che ci hanno lavorato:

🔎Motore di Ricerca🤔Descrizione🔧Dettagli
Bing (Microsoft)Bing ha integrato l’IA per migliorare la comprensione del linguaggio naturale, la rilevazione di intenti e la pertinenza dei risultati di ricerca.Bing AI (2018): Migliora la comprensione delle query degli utenti e fornisce risposte più precise.
Incorporazione di GPT-3 (2020): Microsoft ha ottenuto una licenza esclusiva per utilizzare GPT-3, migliorando ulteriormente le capacità di comprensione e generazione del linguaggio naturale di Bing.
BaiduBaidu ha investito pesantemente nell’IA, sviluppando il modello “Ernie” per migliorare la pertinenza dei risultati di ricerca.Ernie: Modello di intelligenza artificiale simile a BERT di Google, progettato per comprendere meglio il contesto delle query.
Apollo Project: Iniziativa per la guida autonoma, che evidenzia l’impegno di Baidu nell’IA e il suo potenziale per influenzare le tecnologie di ricerca futura.
YandexYandex ha utilizzato l’IA per migliorare la sua tecnologia di ricerca attraverso l’algoritmo “Korolyov” e ha sviluppato l’assistente virtuale “Alice”.Korolyov (2017): Algoritmo progettato per comprendere il significato di intere pagine web, migliorando la pertinenza dei risultati di ricerca.
Alice: Assistente virtuale alimentato dall’IA, che utilizza il riconoscimento vocale e la comprensione del linguaggio naturale per rispondere alle query degli utenti.
DuckDuckGoDuckDuckGo ha implementato l’IA per migliorare i risultati di ricerca senza compromettere la privacy degli utenti.Implementazione dell’IA: Utilizza l’IA per comprendere meglio le query degli utenti e fornire risposte pertinenti utilizzando fonti di terze parti, pur mantenendo l’anonimato delle ricerche.

L’elefante (invisibile) nella stanza: un motore di ricerca targato OpenAI?

Se stai ridendo sotto i baffi pensando a quanto insulsi siano stati in occidente i tentativi di conquistare il mercato search con l’IA delle suddette aziende… Aspetta un attimo che parliamo di OpenAI.

Si perché, per l’azienda di Sam Altman, la questione ormai non è SE, ma QUANDO lanceranno un motore di ricerca (o qualcosa di simile).

Al livello di sviluppo cui sono giunti oggi i modelli di IA generativa proprietari di OpenAI, il logico passo successivo che tutti si aspettano è proprio il lancio sul mercato di un motore di ricerca interamente basato sulla loro intelligenza artificiale proprietaria. Qualcosa di straordinario, capace di far percepire gli attuali motori di ricerca basati su AI come Perplexity o Bing più vecchi delle caramelle “Rossana” custodite per decenni da tutte le nonne d’Italia in attesa dei nipoti in visita 😂.

Ma è proprio qui che abbiamo il colpo di scena…

motori di ricerca ai la proposta di open ai

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha infatti smentito di voler semplicemente fare concorrenza a Google, dichiarando di voler creare un prodotto Search completamente diverso, superando il limite e l’interfaccia dei 10 link blu che per decenni hanno decretato successo o fallimento di grandi e piccole Aziende.

The thing that’s exciting to me is not that we can go build a better copy of Google search

Sam Altman

Il dubbio a questo punto sorge spontaneo, non sarà che dicendo che non vuole farlo abbia in realtà anticipato le sue reali intenzioni?Secondo me sarà diverso, ma lo farà. E la conferma definitiva ci viene da The Atlantic (arcinota rivista e piattaforma multimediale americana) e ancor più propriamente la conferma viene dal CEO Nicholas Thompson che ha dichiarato:

“Hanno detto che lo faranno (un prodotto Search, ndr). Non lo hanno ancora lanciato, ma hanno detto che lo faranno e noi gli abbiamo permesso di includere The Atlantic all’interno del prodotto.”

Nicholas Thompson (CEO – The Atlantic)

In altre parole, uno dei principali organi di informazione statunitensi ha dato a OpenAI il permesso di dare in pasto alla loro IA tutto ciò che la rivista abbia mai creato, allo scopo di addestrarla.

All’uscita di questa notizia ho immaginato Sundar Pichai nel suo ufficio circondato dai suoi fedelissimi nell’atto di indossare un’armatura medievale completa, con tanto di mutande di ferro. 

La chiave di lettura è una sola: Il guanto di sfida è lanciato.

Il monopolio di Big G è chiaramente in pericolo. Infatti, c’è pure un dato tra gli altri che sembra essere passato in sordina, ma che la dice lunghissima sul futuro:

ChatGPT ha stabilito un nuovo record di traffico a giugno 2024, attirando 2,9 miliardi di visite. Se la matematica non mi inganna questo dato, comparato con lo stesso periodo del 2023, equivale a un incremento del +96% (e scusa se è poco).

Con un trend di questo tipo, diciamo che se Google fosse una nave gli consiglierei di prepararsi a incassare le bordate che arriveranno, perché il sottomarino OpenAI sta arrivando.

Il vento di cambiamento soffiato da Sam Altman e i suoi rende le acque in cui navigano tutti i player del settore davvero impetuose. E lo sono anche per Big G, che con il lancio delle sue zoppicanti AI Overviews sul suo motore di ricerca potrebbe anche non riuscire a convincere il pubblico del binomio RICERCHE = GOOGLE.

Ovviamente staremo a vedere, ma è chiaro che stavolta l’equazione potrebbe cambiare in favore di qualcun altro (e se vuoi la mia, in fin dei conti è un bene, i monopoli sono sempre rischiosi e quello di Google dura davvero da troppo tempo).

I motori di ricerca AI secondo la mia esperienza: quali cambiamenti impattano (davvero) il tuo brand e il tuo sito?

Ma ora passiamo alla ciccia più cicciona di questo contenuto. Sono piuttosto sicuro che potrebbe interessarti conoscere quali sono le novità per i motori di ricerca con l’arrivo dell’IA nei loro processi. Ma soprattutto penso che ti interessi sapere come e in che misura possono coinvolgere la tua presenza nel web.

L’intelligenza artificiale ha introdotto diverse trasformazioni significative, ma come sto per raccontarti queste ormai sconfinano anche al di là di Google e della ricerca web.

Ignorare questo è un lusso che nessuna piattaforma web può permettersi. Vediamo quindi come l’evoluzione dei motori di ricerca grazie all’IA possa influenzare la visibilità degli e-commerce e dei siti aziendali.

1. L’IA e la comprensione del linguaggio naturale: Come cambia la creazione di contenuti

Proprio il già citato algoritmo RankBrain (seguito più tardi da Google Bert) è un esempio di come l’IA – quella di Google in questo caso – abbia stravolto la capacità di comprensione di query di ricerca complesse da parte dei motori di ricerca.

RankBrain ha introdotto l’apprendimento automatico volto alla comprensione delle query e della loro correlazione con concetti più ampi.

Questo ha generato una virata piuttosto violenta dalla produzione di contenuti web basati quasi solo sull’inserimento di keywords, verso la creazione di contenuti intent based, cioè basati soprattutto sull’analisi dell’intento di ricerca delle persone.

2. Personalizzazione dei risultati di ricerca: L’Importanza della segmentazione e della rilevanza

L’IA permette ai motori di ricerca di personalizzare ancor meglio i risultati in base al comportamento dell’utente, alla cronologia delle ricerche e alle preferenze individuali.

Conoscere questo aspetto ha cambiato pratiche e strategie, ora indirizzate verso una maggiore segmentazione e personalizzazione dei contenuti SEO che produco per i miei clienti.

Oggi più che mai è essenziale sviluppare contenuti rilevanti per specifici gruppi di utenti, puntando al miglioramento dell’esperienza e dell’engagement. Contenuti che tengano conto di una approfondita analisi del customer journey prima di essere prodotti sono e devono essere alla base di ogni strategia.

3. Valutazione della qualità dei contenuti e della rilevanza: Come guadagnare fiducia e visibilità

L’IA sta aiutando moltissimo le aziende come Google a valutare l’autorità e la competenza degli autori e dei siti web favorendo la presenza e la riconoscibilità dei contenuti di alta qualità.

Per questo oggi batto sempre il chiodo su quanto sia importante:

  • dimostrare competenza e autorità nei contenuti;
  • la citazioni di fonti affidabili; 
  • l’autorevolezza degli autori;
  • l’acquisizione di backlink da siti rispettabili e autorevoli (possibile scegliendo bene il giusto servizio di link building!)

La trasparenza nelle informazioni e l’affidabilità delle fonti sono cruciali per guadagnare la fiducia degli utenti e migliorare il posizionamento sui motori di ricerca.

4. L’Impatto dei contenuti multimodali sulla SEO: Una necessità di ottimizzazione completa

Altro aspetto che ti fa capire che se scherzi con l’IA scherzi col fuoco è il fatto che ormai (e cioè almeno dal 2021 quando Google ha lanciato MUM), questa tecnologia è capace di generare e comprendere contenuti multimodali:

  • Immagini;
  • Foto;
  • Video;
  • Audio;

Tutta questa roba non è più un mistero per l’intelligenza artificiale di Google, come nemmeno per i modelli che a mano a mano vengono proposti da altre realtà tech.

E quindi? Questo come impatta la SEO, il tuo sito e il tuo brand?

Provo a riportarti l’aspetto che riesco a immaginare (perché ce ne sono altri che ancora sfuggono anche ai limiti della mia fantasia): i contenuti dovranno necessariamente essere ottimizzati per includere testo, immagini, video e infografiche al fine di accrescere la percezione di qualità agli occhi dell’utente.

Restare sulla cresta dell’onda? Si può, se sai come farlo

Con l’IA nel mezzo niente è più scontato e oggi più di ieri niente può essere risolto con superficialità.

Senza fare terrorismo per partito preso, posso garantirti che in questo articolo abbiamo appena scalfito la superficie di quello che può significare oggi competere per un pezzo di visibilità in rete.

Con l’avvento della multicanalità come unica strada per dare autorevolezza e riconoscibilità al proprio brand, alcune tecniche per influenzare i motori di ricerca AI diventeranno assolutamente centrali. Ad esempio, hai già sentito parlare dell’importanza che sta assumendo il data poisoning? Ecco, quanto più l’IA generativa entrerà a fondo nei meccanismi dei motori di ricerca, tanto più tali tecniche diventeranno centrali, per non parlare di attività più classiche che ho già citato quali:

Tutto questo non è più un optional: devi essere presente in modo serio e credibile ovunque per coinvolgere gli utenti, migliorare l’interazione con il sito e la tua reputazione percepita dagli algoritmi.

E veniamo al dunque: hai presente quella cosa chiamata “allocazione budget annuo di marketing e comunicazione”…?

Bene, io da qualche tempo ho fatto i conti e non ci ho messo molto a capire che quella voce di spesa dovrà essere rivista al rialzo, e di parecchio pure. È questo lo standard da rispettare se vuoi restare competitivo sul web con la tua impresa.

Perché tanto se non lo fai tu, so per esperienza che saranno i tuoi competitor a farlo, andando a prendersi gli spazi lasciati liberi da chi non è stato lungimirante.

Ok, ho l’impressione di aver girato sufficientemente il coltello nella piaga🤣 e possiamo dunque avviarci alla conclusione del discorso. 

Non so che intenzioni tu abbia, né a che punto sei con le cose di cui ti ho parlato qui, ma se hai intenzione di continuare a navigare in sicurezza il mercato della visibilità odierno devi corazzarti per benino.

Poi non dire che non te l’avevo detto ok? 😀

🏆Take Aways

  1. L’IA sta trasformando i motori di ricerca migliorando l’interpretazione delle query e la personalizzazione.
  2. Contenuti di alta qualità e autorevoli sono essenziali per il successo SEO con l’IA.
  3. I contenuti multimodali migliorano la rilevanza nei risultati di ricerca e l’engagement degli utenti.
  4. Adattarsi ai cambiamenti guidati dall’IA nei motori di ricerca è cruciale per mantenere la visibilità online.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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