Mentre Big G, accusato di monopolio, rischia di perdere Chrome, Bing, tra IA avanzata e mosse azzardate, si fa sempre più minaccioso
📌 TAKE AWAYS
- Con l’integrazione di ChatGPT, Bing sta attirando un pubblico sempre più qualificato, composto da professionisti e decision maker con elevato potere d’acquisto.
- Microsoft ha integrato nuovi modelli linguistici per rendere Bing più veloce e preciso, soprattutto per query complesse. Inoltre, ha introdotto funzionalità come Copilot, che favoriscono la visibilità degli editori e la contestualizzazione delle informazioni.
- Le panoramiche AI di Bing, simili alle Overviews di Google, offrono risposte sintetiche e immediate, ma rischiano di cannibalizzare il traffico verso i siti esterni. Per mitigare questo effetto, Microsoft sta cercando di garantire maggiore visibilità ai contenuti originali.
Bing, con l’integrazione di ChatGPT e strategie audaci come l’intelligenza artificiale generativa e le nuove Overviews, cerca di sfidare Google nel dominio della ricerca online, puntando su innovazione e pubblico B2B qualificato, ma il dominio di Big G resta difficile da scalfire.
Sei a un tavolo da poker con due giocatori: da un lato c’è Google, il campione imbattuto, con un monte fiches enorme. Dall’altro, Microsoft con Bing, il “nuovo arrivato” che, tra bluff e qualche colpo d’astuzia, sta cercando di prendersi il piatto. La posta in gioco? La tua visibilità online e, di conseguenza, i tuoi clienti e ricavi.
Con l’integrazione di ChatGPT, Bing sta guadagnando terreno, diventando una piattaforma sempre più strategica per il marketing digitale, soprattutto nel settore B2B. Non solo: attira un pubblico qualificato, fatto di decision maker e professionisti con alto potere d’acquisto.
Certo, come ti ho scritto nel mio ultimo editoriale, rispetto a Google, Bing ha le sue peculiarità: dà più peso alle keyword esatte, premia l’autorità del dominio e considera fondamentali i segnali social come LinkedIn.
Insomma, non puoi più ignorarlo in ottica SEO, ma ti starai chiedendo: quanto è davvero pericoloso per Google? Le recenti sconfitte legali del gigante di Mountain View apriranno finalmente spazio per Bing?
E soprattutto, con le sue innovazioni nell’intelligenza artificiale e nelle Overviews, riuscirà davvero a scalfire il dominio di Big G? Forse sì, forse no.
Ma una cosa è certa: nel dubbio, è meglio farsi trovare pronti e non ottimizzare i tuoi contenuti solo per Google. Anche perché, non tutti i LLM pescano da Big G, ChatGPT per esempio, si basa sui risultati di Bing, come sai…
Bing contro Google: tutti i colpi sono ammessi (o quasi)
Ti sarà capitato almeno una volta di cercare “Google” su Bing, magari perché hai appena configurato un nuovo PC con Windows 11 e ti sei imbattuto nel browser Edge. Ecco, in quel preciso istante, Microsoft sta tentando la sua mossa più recente e – diciamolo – un po’ maliziosa: farti credere di essere già su Google.
Sì, hai capito bene: se non sei connesso a un account Microsoft e cerchi la parola “Google” sulla barra di Bing, ti apparirà una pagina con tanto di logo (apparentemente un “doodle”) e una casella di ricerca che ricorda in tutto e per tutto quella di Big G. Addirittura Bing, in quel momento, ti scrolla la pagina leggermente verso il basso per nascondere la sua stessa barra di ricerca, come se volesse dirti: “Ehi, sei nel posto giusto, continua pure qui su Google!”.
Ovviamente non è Google: è Bing mascherato da Google. Un trucco? Decisamente sì, e nemmeno dei più raffinati. Ma, come saprai, “l’imitazione è la forma più sincera di adulazione”.
E in effetti, la stessa Parisa Tabriz, responsabile di Chrome, ha lanciato una frecciatina su X, definendo questa mossa come “il punto più basso” nella lunga storia di escamotage di Microsoft per trattenere gli utenti su Bing e su Edge. Esagerata? Forse.
Ma Microsoft non è nuova a queste trovate “audaci” per strappare utenti a Google. In passato ha modificato le pagine di download di Chrome, riempito Google Chrome su Windows di pop-up pubblicitari, inserito sondaggi nei siti di download e, come ciliegina sulla torta, ha usato notifiche così invasive da sembrare quasi malware, tutto nel tentativo di convincere gli utenti a dire addio a Big G. Insomma, parafrasando un vecchio detto: “in guerra e in capitalismo, non c’è regola che tenga!”
Bing che imita Google: una strategia azzardata?
Perché Microsoft si sta impegnando così tanto a farti rimanere su Bing? E soprattutto, quali conseguenze potrebbe avere per te che gestisci un’attività online? La domanda è lecita.
Da una parte, Google vanta una quota di mercato che rasenta il 90% delle ricerche online negli Stati Uniti (e sfiora l’82% a livello mondiale, secondo Statista), mentre Bing si deve accontentare di un risicato 7-10%.
Dall’altra, Microsoft è un colosso da 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione e possiede Windows, usato da miliardi di persone ogni giorno, nonché il browser Edge preinstallato su tutti i PC Windows 10 e Windows 11. Eppure, a quanto pare, non basta.
Se sei un imprenditore che cerca di portare traffico al tuo sito web, sai bene che la maggior parte dei tuoi potenziali clienti usa Google. Quindi il semplice pensiero che “magari un giorno Bing riuscirà a erodere un po’ di market share a Google” potrebbe sembrare un miraggio irraggiungibile. Ma Microsoft non ha perso la speranza, anzi sta calcando la mano su diverse tattiche, prime tra tutte: l’IA generativa e le Overviews.
Il ruolo di ChatGPT e l’integrazione con Bing
Ora, potresti chiederti: “Ma ChatGPT non è di OpenAI? Perché se ne parla qui?”. La risposta sta nel fatto che ChatGPT, che ormai conosciamo tutti, per le sue ricerche nel web utilizza proprio Bing.
ChatGPT risponde a gran parte dei nostri quesiti (soprattutto per chi lavora online e vuole risposte veloci per fare SEO, analisi, funnel di vendita e chi più ne ha più ne metta) e il suo successo sembra inarrestabile, specie dopo il lancio di ChatGPT o3.
Per questo Microsoft sta lavorando duro per rendere Bing sempre più efficiente. Ha annunciato l’integrazione di nuovi modelli linguistici di varie dimensioni, promettendo una ricerca più precisa e veloce, anche per le query complesse che in genere vengono risolte da Google.
In buona sostanza, l’idea è: “Se ChatGPT ti dà risposte così intelligenti, perché non sfruttiamo la medesima tecnologia per fare di Bing un ‘cervellone’ altrettanto sveglio?”. Un piano ambizioso, non c’è che dire.
Ora capisci perché tra i buoni propositi di Google del 2025 ci sia proprio contrastare l’ascesa della creatura di OpenAI. E il lancio di Gemini 2.0 Flash va proprio in questa direzione.
I test di Copilot: un’IA più “amichevole” con i publisher
In parallelo, Bing sta sperimentando un aggiornamento del suo box di risposta IA, supportato da Copilot, che punta a “coccolare” un po’ di più gli editori, mostrando meglio i link alle fonti, il favicon del tuo sito e – udite udite – l’URL completo.
Una cosa che ti interessa parecchio, soprattutto se possiedi un blog o una testata online e vuoi che la tua firma sia visibile. In tanti, infatti, temono che questi nuovi motori di ricerca IA – Google compreso, con le sue Overviews – “rubino” traffico ai siti esterni. Se l’IA risponde già alla domanda, quanti di noi cliccheranno ancora sul link per leggere l’articolo originale?
Microsoft, da parte sua, sostiene di aver analizzato l’impatto sulle visite e di non aver visto un calo significativo. Ma i dubbi restano. Del resto, si sospetta che Google, con le sue Overviews, possa “mangiare” fino al 25% del traffico dei publisher. Microsoft spera che la sua IA generi ancora click, ma finora non ha fornito dati solidi né troppi dettagli in merito. Vogliamo fidarci? Chissà.
Ma la voglia di “imitare” Big G non finisce qui…
Le “panoramiche” di Bing (le Overviews made in Microsoft)
A complicare ulteriormente il quadro c’è il lancio delle nuove “panoramiche” di Bing, che raccolgono le informazioni più rilevanti da milioni di pagine e poi le sintetizzano in un’unica risposta generata dall’IA. Se per l’utente potrebbe essere una comodità – “Pochi secondi e ho già tutto ciò che mi serve!” – per te, imprenditore online, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio: meno visite al tuo sito e di conseguenza meno potenziali conversioni. Anche su questo fronte, Microsoft promette di mantenere alta la visibilità dei contenuti originali, ma resta da capire come riuscirà a conciliare l’esigenza di “dare risposte immediate” con quella di portare traffico ai tuoi articoli.
La sentenza che potrebbe favorire Microsoft (forse)
Come sai benissimo, la società di Mountain View rischia lo smembramento e quindi perdere sia Chrome e Android. Ed è proprio in questo pertugio che spera di infilarsi Microsoft!
È stato calcolato che Google paga circa 20 miliardi di dollari l’anno ad Apple per rimanere l’opzione numero uno sugli iPhone (e annessi iPad). E se tu, nell’uso quotidiano, trovi Google già impostato di default, quante volte ti prendi la briga di cambiarlo? Potrebbe succedere che, a seguito della sentenza, le regole del gioco cambino, e magari Apple non abbia più la libertà di incassare i miliardi di Google per rendere Search il motore di ricerca di default. A quel punto, Microsoft spera di ottenere un vantaggio, proponendo Bing come alternativa.
Tuttavia, parliamoci chiaro: anche se Big M (Microsoft) riuscisse a entrare in nuovi accordi con i produttori di smartphone o con i browser più diffusi, la strada per scalzare Google è ancora lunga. Google è ben radicato nelle abitudini di miliardi di persone, e numerosi analisti ritengono che i giochi siano già fatti.
Per ora Bing sta giocando il tutto per tutto, anche con all-in rischiosi incappando anche in brutte figure…
Bing Image Creator: l’epic fail di Microsoft!
A dicembre 2024, Microsoft ha lanciato un aggiornamento del Bing Image Creator, integrando una nuova versione del modello DALL-E 3, promettendo immagini ancora più realistiche e dettagliate.
Peccato che le promesse non sono state mantenute: il nuovo modello ha scatenato un’ondata di lamentele da parte degli utenti, che hanno giudicato le immagini prodotte come meno dettagliate, con colori meno accurati e illuminazioni sbagliate. Alcuni esempi, condivisi sui forum di OpenAI e su Reddit, hanno mostrato risultati che non rispettavano le richieste degli utenti: tessuti mal rappresentati su abiti in stile anime, effetti di luce eccessivi o inesatti e dettagli confusi.
Le critiche sono state talmente insistenti che Microsoft ha deciso di fare marcia indietro. Jordi Ribas, responsabile della divisione AI e ricerca, ha annunciato su Twitter che l’azienda aveva riprodotto molti dei problemi segnalati e che, per questo, avrebbe ripristinato temporaneamente la versione precedente del modello. Tuttavia, il rollback potrebbe richiedere alcune settimane per essere completato.
La vicenda mette in luce una sfida cruciale per Microsoft: non solo deve affrontare problemi tecnici e bug, ma anche confrontarsi con le aspettative di un pubblico sempre più esigente. Gli utenti di strumenti come Bing Image Creator non si accontentano più di “immagini decenti”: vogliono creazioni che riflettano esattamente ciò che immaginano. Come osservato da alcuni critici, forse il prossimo passo per Microsoft sarà trovare un equilibrio tra tecnologia avanzata e capacità di interpretare le richieste, magari chiedendo consiglio proprio agli artisti che hanno ispirato i modelli di addestramento.
Bing decolla o resta a terra? I numeri raccontano la verità
Ok, dopo averti informato sul contesto della lotta Bing-Google, eccoci giunti alla domanda delle domande, essenziale per chiunque gestisca un business online:
“Bing sta davvero migliorando in modo da scalfire il dominio di Google?”
I dati di mercato parlano chiaro: malgrado i tentativi di Microsoft di spingere Bing ovunque (perfino travestendolo da Google), la sua quota di mercato mondiale non decolla.
Bloomberg (come puoi leggere qui) – e altri analisti di settore – sostengono che il cosiddetto “effetto ChatGPT” abbia spostato ben poco nelle statistiche reali del search. Insomma, a guardare i numeri, pare che la lotta sia ancora su due binari di forza molto diversi.
Nonostante l’entusiasmo suscitato dall’integrazione di ChatGPT in Bing, la quota di mercato globale di Bing si è fermata al 3,4% a fine 2023, con un incremento inferiore a un punto percentuale rispetto all’annuncio.
Questo, malgrado le dichiarazioni del CEO di Microsoft Satya Nadella, che aveva parlato di una “rivoluzione imminente” nel modo di cercare informazioni. Tuttavia, qualche risultato c’è stato: secondo SensorTower, negli Stati Uniti gli utenti attivi mensilmente sono più che raddoppiati nel secondo trimestre del 2023, passando a 3,1 milioni e raggiungendo i 4,4 milioni a fine anno. Inoltre, gli utenti hanno speso l’84% di tempo in più su Bing, come riporta Bloomberg.
Eppure, Google domina ancora il mercato con oltre il 90% della quota, grazie anche alle partnership che lo rendono motore di ricerca predefinito sui dispositivi Apple. Bing, per quanto innovativo, resta indietro. Come osserva Shane Greenstein di Harvard, “al momento, dubito che l’IA possa spostare l’ago della bilancia” perché “nella ricerca, è necessario un volano: più ricerche si fanno, migliori sono le risposte, e Google è l’unica azienda che ha questa dinamica ben consolidata”.
Nonostante ciò, Bing ha il vantaggio di poter sperimentare senza timori:
Bing può permettersi di rischiare. Non ha nulla da perdere.
Shane Greenstein
Come può muoversi chi fa business online?
A questo punto, potresti chiederti: “Ok, come imprenditore o proprietario di un e-commerce, devo davvero iniziare a ottimizzare per Bing?”. La risposta non è un sì netto, ma neanche un no. Per quanto Bing sia ancora lontano dall’insidiare il dominio di Google, con la sua quota di mercato sopra il 90% negli Stati Uniti e oltre l’80% a livello globale, ignorarlo potrebbe costarti opportunità preziose. Soprattutto considerando che Bing, grazie all’integrazione di ChatGPT, attira un pubblico qualificato B2B con elevato potere d’acquisto.
Quindi, cosa fare? Innanzitutto, tieni presente che Bing funziona in modo diverso rispetto a Google. Qui la corrispondenza esatta delle keyword conta di più, l’autorità del dominio gioca un ruolo fondamentale e i segnali social – in particolare LinkedIn – influenzano il ranking. Tradotto: non basta ottimizzare per Google, serve una strategia mirata, come ti ho spiegato qui.
La domanda rimane: Bing riuscirà a guadagnare terreno significativo contro Google? Le statistiche attuali lasciano pensare di no, almeno per ora. Ma anche un piccolo aumento della sua quota di mercato potrebbe fare la differenza per chi gestisce un business online. Ogni visita, ogni lead, ogni conversione conta.
Microsoft sta spingendo sull’acceleratore dell’innovazione – tra l’integrazione di ChatGPT, le nuove panoramiche AI e i miglioramenti costanti – rimanere preparati perciò non è solo una buona idea, è una necessità. Fidati: la SEO del 2025 sta cambiando con gli agenti IA e sarà una sfida a cui non potrai sottrarti.
Il futuro del search marketing del 2025 è appena iniziato. E tu, sei pronto a sfruttare questa dinamica a tuo vantaggio?
Bing contro Google – lo stato dell’arte: Domande & Risposte
Perché Microsoft sta spingendo così tanto su Bing?
Microsoft sta cercando di sfruttare l’integrazione di ChatGPT per rendere Bing una piattaforma più strategica, soprattutto per il marketing digitale B2B. Bing punta su keyword esatte, segnali social come LinkedIn e autorità di dominio, cercando di conquistare una fetta di mercato dominata da Google.
Bing può competere con Google sul lungo periodo?
Al momento, Google domina con una quota di mercato superiore al 90%. Tuttavia, Bing sta sperimentando con l’intelligenza artificiale, introducendo funzionalità come Copilot e panoramiche AI per migliorare l’esperienza utente e favorire la visibilità dei contenuti originali.
Conviene ottimizzare il proprio sito web per Bing?
Sì, ignorare Bing significa perdere potenziali opportunità, soprattutto per chi si rivolge a un pubblico B2B qualificato. Ottimizzare per Bing richiede attenzione alle keyword esatte, contenuti multimediali e una forte presenza sui social network come LinkedIn.
“Bing sta diventando un avversario serio, ma Google è ancora il re!”
“Bing che tenta di battere Google? Ah, la lotta dei titani!”
“Bing che prova a fare il bullo? Che ridere! 😂”
Articolo interessante! È quasi surreale vedere Bing cercare di farsi notare in un mondo in cui Google è il re indiscusso. Mi ricorda quando provai a far decollare un mio blog… che flop! 😂 Sarà dura, ma la competizione fa sempre bene!
“Bing che gioca a fare il grande? Troppo divertente! 😂”
“Bing che cerca di rubare il trono a Google? Buona fortuna! 😂”
“Bing che tenta di brillare? È come un pesce rosso in un acquario di squali! 🐟🦈”
“Bing sembra un gattino che sfida un leone! 🐱🦁”
“Bing che prova a scavalcare Google? È un po’ come un hamster in una corsa di formula uno! 🐹🏎️”
“Bing che fa il furbo? È come un camaleonte in una giungla di pinguini! 🦎🐧”
“Bing che gioca al supereroe in un film di Google? 😂”
“Bing che cerca di rubare la scena a Google? È come un pinguino che sogna di volare! 🐧✈️ Ma chissà, la vita è piena di sorprese!”
Bing, chi l’avrebbe mai detto? 😄
Bing che cerca di farsi notare? Mi ricorda quando provai a vendere limonate a scuola… risultati scarsi! 🍋😅
Bing che fa il furbo? Che spettacolo! 😂
Bing sta cercando di farsi notare, eh? 😄
“Bing sta cercando di farsi strada, ma sarà dura!”
“Bing, chi lo usa? 🤔”