Nonostante la concorrenza in crescita da parte di Amazon, TikTok e Perplexity, Google rimane il leader indiscusso della ricerca, ma la sua quota di mercato nella pubblicità potrebbe scendere sotto il 50% nel 2025, secondo eMarketer, creando nuove sfide per chi lavora online. Per restare competitivi, le aziende devono adattarsi con strategie SEO che integrino l'uso delle IA senza dimenticare l'importanza del data poisoning.
Tutti i dati della presunta crisi di Big G: come cambia la SEO ai tempi delle IA
Se c’è una cosa che abbiamo imparato, è che quando si parla di Google, tutti sono pronti a proclami apocalittici. Pensaci: negli ultimi anni quanti articoli hai letto in cui si paventava la fine di Big G?
Ma, come hai visto, tutti questi funerali anticipati non hanno fatto altro che allungare la vita al colosso delle ricerche.
La notizia più recente?
Un rapporto di eMarketer, afferma che Google potrebbe scendere sotto il 50% della quota di mercato della pubblicità di ricerca negli Stati Uniti entro il 2025.
Se ciò fosse vero, per la prima volta in oltre un decennio, la supremazia del colosso sarebbe davvero a rischio, e le ragioni sarebbero molteplici:
nuovi concorrenti come OpenAI, Amazon e Perplexity e ovviamente le recenti sentenze antitrust sulla pubblicità.
Ma non solo, Google deve affrontare anche problemi di affidabilità, la volatilità di settembre 2024 (e ottobre inizia pure peggio, come puoi leggere qui), per non parlare di AI Overviews che starebbe oscurando i siti colpiti da Helpful Content Updates, creando frustrazione tra i webmaster che vedono sparire i loro link nonostante il sito sia ben posizionato.
A dare il colpo di grazia poi c’è un video di Arun Maini, un famoso YouTuber, che sta avendo un gran successo, anche al di fuori della bolla SEO, caricato il 12 ottobre 2024 che in due giorni ha raggiunto 1 milione e 800 mila visualizzazioni in cui si critica duramente il colosso di Mountain View.
Ma prima di correre a vendere le tue azioni di Alphabet, facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa sta davvero succedendo e come tutto ciò potrà influire sulla tua attività online.
La discesa presunta di Google nel mercato pubblicitario: chi ne può approfittare?
Secondo eMarketer, Google detiene attualmente circa il 50,5% della quota di mercato della pubblicità di ricerca negli Stati Uniti (parliamo di 300 miliardi l’anno!), ma questa potrebbe scendere sotto il 50% entro il prossimo anno.
Visti così sono dati che fanno impressione, non credi?
Stando a un interessante approfondimento del Wall Street Journal, i principali artefici di questa presunta discesa sarebbero:
- Amazon, il gigante dell’e-commerce, sempre più usato dagli utenti per ricerche di prodotti, detiene già il 22,3% del mercato della pubblicità di ricerca e continua a crescere con un ritmo impressionante del 17,6% all’anno;
- TikTok, l’applicazione video, non più solo sinonimo di balletti virali, sta facendo concorrenza diretta a Google con un nuovo modello di annunci basati sulle ricerche degli utenti. La piattaforma ha registrato oltre 3 miliardi di ricerche giornaliere a livello globale, una cifra impressionante;
- Perplexity, supportata da Jeff Bezos, questa startup di AI sta muovendo i primi passi nel settore della pubblicità di ricerca con un modello basato su risposte generate dall’intelligenza artificiale.
Come vedi, la situazione appare decisamente caotica e, tra l’antitrust che prende di mira il presunto monopolio di Google negli ads e la concorrenza in crescita, sembrerebbe che il castello costruito da Google stia per crollare. Ma è davvero così?
Google è davvero in difficoltà?
Rand Fishkin, veterano del marketing digitale, non è per niente di questo avviso e lo scrive senza remore su Spark Toro.
Devi sapere che nonostante tutto, Google rimane leader indiscusso della ricerca con una quota di mercato del 90% negli Stati Uniti e oltre 90% a livello globale, come confermato da StatCounter.
La verità, osserva Fishkin, è che la pubblicità di ricerca sta ancora crescendo, sia per Google che per i suoi concorrenti. Nel 2024, il volume di ricerche su Google è addirittura aumentato rispetto all’anno precedente, con oltre 200 ricerche al mese per utente medio negli USA.
Fishkin sottolinea che sebbene piattaforme come Perplexity stiano registrando una crescita notevole (dal 13% al 17% di utenti che utilizzano motori di ricerca IA), il loro impatto è ancora marginale rispetto al colosso di Mountain View.
Anche TikTok, nonostante i suoi numeri impressionanti, resta lontano dall’essere una minaccia concreta per Google, almeno per ora. Perché, quindi, questa narrativa di un imminente declino di Google?
Tik Tok e Perplexity insidiano davvero Google?
La reazione degli utenti a Perplexity sembra indicare un crescente interesse verso motori di ricerca basati sull’intelligenza artificiale. Non c’è dubbio infatti che le IA e AI Overviews stiano cambiando Google Search.
Secondo i dati diffusi da eMarketer, circa il 46% delle interrogazioni su Perplexity negli Stati Uniti generano domande successive, segnalando una forte interazione con la piattaforma.
Tuttavia, nonostante l’elaborazione di 340 milioni di interrogazioni solo a settembre, Perplexity resta ancora lontana dal volume colossale di ricerche gestito da Google, che si aggirerebbe intorno ai duemila miliardi all’anno (sebbene Big G non fornisca dati precisi in tal senso).
L’azienda ha anche dichiarato che non modificherà mai le sue risposte in funzione di richieste degli inserzionisti, un aspetto che potrebbe attrarre una fascia di utenti più attenta all’autenticità e trasparenza dei risultati di ricerca.
TikTok sta facendo passi avanti verso la monetizzazione della ricerca sulla piattaforma, un’evoluzione logica visto il suo crescente volume di ricerche giornaliere, che supera i tre miliardi a livello globale.
Finora, TikTok ha permesso agli inserzionisti di mostrare annunci vicino ai risultati di ricerca, ma senza la possibilità di indirizzarli in base alle parole chiave utilizzate dagli utenti. Questo sta per cambiare, poiché il comportamento di ricerca degli utenti si è evoluto, con il 23% che cerca qualcosa entro 30 secondi dall’apertura dell’app.
Le previsioni sono positive: eMarketer stima che le entrate pubblicitarie di TikTok negli Stati Uniti cresceranno del 38,1% quest’anno, sebbene l’app mantenga solo il 3,4% del mercato pubblicitario digitale. Nonostante questo, TikTok attira sempre più inserzionisti, specialmente grazie al suo appeal tra i giovani adulti, una fascia di pubblico molto ambita.
Ora, devo essere sincero, non credo proprio che gli inserzionisti migreranno in massa da Google a TikTok, ma è pur vero che è proprio lì che gli imprenditori possono trovare un pubblico più giovane e dinamico, per cui Big G non può affatto trascurare questo fenomeno.
Arrivati questo punto scommetto che ti chiederai: visto il successo di Tik Tok, come si sta attrezzando AI Overviews?
AI Overviews: “motore di risposta” o “di pubblicità occulta”?
Google ha recentemente lanciato annunci pubblicitari nelle risposte generate dall’intelligenza artificiale che compaiono in cima ai risultati di ricerca. Questo nuovo approccio è stato introdotto inizialmente solo per le ricerche su mobile negli Stati Uniti, ma rappresenta un cambiamento significativo.
Ad esempio, per la query “come togliere una macchia d’erba dai jeans”, Google ha mostrato un annuncio di uno smacchiatore venduto sul sito Albertsons, come riporta bene il WSJ.
Ecco, questo può generare confusione tra risposta e pubblicità: gli utenti potrebbero non rendersi conto immediatamente che una parte della risposta è sponsorizzata, confondendo il contenuto pubblicitario con le risposte fornite dall’IA.
Ma non solo, l’inclusione di annunci all’interno delle risposte generate dall’IA potrebbe sollevare dubbi sull’imparzialità e l’accuratezza delle risposte stesse.
Se i brand possono pagare per essere inclusi nelle risposte a determinate domande, potrebbe venir meno l’idea che le risposte siano selezionate esclusivamente in base alla loro pertinenza o qualità, a favore di un’influenza commerciale.
Ma i problemi di Overviews non sono finiti qui. Come se non bastasse, alcuni esperti, come Lily Ray e Glenn Gabe, hanno evidenziato che le AI Overviews di Google non includono link a siti colpiti dall’Helpful Content Update, neppure quando il sito è rilevante per la query. Questo ha suscitato preoccupazioni tra i gestori di siti web, che si vedono penalizzati senza una spiegazione chiara.
Per chi gestisce un’attività online, questi cambiamenti rappresentano una sfida. La mancanza di visibilità su Google potrebbe significare meno traffico e quindi meno ricavi, un problema che ogni imprenditore deve affrontare con attenzione.
A questo proposito capisci bene come gli ads da solo non possano garantire il successo del tuo business, ma occorra una strategia SEO messa a punto da un consulente esperto.
Ma i problemi di Big G non finiscono mica qui…
Arun Maini: un video VS Google spopola su Youtube
Mentre la stampa discute su percentuali e quote di mercato, Google si trova ad affrontare anche critiche virali provenienti da influencer di peso. Arun Maini, meglio noto come Mrwhosetheboss, 20 milioni di iscritti su YouTube, ha pubblicato un video che ha raccolto quasi due milioni di visualizzazioni, intitolato:
“Why Google Search is Falling Apart”.
Il video passa in rassegna tre motivi per cui, secondo Maini, Google Search starebbe fallendo:
- I risultati delle ricerche, troppe pubblicità e link poco pertinenti rispetto alle query degli utenti;
- SEO, secondo Maini, la SEO negativa sta manipolando i risultati rendendoli meno affidabili (e fin qui niente di nuovo);
- AI Overviews, avrebbe peggiorato la qualità delle risposte fornite dall’intelligenza artificiale del motore di ricerca.
Il video ha generato un’ondata di commenti critici nei confronti di Google, un altro duro colpo per la sua reputazione. Lo youtuber non aggiunge nulla di nuovo, ma ha avuto il merito, seppur con uno stile un po’ sensazionalistico, di far conoscere al grande pubblico alcune delle criticità risapute tra la comunità SEO.
Google è ancora Google, ma fino a quando?
Google, nonostante le turbolenze, rimane un gigante.
Ha dominato il settore della ricerca per anni, e con risorse quasi illimitate può continuare a innovare e contrastare i suoi nuovi concorrenti. Ma l’ascesa di piattaforme come TikTok e Perplexity, e la crescente pressione dell’antitrust, rappresentano sfide che non possono essere ignorate.
Per gli imprenditori che gestiscono siti web, i prossimi anni saranno decisivi. Le IA hanno cambiato
Proprio per questo se hai un business che opera online, devi capire che la SEO tradizionale non basta più: bisogna avere una strategia chiara, costruita su una SEO seria che utilizzi le IA in modo consapevole e che consideri aspetti fondamentali come il data poisoning, per esempio.
Non spaventarti, non ti voglio portare al lato oscuro!
L’influenza del data poisoning nella SEO è ormai innegabile: è una tecnica che, in modo etico, può essere usata per migliorare la visibilità anche su AI Overviews.
Consiste nell’influenzare i modelli di IA attraverso la creazione di contenuti di qualità, l’ottimizzazione SEO con l’IA (sia per Google che per ChatGPT), interazioni sociali e altre attività legittime. In poche parole: si manipolano i dati in modo da migliorare la rilevanza di un brand o di un contenuto ma senza inserire dati falsi o malevoli.
Questo approccio, unito a una strategia SEO, sarà fondamentale per restare competitivi nel mercato della ricerca online che sta rapidamente evolvendo.
E allora contattami per una consulenza SEO e rilancia il tuo business!
Takeaways
- EMarketer prevede che entro il 2025 Google scenderà sotto il 50% della quota di mercato negli Stati Uniti. La concorrenza di Amazon, TikTok e Perplexity sta diventando sempre più rilevante in questo settore, anche se il dominio di Google è ancora forte.
- Amazon è già al 22,3% del mercato della pubblicità di ricerca e continua a crescere del 17,6% all’anno. TikTok sta emergendo come una piattaforma di ricerca con oltre 3 miliardi di ricerche giornaliere, mentre Perplexity, sostenuta da Jeff Bezos, guadagna trazione con modelli di ricerca basati sull’intelligenza artificiale.
- Nonostante le sfide, Google detiene ancora oltre il 90% del mercato globale delle ricerche, come confermato da StatCounter. Anche il volume di ricerche su Google è in aumento, con oltre 200 ricerche al mese per utente medio negli Stati Uniti, rendendo la narrativa di un declino immediato meno credibile.
- Le piattaforme basate su IA come Perplexity stanno riscontrando una crescita significativa, ma il loro impatto sul mercato pubblicitario di Google è ancora limitato. Google sta anche sperimentando l’integrazione di annunci pubblicitari nelle risposte generate dall’intelligenza artificiale, sollevando dubbi sull’imparzialità delle risposte.
- Video come quello di Arun Maini, che ha ottenuto milioni di visualizzazioni, stanno alimentando critiche contro Google, evidenziando problemi legati alla qualità dei risultati di ricerca e all’eccessiva presenza di annunci. Queste critiche stanno aumentando la pressione sul colosso di Mountain View, anche da parte di influencer esterni alla bolla SEO.
FAQ
Google sta davvero perdendo quote di mercato nella pubblicità di ricerca?
Secondo eMarketer, Google potrebbe scendere sotto il 50% della quota di mercato della pubblicità di ricerca negli Stati Uniti entro il 2025. La concorrenza di Amazon, TikTok e Perplexity rappresenta una sfida crescente per Google.
Perplexity e TikTok possono realmente insidiare Google?
Sebbene Perplexity e TikTok stiano crescendo, Google rimane il leader del mercato con una quota del 90% nelle ricerche a livello globale. Tuttavia, l’ascesa di queste piattaforme rappresenta una potenziale minaccia per il futuro.
In che modo la SEO viene influenzata dalle intelligenze artificiali?
Le intelligenze artificiali, come gli AI Overviews di Google, stanno cambiando il modo in cui i risultati di ricerca vengono visualizzati e gestiti. Questi aggiornamenti stanno oscurando molti siti web, rendendo la SEO tradizionale meno efficace senza una strategia basata su IA.