Chegg, leader dell’e-learning, porta Google in tribunale per pratiche anticoncorrenziali, denunciando un drastico calo di traffico e profitti. Gli effetti preoccupano anche altri settori, con il rischio di un effetto domino globale
📌 TAKE AWAYS
- L’azione legale di Chegg evidenzia come le aziende che dipendono dalla visibilità organica stiano subendo perdite economiche considerevoli a causa di un calo del traffico.
- Le panoramiche AI di Google, invece di generare opportunità per i siti web, starebbero monopolizzando le informazioni e riducendo drasticamente i click verso i publisher.
- Gli utenti stanno manifestando una crescente insoddisfazione verso Google, privilegiando fonti alternative come social media, chatbot e piattaforme di ricerca emergenti.
Chegg ha citato in giudizio Google per abuso di posizione dominante, accusando le AI Overviews di prosciugare il traffico verso i siti esterni e ridurre i ricavi.
I dati mostrano un calo drastico dei click per i contenuti esclusi dalle panoramiche AI, sollevando timori su un impatto globale per aziende ed editori.
La causa potrebbe segnare un punto di svolta nella regolamentazione delle pratiche di Big G e nella strategia di visibilità online.
Arriva dall’America una notizia che non può lasciarci indifferenti: le nuove AI Overviews di Google stanno creando seri problemi. Non parliamo di piccoli aggiustamenti o di qualche lamentela isolata.
Le panoramiche IA che compaiono magicamente in cima ai risultati di ricerca, invece di portare visibilità, stanno cannibalizzando il traffico web e affossando i ricavi di molte aziende.
Per questa ragione, Chegg, colosso americano dell’e-learning, esasperato dalle continue fluttuazioni, ha deciso di fare causa a Google. Hai capito bene, causa legale in piena regola, non una semplice rimostranza.
Ti starai chiedendo per quale motivo voglio parlarti di questa storia… Perché le AI Overviews presto saranno realtà anche da noi in Italia, per cui meglio farsi trovare preparati. Questo processo rischia di creare un precedente “pericoloso” (a seconda dei punti di vista) e potrebbe cambiare il rapporto tra Big G e i publisher.
Ma vediamo perché Chegg è sul piede di guerra e se si rischia davvero l’effetto domino…
Chegg vs Google: Davide sfida Golia (e l’esito non è scontato)
Partiamo dalla notizia bomba: il 24 febbraio 2025, Chegg ha ufficialmente citato in giudizio Google. L’accusa è chiara: pratiche anticoncorrenziali e abuso di posizione dominante.
Il nocciolo del problema? Le famigerate AI Overviews, quei riassunti generati dall’IA che Google spara in cima ai risultati di ricerca. Secondo Chegg, queste risposte “intelligenti” stanno prosciugando i click verso i siti esterni e causando un danno economico colossale.
Chegg è un colosso dell’e-learning, una piattaforma online da milioni di utenti, specializzata in servizi per studenti: affitto di libri di testo, tutoraggio online, aiuto compiti, preparazione esami. Un business che macinava soldi, fino a quando non sono comparse le panoramiche IA di Mountain View.
Già nel 2023, l’ex CEO Dan Rosensweig aveva accusato ChatGPT, rea di erodere la sua crescita. Ma le AI Overviews sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Il nuovo CEO, Nathan Schultz, è andato dritto al punto, come riporta Business Wire:
Google ci costringe a regalare i nostri contenuti per essere inclusi nella ricerca, sfruttando il suo monopolio per arricchirsi senza spendere un centesimo.
Nathan Schultz
Accuse pesantissime, come macigni. E Schultz non si ferma qui: “Non è solo per Chegg, ma per il futuro del web e per gli studenti che perdono contenuti di qualità a favore di riassunti AI scadenti!”. Una vera e propria dichiarazione di guerra, in piena regola.
La situazione per Chegg è così disperata che hanno chiamato Goldman Sachs per studiare “opzioni strategiche”, inclusa la vendita o la privatizzazione dell’azienda.
Big G, ovviamente, ha risposto per le rime. Il portavoce Jose Castaneda ha replicato:
Le AI Overviews portano più traffico a più siti diversi!
Jose Castaneda
Ma diciamocelo francamente: ti sembra una risposta convincente?
Sappiamo quanto Sundar Pichai, CEO di Google, punti su Overviews, ma i dati provenienti da numerosi studi (e soprattutto le testimonianze dei siti penalizzati dalle panoramiche IA), sono eloquenti…
Ecco come le AI Overviews stanno penalizzando il traffico (e i ricavi)
Per capire la portata di questa battaglia legale, dobbiamo guardare i numeri. E i numeri, fidati, sono come pugni nello stomaco. Terakeet Engineering, società specializzata in brand management, ha condotto uno studio illuminante (e inquietante) sull’impatto delle AI Overviews.
Risultato? Le pagine web incluse nelle AI Overviews vedono il loro traffico decollare. Quelle escluse, invece, vanno incontro a un tracollo verticale di click. Non stiamo parlando di sfumature, ma di differenze abissali, da capogiro, come già ti preannunciavo in questo articolo.
Nello specifico, per le query transazionali (quelle con intento di acquisto, tipo “miglior laptop 2025”), le pagine nelle AI Overviews incassano 3,2 volte più click rispetto alle pagine escluse.
Per le query informazionali (tipo “come fare la pizza”), i siti web nelle AI Overviews ottengono 1,5 volte più click (se già ben posizionati) o almeno 1,1 volte più click (anche se meno visibili) rispetto a non comparire nelle AI Overviews.
In pratica, se non sei nell’AI Overview, sei quasi invisibile.
Ma c’è di peggio. Seer Interactive ha analizzato l’effetto delle AI Overviews sui CTR (Click-Through Rate), ovvero la percentuale di utenti che cliccano su un risultato di ricerca.
Preparati, perché i dati sono allarmanti. Con le AI Overviews il CTR delle campagne a pagamento crolla dal 21,27% al 9,87%. Meno della metà!
E il CTR organico? Un disastro! Da 2,94% a 0,84%. Oltre il 70% di click in meno!
Hai capito bene: le AI Overviews stanno letteralmente prosciugando i click, sia a pagamento che organici. Ora capisci perché negli USA la questione è così dibattuta? Come puoi vedere anche in questo approfondimento del Wall Street Journal.
Ma perché succede questo? Semplice: gli utenti trovano le risposte direttamente nell’AI Overview senza più bisogno di cliccare sui risultati tradizionali.
Google si è trasformato da “motore di ricerca” a “motore di risposta”, come ti ho già scritto qui.
E la rivoluzione, seppur silenziosa, sembra ormai inarrestabile…
Non illuderti che il tuo settore sia immune. Secondo Seer Interactive, i più colpiti sono healthcare, education e business services. Ma anche e-commerce e retail tremano, anche se per ora meno esposti. Certo, le AI Overviews sono più frequenti per le ricerche informative, ma l’impatto sulle transazionali è tutt’altro che trascurabile. E la tendenza è chiara: Google punta sempre più sull’IA, e le AI Overviews sono solo l’antipasto.
Ma le AI Overviews sono davvero così impattanti sul traffico?
Di fronte a tutto ciò è naturale chiedersi: ma queste panoramiche IA sono così onnipresenti?
Kevin Indig ha raccolto su Growth Memo ben 19 studi sull’impatto di Overviews sui siti USA, da cui emergono molti dati interessanti. Ad esempio le AI Overviews comparirebbero solo in una percentuale variabile tra il 4,5% e il 6,7% delle query, secondo le rilevazioni più recenti.
Questo dato, inferiore alle stime iniziali, indica che ampie porzioni di ricerche online rimangono al di fuori della loro influenza diretta, offrendo ancora spazi significativi per la SEO tradizionale.
I risultati organici vengono mediamente spinti verso il basso di 980 pixel, con punte di 1205 pixel per le ricerche di shopping, e le AI Overviews arrivano a occupare fino al 48% dello schermo su mobile. Questo impatto visivo si traduce in una diminuzione media del Click-Through Rate (CTR) organico dell’8.9%.
Tuttavia la meta-analisi evidenzia che essere citati all’interno di un’AI Overview può mitigare le perdite, arrivando persino ad aumentare il CTR rispetto a non essere menzionati, con una media di 5-8 citazioni per AI Overview.
Inoltre, la frequente co-occorrenza di AI Overviews con i featured snippets evidenzia una sovrapposizione strategica di Google nel rispondere direttamente alle domande degli utenti all’interno della SERP, riducendo potenzialmente la necessità di click verso siti esterni.
Ma allora, come “scalare” le AI Overviews e ottenere citazioni? La corrispondenza esatta alle parole chiave non è la soluzione. Conta di più la similitudine del contenuto con la risposta AI, ovvero offrire risposte concise, strutturate e pertinenti. Google premia l’approccio semantico, non la ripetizione di keyword.
Devi sapere poi che un buon posizionamento SEO aiuta, soprattutto nella top 10, ma non è vincolante per la citazione. YouTube e Wikipedia emergono come fonti privilegiate. Perciò l’era IA non annulla la SEO, bensì la trasforma: contenuti più mirati, formati concisi e diversificazione delle piattaforme diventano essenziali per restare visibili.
Google è “sorpassato”? Il sondaggio che inquieta Big G
“Google meno utile?”. Non è il titolo di un pamphlet complottista, né un meme virale destinato a svanire nel feed di domani, ma la sintesi impietosa di un sondaggio Vox Media pubblicato su The Verge condotto su 2000 statunitensi che, dati alla mano, fotografa una realtà per Big G a dir poco allarmante.
Il 42% degli intervistati, senza mezzi termini, dichiara di percepire un declino nell’efficacia del motore di ricerca per antonomasia.
Ma il colpo di scena, arriva ora: un sonoro 76% sospetta che i risultati di shopping siano zeppi di “sponsorizzazioni occulte”, trovandoli “poco utili” nella stragrande maggioranza dei casi (solo un misero 14% li promuove a pieni voti).
E come se non bastasse, un robusto 66% lamenta un deterioramento della qualità complessiva delle informazioni, faticando sempre più per stanare fonti affidabili.
Insomma, come vedi, l’onnipotente algoritmo di Mountain View sembra aver perso lo smalto di un tempo. Gli intervistati dichiarano anche di trovare risposte soddisfacenti “dalla community”: il 55% abbandona la fredda SERP per abbracciare il calore umano dei forum e dei social e cede alle lusinghe delle piattaforme alternative (chatbot e TikTok in primis, per un ragguardevole 52%).
Visto lo scontento per AI Overviews e la fuga dalla ricerca tradizionale, a Mountain View non sembrano passare un buon momento, che dici? Ma come si ripercuote tutto ciò su di te e il tuo business?
La battaglia di Chegg aprirà un varco?
Come ti ho scritto la causa intentata da Chegg potrebbe segnare un punto di svolta. Che Google, di fronte al rischio di un effetto domino, si trovi costretta a riconsiderare le sue AI Overviews, a ricalibrare il tiro?
Sicuramente molti publisher ed editori si sentono penalizzati e non possono essere contenti di un futuro a zero click.
Al di là delle dispute legali, emerge una tendenza di fondo, confermata dai sondaggi: gli utenti sembrano orientarsi verso una fruizione del web che privilegia l’autenticità, la fiducia e la dimensione comunitaria.
E soprattutto è chiaro come affidare solo a Google il destino della propria attività sia miope: la chiave è diversificare. Per dirla in poche parole: c’è vita oltre Google!
Il futuro non sarà caratterizzato da un unico modello, dominato dai motori di ricerca, si va verso un ecosistema più decentrato con molti soggetti in campo (pensa a Perplexity, Grok, perfino il nuovo Thinking Machines) e orientato alle relazioni interpersonali e alle comunità di interesse.
Questa transizione avrà implicazioni significative per aziende, creatori di contenuti e utenti. Il futuro resta incerto, ma le dinamiche in atto suggeriscono una potenziale rimodulazione degli equilibri esistenti, con una crescente attenzione verso modelli che valorizzino la dimensione umana e la fiducia all’interno delle interazioni online.
Sì, perché il successo del tuo business dipende più dalle persone che dalle tecnologie che usi.
Se vuoi capire come essere visibile in un ecosistema così complesso da decifrare non ti resta che contattare qui la mia agenzia.
Chegg fa causa a Google – l’impatto di AI Overviews sui siti web: Domande & Risposte
Perché Chegg ha fatto causa a Google?
Chegg ha citato in giudizio Google accusandolo di abuso di posizione dominante. L’azienda sostiene che le AI Overviews di Google stanno prosciugando il traffico verso i siti esterni, riducendo significativamente i ricavi e penalizzando le piattaforme di e-learning come la sua.
Come le AI Overviews influenzano il traffico web?
Le AI Overviews di Google mostrano risposte direttamente nella pagina dei risultati di ricerca, riducendo il numero di click sui siti web esterni. Gli studi dimostrano un calo drastico del CTR, con alcune aziende che registrano oltre il 70% di visite in meno rispetto a prima dell’introduzione di queste funzionalità.
Quali settori sono maggiormente colpiti dalle AI Overviews?
I settori più penalizzati sono quelli dell’educazione, della salute e dei servizi aziendali, poiché molte ricerche informative vengono soddisfatte direttamente da Google. Anche l’e-commerce sta subendo un impatto crescente, con una riduzione delle visite ai siti di comparazione e vendita online.
Ma dai, Chegg vs Google è una battaglia epica! 😄 Anch’io ho notato che cercare informazioni su Google sta diventando sempre più frustrante. Chissà se questa causa cambierà le cose. Tu cosa ne pensi, Roberto?
“Chegg in tribunale? La lotta si fa interessante!”
“Chegg e Google? Drama!”
Ma che disastro! 😅 Anch’io uso Chegg per studiare e già mi sembrava che Google stesse cannibalizzando tutto. Sarà interessante vedere come si sviluppa questa causa. Secondo te, Chegg ha davvero qualche possibilità contro Big G?
Ma che situazione! 😅 Anch’io ho notato che Google sta diventando sempre più ingombrante. Chegg avrà qualche possibilità?
Wow, questa guerra legale è da film! 😅 Anch’io ho notato che Google sta diventando sempre meno utile, che caos!
“Chegg, dai gas!” 😄
“Finalmente qualcuno che sfida Google! Forza Chegg! 💪”
Ma che situazione pazzesca! 😅 Anch’io uso Chegg per i compiti e mi sembra che Google stia facendo il bullo. Se questa causa porta a qualcosa, forse riusciamo a rivedere un po’ di sana concorrenza! Cosa ne pensi tu?