Le AI Overviews di Google stanno portando a un futuro a zero-click, in cui gli utenti trovano risposte senza visitare i siti web.
Gli imprenditori devono adattarsi a questa realtà e usare nuove strategie per mantenere visibilità, vediamo in che modo.
Con AI Overviews il futuro a zero-click è sempre più vicino: come non sparire dal web?
Non so te, ma a volte mi chiedo:
“In Europa, in Italia, la comunità SEO, gli imprenditori che hanno un piccolo sito web, hanno capito come sta cambiando il mondo delle ricerche?”
Perché negli USA, dove AI Overviews è già realtà (specie dopo le condanne per monopolio), il concetto è chiaro.
Ecco, noi in Europa possiamo anche considerarci fortunati, perché abbiamo visto le ripercussioni di queste novità sul traffico dei siti negli Stati Uniti, abbiamo letto le ricerche e gli studi a riguardo, e quindi possiamo trarne insegnamento per farci trovare preparati, però mi sembra che ancora, consideriamo tutta la questione come lontana, come se non ci riguardasse.
Ma non è così: oggi, lavorare per il posizionamento sul web e la visibilità su AI Overviews, è profondamente diverso rispetto a solo qualche mese fa.
Google, con la sua spinta sull’intelligenza artificiale, sta trasformando la SEO come la conosciamo, e questo è un fatto. Con i nuovi risultati di ricerca organizzati dalle IA e AI Overviews, se non si agirà tempestivamente, i click ai nostri contenuti saranno sempre più rari.
Proprio per questo motivo si parla già di un futuro a zero-click, dove gli utenti ottengono tutte le risposte direttamente su Google, senza mai visitare i siti.
Se hai un piccolo sito web e il tuo business dipende da esso, questa evoluzione può sembrare una condanna. Ma non tutto è perduto.
Adattarsi e capire come funzionano le AI Overviews è fondamentale per rimanere competitivi.
Esistono strategie per difendersi e persino prosperare in questo nuovo contesto, e se tu non le stai ancora applicando, è probabile che i tuoi concorrenti lo stiano già facendo.
Per capirlo meglio, ti voglio proporre alcuni studi recentissimi sul tema, e qualche mia riflessione a proposito.
Per esempio, in questo contesto, il PageRank, una volta il pilastro della SEO, è ancora rilevante nel 2024? Risponderò in maniera esaustiva nell’articolo e, se avrai la pazienza di leggerlo, scoprirai qualcosa che potrebbe anche sorprenderti.
Come cambia Google Search con le IA?
Veniamo subito all’attualità, come si evince da un post sul blog di Google del 3 ottobre 2024, Big G sta gradualmente rilasciando i risultati di ricerca organizzati dalle IA, a partire dagli Stati Uniti.
Questo progetto, avviato a maggio 2023, ha preso sempre più piede e introduce una nuova modalità di organizzare i risultati, combinando articoli, video e forum in un’unica pagina.
Secondo Google, queste pagine, organizzate dall’intelligenza artificiale, forniscono un’esperienza più completa e “utile” per gli utenti, ma viene da chiedersi: utile per chi?
Google sostiene che le nuove pagine di ricerca offrono una maggiore diversità di formati e fonti, garantendo più visibilità ai contenuti provenienti da un numero più ampio di siti.
Tuttavia, per chi possiede un sito web, la vera sfida non è la visibilità teorica, ma la quantità di click effettivi che questi contenuti generano. Ed è qui che il concetto di futuro a zero-click diventa dirimente.
Google non si limita però alla ricerca testuale. Con Lens, la ricerca visiva, puoi fare una foto e ottenere una risposta immediata da AI Overview.
L’uso di Lens è esploso, con 20 miliardi di ricerche visive al mese, soprattutto tra gli utenti più giovani. Sai per esempio che ora puoi persino fare domande sui video in tempo reale o utilizzare la voce per interagire con ciò che vedi. Bello, vero? Peccato che queste risposte siano già “complete” e che l’utente non abbia alcun bisogno di visitare il tuo sito.
Google ha potenziato Lens anche per quanto riguarda lo shopping, offrendo una pagina di risultati più dettagliata quando si scatta una foto di un prodotto. Questa pagina mostra recensioni, informazioni sui prezzi e dettagli su dove acquistare il prodotto. Grazie al Shopping Graph di Google, che comprende informazioni su oltre 45 miliardi di prodotti, gli utenti possono identificare un oggetto e acquistarlo immediatamente.
Ma non solo, ha introdotto una nuova funzione chiamata Circle to Search, che consente di identificare canzoni ascoltate su video, film o social media, senza dover cambiare applicazione.
Ti basterà cerchiare, evidenziare o toccare l’elemento desiderato sullo schermo e Google fornirà i risultati di ricerca. Considera che questa funzionalità è stata espansa su più di 150 milioni di dispositivi Android.
Come se non bastasse Big G ha iniziato a testare annunci pubblicitari nelle AI Overviews per query rilevanti, per cui anche il settore ADS non sarà più lo stesso, lo sapevi per caso? Ecco, magari il tuo competitor sì.
Per fartela breve, Google si sta spostando verso un sistema di risposte dirette, riducendo il traffico organico per molti siti.
Se possiedi un business online, questo significa dover affrontare una realtà sempre più dominata da risposte senza click, dove l’intelligenza artificiale sta ridisegnando le regole del gioco, per questo è inevitabile che tu sia preparato a fronteggiare questo cambiamento. Ne va della sopravvivenza del tuo sito web e quindi del tuo stesso business.
Il mondo a zero-click: il futuro è dietro l’angolo
Hai mai cercato qualcosa su Google, solo per accorgerti che la risposta è lì, pronta, senza bisogno di cliccare su alcun link? Questo fenomeno è quello che Rand Fishkin, analista ed esperto SEO, chiama “Zero-Click Platforms” (qui trovi il suo interessante studio a riguardo).
In poche parole Google non è più solo un motore di ricerca: è diventato un motore di risposte.
Le sue panoramiche AI Overviews spesso rispondono direttamente alle query degli utenti, rendendo inutile cliccare sui risultati per esplorare ulteriormente.
A questo proposito, devi sapere che secondo una ricerca di SparkToro, società di ricerche sul mondo digitale, circa il 65% delle ricerche su Google non porta a nessun click su altri siti web.
Ecco, forse dovresti sederti ora, tieniti forte: il 96,55% delle pagine web non riceve alcun traffico organico da Google. Questo dato, tratto da un rapporto di Ahrefs, tool per analisi SEO, dovrebbe farti riflettere.
La concorrenza come sai è enorme e, se consideri che solo il 3,45% delle pagine ottiene traffico significativo dai motori di ricerca, capisci bene che l’era dell’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) come la conosciamo fa parte del passato.
Per chi come te gestisce un sito web, questo significa, evidentemente, dover ripensare l’intera strategia di visibilità, specie in epoca di AI Overviews. Non basta più pubblicare contenuti ottimizzati e sperare che arrivino i click. Il mondo del zero- click è qui, e va affrontato seriamente.
L’introduzione dei nuovi link e delle citazioni (che fine fa il tuo sito?)
A peggiorare la situazione, Google ha iniziato a sperimentare nuovi formati di link e citazioni all’interno delle AI Overviews, ovvero quei blocchi di testo generati dall’intelligenza artificiale che rispondono direttamente alle domande degli utenti.
A partire da agosto 2023, questa nuova struttura è stata testata negli Stati Uniti e ora è disponibile globalmente. In teoria, Google sostiene che questa nuova impostazione avrebbe incrementato il traffico ai siti di supporto rispetto alla versione precedente. Ma, nella pratica, quanto traffico reale generano questi click?
Il rischio è che, con queste novità, sempre più contenuti restino confinati nei recinti delle AI Overviews, senza lasciare spazio alla navigazione verso i siti originali. Insomma, i tempi in cui Overviews dava risposte folli e ridicole e pareva inaffidabile, sono ormai lontani…
Se sei un imprenditore online, ti chiedo: sei davvero pronto per un mondo in cui Google risponde a tutto senza bisogno di cliccare sui tuoi link?
Come sopravvivere in un mondo a zero-click (e perfino prosperare)
E qui arriva il momento della verità. Come si può sopravvivere – e magari anche prosperare – in questo contesto? Rand Fishkin qui suggerisce un cambio radicale di approccio: non possiamo più dipendere esclusivamente dai click. Invece, dobbiamo trovare nuovi modi per influenzare le piattaforme zero-click direttamente.
L’idea di Fishkin è semplice ma potente: se Google vuole trattenere gli utenti sui suoi risultati di ricerca senza farli cliccare, allora devi esserci anche tu in quelle risposte. Devi essere parte della conversazione che Google costruisce con la sua IA. OK, detto così pare facile, ma come si fa?
- Sfruttare piattaforme alternative, Reddit, Quora, forum di nicchia e comunità online sono luoghi in cui puoi pubblicare contenuti nativi, rispondere a domande, condividere opinioni e attrarre attenzione. In un mondo zero-click, la presenza su queste piattaforme può avere più valore di quanto pensi;
- Farsi conoscere attraverso la reputazione, assicurati che la tua voce venga ascoltata da influencer, media di settore e fonti che Google riconosce come autorevoli. Non sempre riceverai click, ma otterrai esposizione;
- Presenza nei punti strategici, non puoi combattere contro l’AI Overview, ma puoi fare in modo che il tuo sito venga citato tra le fonti che l’AI utilizza. Controlla dove i tuoi concorrenti appaiono e lavora per essere anche tu su quelle fonti;
- Ottimizzazione della struttura e dei dati, Google e gli altri motori di ricerca si nutrono di dati strutturati. Rendere il tuo sito facilmente comprensibile per l’AI è essenziale.
Porsi in contrapposizione, quindi, non conviene a nessuno, specie dopo che è emerso come Big G stia penalizzando i siti che non cedono i loro contenuti ad AI Overviews.
L’approccio che Fishkin suggerisce, se ci pensi, è quasi zen: accettare che non possiamo controllare il flusso dei click, ma possiamo influenzare la narrazione e i contenuti che le IA mostrano, in modo che il tuo brand appaia costantemente nelle panoramiche di Google.
Per fare ciò però è vitale che tu ti rivolga a un consulente SEO esperto, non ci si può improvvisare…
Ma, visti questi enormi cambiamenti, strategie classiche funzionano ancora? Ti sorprenderò!
E il caro vecchio PageRank?
Per fronteggiare l’ascesa dell’intelligenza artificiale e dei nuovi strumenti di ricerca, devi sapere che PageRank, nonostante quello che si possa pensare, rimane una componente centrale nel sistema di ranking di Google.
Creato nel 1998 da Larry Page e Sergey Brin, PageRank è stato il primo sistema a valutare la rilevanza delle pagine web sulla base dei link in entrata. Per molti anni è stato la pietra angolare del posizionamento nei risultati di ricerca, e anche se oggi non viene più pubblicizzato in modo trasparente, è bene che tu lo sappia, Google continua a utilizzarlo.
Il principio alla base di PageRank è relativamente semplice: più una pagina viene linkata da altre pagine, più essa viene considerata autorevole. Tuttavia, non tutti i link hanno lo stesso peso: il valore di un link dipende dal numero di collegamenti in uscita dalla pagina che lo contiene. Più una pagina linka ad altre pagine, minore è l’autorità che può trasferire a ciascun collegamento.
Nel 2000, forse ricorderai, Google introdusse la toolbar di PageRank, rendendo pubblico il valore del PageRank per ogni pagina web. Questo ha avuto un impatto enorme sul settore SEO, poiché gli specialisti hanno iniziato a concentrarsi sull’acquisizione di link da pagine con un alto PageRank per migliorare il posizionamento dei loro siti.
Per anni, PageRank ha dominato le strategie SEO, al punto che si sono creati interi mercati basati sulla vendita e lo scambio di link per manipolare i risultati di ricerca.
Con il passare degli anni, Google ha capito che PageRank era vulnerabile a manipolazioni e link farm (reti di siti creati solo per generare collegamenti e aumentare il PageRank). Te ne parlai nel mio articolo sulla SEO negativa, forse ricorderai.
Per contrastare queste pratiche scorrette, nel 2004 Google ha aggiornato l’algoritmo con il cosiddetto modello del navigatore ragionevole (“reasonable surfer model“). Questo modello introduceva il concetto che non tutti i link sono uguali: i link posizionati in punti visibili e attraenti per gli utenti, come nella parte superiore della pagina, hanno più probabilità di essere cliccati e quindi passano più valore di PageRank.
Nel 2006, Google ha implementato un’altra grande modifica chiamata seed page model.
Questo aggiornamento ha introdotto l’idea delle pagine seme, pagine di alta qualità come il New York Times, che venivano utilizzate come base per misurare l’autorità di altre pagine. Le pagine che si trovavano più vicine a queste “pagine seme” nel grafo del web ricevevano un punteggio di PageRank più elevato. In questo modo manipolare il sistema diveniva più complicato.
Come funziona PageRank oggi?
Oggi PageRank non viene più reso pubblico attraverso la toolbar, che è stata dismessa nel 2016, ma rimane attivo nei meccanismi interni di Google. Secondo Elizabeth Tucker, direttore di Google Search:
“PageRank è uno dei classici segnali di ranking di Google ed è ancora utilizzato per misurare l’autorevolezza dei contenuti”.
Elizabeth Tucker
Nel 2024, l’algoritmo di PageRank utilizza una versione aggiornata chiamata PageRank_NS (Nearest Seed), rivelata in un leak del maggio 2024.
In questa versione, l’algoritmo si basa maggiormente su pagine seme altamente autorevoli per determinare il valore dei link. I siti che sono più vicini alle pagine seme nel grafo del web ricevono un punteggio di PageRank maggiore. Questo significa che i link da siti come il New York Times o altre pubblicazioni di qualità elevata pesano molto di più rispetto a link provenienti da siti meno autorevoli.
Un altro fattore interessante rivelato dal leak è il concetto di Homepage PageRank, che assegna un punteggio specifico alle home page dei siti, utilizzato come proxy per valutare i nuovi contenuti fino a quando non hanno accumulato abbastanza link in entrata.
OK, scusa se ho esagerato coi tecnicismi!
Torniamo a noi, non mi sono dimenticato, tranquillo:
Page Rank è ancora importante oggi nel 2024?
Per rispondere ecco qualche dato davvero eloquente riportato da Anastasia Osypenko su SE Ranking:
- Nel 2024, i backlink sono ancora un fattore essenziale per ottenere visibilità su Google: pensa che il 66% delle prime 10 pagine su Google ha almeno un backlink di alta qualità;
- Più dell’80% dei backlink che contribuiscono significativamente al PageRank proviene da siti con un alto livello di fiducia;
- Il 25% delle strategie SEO di successo include tecniche di acquisizione di link da pagine autorevoli e “vicine” nel grafo del web;
- Google continua a basare parte del suo ranking su 14.000 segnali diversi, tra cui PageRank è ancora uno dei più importanti.
Allora, che ne dici? Il buon vecchio Page Rank ti sembra ancora utile? Assolutamente sì!
Per tutte queste ragioni, il PageRank continua a giocare un ruolo importante nella visibilità dei siti web, nonostante i cambiamenti nel mondo della SEO.
Ecco, per implementare tutto ciò e realizzare queste buone pratiche è vitale per ogni imprenditore che voglia competere nel mercato, attuare una strategia SEO a lungo termine che tenga in considerazione tutti i cambiamenti che Google Search sta ponendo in essere attraverso le IA.
Sopravvivere al cambiamento: strategie per rimanere visibili nell’era di AI Overviews (prima dei tuoi concorrenti)
In questo nuovo scenario, gestire un business online significa affrontare un cambiamento significativo nel modo in cui il traffico web e la visibilità vengono gestiti.
Google, attraverso l’introduzione dell’intelligenza artificiale nei risultati di ricerca, lo hai visto, sta riducendo la necessità per gli utenti di cliccare sui link per ottenere informazioni.
Questo fenomeno, chiamato zero-click, implica che molte risposte alle domande degli utenti vengano fornite direttamente nella pagina dei risultati di ricerca di Google, senza che sia necessario visitare i siti web da cui provengono le informazioni.
Di conseguenza, per chi possiede un sito web, questo riduce le opportunità di traffico organico, mettendo a rischio la visibilità e i guadagni di chi non riesce a tenere il passo con questi cambiamenti.
Ora, non so se con AI Overviews i siti web moriranno, ma sicuramente non saranno più gli stessi.
Tuttavia, la buona notizia è che esistono modi per prosperare anche in questo contesto. Sai qual è il segreto? Adattarsi alle nuove regole del gioco, come ti scrivevo in questo mio articolo.
Questo significa non solo comprendere come le AI Overviews e i risultati zero-click influenzano il posizionamento dei contenuti, ma anche sapere come influenzare questi risultati.
Ciò può avvenire solo sfruttando al meglio le piattaforme digitali, ottimizzando la propria presenza in modo che anche senza click diretti, i contenuti riescano a guadagnare autorità e influenza.
Per questo, si rivela molto importante puntare su link interni e contestuali, su fonti autorevoli e dati strutturati, ovviamente. Ma è altrettanto rilevante investire su relazioni autentiche con altri siti e sulla creazione di contenuti di qualità che attirino naturalmente collegamenti.
Il punto fondamentale è che oggi non stiamo più competendo solo per il traffico in senso stretto, cioè per far sì che gli utenti arrivino fisicamente sui nostri siti.
Stiamo anche lottando per l’influenza e la visibilità su tutte le piattaforme dove gli utenti passano il loro tempo, dalle panoramiche AI alle piattaforme social.
La capacità di rimanere visibili e rilevanti dunque non si basa più esclusivamente sui click, ma sulla capacità di emergere come fonte autorevole e riconosciuta all’interno delle risposte AI e dei contenuti aggregati da Google e altre piattaforme.
In breve, oggi occorre una strategia che abbracci non solo il traffico, ma anche il controllo della narrativa e della visibilità su più fronti digitali e per far questo è vitale affidarsi alla consulenza di un esperto SEO, non ci sono scorciatoie, mi spiace.
Takeaways
- Con l’introduzione delle AI Overviews, gli utenti ottengono risposte direttamente su Google senza cliccare sui risultati. Questo fenomeno sta riducendo drasticamente il traffico organico per i siti web, creando una sfida per i piccoli business online.
- Anche se Google promette una maggiore diversità di fonti e formati nei risultati di ricerca, ciò che conta non è la visibilità teorica ma il numero effettivo di clic che un sito riesce a ottenere. I contenuti devono essere ottimizzati per emergere anche in assenza di clic.
- Le ricerche visive e vocali, come quelle offerte da Lens, stanno esplodendo in popolarità, con 20 miliardi di ricerche al mese. Questo significa che i siti devono adattarsi a queste nuove forme di interazione per mantenere la rilevanza.
- Nonostante i cambiamenti, il sistema PageRank di Google continua a giocare un ruolo importante nel ranking delle pagine web. Backlink di qualità da fonti autorevoli sono ancora un fattore essenziale per ottenere visibilità e posizionamento.
- Per prosperare in questo nuovo scenario, i siti web devono sfruttare piattaforme alternative come Reddit e Quora, ottimizzare i dati strutturati e costruire una solida rete di relazioni con siti autorevoli. Essere citati nelle risposte AI diventerà cruciale.
FAQ
Come stanno cambiando le ricerche su Google con l’introduzione delle IA?
Google sta gradualmente implementando i risultati di ricerca organizzati dalle IA, introducendo AI Overviews. Questo significa che molte risposte vengono fornite direttamente nella pagina di ricerca, senza necessità di cliccare su altri siti. Questa evoluzione spinge verso un futuro zero-click, con importanti implicazioni per chi possiede un sito web.
Che impatto ha il futuro zero-click sui piccoli siti web?
Il futuro zero-click può sembrare una condanna per i piccoli siti web il cui traffico dipende dai clic. Tuttavia, ci sono strategie per affrontare questa sfida, come ottimizzare i contenuti per le AI Overviews e utilizzare piattaforme alternative per aumentare l’influenza digitale anche senza clic diretti.
PageRank è ancora rilevante nel 2024?
Sì, PageRank rimane rilevante nel 2024. Anche se il concetto è meno visibile rispetto al passato, è ancora un fattore cruciale nel determinare l’autorevolezza dei siti web. Ottenere backlink di qualità da fonti autorevoli è fondamentale per migliorare il proprio posizionamento.