Usare ChatGPT per generare contenuti SEO può danneggiare la tua visibilità online perché l'AI tende a creare testi omogenei e spesso imprecisi, privi di originalità e esperienza reale. Questo può portare a penalizzazioni dai motori di ricerca. L'autenticità e l'esperienza umana sono realmente così cruciali nell'era dell'AI Optimization?
Ma nel mondo del marketing, c’è un grande dibattito in corso. È davvero una buona idea usare l’AI per generare contenuti?
Allora, hai sentito parlare di ChatGPT, vero? Il nuovo chatbot d’intelligenza artificiale generativa di OpenAI che tutti stanno usando come se fosse l’ultima moda. Dal 30 novembre 2022, sembra che non si parli d’altro negli uffici. Lo usano per scrivere documentazione, inventare titoli per annunci, persino per generare codice base.
Ma nel mondo del marketing, c’è un grande dibattito in corso. È davvero una buona idea usare l’AI per generare contenuti?
Oggi voglio affrontare questo: l’uso di ChatGPT nella SEO con un focus particolare su ciò che più ti serve: contenuti capaci di raggiungere e convincere i tuoi prossimi clienti.
Non mi piace girarci intorno, quindi ecco la verità nuda e cruda: i contenuti generati da ChatGPT fanno pena per la SEO. Può essere uno strumento utile se usato con testa, ma bisogna stare attenti.
Vediamo perché.
Perché ChatGPT è un problema per la generazione di contenuti SEO
Prima di tutto, parliamo di cosa dovrebbe fare un consulente SEO per portare risultati. Un riassunto veloce: la SEO è una disciplina di marketing competitiva che punta a superare gli altri siti nei risultati di ricerca offrendo un’esperienza migliore.
Potresti obiettare: “Ma esperienza migliore per chi? L’utente o il bot di Google?” Alcuni siti in cima alle classifiche sono orribili da usare, quindi forse la SEO riguarda qualcos’altro. Se fosse solo questione di avere il sito migliore, allora i siti migliori vincerebbero sempre, giusto?
Ma non è così.
La verità è che gli algoritmi di ricerca non sono perfetti. Cercano di valutare la qualità in modo oggettivo, ma non ci riescono sempre. I professionisti SEO possono sfruttare queste imperfezioni, a volte portando in alto risultati di scarsa qualità.
Ma l’idea di base della SEO, dal punto di vista dei motori di ricerca, è fornire risultati migliori e più completi. Questo è ciò che attira gli utenti e fa guadagnare con gli annunci.
Seguimi ora su questo concetto CHIAVE…
Google non indicizza miliardi di pagine per mostrare sempre la stessa roba. A Mountain View vogliono un indice con risposte uniche, opinioni diverse, idee fresche. È questa la promessa di Internet: permettere alle persone di navigare in un mare infinito di contenuti generati dagli utenti.
Se vuoi superare un concorrente, copiare i suoi contenuti parola per parola non funziona.
Google se ne accorge.
La tua pagina non verrà indicizzata, o peggio, potresti essere penalizzato.
Riscrivere quel contenuto?
Può funzionare se lo migliori davvero ma deve essere unico e di alta qualità, altrimenti stai solo perdendo tempo. Dunque non vorrei infrangerti un sogno ma no, non ti basterà clonare Amazon per diventare ricco come Jeff Bezos 😅
Ma se tutti usano ChatGPT…
Se tutti iniziano a usare ChatGPT per generare contenuti, avremo un mare di roba tutta uguale.
Sarà un mondo di contenuti standardizzati, senza contare che se pubblichi sul tuo sito contenuti generati dall’AI, dovresti quantomeno domandarti perché il tuo pubblico non dovrebbe semplicemente chiedere direttamente a ChatGPT…
Esatto: otterrebbero una risposta simile, se non identica.
E se i tuoi concorrenti fanno lo stesso? Addio differenziazione. Ti ritroverai a competere solo su cose come backlink e SEO tecnica, che contano meno rispetto al contenuto stesso.
E questo se il tuo contenuto AI viene indicizzato. Perché se arrivi tardi, Google potrebbe persino ignorarlo del tutto nel caso il tuo concorrente abbia già pubblicato la stessa cosa. D’altronde perché dovrebbe indicizzare due articoli identici?
Un altro problema nel affidarsi a ChatGPT è poi che può essere impreciso. Scrive con sicurezza, ma troppe volte dice cose sbagliate — una combinazione pericolosa. In fondo, è un sistema che genera testo prevedendo le parole successive.
E come il suggerimento automatico del tuo telefono può farti scrivere cose senza senso. ChatGPT può commettere errori sottili. Codici che usano librerie insicure, fatti non proprio corretti.
Un esempio?
Non sa contare le parole e i caratteri. Chiedigli di generare dieci titoli di 50 caratteri o meno, e ti darà titoli di lunghezza casuale, assicurandoti che rientrano nei parametri.
Se sbagliasse sempre, almeno sapresti cosa aspettarti! Ma il fatto che sbagli solo a volte secondo me lo rende ancora più pericoloso.
Senza verificare le sue risposte, potresti finire per diffondere informazioni sbagliate. E se il tuo team di contenuti si affida all’AI, potresti contribuire alla disinformazione senza volerlo.
Modificare il contenuto di ChatGPT ha i suoi limiti
Hai mai sentito dire “è come mettere il rossetto a un maiale”?
ChatGPT può generare contenuti in vari toni, ed è impressionante, ma rimane superficiale. Può spiegare concetti noti e adattarsi allo stile del tuo sito.
Ma per la SEO, spesso non basta. Per argomenti competitivi, servono intuizioni originali frutto di un pensiero creativo generato da una persona con ESPERIENZA REALE. ChatGPT non può offrire questo. Non importa quanto modifichi il suo contenuto, rimane incapace di vera innovazione.
Torniamo al punto: per distinguerti e offrire qualità, devi andare oltre ciò che l’AI può fare.
Ovviamente questo non significa che ci siano solo aspetti negativi nel suo utilizzo. Molti SEO stanno trovando modi intelligenti per usare ChatGPT nel loro lavoro. Hanno condiviso le loro esperienze, e sembra che l’AI possa essere utile per brainstorming, ricerca di parole chiave, sviluppo di strategie, creazione di schemi per i contenuti e miglioramento di testi esistenti.
Alcuni lo usano per generare codici, formule o script che automatizzano compiti noiosi, aumentando l’efficienza. Ma c’è un consenso: l’AI è un supporto, non un sostituto. La revisione umana è fondamentale per assicurare che il contenuto sia accurato e rilevante.
In sostanza, le persone vedono l’AI come uno strumento per potenziare le capacità umane, non per rimpiazzarle.
Presto detto dunque: se non hai competenze non puoi moltiplicare niente 🙂
Mentre siamo qui a discutere di come ChatGPT possa fare cilecca nella generazione di contenuti per la SEO, i tuoi clienti là fuori non stanno certo fermi ad aspettarti
L’intelligenza artificiale sta entrando a gamba tesa nelle nostre vite, cambiando per sempre il modo in cui cerchiamo informazioni e interagiamo online. Google e Bing? Certo, sono ancora in campo, ma adesso ci sono anche ChatGPT, Gemini e tutta quella compagnia che sta rubando la scena, offrendo un approccio più conversazionale e intuitivo.
Ed ecco che spunta una nuova sigla da tenere d’occhio: l’AI Optimization (AIO). Proprio come la SEO ha dominato le strategie online negli ultimi vent’anni, ora l’AIO è il nuovo terreno di gioco. Le aziende iniziano a preoccuparsi sul serio di come i chatbot AI raccontano la loro storia digitale e stanno cercando di prendere il controllo della situazione.
Ma cosa significa tutto questo per il tuo sito e per i tuoi contenuti?
Significa che devi svegliarti e renderti conto che le regole del gioco stanno cambiando. Non basta più ottimizzare per i motori di ricerca tradizionali. Con l’AI che sforna risposte su misura, spesso saltando a piè pari i risultati di ricerca classici, diventa fondamentale assicurarsi che questi nuovi strumenti parlino di te nel modo giusto e se non sai come si può ottenere questo ti consiglio di correre a leggere cos’è e come funziona il data poisoning.
Capiamoci, non sto dicendo di buttare via tutto quello che hai imparato sulla SEO, ma devi integrarlo con una strategia di AIO. Devi capire come l’AI utilizza i dati per generare le sue risposte e lavorare attivamente per influenzare queste fonti.
Creare contenuti di alta qualità, accurati e rilevanti non è mai stato così importante, perché è da lì che l’AI pesca le sue informazioni.
In sostanza, usare ChatGPT alla cieca per generare contenuti può essere un boomerang per la tua SEO. È il momento di evolversi e innovare, utilizzando l’AI come alleata per potenziare la tua strategia di contenuti, senza mai dimenticare l’importanza dell’autenticità e della qualità.
Perché alla fine della fiera, se non porti valore reale, stai solo perdendo tempo.
Ti torna? Allora #avantitutta
Se invece non sai da dove iniziare o vuoi scambiare due battute, ti aspetto qui.