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L’Algoritmo dell’Attenzione: dal Page Rank al posizionamento umano.

Sempre più studi ci dicono che la soglia d’attenzione è oggi il nuovo e più importante algoritmo da governare per il successo online

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📌 TAKE AWAYS

  • L’attenzione è il nuovo algoritmo chiave: non concentrarsi più solo sulla SEO, ma sull’arte di catturare e mantenere l’attenzione delle persone. Il successo online nel 2025 dipenderà dalla capacità di creare un legame reale con il pubblico, non solo dall’ottimizzazione per i motori di ricerca.
  • Il posizionamento è più importante della SEO: la SEO è un mezzo, il posizionamento è l’obiettivo. Non si tratta solo di essere trovati, ma di essere scelti. Per fare ciò, è necessario comprendere i bisogni e i problemi del proprio pubblico, diventando un punto di riferimento e un alleato.
  • La “Piramide di Sant” è un modello per gestire l’attenzione: a seconda del livello di attenzione del pubblico (Bzz, M, Incredible), è necessario personalizzare il messaggio per guidarlo dal rumore al valore, dal caos all’engagement, creando un percorso di avvicinamento personalizzato.
  • L’Intelligenza Artificiale è uno strumento, non un sostituto: l’IA può essere un potente alleato per creare contenuti, ma non può sostituire l’intelligenza umana, l’empatia e la capacità di costruire relazioni. Utilizzare l’IA per amplificare le proprie idee, non per sostituirle.
  • Il messaggio è l’anima del business: un messaggio chiaro, autentico e rilevante è fondamentale per distinguersi dalla massa, colpire le persone, farle riflettere e agire. Non dimenticare la call to action: guida il pubblico verso ciò che desideri, offrendo un valore.

Ok mettiamoci comodi, che questa non è una di quelle chiacchierate formali. Queste settimane sta succedendo davvero di tutto, serve parlarci chiaro, tra gente che vive la stessa trincea e dopo anni passati a inseguire le logiche dei motori di ricerca, ho capito che il vero gioco è un altro.

Non ti nascondo che ci ho sbattuto la testa più volte.

Ho ottimizzato siti, ho studiato algoritmi, ho fatto crescere progetti, ma alla fine mi sono ritrovato con un’amara consapevolezza: se non capisci come funziona la testa delle persone, puoi anche fare il mago della SEO, ma non andrai da nessuna parte.

Ti capita mai di sentirti perso in questo mondo che cambia troppo velocemente?

Un mondo che ti promette la luna con l’intelligenza artificiale e che poi, puntualmente, ti lascia a piedi, con un pugno di mosche in mano?
L’ultima di queste “promesse”, la storia del posizionamento sui motori di ricerca. Per anni, ci hanno fatto credere che bastava “ottimizzare” i nostri siti per scalare le classifiche di Google. Ci hanno fatto diventare dei piccoli ingegneri, sempre a trovare parole chiave, backlink, di ottimizzazioni tecniche.

E poi, bam!, come un fulmine a ciel sereno, i motori di ricerca cambiano le regole del gioco, e noi ci ritroviamo a dover ricominciare da capo.
Ma questa volta, amico mio, è diverso.

Non si tratta più di un semplice aggiustamento, ma di un vero e proprio cambio di paradigma.

E il cuore di questa rivoluzione silenziosa, te lo dico subito, non è un nuovo algoritmo, ma la soglia d’attenzione delle persone.

Ecco, hai presente quando stai navigando sui social e, all’improvviso, ti trovi a fissare una notifica, un video, un post? Quello è il momento in cui l’attenzione si accende. E noi, dobbiamo imparare a farlo succedere, non a sperare che succeda. Il vero algoritmo, l’unico che conta davvero, è quello dell’attenzione.

E ti assicuro che non è roba tecnica, non è un’equazione matematica da risolvere, ma un fatto umano. Un’abilità che dobbiamo imparare a padroneggiare se vogliamo avere successo (e non solo sopravvivere) nel 2025.

Sei pronto?
Bene, iniziamo.

Il Tramonto del Page Rank: Quando la Matematica Non Basta Più

Dai, dimmi la verità, ricordi il Page Rank?

Se non sai cos’è il Page Rank, probabilmente hai meno di 20 anni o hai passato gli ultimi 15 in una grotta.

Ok, i più “anziani” si ricorderanno che il Page Rank, era una specie di sistema di valutazione dei siti web basato su logiche matematiche. Una specie di giudice che diceva chi era “importante” e chi no. Sembrava tutto così logico, così scientifico, così perfetto.

Ma il mondo reale non è un algoritmo.

E così, mentre io come consulente SEO e tu come imprenditore eravamo lì a spulciare i dati, a fare mille test con le keyword e la velocità di caricamento delle pagine, il mondo vero, quello fuori dallo schermo, cambiava a una velocità incredibile. E sono arrivati i large language model, i GPT, l’intelligenza artificiale, i social media… e hanno fatto saltare il banco.

Ora, bada bene, non sto dicendo che la SEO è morta, per carità!

Non è più il mezzo per arrivare al successo, ma un mezzo. Come il carburante per una macchina: è importante, certo, ma non è sufficiente per vincere la gara. Perché se un tempo bastava “ottimizzare”, oggi bisogna “connettere”. Se prima cercavamo di piacere a Google, adesso dobbiamo piacere alle persone.

Ma la cosa più interessante è che le vecchie logiche matematiche, quelle che prima ci sembravano l’unica via, si stanno sgretolando come castelli di sabbia. I backlink, le citazioni, le menzioni… tutta roba che prima sembrava oro colato, adesso vale sempre meno.

E questo, amico mio, non è un problema, ma una opportunità.

Un’occasione per alzare la testa e guardare oltre, per fare un passo indietro e capire cosa davvero conta.
Non siamo più in un gioco dove vince chi ha più link, ma chi riesce a creare un legame vero con le persone.

E tu, cosa stai facendo per creare questo legame?
Ci hai mai pensato?

meme L'Algoritmo dell'Attenzione: dal Page Rank al posizionamento umano.

Non SEO, Ma Posizionamento: L’Arte di Essere Scelti

Ecco il nocciolo della questione, il punto su cui voglio che ti concentri: dobbiamo smetterla di parlare di SEO e iniziare a parlare di posizionamento. Lo so, ci sono tanti che ti vendono queste due cose come sinonimi, ma in realtà sono diverse come il giorno e la notte. La SEO, per me, è un insieme di attività tecniche per essere conformi a un certo standard, una specie di check-list per far piacere ai motori di ricerca, tipo la revisione della macchina: la fai, ma non ti garantisce la vittoria.

Il posizionamento, invece, è un’altra storia.

È la capacità di prendere click, di guadagnare visibilità, di portare le persone sul tuo sito, e di farle diventare clienti. È l’arte di essere scelti, non solo di essere trovati.

Non siamo qui per far stare tranquilli i server, ma per far fare cassa alle nostre aziende, giusto?

Quindi, se fino a ieri ci siamo concentrati su come far piacere ai motori di ricerca, da oggi dobbiamo concentrarci su come far piacere alle persone. Perché se le persone sono contente, fidati, Google se ne accorge pure.

E allora, come si fa a piacere alle persone?

La risposta è semplice: dobbiamo smetterla di parlare di noi e iniziare a parlare dei loro problemi. Dobbiamo capire cosa li motiva, cosa li spaventa, cosa desiderano davvero. E poi, dobbiamo entrare in empatia con loro e diventare non solo un fornitore, ma un punto di riferimento, un alleato.
Perché alla fine, il vero obiettivo non è avere un sito web che fa un sacco di visite, ma creare una connessione con le persone, un engagement che si traduce in risultati concreti.

Se ti fermi alla SEO, sei un meccanico.

Se punti al posizionamento, sei un pilota.

Hai capito la differenza?

E allora, che pilota vuoi essere?

La Piramide di Sant: La Guida per Non Perdere l’Attenzione (circa 350 parole)

E per aiutarti a capire meglio tutto questo casino, ti voglio presentare una cosa che mi sono inventato al volo, e che ho chiamato “La Piramide di Sant”. Sì, lo so, il nome è assurdo, ma credimi, c’è un senso. È una piramide che ho costruito per spiegare come funziona l’attenzione delle persone a seconda del livello in cui si trovano, tipo un gioco, ma serio.

  • Bzz (il rumore): È il livello dei social, dove l’attenzione è una specie di zanzara impazzita. C’è rumore, caos, la gente scorre i feed senza neanche leggere, ed è difficilissimo farsi notare. Hai presente le stories su Instagram? Ci passi ore senza neanche sapere perché, una dopo l’altra. Ecco, quello è il livello Bzz.
  • M (il momento): È quando uno, per sbaglio, si ferma un attimo a guardare il tuo post e dice: “mmm, fammi vedere cos’ha da dire sto tipo”. Non ti conoscono ancora, ma sono incuriositi, stanno valutando se darti ascolto. Devi essere bravo a non sprecare questa occasione.
  • Incredible (la connessione): È quando ti seguono sul blog, ti ascoltano nel podcast, si iscrivono alla tua newsletter, diventano parte della tua community. Sono quelli che non solo ti ascoltano, ma che credono in quello che fai e diventano i tuoi migliori alleati. Ed è qui, amico mio, che dobbiamo arrivare.

La morale di questa piramide?

Che non possiamo parlare a tutti allo stesso modo. Non possiamo usare lo stesso linguaggio per quelli del livello “Bzz” e per quelli dell’“Incredible”. Dobbiamo personalizzare il nostro messaggio in base al loro livello di attenzione, creare un percorso, guidarli dal rumore al valore, dal caos all’engagement. E se lo fai, credimi, l’algoritmo dell’attenzione ti darà ragione.
Ma la domanda è: tu come ti stai muovendo? Ci hai mai pensato?

L’IA: Il Tuo Alleato, Non il Tuo Sostituto

Ed ecco che entra in gioco l’intelligenza artificiale, la grande protagonista di questo periodo. Ma attento a non farti abbagliare dalle luci della ribalta, eh! L’IA non è la bacchetta magica che risolve tutti i problemi, ma uno strumento, un alleato potente. Non è un sostituto per il nostro cervello, ma un amplificatore delle nostre idee.

L’IA può aiutarti a trasformare un video in un articolo, un post in un podcast, un’idea in mille contenuti diversi, ma non può creare il messaggio, non può capire le persone, non può costruire relazioni. Quello è compito tuo, ed è una responsabilità che non puoi delegare a una macchina.
Non usare l’IA per sostituire il tuo pensiero, ma per moltiplicarlo. Non trattarla come un guru, ma come uno schiavo. (Sì, lo so, è una metafora un po’ forte, ma rende l’idea, giusto?) Non chiedere “per favore” a GPT, non usare un linguaggio educato con un bot. Ordina, fai quello che devi fare, perché lei è una macchina.

Non fare l’errore di pensare che l’IA farà tutto da sola, perché non è così. Il vero valore è l’intelligenza umana, la tua capacità di capire i bisogni delle persone, di creare un messaggio autentico, di dare un valore reale. L’IA è potente, ma senza di te non è niente.

E tu, cosa vuoi creare con l’IA? Sei pronto a metterci l’anima?

Il Messaggio: L’Anima del Tuo Business

Ecco, adesso parliamo del messaggio, quello che fa davvero la differenza. Perché possiamo anche avere tutti i tool, tutta l’IA che vogliamo, ma se il messaggio fa schifo, non andiamo da nessuna parte. Il messaggio è l’anima della tua comunicazione, quello che ti distingue dagli altri, che ti fa emergere dalla massa. È quello che colpisce le persone, che le fa riflettere, che le fa agire.
Il messaggio deve essere chiaroautentico e rilevante. Devi parlare alla mente, ma soprattutto al cuore delle persone, capire cosa le motiva, quali sono i loro problemi.

E poi non dimenticare la call to action, l’invito all’azione. Non fare il timido, dai! Dì alla gente cosa vuoi che faccia: “Iscriviti alla newsletter”, “Contattami per una consulenza”, “Scarica la mia guida gratuita”, “Vai sul mio sito e compra quello che vuoi”.

Ma non limitarti a chiedere: offri un valore, una promessa, una ragione per agire.

Perché, alla fine, il messaggio è tutto. E la domanda è: sei pronto a fare un messaggio che fa la differenza?

Sii Umano, Non un Algoritmo

Come vedi non ho dato la verità assoluta, ma un punto di vista, una prospettiva diversa. Non ho dato la soluzione magica, ma una domanda: cosa conta davvero per il tuo business nel 2025? Spero che ti sia arrivato il messaggio: se vogliamo avere successo in questo mondo che cambia, dobbiamo smettere di inseguire gli algoritmi e iniziare a connetterci con le persone.

Il futuro non è fatto di codici, ma di relazioni umane. Il futuro è attenzioneempatia e connessione.

Ora, tocca a te.

Cosa cambierai nel tuo modo di comunicare?

Come applicherai questi concetti nella tua azienda?

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Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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