Il CEO di Google, Sundar Pichai, è stato intervistato su Bloomberg TV il 22 settembre 2024.
L'intervista andrà in onda il 9 ottobre 2024, ma qui ti riporto alcune anticipazioni di ciò che ha detto, con cose davvero interessanti riguardo i processi contro Big G e le recenti innovazioni in fatto di intelligenze artificiali che influenzeranno, presto o tardi, anche il tuo lavoro quotidiano.
In un’intervista che uscirà su Bloomberg TV il 9 ottobre 2024, Pichai parlerà a ruota libera di Antitrust e di come le IA cambieranno il mondo del lavoro (e forse pure dell’amore). Ecco alcune anticipazioni dell’intervista.
Negli ultimi mesi, Sundar Pichai, amministratore delegato di Google e Alphabet, ha decisamente cambiato marcia. A Mountain View sembra che abbiano abbandonato la loro classica strategia “low profile” per passare a una presenza mediatica molto più visibile.
Google, come sai bene, se leggi i miei articoli, si trova nel bel mezzo di processi Antitrust sulla pubblicità, condanne per monopolio e minacce di smembramento ed evidentemente, Pichai, proprio per questi motivi, ha ritenuto opportuno rompere il silenzio per difendere le ragioni dell’azienda.
In una rara intervista registrata il 20 settembre con Bloomberg — che verrà trasmessa il 9 ottobre — Pichai ha affrontato questi temi fondamentali per il futuro dell’azienda (e di chiunque abbia un sito web).
Ma non è la prima volta che decide di esporsi: appena due giorni prima, il 18 settembre, aveva discusso all’Università di Carnegie Mellon dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulla democrazia, sul mondo del lavoro e perfino sulle relazioni interpersonali, dall’amicizia all’amore.
Le dichiarazioni del CEO di Big G a Bloomberg TV sono particolarmente rilevanti sia per gli utenti comuni che per gli imprenditori e i professionisti che operano online, dato che le questioni legali e le innovazioni tecnologiche trattate potrebbero avere conseguenze dirette su chi lavora sul web.
In attesa del 9 ottobre, data che promette ulteriori rivelazioni, analizziamo più da vicino cosa ha detto Pichai nelle anticipazioni dell’intervista. Non dimenticare poi che con le elezioni statunitensi alle porte, ogni sua parola potrebbe avere implicazioni politiche notevoli.
Le anticipazioni dell’intervista di Sundar Pichai a Bloomberg TV
Pichai, l’uomo che guida Google dal 2015 e Alphabet dal 2019, ha affrontato diverse tematiche rilevanti durante il The David Rubenstein Show – peer to peer conversations, programma di punta della Bloomberg TV.
Prima di tutto, ha parlato dei problemi giudiziari che sta affrontando Big G, in particolare le accuse di monopolio mosse dal governo statunitense (come il processo per monopolio in Virginia), per poi soffermarsi sulle questioni inerenti la ricerca e le intelligenze artificiali.
Con il suo charme, Pichai ha mandato segnali agli investitori, rassicurandoli che nonostante le difficoltà, è concentrato sul futuro delle IA e che quindi queste grane legali non stanno sottraendo tempo prezioso alla ricerca e all’innovazione.
Ha detto: “Data la nostra dimensione, penso che l’esame critico sia inevitabile. Ma sono fiducioso che, innovando con la tecnologia, faremo bene a lungo termine”.
Pichai si è voluto mostrare tranquillo nonostante i vari processi che riguardano Big G e l’intervistatore, almeno a giudicare dal trailer dell’intervista, è parso molto amichevole e per nulla incalzante nelle sue domande.
Il massimo dirigente di Google, in quella che mi è sembrata più una chiacchierata tra due amici che un’intervista rigorosa in stile anglosassone, ha chiarito di essere consapevole che i processi sul dominio nel settore della pubblicità digitale e sul mondo della ricerca online, non si risolveranno presto:
“Queste cose richiedono tempo”, ha spiegato, ricordando come una recente causa europea è durata quattro anni, altre persino decenni, come riporta Bloomberg, per poi aggiungere:
“L’azienda ha sempre affrontato questi processi con rispetto e responsabilità. Anche il tribunale ha riconosciuto che il nostro successo è dovuto alla sua capacità di innovare; perfino i concorrenti ammettono che Google è il miglior motore di ricerca al mondo”.
Sundar Pichai
Naturalmente, il CEO ha tenuto a precisare che Google farà appello, e si prepara a una battaglia legale che durerà anni, forse un decennio. Ma il tono di Pichai è quello di chi non si preoccupa troppo e si è detto fiducioso che si troveranno soluzioni costruttive a questa impasse.
L’IA: alleata o nemica?
L’aspetto più interessante dell’intervista riguarda però il futuro dell’intelligenza artificiale, che Pichai ha affrontato con lo stesso entusiasmo che probabilmente aveva quando, da giovane ingegnere, vide per la prima volta un computer (o quando seppe a quanto ammontava precisamente il suo primo stipendio in Google).
Il CEO di Big G ha ribadito un punto già espresso in precedenza: “l’IA non sostituirà i programmatori, ma li aiuterà“.
“Lo scenario più probabile in tutte queste cose è che aiuterà le persone. Aiuterà sia i programmatori esistenti a svolgere il loro lavoro, dove la maggior parte della loro energia e del loro tempo è destinata, aspetti più complessi piuttosto che risolvere un bug o portare a termine compiti più semplici”.
Sundar Pichai
Questa visione è particolarmente rilevante se pensiamo alle piccole e medie imprese che cercano di ottimizzare i loro processi. L’IA, in questa narrazione, diventa uno strumento prezioso per automatizzare le attività ripetitive e liberare risorse per concentrarsi su strategie più sofisticate.
Pichai, come già sostenuto durante il Google I/O 2024 di maggio, ha descritto un futuro in cui l’intelligenza artificiale “assistente” sarà alla portata di tutti, non solo delle grandi aziende.
Ecco, quel futuro, come sai bene, è già arrivato.
Il legame tra esseri umani e IA: ci sarà spazio perfino per i sentimenti?
Pichai negli ultimi mesi sta intervenendo in dibattiti pubblici più del solito, chissà se anche questa è una mossa concordata con Sergey Brin, il fondatore di Big G, tornato in azienda, per aiutare Sundar (i maligni dicono “commissariare” più che “aiutare”) in questi tempi burrascosi.
Mi pare comunque evidente che a Mountain View abbiano deciso di cambiare strategia per difendersi pubblicamente dalle accuse delle Antitrust USA ed europea.
A proposito di IA, ti voglio ricordare cosa disse Pichai il 14 maggio 2024 dopo il Google I/O 2024 sul rapporto esseri umani e intelligenze artificiali (quando in gioco ci sono i sentimenti…).
Pichai affrontò un tema affascinante e forse inquietante: il rapporto tra l’uomo e l’IA, come riporta Repubblica in questo articolo.
Facendo riferimento al film Her, una storia in cui un essere umano si innamora di un IA che, ironia della sorte, lo rifiuta, gli fu chiesto:
“Un giorno potremmo innamorarci di un’IA?“
All’epoca rispose con una battuta:
“Innanzitutto, lasciami dire che amo mia moglie.”
Per poi approfondire la questione più seriamente, rivelando di non poter escludere tale eventualità.
“Penso che ci siano aspetti positivi. Man mano che l’IA diventa più potente, le persone potrebbero usarla per conversare,” disse, anticipando le nuove modalità vocali sviluppate sia da Google con Gemini, sia da OpenAI con il nuovo voice mode di Chat GPT.
E aggiunse: “Ad esempio, l’IA è un ottimo strumento per chi ha problemi di comunicazione.”
Ma non si fermò qui, ed è questo il punto interessante. Parlò infatti di un altro uso emozionante, ma potenzialmente controverso:
“Ci saranno persone che la useranno anche per preservare i ricordi dei propri cari. Quindi penso che avendo a disposizione una tecnologia così potente, c’è effettivamente la possibilità che le persone avranno relazioni profonde con questi assistenti dotati di intelligenza artificiale, che chiamiamo AI Agent”.
Sundar Pichai
Oggi, se penso alle nuove modalità vocali di Gemini (e al nuovo voice mode di OpenAI) non è più fantascientifico pensare a conversare con persone decedute, basterebbe caricare la loro voce in questi sistemi di LLM. Ovviamente in questo caso, i risvolti etici, i rischi di spersonalizzazione e distacco dalla realtà, non sono affatto trascurabili come giustamente rileva il New York Times.
Ed è anche a causa di queste ripercussioni sul versante etico che, spiegò Pichai, Google sta cercando di sviluppare questa tecnologia in modo “responsabile”, cercando di mitigarne i rischi.
L’IA e il suo potenziale “democratico”
Come ti ho detto Sundar Pichai, CEO di Google e Alphabet, è piuttosto attivo nel dibattito pubblico ultimamente.
Per esempio, solo qualche giorno fa, il 18 settembre 2024, ha inaugurato la serie di conferenze per l’anno accademico 2024-25 alla Carnegie Mellon University (CMU) con un discorso dal titolo “The AI Platform Shift and the Opportunity Ahead”.
Davanti a un pubblico di 1.500 persone, principalmente studenti, Pichai ha parlato delle prospettive e delle sfide legate all’intelligenza artificiale (IA), sottolineando come questa tecnologia sia destinata a diventare parte integrante della nostra vita quotidiana.
“Man mano che le interazioni con l’IA diventeranno più intuitive e umane, ci metteranno al centro dell’esperienza (chissà per quanto tempo, mi viene da chiosare). La tecnologia inizierà a sentirsi come un’estensione naturale, potenziando le capacità umane, colmando lacune di competenze ed esperienze e abbattendo barriere come la lingua e l’accessibilità”.
Ha poi sottolineato l’importanza di uno sviluppo responsabile dell’IA, evidenziando come Google stia cercando di bilanciare l’innovazione tecnologica con pratiche che promuovano fiducia e sicurezza:
“Tutto ciò è pronto a innescare un’esplosione di conoscenze, apprendimento, creatività e produttività che daranno forma al futuro in modi entusiasmanti — quello che io chiamo una nuova età dell’oro dell’innovazione — e siamo solo all’inizio di questo cambio di paradigma”.
Sundar Pichai
OK, non voglio fare il guastafeste, ma siamo sicuri che una rivoluzione tale non vada guidata e gestita? In modo legittimo, le società private perseguono i loro interessi economici, ma – spero converrai con me – non si può delegare a loro perfino il controllo di questi aspetti così delicati.
Infine, Pichai ha toccato un tema che riguarda direttamente tutti noi: il potenziale democratico dell’intelligenza artificiale.
“Quello che mi ha attratto di internet, quando ero un ragazzo, è stata la consapevolezza che si trattasse del primo strumento veramente democratico. Grazie alla rete siamo passati da forse mezzo miliardo di persone con accesso all’informatica agli oltre quattro miliardi di individui di oggi. E finché si ha accesso all’informatica e a una connessione, si ha a portata di mano la stessa conoscenza che si può acquisire in qualsiasi altro posto del mondo”.
Sundar Pichai
Teoricamente è vero, l’accesso alla conoscenza con internet ora è più libero e “democratico”. Ma – sarò pessimista io – questa apertura non so quanto abbia avuto effetti pratici sul versante politico e decisionale.
Ti lascio un piccolo dilemma:
meglio conoscere dei complicati fatti geopolitici e non aver nessuna voce in capitolo per cambiare lo stato delle cose, oppure non conoscerli proprio? Sicuramente il primo scenario causa frustrazione e impotenza…
Ma evidentemente per Pichai le cose sono più rosee di così:
“Oggi pochissime persone possono permettersi un insegnante privato o un medico personale, giusto? E questo è motivo di disuguaglianza. L’opportunità per l’IA di fornire a molte più persone queste possibilità penso sia qualcosa di molto importante”.
Quindi se capisco bene, dopo le autodiagnosi su Google, dobbiamo prepararci a chiedere ricette e consulenze di ogni tipo a Gemini. Al di là della perdita dei posti di lavoro, non so neanche quanto questo scenario convenga a pazienti e utenti.
Non voglio essere catastrofista, ma se le cose andranno così possiamo iniziare a salutare quella cosa antica e un po’ fuori moda che risponde al nome di “rapporto umano”.
Arrivati a questo punto non so quanto sia più così “folle” l’appello di ex dipendenti Google e OpenAI sul rischio delle IA per l’umanità…
Il futuro delle IA e il rischio per la creatività umana
“Tutto ciò che stiamo costruendo con l’IA è pensato per migliorare e supportare l’intelligenza umana, non per sostituirla”.
Ecco, partendo da questo assunto di Pichai, tu dormiresti sonni tranquilli?
La domanda è legittima. Mentre l’IA promette di democratizzare l’accesso alla conoscenza e potenziare le nostre capacità e snellire il lavoro, resta il dubbio su come questa tecnologia influenzerà davvero le nostre vite.
La storia ci ha insegnato che ogni rivoluzione porta con sé opportunità e rischi.
Il CEO di Big G ci invita a vedere l’IA come un alleato, ma siamo davvero pronti a gestire le implicazioni etiche e sociali che ne derivano? Spetta a noi, come società, guidare questo cambiamento in modo responsabile (e alle istituzioni di fare la loro parte!)
In definitiva, il futuro dell’IA dipenderà da come sceglieremo di utilizzarla.
Un uso così massiccio delle IA causerà sicuramente una perdita di posti di lavoro, è innegabile: da una parte però, scremerà ed eliminerà chi lavora in modo approssimativo e spingerà i professionisti a migliorare.
Ma in cosa ci possiamo differenziare dalle IA? Sicuramente non possiamo competere con loro su un piano “quantitativo”, ma “qualitativo”.
Credo che dobbiamo puntare sulle relazioni, sul rapporto umano e interpersonale, sulla conoscenza basata sull’empatia e l’esperienza, sulla creazione di contenuti davvero originali e utili per i lettori: ecco, in questo senso possiamo essere “migliori” di ogni IA!
Prima di salutarti vorrei solo ricordarti che sono i creatori di contenuti, i publisher, gli editori, i gestori dei siti web a creare quei contenuti da cui le IA apprendono.
Se gli umani rinunciano al loro ruolo creativo, le IA baseranno le loro risposte su informazioni vecchie e non aggiornate, no?
Insomma, la creatività e fantasia umana non mi sembra del tutto sostituibile in questo senso, ma ehi, c’è sempre tempo per cambiare idea!
Takeaways
- Negli ultimi mesi, Google ha deciso di adottare una strategia molto più visibile nei media, con Sundar Pichai che rompe il silenzio e prende la parola per difendere l’azienda dalle accuse di monopolio e dalle minacce di smembramento. Questo cambio di marcia dimostra una maggiore attenzione verso la percezione pubblica e gli investitori.
- Pichai ha chiarito che i processi legali legati alle accuse di monopolio e all’uso della pubblicità digitale non si concluderanno velocemente. Ha sottolineato che “queste cose richiedono tempo” e che, in alcuni casi, i procedimenti legali possono durare decenni. Google è pronta a difendere la propria capacità di innovare, ma si aspetta una lunga battaglia.
- Un punto chiave delle dichiarazioni di Pichai riguarda il ruolo dell’intelligenza artificiale: non verrà utilizzata per sostituire i programmatori, ma per aiutarli a concentrarsi sui compiti più complessi e creativi. Le IA saranno strumenti per automatizzare i processi ripetitivi e ottimizzare il lavoro, un’innovazione cruciale per le piccole e medie imprese.
- Facendo riferimento al film Her, Pichai ha riflettuto su un possibile futuro in cui gli esseri umani potrebbero sviluppare relazioni profonde con le intelligenze artificiali. Ha citato l’uso delle IA per preservare i ricordi dei propri cari, aggiungendo che questa tecnologia potrebbe avere un impatto significativo sulle relazioni interpersonali.
- Pichai ha paragonato l’intelligenza artificiale a internet in termini di potenziale democratizzazione. Ha affermato che l’IA può fornire a molte più persone l’accesso a servizi come insegnanti privati o medici personali, colmando disuguaglianze esistenti. Tuttavia, questo solleva interrogativi etici e sociali su come l’IA verrà utilizzata e regolamentata.
FAQ
Cosa ha detto Sundar Pichai sull’intelligenza artificiale che sostituirà i programmatori?
Sundar Pichai ha chiarito che l’IA non sostituirà i programmatori, ma li aiuterà a svolgere i compiti più complessi. Secondo Pichai, “lo scenario più probabile in tutte queste cose è che aiuterà le persone. Aiuterà sia i programmatori esistenti a svolgere il loro lavoro, dove la maggior parte della loro energia e del loro tempo è destinata, aspetti più complessi piuttosto che risolvere un bug o portare a termine compiti più semplici”.
Google farà appello contro le accuse di monopolio?
Sì, Sundar Pichai ha confermato che Google farà appello contro le accuse di monopolio. Ha dichiarato: “L’azienda ha sempre affrontato questi processi con rispetto e responsabilità. Anche il tribunale ha riconosciuto che il nostro successo è dovuto alla sua capacità di innovare. Naturalmente, faremo appello, e si prepara una battaglia legale che durerà anni, forse un decennio”.
Sundar Pichai ritiene che potremmo innamorarci di un’IA in futuro?
Pichai ha affrontato questo tema durante un’intervista, facendo riferimento al film Her. Ha detto che non si può escludere la possibilità di innamorarsi di un’IA in futuro. Ha spiegato: “Penso che ci siano aspetti positivi. Man mano che l’IA diventa più potente, le persone potrebbero usarla per conversare. Ci saranno persone che la useranno anche per preservare i ricordi dei propri cari”.