PopUp & SEO: Vediamoci chiaro
Sì, ti vedo, sei combattutissimo. Da utente hai imparato a sviluppare un odio quasi viscerale verso quei portali web che ti ricoprono di pop-up promozionali. Da amministratore del tuo sito web, invece, dopo aver speso tanto tempo ad indicizzare il sito ora vuoi convertire, quindi ami i pop-up e vuoi continuare ad usarli per aiutare la navigazione dei tuoi utenti, per dare loro importanti informazioni e anche, perché no, per fare della sana pubblicità.
Anche se sono un consulente SEO con la costante preoccupazione di aumentare le visite al sito, ti assicuro che ti capisco… ah, come ti capisco! I pop-up, se realizzati per bene, possono essere certamente un elemento importante in qualunque strategia di growth hacking.
A prescindere dalla loro efficacia per gli inserzionisti, però, ci sono utenti che ormai li odiano a pelle e li vorrebbero tenere lontani come la peste. I motori di ricerca l’hanno capito, al punto da guardare male (e non solo) tutti quei siti che utilizzano in modo improprio o eccessivo i pop-up.
Ma, aspetta… davvero non sapevi che i pop-up possono influenzare negativamente la tua SEO? Non immaginavi che queste simpatiche finestrelle potessero mettere a repentaglio il posizionamento del tuo sito web?Beh, mi spiace dirtelo ma è così.
Il concetto di fondo, del resto, è piuttosto semplice: Google vuole fare felici i propri utenti, così da non spingerli tra le braccia di Bing o Yahoo. Per farlo deve essere in grado di offrire dei risultati coerenti con le loro ricerche, utili e non fastidiosi.
Se dunque Google si rende conto che gli utenti tendono a scappare dai siti pieni di pop-up, beh, per forza di cose tenderà a penalizzare quei portali, spostandoli in seconda, in terza, in quattrocentesima pagina nei risultati di ricerca. Chiaro, no?
I pop-up… in buona fede
A sottolineare quanto quello dei pop-up sia un argomento controverso, ti basti sapere che nel 2014 il ‘creatore’ dei pop-up Ethan Zuckerman – un informatico del MIT che per primo scrisse questo tipo di codice – si scusò ufficialmente per aver dato vita a una creatura tanto amata e altrettanto (o forse più) odiata.
Nel suo saggio The Internet’s Original Sin, infatti, si legge che i pop-up volevano essere «un nuovo modo per associare una pubblicità alla pagina di un utente senza per questo includerla “fisicamente” nella pagina web, cosa che, stando agli inserzionisti, avrebbe implicato un’associazione tra il loro marchio e il contenuto della pagina.»
«Nello specifico, arrivammo a quest’idea nel momento in cui una grossa società che vendeva automobili andò di matto quanto si rese conto che aveva acquistato della pubblicità su una pagina web che celebrava il sesso anale. Ecco, a quel punto io decisi di scrivere il codice per aprire una nuova finestra e metterci della pubblicità dentro. Mi dispiace. Ma l’abbiamo fatto in buona fede».
A questo proposito, voglio subito anticiparti un elemento cruciale nella pianificazione strategica di SEO e pop-up: se qualcuno unisce al buon senso la “buona fede”, le probabilità di creare dei pop-up non invasivi e che non influenzano negativamente la SEO del tuo sito web aumentano iperbolicamente.
Vuoi sapere come? Beh, allora continua a leggere questa che potrebbe essere in tutto e per tutto una bella consulenza web dedicata ai popup!
Come si possono usare i pop-up senza ripercussioni negative lato SEO?
Da quando Google ha dichiarato in modo esplicito che l’utilizzo dei pop-up e di altri interstitial invasivi è un fattore che può portare alla svalutazione di un portale web, bisogna constatare che l’impiego di questi strumenti ha visto un sensibile ma percettibile declino [1].
No, i pop-up non sono assolutamente scomparsi. Ma sono comunque leggermente diminuiti, e in qualche modo iniziano ad essere anche diversi. Bisogna anche dire che, ben prima di questo annuncio da parte di Google, gli esperti SEO si sono sempre domandati se effettivamente i pop-up fossero una scelta saggia per chi dopo tanto lavoro di SEO copywriting aspirava a crescere nelle ricerche organiche. D’altra parte, come ho anticipato, l’efficacia degli interstitial ben fatti è indubbia.
Ma allora cos’è che devi sapere per continuare ad utilizzare i tuoi preziosi pop-up senza perdere posizioni preziose sulla SERP di Google – mandando in malora tutta la tua strategia SEO, e con essa anche le performance della tua attività? Te lo dico subito!
Cosa non devi assolutamente fare quando si parla di pop-up e di SEO
Prima di tutto lasciami sparare un po’ di definizioni, perché intorno a certi termini del display advertising c’è sempre stata della confusione. Ci sono infatti ancora tante persone che confondono i banner e i pop-up.
I banner costituiscono degli annunci interni alla pagina.
I pop-up sono invece dei contenuti che si aprono in una nuova finestra. Con il termine interstitial invece si va sul generale, indicando tutti i pop-up e i contenuti overlay che si presentano all’utente.
Dopo aver costruito una minima base comune per quanto riguarda il lessico possiamo andare a vedere cosa bisogna assolutamente evitare quando si realizzano dei pop-up. Devi prima di tutto sapere che gli strali di Google non sono lanciati contro qualsiasi interstitial…
Il motore di ricerca concentra la sua attenzione soprattutto sui contenuti invasivi e intrusivi che rovinano la navigazione da dispositivo mobile. È lì, dunque, che devi stare particolarmente attento.
Se la tua pagina contiene dei pop-up che non portano niente di utile al lettore, che sono difficili da chiudere e che non permettono una navigazione soddisfacente, beh, molto probabilmente sei a rischio penalizzazione. Anzi, forse la tua pagina web è già stata penalizzata!
Ma come fai a capire quando dei pop-up sono intrusivi e quindi pericolosi per il tuo posizionamento? Ecco tre elementi a cui devi stare decisamente attento:
- Pop-up che si aprono ancora prima che l’utente possa accedere al tuo contenuto
- Pop-up che coprono il contenuto della tua pagina, che non lasciano dunque leggere il testo sottostante o vedere le immagini da te postate, e che quindi forzano l’utente a chiuderli per procedere con la navigazione
- Pagine web che, pur non essendo dei pop up, ne hanno tutto l’aspetto – soprattutto nella parte superiore
Come puoi capire un pop-up è intrusivo quando mette i bastoni tra le ruote a chi vuole semplicemente accedere ai tuoi contenuti.
Del resto non è molto intelligente sbattersi per creare dei contenuti di alta qualità per poi coprirli con uno striscione pubblicitario difficile da togliere, no? Ma dimentichiamoci delle astrazioni e rivolgiamoci invece a chi detta le regole in modo esplicito, ovvero a Google. Mister G, in passato, ha spiegato quali sono le forme di display advertising che influenzano negativamente la SEO di un portale. Confrontarci con queste ‘sentenze’ ci può far capire qual è il meccanismo che sta dietro alle penalizzazione, e qual è il metro di giudizio usato dagli ingegneri di Mountain View.
Esempi di ads intrusive sono quindi:
- Interstitial che arrivano dal nulla e che interrompono l’utente mentre sta navigando tra una pagina e l’altra di un portale
- Nuove finestre interstitial che si aprono nel momento in cui un utente clicca sulla tua pagina
- Qualsiasi tipo di pop-up intrusivo e difficile da chiudere, soprattutto se di tipo pubblicitario
Quali sono e come sono i pop-up non intrusivi che puoi continuare a utilizzare
Finora, dunque, abbiamo analizzato quegli avvisi invasivi che Google ha detto più o meno esplicitamente di non tollerare. Esistono però delle tipologie di pop-up più sorvegliate che non infastidiscono affatto il motore di ricerca.
In questa categoria rientrano ovviamente quegli interstitial che siamo obbligati per legge a mostrare agli utenti, come per esempio le notifiche relative all’utilizzo dei cookies, oppure i pop-up che chiedono agli utenti di specificare la propria età prima di accedere al portale. In linea generale sono accettati anche i pop-up sottili e ridotti che ricoprono una parte minimale e marginale della pagina, così da non intralciare eccessivamente la navigazione dell’utente.
In linea di massima si tiene per buono un valore pari al 15% della pagina: se la superficie del pop-up è inferiore a questa percentuale non ci dovrebbero essere problemi con i motori di ricerca.
E però non è solo una questione di dimensioni: anche la posizione del contenuto interstitial sullo schermo può avere una forte influenza. Se messo in parte o in basso, e se facilmente chiudibile, un pop-up non verrà riconosciuto come invasivo e non andrà quindi a costituire un fattore di penalizzazione per la pagina.
Ti sei reso conto che non puoi proprio fare a meno dei pop-up? Beh, allora come minimo devi seguire queste regolette per essere sicuro di non perdere i vantaggi offerti da questi avvisi e, allo stesso tempo, essere certo di non infastidire né gli utenti né Google. Pop-up di dimensioni ridotte posizionati in aree marginali della pagina fanno dunque al caso tuo.
Consiglio: crea dei pop-up a tempo
Crea dei pop-up a tempo, destinati cioè ad aprirsi – tendenzialmente – nel momento in cui secondo le tue stime l’utente avrà finito di leggere il tuo contenuto. In questo modo potrai essere abbastanza certo che l’utente avrà già colto il valore offerto dalla tua pagina, senza scappare a gambe levate per un pop-up invasivo apertosi immediatamente.
Va inoltre sottolineato che non solo l’apertura, ma anche la chiusura degli avvisi può essere ‘a tempo’. Proprio così: puoi per esempio creare dei pop-up che scompaiono da soli dopo 5 secondi di inattività, così da non costringere l’utente e a cercare un modo per chiuderli da sé.
Ecco, ipotizziamo che tu abbia creato un pop-up che si apre dopo che l’utente è rimasto sulla medesima pagina del tuo sito web per 30 secondi. Come puoi immaginare, il successo di quell’avviso pubblicitario dipende a questo punto totalmente dai tuoi contenuti: sono abbastanza interessanti da intrattenere il pubblico sulla tua pagina web per quel lasso di tempo? E sono talmente buoni da far restare l’utente anche dopo la comparsa del pop-up?
E se Google prende i tuoi pop-up d’avviso per degli interstitial invasivi?
Negli ultimi anni noi esperti SEO non abbiamo fatto altro che sottolineare l’intelligenza di Google, che ci costringe giorno dopo giorno a fare dei passi da gigante per restare tra i primi risultati sulla sua SERP. Non c’è niente da fare: non solo Google esige il meglio, ma adesso è anche in grado di riconoscere cosa è effettivamente il meglio, e lo fa piuttosto bene. Questo non significa però che Google, di tanto in tanto, non commetta degli errori.
Ti risulta difficile immaginare che Mister G possa confondere un pop-up d’avviso con un ads intrusiva, vero? Eppure, caro mio, succede eccome.
Ipotizziamo che tu abbia un sito web internazionale e che questo, di primo acchito, domandi agli utenti quale lingua impostare attraverso un pop-up. Ebbene, per una svista o per un eccesso di rigore Google potrebbe decidere di penalizzare il tuo sito web, interpretando quell’elemento funzionale come un interstitial parecchio invasivo e dannoso, senza capire la sua cruciale importanza per gli utenti.
Non voglio dire che non devi più utilizzare quel tipo di avvisi. No, ti dico piuttosto che quando li impieghi devi prestare particolare attenzione e monitorare bene le performance della tua pagina, così da essere certo che Google non ti stia penalizzando erroneamente!
Quali sono i pop-up esplicitamente tollerati da Google?
Ci sono dei particolari tipi di pop-up che, per la loro funzione e per la loro posizione all’interno di un sito web, sono pienamente tollerati da Google.
Parliamo essenzialmente di due tipi di interstitial.
I primi sono gli exit intent pop-up, ovvero quei pop-up che non infastidiscono in alcun modo l’utente durante la navigazione, comparendo solo nel momento in cui sta – presumibilmente – lasciando il sito web. La loro funzione è infatti quella di recuperare parte dei visitatori o di richiedere alcuni loro dati. Tuttavia, per essere assolutamente certo che Google non ti penalizzi per questo tipo di contenuto, ti consiglio di inserire il tag ‘no index’ nel codice di questo elemento.
I pop-up page-to-page sono invece tutti quei pop-up che compaiono da una pagina all’altra del tuo sito. Google infatti è molto attento a sanzionare i pop-up che compaiono nel passaggio tra i suoi risultati di ricerca e le pagine del sito, mentre va a chiudere un occhio nei successivi passaggi interni. Allo stesso tempo è vero che Google usa come fattore SEO anche l’apprezzamento da parte degli utenti. Se dunque gli utenti iniziassero a lasciare il tuo sito dopo pochi secondi proprio a causa di un pop-up (per quanto page-to-page) Google inizierebbe inevitabilmente a peggiorare il ranking del tuo portale.
L’uso dei pop-up nelle versioni dei siti web dedicate solo al desktop
Molti amministratori e sviluppatori hanno deciso di tagliare corto. Nel momento in cui Google ha fatto capire che avrebbe iniziato a penalizzare i siti mobile per l’utilizzo dei pop-up intrusivi, in molti casi si è deciso di fare tabula rasa, ovvero di eliminare qualsiasi tipo di elemento interstitial nelle versioni mobili dei portali. Di per sé questo comportamento estremo è anche comprensibile: l’impressione è infatti quella che, anno dopo anno, Google voglia debellare i pop-up.
NB. Esistono in ogni caso dei pratici plugin che ci permettono di visualizzare pop-up diversi a seconda del dispositivo usato.
Conclusione
Per ora dunque esiste ancora la possibilità di creare dei pop-up che non influenzano in modo negativo la SEO. Voglio però sottolineare nuovamente una cosa: se è vero che i pop-up pubblicitari sono molto efficaci, è anche vero che nel futuro Google diventerà sempre più stringente, finendo per tollerare sempre meno anche quello che oggi afferma di digerire senza grossi problemi.
Puoi fare a meno dei pop up, soprattutto nella versione mobile del tuo sito web? Molto meglio, anche in vista del futuro. Non puoi eliminare tutti questi elementi, che sono una parte fondamentale della tua attività online? Allora segui tutti i consigli che ti ho dato, ed allontana – almeno per ora – lo spettro della penalizzazione.