OpenAI lancia ChatGPT o3

Il nuovo modello di OpenAI domina i test di benchmark e si avvicina all’intelligenza generale artificiale, ma pone interrogativi non da poco

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📌 TAKE AWAYS

  • Con punteggi record nei benchmark, come l’87,5% su ARC-AGI, ChatGPT o3 offre un livello di precisione senza precedenti, avvicinandosi al concetto di AGI (Intelligenza Generale Artificiale).
  • Nonostante i problemi legali e la pressione di OpenAI, Google mantiene il primato grazie a strumenti consolidati come Google Business Profile e le sue panoramiche AI.
  • Per emergere anche nei motori di ricerca IA e LLM, come ChatGPT, sono cruciali strategie di digital PR efficaci e data poisoning “etico”.
OpenAI lancia ChatGPT o3, un modello rivoluzionario che si avvicina all’Intelligenza Generale Artificiale, dominando nei test di benchmark e offrendo strumenti avanzati per imprenditori.
Con nuove funzionalità, tra cui risposte personalizzate e regolazione del tempo di elaborazione, trasforma la produttività e la visibilità online.

Credevi che la corsa all’intelligenza artificiale avesse già raggiunto il suo picco? Mi spiace contraddirti, ma non siamo che all’inizio!

OpenAI ha appena lanciato ChatGPT o3, in quella che appare come una risposta diretta al nuovo Gemini 2.0 Flash di Google e ai suoi Deep Research e Project Mariner.

A questo punto è naturale chiedersi: e lo o2? Mi son perso un pezzo? No, tranquillo, la società di Altman ha deciso di passare dallo o1 allo o3, bypassando lo o2, per evitare conflitti con l’omonima compagnia telefonica inglese.

Con ChatGPT o3, OpenAI sembra avvicinarsi sempre di più al concetto di AGI (Intelligenza Artificiale Generale), considerato utopia solo qualche anno fa. In questo senso, l’idea che l’IA possa replicare e sostituire l’intelligenza umana, non è più una follia fantascientifica.

Sappi che a partire dal 20 dicembre, gli utenti interessati possono iscriversi per accedere in anteprima al nuovo modello, ma attenzione: le iscrizioni chiuderanno il 10 gennaio 2025. È una finestra di tempo limitata che potrebbe dare a molti imprenditori un vantaggio competitivo nell’utilizzo di uno strumento che promette di rivoluzionare la produttività e l’ottimizzazione digitale.

Qui non si parla più solo di tecnologia: siamo nel cuore di una battaglia epica per il controllo del futuro digitale, dove ogni innovazione è un’arma e ogni ritardo può costare la leadership globale.

Ma cosa cambia tutto questo per la ricerca online?

Per gli imprenditori che puntano sulla visibilità web, ChatGPT o3 introduce un nuovo modo di interagire con i contenuti: ricerca più intelligente, risposte personalizzate e un utilizzo sempre più mirato dei dati.

Ciò significa che ottimizzare la propria presenza online andrà oltre la SEO tradizionale, ma richiederà strategie in grado di dialogare con strumenti IA avanzati, capaci di interpretare intenzioni e rispondere a domande complesse. La sfida è dunque aperta: chi si adatterà meglio alle nuove regole potrà cogliere opportunità straordinarie.

Ma prima di analizzare effetti e ripercussioni ti spiego che cosa cambia con ChatGPT o3.

latency o1 o3 fonte codeforces

Un’intelligenza che (quasi) ragiona come un essere umano

Cos’è esattamente ChatGPT o3?

Si tratta di un modello di intelligenza artificiale di nuova generazione, progettato per affrontare compiti complessi che richiedono ragionamento e pianificazione e che, secondo OpenAI, si avvicinerebbe all’intelligenza generale artificiale, cioè la capacità di superare gli esseri umani in compiti economicamente rilevanti. Non un dettaglio da poco.

Sam Altman, CEO di OpenAI, durante una livestream il 20 dicembre 2024, ha detto:

Consideriamo questo come l’inizio della prossima fase dell’IA in cui è possibile utilizzare questi modelli per svolgere compiti sempre più complessi che richiedono un notevole ragionamento.

Sam Altman

Attenzione però, o3 non è solo uno: c’è anche o3-mini, una versione più piccola, ottimizzata per compiti specifici. Entrambi i modelli promettono prestazioni superiori, ma con una particolarità: possono essere regolati in base al tempo di “pensiero” richiesto.

Hai bisogno di una risposta rapida? Imposta il modello su bassa potenza. Vuoi la massima accuratezza? Preparati ad aspettare e a sborsare qualche dollaro in più, perché le risorse necessarie non sono affatto economiche.

Costi Chatgpt03 fonte codeforces

Prestazioni da record: numeri che fanno girare la testa

I dati parlano chiaro: o3 ha stracciato i suoi predecessori in numerosi test (se vuoi approfondire il tema puoi leggere quest’articolo). Qualche esempio concreto?

  • ARC-AGI, con un punteggio massimo dell’87,5% in modalità “high compute”, ha triplicato le prestazioni di o1. Per farti capire, sappi che un essere umano “medio” potrebbe ottenere tranquillamente il 95% senza alcun addestramento;
  • IAME (American Invitational Mathematics Exam), o3 ha ottenuto un incredibile 96,7%, sbagliando una sola domanda su decine;
  • Frontier Math, un benchmark noto per essere un incubo per le IA. O3 ha risolto il 25,2% dei problemi, laddove altri modelli non superavano il 2%;
  • Codeforces, con un punteggio di 2727, si posiziona nel 99,2° percentile tra i programmatori, superando di gran lunga molti esperti umani.

Cosa significa tutto ciò per chi lavora online? In parole semplici: una IA come o3 può gestire compiti complessi, come ottimizzazioni avanzate, analisi dei dati o persino sviluppo di codice, con una precisione e una velocità davvero senza precedenti.

competition code chatgpt o3 fonte codeforces

I rischi: quando l’intelligenza diventa “troppo” intelligente

Non è tutto oro quel che luccica, però. Con o1, il modello precedente, sono emersi problemi preoccupanti: una maggiore tendenza a “ingannare” gli utenti rispetto a modelli non di ragionamento.

Se questa tendenza si confermasse in o3, ci troveremmo davanti a una IA capace di manipolare, non solo di assistere (lo riporta in modo chiaro TechCrunch). OpenAI ha dichiarato di aver adottato nuove tecniche di allineamento etico, chiamate “deliberative alignment”, ma il vero banco di prova sarà il feedback degli utenti.

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha recentemente dichiarato che vorrebbe un quadro normativo federale per monitorare e mitigare i rischi prima di rilasciare ufficialmente modelli come o3, come riporta Fortune. Non sorprende quindi che l’accesso iniziale sia limitato a ricercatori specializzati nella sicurezza.

Il costo dell’innovazione: chi paga il conto?

Se da un lato o3 promette di rivoluzionare il modo in cui lavoriamo, dall’altro solleva una questione spinosa: il costo. Modelli di ragionamento come questo richiedono enormi risorse computazionali, il che si traduce in costi operativi elevati. François Chollet, creatore del benchmark ARC-AGI, ha dichiarato che le configurazioni di “high compute” possono costare migliaia di dollari. Insomma, non esattamente alla portata di tutti.

Per un piccolo imprenditore, questo significa che servizi basati su o3 potrebbero avere un prezzo più alto rispetto alle generazioni precedenti. Vale la pena investirci? Dipende.

Se il tuo business si basa su analisi complesse, personalizzazione estrema o automazione avanzata, o3 potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo. Ma se cerchi un’assistenza generica, potresti non notare grandi differenze rispetto ai modelli più economici.

Cosa c’è dietro il sipario? Comparire tra i risultati di SearchGPT

Con l’ascesa di strumenti avanzati come i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM, Large Language Models) e i motori di ricerca basati sull’IA, la competizione per catturare l’attenzione degli utenti, come ben sai, se leggi i miei articoli, si sposta su un nuovo terreno.

È un passaggio inevitabile: questi strumenti non si limitano a fornire risultati, ma curano risposte personalizzate e contestuali, influenzando in modo diretto le decisioni degli utenti.

Per le imprese, essere presenti anche nei sistemi IA non è più solo una questione di opportunità, ma di sopravvivenza. La capacità di ottimizzare la propria visibilità su questi nuovi canali significa accedere a un pubblico sempre più vasto e qualificato, migliorando il traffico e, di conseguenza, i ricavi.

Con l’arrivo di SearchGPT, OpenAI sta tracciando un nuovo corso nel panorama del local SEO. E i dati parlano chiaro.

Secondo un recente studio condotto da Sammy Paget, esperta di content marketing di Brightlocal, il 58% delle fonti utilizzate da ChatGPT per le ricerche locali proviene direttamente da siti web aziendali. Seguono i business mentions (27%) e le directory (15%). Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto ai risultati tradizionali di Google, dove le directory e le menzioni aziendali occupano una fetta molto più modesta del panorama delle SERP.

E la sorpresa non finisce qui. Wikipedia domina le fonti di menzioni aziendali, rappresentando il 39% di queste ultime. Tuttavia, alcune assenze spiccano: directory note come Yelp, Facebook e Google Maps non appaiono affatto nelle fonti analizzate, lasciando spazio a piattaforme come Three Best Rated, che copre ben il 24% delle directory citate.

grafico di Brightlocal google search SearchGPT dicembre 2024
Brightlocal
grafico Brightlocal google search SearchGPT dicembre 2024
Brightlocal

Perché tutto ciò è vitale per il tuo business (basta saper leggere i numeri)

Se sei un imprenditore o gestisci un’attività online, questo cambiamento non è solo un dato curioso: è una vera chiamata all’azione. SearchGPT, attualmente disponibile solo per gli utenti con abbonamento ChatGPT-4 Plus, consente agli utenti di effettuare ricerche in tempo reale.

Ciò significa che, diversamente dai modelli precedenti di ChatGPT, può fornire risposte basate su informazioni aggiornate, trasformando il modo in cui i potenziali clienti trovano il tuo business.

Il dato più interessante emerso dalla ricerca di Sammy Paget?

Le ricerche transazionali, come “coffee shop Boston” (ma vale anche per “pasticceria Roma”), vedono una netta prevalenza di siti web aziendali (72%) tra le fonti, mentre le ricerche informative, come “miglior coffee shop” (e quindi “miglior pasticceria Roma”), offrono una distribuzione più equilibrata tra siti web (43%), menzioni aziendali (35%) e directory (22%).

Tali risultati evidenziano come sia vitale avere un sito web ben ottimizzato, ma anche curare la tua presenza su blog locali, pubblicazioni di settore e directory affidabili.

Con oltre un miliardo di messaggi inviati ogni giorno su ChatGPT e più di 300 milioni di utenti settimanali, ignorare questa piattaforma significa perdere una fetta significativa di potenziali clienti, per cui meglio adattarsi, e pure in fretta.

Search GPT e AI Overviews: due modi diversi per intendere la ricerca

Se anche tu punti sulla visibilità online e il posizionamento, ti starai domandando:

ma quali sono punti forti e deboli di OpenAI e Google? Non è semplice rispondere, scegliere tra i due è una decisione strategica con impatti diretti su traffico e ricavi. Però non voglio esimermi da un breve confronto tra GPT e Google, per cui ecco le principali differenze.

ChatGPT Search offre risposte sintetiche, discorsive e arricchite da citazioni dirette delle fonti. Questo approccio riduce il bisogno di cliccare sui link, poiché l’utente riceve informazioni esaustive direttamente nella chat.

In concreto, l’utente può porre domande in linguaggio naturale e ottenere spiegazioni approfondite basate su fonti come quotidiani di grandi gruppi editoriali (es. GEDI, Newscorp, Axel Springer). Il rischio? Il traffico verso i siti originali risulta penalizzato.

Al contrario, Google utilizza il modello tradizionale di presentare un elenco di link, offrendo agli utenti una selezione più ampia ma meno sintetica. Recentemente, con l’introduzione di AI Overviews, Google ha iniziato a implementare sintesi generate dall’intelligenza artificiale, posizionate sopra i risultati organici. Tale funzionalità, disponibile in alcuni Paesi ma non ancora in Italia, evidentemente, è un tentativo di replicare il modello di risposta diretta di ChatGPT, pur mantenendo un focus sui link alle fonti.

Devi sapere che in Google, ogni ricerca genera in media il 65% di click organici, mentre le risposte dirette di ChatGPT potrebbero limitare i click alle sole fonti citate, spesso meno del 10%.

Perciò non c’è dubbio: per chi monetizza tramite pubblicità o vendite dirette sul sito, questa differenza può significare un calo drastico delle entrate!

Un vantaggio chiave di SearchGPT può essere anche l’accesso a informazioni in tempo reale, ma il rischio di allucinazioni, resta alto.

Google, invece, mantiene una maggiore affidabilità nella presentazione dei risultati, grazie alla sua capacità di indicizzare e aggiornare miliardi di pagine web in tempo reale, riducendo il rischio di errori o inesattezze.

I talloni d’Achille di SearchGPT rispetto a Google

Nonostante le sue potenzialità, SearchGPT ha ancora delle pecche. Nelle ricerche locali, ad esempio, il risultato non sempre riflette la reale densità di attività commerciali presenti in zona.

Una query come “ristoranti vicino a me” potrebbe restituire una lista di opzioni limitata e poco rappresentativa.

Un altro punto critico è l’affidabilità delle fonti. SearchGPT si appoggia principalmente su dati di terze parti, che possono essere meno precisi rispetto a quelli gestiti direttamente dai proprietari delle attività, come avviene con Google Business Profile. Ciò rende le informazioni meno aggiornate e, in alcuni casi, incomplete.

Sul fronte dell’interfaccia, SearchGPT non offre ancora le funzionalità avanzate di Google: mancano recensioni, foto, domande e risposte, e metriche approfondite come il numero di visualizzazioni o conversioni. Per i marketer locali, questo rappresenta un limite significativo, poiché le analisi dettagliate offerte da Google restano indispensabili per monitorare e ottimizzare la visibilità delle attività.

E invece sul versante consumi e impatto ambientale?

L’utilizzo di SearchGPT comporta un consumo energetico significativamente più alto rispetto a Google.

Nello specifico, ogni ricerca su Google consuma in media 0,3 wattora, mentre una richiesta a ChatGPT può arrivare a 2,9 wattora, quasi dieci volte di più. Ecco, per chi gestisce molteplici interazioni quotidiane, questo potrebbe diventare un problema non solo economico, ma anche ambientale.

Sul fronte giudiziario, infine, le cose non sembrano andare lisce, per nessuno dei due competitor.

Il Garante della Privacy italiano ha sanzionato ChatGPT per 15 milioni di euro per aver violato il GDPR, più precisamente per il trattamento non autorizzato di dati degli utenti italiani e per le frequenti “allucinazioni” (gli errori e le imprecisioni dei risultati).

Certo, nulla in confronto ai problemi legali di Google.

Google sotto assedio: pubblicità, dati e monopolio in discussione

Cosa succede a Mountain View? È una domanda che molti si pongono, soprattutto dopo l’ondata di cause legali che sta travolgendo Google, mettendo in discussione il suo modello di business e la sua posizione dominante nel mercato digitale. Tra le più significative c’è la causa intentata da 38 stati americani in Texas, che accusa Google di aver manipolato l’infrastruttura pubblicitaria globale a proprio vantaggio, drenando ricavi agli editori e imponendo prezzi gonfiati agli inserzionisti.

Parallelamente, Google sta affrontando le conseguenze della sconfitta nella causa antitrust avviata dal Dipartimento di Giustizia (DOJ). Tra le misure proposte per mitigare il monopolio, il DOJ ha avanzato richieste estreme, come la vendita del browser Chrome e, in caso di necessità, anche di Android.

Google, dal canto suo, ha definito queste richieste un’“interferenza radicale” e ha presentato una controproposta meno drastica: maggiore libertà per i produttori di dispositivi e browser nella scelta dei motori di ricerca predefiniti, e un sistema di monitoraggio per garantire la conformità. Tuttavia, la tensione è palpabile: un’eventuale sconfitta definitiva potrebbe stravolgere non solo il panorama tecnologico, ma anche il modo in cui miliardi di utenti accedono alle informazioni online.

SEO per motori di ricerca IA e LLM: la chiave per far crescere il tuo business online

Su questo devo essere chiaro: nonostante le grane legali e la concorrenza di OpenAI, Google rimane il colosso insuperabile delle ricerche, almeno per ora.

La sua capacità di offrire risultati completi e strumenti consolidati lo rende ancora il punto di riferimento principale per utenti e imprese.

Per chi vuole far conoscere il proprio brand e aumentare i propri clienti, l’ottimizzazione SEO è vitale, specialmente da quando le IA stanno cambiando Google Search.

Solo così puoi comparire tra i primi risultati di ricerca e conseguire un vantaggio competitivo essenziale per il tuo business.

Allo stesso tempo, strategie di digital PR efficaci e di data poisoning etico, possono ampliare la portata del tuo business, aumentando la tua autorevolezza e visibilità anche sui nuovi motori di ricerca basati su IA e LLM, come SearchGPT.

Per fare tutto ciò però è necessaria una strategia SEO lungimirante, non aspettare oltre, contatta la mia agenzia.


OpenAI lancia ChatGPT o3: Domande & Risposte

Cos’è ChatGPT o3 e quali sono le sue novità principali?

ChatGPT o3 è un modello avanzato di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI che si avvicina al concetto di Intelligenza Generale Artificiale (AGI). Offre prestazioni superiori nei test di benchmark e introduce funzionalità come la regolazione del tempo di ‘pensiero’ per bilanciare velocità e accuratezza.

Quali sono i vantaggi di ChatGPT o3 per gli imprenditori?

Per gli imprenditori, ChatGPT o3 offre strumenti avanzati per la gestione di compiti complessi come analisi dei dati, personalizzazione e sviluppo di codice. Questo lo rende un alleato potente per ottimizzare la produttività e migliorare le strategie digitali.

Come influirà ChatGPT o3 sulla SEO e la visibilità online?

Con l’integrazione di motori di ricerca basati su IA come SearchGPT, ottimizzare la propria visibilità online non sarà solo una questione di SEO tradizionale, ma richiederà strategie per dialogare con strumenti IA avanzati. Questo rende fondamentale una presenza online ben ottimizzata per attirare traffico e clienti.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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