Se non hai molta esperienza e stai scrivendo sul blog senza però capire come apparire su Google, prima di iniziare c’è una cosa che devi sapere.
Questo post non nasce per caso, ma per rispondere ad una domanda ben precisa: come scrivere un blog?
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L’altro giorno ero su Skype con Andrea, Franca e Laura. Devi sapere che loro hanno un gran bel progetto turistico ma faticano a mandare avanti il blog. Come puoi immaginare hanno capito che il blog è un opportunità ma, nella pratica, si scontrano con una complessità totalmente imprevista: sindrome da foglio bianco, dubbi sul cosa scrivere, mille domande sul posizionamento sui motori di ricerca dei loro articoli…
Andrea mi fa: «Ehi, Robi.. Se mi fai un bell’ articolo dove mi spieghi esattamente come scrivere un blog, ti prometto che lo stampo e lo appendo sulla testata del letto così ogni mattina posso leggerlo!»
Potevo forse venire meno a una richiesta del genere?
Incuriosito vado a dare uno sguardo e scopro che “come scrivere un blog” viene cercato mediamente +200 volte al mese. Ora so per certo che Andrea e Laura non sono i soli a chiedersi come scrivere un blog.
Detto fatto, do uno sguardo alle SERP e tra i risultati trovo guide di ogni sorta:
- Come scrivere un blog | Salvatore Aranzulla
- 10 Consigli Utili Se Stai Pensando di Aprire Un Blog – Nomadi Digitali
- Impara come scrivere un articolo per il blog – SOS WP
Decido allora di cogliere l’opportunità. D’altronde so cosa c’è dietro, conosco il sapore amaro dell’impegno e so bene che dietro lo zucchero e le guide “pronte all’uso” c’è un mondo fatto di duro lavoro. Quello del blogger. Quel lavoro che fa tutta la differenza.
Scelgo allora di provarci, provare a dare un punto di vista più “personale”, un punto di vista che aggiunge qualcosa. Insomma, non l’ennesimo articolo su “come fare un blog“.
Non sono certo che tutto quello che ti sto per dire ti piacerà, ma in questo articolo ho scelto di mettere esclusivamente ciò che ritengo UTILE e importante. Insomma, quello che serve per fare davvero la differenza.
Lo dicono i numeri: il blog è un opportunità (non proprio dietro l’angolo)
Ogni giorno, uno dopo l’altro, sono circa 2 milioni i blog post pubblicati a livello globale. Secondo HubSpot il 97% delle aziende che posseggono un blog aziendale incassa in media il 97% di link in più rispetto ai siti standard. E se ti stai ancora chiedendo “chi me lo fa fare”, allora ignori certamente che dopo aver scritto 21-54 blog post il traffico in entrata aumenta in media del 30% (fonte: TrafficGenerationCafe).
Potrei restare ore a dirti che ti serve un blog aziendale, ma visto che proprio ora ti trovi sul mio non credo sia necessario continuare a raccontarti quanto lo ritengo una risorsa utile. È indubbio: il blog aziendale ti aiuta a mostrarti, ad acquisire traffico “delizioso” suo tuo sito e a metterti nella condizione di ricevere richieste, generare contatti e vendite.
Tutto bello, insomma. Se solo non ci fosse quel maledetto problema…
Ebbene sì, diciamolo senza alcuna timidezza.
Una tra le poche certezze sul blogging è che scrivere per il tuo blog non è – o non sarà – affatto una cosa semplice.
Una volta installato WordPress non ti ci vorrà molto per scoprire che il gioco NON è concluso… anzi, è appena cominciato. Diciamola tutta: seguire un blog è difficile, probabilmente non fa per te e infatti, non a caso, solo in pochissimi riescono.
Quando ti avvicini a questo magico vaso di Pandora tutto sembra facile, interessante e facilmente raggiungibile… perlomeno fino a quando non ti accorgi che ci vogliono competenze, esperienza e capacità che ora, molto probabilmente, non possiedi.
Permettimi di andare al dunque. Immagina un attimo: stai lì davanti al monitor fluorescente e ti accingi a scrivere il tuo primo post.
La prima cosa di cui ti accorgerai è che per scrivere un contenuto di qualità ci vuole tempo, di solito 100 volte in più del tempo che avevi previsto. Ti stupirai nel ritrovarti affranto, sorpreso… perché tu quel tempo non ce l’hai.
Ma non è tutto. Formattazione, link interni, immagini, SEO, fonti, piano editoriale, categorie, tono di voce, strategia editoriale… scoprirai che nell’universo del blog c’è molto di più di quello che credevi. Capirai che tutta quell’incredibile mole di contenuti là fuori è davvero incredibile, incredibile quanto la nostra superficialità e disattenzione nel fruirne. Ore e ore di lavoro messe là, nell’attesa che qualche distratto utente ci passi sopra per (forse) poco più di qualche secondo.
E cosa dire dei miliardi di tuoi concorrenti che hanno iniziato quando tu stavi ancora a passeggiare pensando a cosa sarebbe stato giusto fare?
Loro oggi hanno dalla loro decine e decine – probabilmente centinaia – di articoli più di te. Niente di strano se ti ritrovi a passare ore cercando il “trucco” per produrre più contenuti in minor tempo, e per giunta contenuti migliori dei loro. Niente di strano se (o meglio, quando) poi scopri che quel trucco non esiste, non è mai esistito e non esisterà.
Dunque, che dire di te in questo contesto? Ora che ti ho accennato un pelo a ciò che realmente significa fare blogging, credi davvero di potercela fare? Credi seriamente di riuscire ad accettare l’idea che, rispetto al lavoro che ti accingi a fare, faresti decisamente meno fatica a scrivere un libro?
Te la senti di mettere davvero il culo sulla sedia come non hai mai fatto prima, cosciente che serviranno probabilmente mesi (a volte anni) prima di vedere un po’ di VERO movimento?
Perdona la mia franchezza. Te lo chiedo perché è esattamente così che stanno le cose: quello del blog non è un mondo per deboli di cuore o ragazzini annoiati. Se il tuo progetto non andrà bene, non avrai nessuno da accusare: dovrai accettare l’idea che se il tuo blog non ha funzionato la colpa è solo tua.
Ecco ciò che non ti dicono: il blog aziendale richiede un incredibile mole di lavoro sotto tutti i punti di vista
Lavoro impegnativo e spesso difficile, al quale però puoi tenere testa se saprai essere costante, qualitativamente al top della tua forma e abbastanza “informato” per scongiurare il rischio di sprecare mesi di lavoro per colpa di qualche passo falso.
E quindi, eccomi qui.
Fatte le dovute premesse, mi trovo oggi a scriverti questo post con un solo obiettivo: trasferirti dei preziosi consigli pratici per scrivere sul tuo blog e assicurarti di trarne il massimo. Consigli che (in tutta onestà) avrei voluto ricevere io per primo quando ho deciso di avviare quest’avventura.
Chiariamoci da subito. In questo post NON trovi “tutto ciò che devi sapere”. Qui trovi solo quelli che reputo i consigli più preziosi per confezionare un buon post, ciò che ho capito sul campo e che mi ha fatto sollevare almeno una guancia per lasciare spazio ad un sorriso, quello che mi ha fatto dire: “Ah, finalmente ho capito”.
Come scrivere un blog: 5+1 caratteristiche di un buon blog post
Per prima cosa mettiamo in chiaro le basi. Un buon blog post:
- È scritto per gli utenti e NON per i motori di ricerca.
- Mantiene la promessa espressa nel titolo.
- Tiene gli utenti interessati e impegnati nella lettura.
- È formattato in modo da agevolare la lettura.
- Dove possibile, contiene delle immagini che aiutano l’utente a comprenderne meglio il contenuto.
- (BONUS) Agevola e soddisfa i requisiti per il lavoro d’indicizzazione svolto dai motori di ricerca.
Nota importante riguardante il posizionamento sui motori di ricerca:
Una volta fatta l’ottimizzazione SEO delle tue pagine, non devi mai scordarti che tra i segnali osservati dai motori di ricerca ci sono sono tutte quelle metriche che lasciano intuire una buona interazione contenuto->utente.
Tanto più alto sarà il gradimento del tuo articolo, tanto più questi segnali influiranno nel suo posizionamento.
Come scrivere un blog: 3 caratteristiche di un pessimo blog post
- Ti basta uno sguardo per dedurre che non ti sogneresti di leggerlo nemmeno sotto tortura.
- È generico e non risponde alle tue domande.
- È un muro di testo che manco ci dovessi costruire casa…
Credo che 3 caratteristiche negative possano essere sufficienti. Se vuoi puoi sempre farti un giro in rete per trovarne diversi blog dai quali NON prendere spunto.
Chiarite le basi, eccoti ora i miei consigli su come scrivere un blog.
DRITTA N°1: Non parlare a “tutti” ma trova la tua nicchia
Su questo non ci piove, se non hai una nicchia di riferimento alla quale rivolgerti i tuoi concorrenti ti seppelliranno.
Facciamo un gioco. Fermati e ricorda.
Ricordati dell’ultima volta che ti trovavi davanti ad una persona che non smetteva di parlare. Ricorda il suono della sua voce logorroica. Focalizzati sul momento esatto nel quale hai pensato “non ne posso più”.
Quanto sollievo avresti provato, se avessi avuto un pulsante per poterla spegnere senza rimpianto?
Già immagino le tue spalle che si rilassano solo all’idea 😀
Il punto è esattamente questo. A differenza della vita vera, sul web quel pulsante esiste eccome… e ti posso assicurare che i tuoi utenti non esiteranno affatto ad usarlo. Ecco perché è importante fare centro quando saranno davanti al tuo articolo e tu ti giocherai la tua opportunità!
Come fare, dunque? Facile a dirsi e per tua fortuna anche a farsi: devi avere un interlocutore preciso e una nicchia precisa alla quale rivolgerti.
La regola d’oro: un articolo, una domanda
Non puoi pensare di introdurre mille argomenti: sarebbe un errore fatale. Facendo così perdi tutte le tue possibilità di suscitare l’interesse del tuo interlocutore e di destare l’attenzione dei motori di ricerca.
Considerala dal punto di vista pratico. Immagina di avere una nicchia di riferimento; se il tuo articolo tratta un solo tema o risponde a solo una domanda ti porti a casa tutti questi benefici:
- I tuoi utenti sapranno già dal titolo se quell’articolo fa al caso loro, e questo aumenta le possibilità che il post venga letto.
- I motori di ricerca possono valutare più attentamente il tuo tema e questo ti avvantaggerà in ottica di posizionamento.
- Strutturalmente potrai godere di categorie ben organizzate che facilitano così la navigazione dei tuoi utenti.
- Lavorare in maniera approfondita su temi specifici ti aiuterà a guadagnare visibilità (e autorevolezza) sulla tua nicchia di riferimento.
Eccolo qui il primo grande segreto: se vuoi avere buone chance di portarti a casa del traffico interessato devi avere una nicchia della quale conosci le domande.
Come si individua una nicchia. Ti faccio un esempio e poi ti parlo dell’insalata
Mettiamo il caso che anche tu lavori nel settore turistico, proprio come Andrea, Franca e Laura. La prima cosa da fare è capire che “il turista” o “il turismo” NON rappresentano affatto una nicchia, ma un settore.
La nicchia è qualcosa di decisamente più definito. Ti serve una messa a fuoco maggiore.
Ipotizziamo che, proprio come loro, tu sia un operatore turistico che propone viaggi in Sardegna.
I “turisti che vogliono andare in viaggio in Sardegna” sono forse la tua nicchia? No. Non lo sono per niente.
Siamo ancora troppo generici! Ma non solo.
Verifica tu stesso su Google: basta un rapido sguardo per capire che quei concorrenti sono inarrivabili. Turismo e Sardegna scatenano un tam tam incredibilmente concorrenziale. Se volessi aggredire quelle SERP avresti bisogno di un carrarmato e una flotta aerea pronti all’azione. Quindi, salvo tu non disponga del tempo e dei soldi necessari, è bene non lanciarsi a capofitto in un “mi gioco tutto” contro quelli là che sono brutti e cattivi.
Ma torniamo a noi: abbiamo detto turismo, Sardegna… dobbiamo scendere ancora più in profondità.
Turismo -> Sardegna -> Vacanza al mare | Vacanza nell’entroterra | Vacanza in città.
Ecco, questi che vedi ora sono i primi elementi definiti. Non ci troviamo ancora davanti ad una nicchia ma siamo sicuramente più vicini di prima.
In questo caso (come vedremo più avanti) ciò che consiglierei di fare è andare a vedere su Google se ci sono differenze significative in termini di concorrenza. Quale dei tre ne ha meno?
Supponendo che questi argomenti appena trovati rappresentino un territorio non troppo battuto dalla concorrenza e comunque capace di generare un buon numero di ricerche, lo step successivo sarebbe definire esattamente la tua messa a fuoco.
Vacanze al mare -> Nelle coste per fare surf
Vacanze nell’entroterra -> Nei pressi dei nuraghi
Vacanze in città -> Nei borghi medioevali
Ed eccoci finalmente davanti ad alcune nicchie!
Prendiamo ad esempio i surfisti. Ci sono una marea di informazioni che potrebbero popolare un piano editoriale ricco di contenuti interessanti per loro.
Non ti ci vorrà tanto prima di iniziare a immaginare surfisti alla ricerca della migliore onda, desiderosi di sapere come arrivare, dove alloggiare, cosa mangiare assolutamente, cosa evitare, il miglior posto per festeggiare in spiaggia etc…
Quindi, salvo tu non abbia una testata giornalistica carica di giovani scrittori emergenti (cosa che dubito), individuare e parlare alla tua nicchia rappresenta “LA” prima cosa da tenere presente quando si apre un blog.
Vuoi saperne di più su come trovare la tua nicchia? Guarda il video d’approfondimento di Robin Good: Come trovare la tua nicchia
Definisci il focus semplicemente: la tecnica dell’insalata
Per focalizzare con successo gli elementi da trattare io sono solito immaginare un’insalata piena di ingredienti differenti.
La domanda che mi faccio (in riferimento a ciò che sto valutando) è quindi: se questa fosse un’insalata, quali sarebbero gli ingredienti?
DRITTA N° 2: Fai una buona keyword research!
Immagina di trovarti davanti ad un tuo potenziale cliente. Quanto vantaggio trarresti dal conoscere esattamente (e in anticipo) le sue esigenze, le sue domande, i suoi dubbi e persino le sue paure? Un vantaggio quasi sleale, non trovi?
Questo è esattamente il tipo di vantaggio che puoi ricavare da una buona keyword research!
Se vuoi che i tuoi articoli vengano apprezzati ti servono 2 cose:
- Articoli scritti bene ed in linea con il tuo pubblico di riferimento
- Articoli capaci d’intercettare i temi specifici che interessano ai tuoi utenti
Da consulente SEO quale sono non posso fare a meno di sottolinearti quanto, tra i due, il secondo punto sia decisamente importante.
Scrivere per rispondere ad una domanda è determinante e, specialmente se sei all’inizio, può aiutarti proprio nella fase di lancio.
Sai bene che ogni giorno tutti noi passiamo il tempo a cercare cose sui motori di ricerca, no? Se vuoi metterti in linea con i reali interessi del tuo pubblico devi guardare a quelle ricerche come la domanda alla quale tu devi rispondere con un’offerta… proprio come accade in qualunque mercato. Domanda e offerta rappresentano le basi del commercio e, a mio parere, anche di un buon blogging.
Vorresti imparare a scrivere articoli che rispondano precisamente alle domande dei tuoi utenti e che si posizionano alla grande su Google?
Credo di avere la soluzione per te: si chiama Scrittura Visibile. Scopri di cosa si tratta!
Sì, ok, ma come trovare le parole, i temi e gli argomenti più cercati?
Per trovare le frasi/parole più cercate puoi utilizzare diversi strumenti. I miei 3 preferiti sono:
I primi due software, oltre a mostrarti il traffico generato per ogni parola chiave, faranno anche luce su:
- Le parole/frasi più cercate per un determinato argomento
- Le parole correlate che i tuoi utenti cercano ma che tu ancora non conosci
Come puoi immaginare, andare a colpo sicuro intercettando esattamente la domanda è un vantaggio non da poco. Se saprai cogliere quest’opportunità al balzo e impegnarti in contenuti strabilianti ti posso garantire che i motori di ricerca faranno il resto!
Vuoi capire esattamente come trovare le parole chiave più profittevoli per la tua nicchia e approfondire il tema della keyword research? Ti invito a leggere l’approfondimento: Keyword Research Strategica, cosa è e come si fa (step by step)
DRITTA N° 3: Definisci un calendario editoriale
Il calendario editoriale è il navigatore satellitare del blogger, e partire sprovvisti di questo strumento significa trovarsi a breve davanti ai classici problemi del blogger: cosa scrivere? come scriverlo? che fare quando l’ispirazione non arriva ?
Su questo (e non solo) arriva in nostro soccorso il calendario editoriale. I benefici che puoi trarne sono sostanziali, immediati e duraturi. Insomma, devi usarlo.
Grazie ad un buon calendario editoriale potrai avere sempre sotto controllo le pubblicazioni, stabilendo a monte una strategia editoriale perfettamente in linea con il tuo pubblico di riferimento (e ponendoti inoltre degli obiettivi chiari e misurabili).
Per realizzare un piano editoriale ad hoc per il tuo blog ciò che ti serve è una nicchia di riferimento, un set di parole chiave e i tuoi obiettivi editoriali.
Ok, ti dico come fare: introduzione alla stesura del piano editoriale (step by step)
Pur non volendo entrare troppo nel dettaglio, vado ora a descriverti gli step principali che a mio avviso possono fare una grande differenza in tema di programmazione editoriale. Per facilitarti l’apprendimento ti proporrò ora degli esempi presi proprio dal mio blog. Una volta finito avrai sicuramente le idee più chiare, promesso!
1) Devi definire il contesto e degli obiettivi
- Da quale tipo di persone si compone la tua nicchia di riferimento?
- Cosa ti aspetti di ottenere al termine dei primi 3/6/12 mesi di pubblicazioni?
Risposta1: La mia nicchia si compone di appassionati di Digital Marketing che intendono promuovere meglio (o lanciare) la propria attività online.
Risposta2: Gli obiettivi a 3, 6 e 12 mesi sono rispettivamente: posizionare gli articoli strategici ai primi posti per guadagnare traffico, ricevere contatti grazie alle chiamate all’azione inserite nel blog/pagina contatti e diventare una figura di riferimento per il settore digital italiano entro l’anno.
2) Definizione delle categorie (ambiti di interesse)
- Quali sono i principali 3 argomenti che interessano ai tuoi utenti?
Risposta: i principali 3 argomenti di cui voglio parlare al mio pubblico sono:
- SEO
- Social Media
- Casi studio di successo digitale
3) Definizione delle rubriche
- Sulla base degli interessi della tua nicchia, riesci a trovare almeno 3 rubriche per ogni categoria?
SEO: On-page, Guide how-to, Link Building.
Social Media: I migliori tools, guide step by step, news.
Casi di successo digitale: Startup, piccole aziende, grandi brand.
4) Ehi, ma gli articoli?
Molto bene, il tuo mouse ti ha portato sino a qui e ti trovi ora nel esatto momento in cui devi trovare gli articoli da associare ad ogni rubrica. Il mio consiglio in questa fase è quello di iniziare a buttare giù tutto ciò che ti viene in mente e trovare almeno 5 articoli per rubrica.
Prendiamo ad esempio la rubrica SEO.
- CATEGORIA: SEO
- RUBRICA: SEO On-page
- Articolo1: Tag principali
- Articolo2: Link interni
- Articolo3: Formattazione
- Articolo4: Struttura
- Articolo5: Principali fattori Onpage
- RUBRICA: Guide how-to
- Articolo1: Indicizzare un sito
- Articolo2: Consulenza SEO
- Articolo3: Google AMP
- Articolo4: Generare traffico al sito
- Articolo5: Keyword research
- RUBRICA: Link Building
- Articolo1: Cosa è
- Articolo2: Tecniche facili per acquisire link
- Articolo3: Nofollow e Dofollow
- Articolo4: Guest post
- Articolo5: Link spam e penalizzazioni
- RUBRICA: SEO On-page
5) Quando programmerai le tue pubblicazioni?
Programmare l’uscita degli articoli ti aiuta a creare confidenza con i tuoi lettori. Un blog che pubblica con una frequenza prestabilita sarà decisamente più propenso ad avere un buon numero di visitatori frequenti rispetto ad uno che pubblica ogni non si sa quando.
Ma non solo. Conoscendo in anticipo il giorno della pubblicazione puoi organizzare con maggiore efficienza la stesura degli articoli e la loro promozione.
A questo punto, ora che hai quanto necessario, puoi finalmente organizzare le pubblicazioni. Rispondi a queste domande:
- Ogni quanto intendi pubblicare? Giorno/settimana o mese?
- Quali saranno i giorni di pubblicazione? Lunedì, martedì…
La frequenza di pubblicazione è importante. Soprattutto durante la fase di lancio cerca di non scendere sotto i 3 post a settimana ed evita di interrompere le pubblicazioni per lunghi periodi. Google ti tiene sott’occhio, e se vuoi piacergli devi mostrarti competitivo, organizzato e (soprattutto) costante!
Se scrivere è importante, saper promuovere il proprio articolo lo è forse ancora di più.
Strategicamente ci sono alcune operazioni che puoi fare prima, durante e nel dopo la stesura:
- PRIMA: Informa i tuoi contatti (newsletter e social) che stai lavorando ad un super articolo nel quale […beneficio per i tuoi lettori…]
- DURANTE: Manda una mail a tutti i tuoi contatti per fargli sapere dell’uscita e pubblica nei gruppi attivi sui social.
- DOPO: Periodicamente aggiorna i tuoi articoli per favorirne il loro posizionamento.
Il tema della promozione è davvero importante. Vuoi sapere come promuovere il tuo sito? Ecco come ho aumentato il traffico al sito nei primi 3 mesi: Leggi l’approfondimento.
DRITTA N° 4 (importante): Usa i link interni per spingere i tuoi contenuti “strategici”
Vuoi posizionare il tuo articolo per una o più parola chiave? Anche se gli esperti non ne parlano, i link interni possono davvero aiutarti in questo. Questo tema, spesso troppo poco dibattuto, resta a mio avviso uno dei principali, soprattutto se non hai dalla tua grossi budget da destinare alla SEO per posizionare le pagine del tuo sito web.
Ciò che ti serve sono:
- le parole chiave da spingere
- un articolo che vuoi posizionare (ovviamente ottimizzato a dovere lato SEO on page)
- un set di articoli collaterali che mandano link interni a quello da posizionare
Ti faccio un esempio. Hai notato i link che inserisco spesso nel corpo di testo? Oltre ad aiutarti a navigare il mio blog per tematiche e interessi, i link interni dicono a Google che la pagina che riceve il link è rilevante per quella parola/argomento.
Considera ogni nuovo link verso la pagina da posizionare come una potenziale spinta nelle SERP!
Esistono diversi plugin WordPress per gestire i link interni, ma personalmente non li uso (preferisco l’inserimento manuale dei link) e per questo non mi sento di suggerirtene uno.
DRITTA N° 5: Strizza l’occhio alle parole chiave semanticamente correlate
Per quanto Google si stia evolvendo, ancora oggi il motore di ricerca tende a preferire gli scenari semantici ricchi di dettagli. Quando ti parlo di “densità” però non mi riferisco alla ripetizione senza senso delle parole. Ciò a cui mi riferisco è il contesto semantico, e più nello specifico la capacità di un testo di aiutare Google nell’individuazione del “contesto argomentativo”.
Questo a mio avviso è rilevante soprattutto per la lingua Italiana, dove le ambiguità non mancano di certo.
Ti faccio un esempio. Prova ad individuare ciò di cui sto parlando. In quale delle tre ipotesi ti è più facile capire esattamente l’oggetto del discorso?
- Ipotesi 1: Eccoci arrivati, finalmente là: ci trovavamo al momento del lancio.
- Ipotesi 2: Eccoci arrivati. Avevamo lavorato duro ma finalmente ci trovavamo al momento del lancio.
- Ipotesi 3: La pubblicità stava per uscire, la grafica era perfetta, ci trovavamo al momento del lancio.
In ognuna di queste tre ipotesi si parla di lancio, ma solo nella terza si capisce senza alcun fraintendimento che si tratta di un “lancio pubblicitario”.
Questo accade perché vengono forniti un maggior numero di elementi in assenza dei quali si potrebbe benissimo pensare al “lancio del peso” come da ipotesi 1 o al “lancio di un razzo nello spazio” come da ipotesi 2.
Utilizzare parole capaci di disegnare scenari inequivocabili fornirà a Google un quadro chiaro dei temi che stai trattando, evitando fraintendimenti e dunque aiutandoti nel posizionamento. In quest’ottica una buona “densità” di elementi è sempre da considerarsi come di sicuro aiuto.
Sempre sul tema della definizione della specificità, è bene che consideri anche i link in uscita come una preziosa risorsa. Quando inserisci un link in uscita stai collegando la tua pagina ad un’altra, ma non solo: stai anche dicendo che il tuo contenuto ha a che fare con il tema trattato nell’altra pagina.
Se ad esempio metto un link sulla parola “lancio” alla pagina di Wikipedia nella quale si parla del primo lancio dello space shuttle, starò fornendo ai motori di ricerca e agli utenti una grossa indicazione rispetto quello specifico argomento.
Mica male, no? Ovviamente in questo caso vale la regola che più la fonte è autorevole più le tue pagine ne gioveranno.
DRITTA N° 6: Ti svelo quanto deve essere lungo il testo dei tuoi articoli
6000 parole? Almeno 400? Su questo tema ci sono pareri discordanti.
Per un lungo periodo i più si sono trovati d’accordo nell’affermare che gli articoli “lunghi” preformassero meglio di quelli brevi.
Poi è arrivato il temibile aggiornamento di Google chiamato “Fred”… ed ecco che allora la rete ha iniziato a dichiarare che i contenuti brevi sarebbero stati premianti – per mille motivi che ora non sto qui a dirti.
Che fare, dunque? Articoli brevi o lunghi?
A mio avviso il problema non si pone, perché sino a che riuscirai a tenere i tuoi utenti sul sito per un buon numero di secondi/minuti, attraverso un buon livello di interazione (click/scrolling etc), questi segnali prevarranno sul resto.
Concentrati nello scrivere contenuti costanti, ricchi e soddisfacenti. Non stare a pensare alla lunghezza! Andrà bene, ti puoi fidare.
La regola delle 5W
Se vuoi stare sul sicuro, una volta stabilito il tema che intendi trattare imponiti di rispondere alla regola delle 5W.
- Chi
- Cosa
- Quando
- Dove
- Perché
Non scordare un’introduzione prima e una chiusura dopo, mi raccomando!
Durante l’introduzione vai al dunque e anticipa i benefici che il tuo lettore trarrà nel leggere il tuo articolo. La soglia d’attenzione sul web è bassissima (inferiore a quella di un pesce rosso) e per questo, se si vuole trattenere l’attenzione dei lettori, occorre evitare di dilungarsi troppo.
DRITTA N° 7: Devi usare correttamente i tag heading
Acca uno, acca due… “H3”.
Nel caso non sapessi di cosa stiamo parlando, si tratta del titolo e dei sottotitoli. Per quanto evoluti, i motori di ricerca necessitano di elementi che li aiutino a comprendere le nostre intenzioni. È evidente che un titolo è più importante di un sottotitolo, no?
Per quanto possa sembrare scontato capita invece spesso che questi parametri vengano completamente ignorati. Il risultato sono pagine con 10 titoli (o nessuno), tantissimi sottotitoli e chi più ne ha più ne metta. Questo comportamento potrebbe confondere i motori di ricerca e togliere “peso” alla tua pagina, fai attenzione dunque. Assicurarti di aver messo sempre almeno un titolo e un sottotitolo.
Questo tema fa suonare vari campanelli d’allarme nella tua testa? Non temere. Leggi la guida SEO per principianti e tutto ti sarà più chiaro!
DRITTA N° 8: Usa le immagini a tuo vantaggio
L’utilizzo delle immagini deve servire ad aiutare l’utente e i motori di ricerca a capire quanto contenuto nell’articolo. A mio parere le immagini sono determinanti perché raccolgono l’attenzione e nello stesso tempo aumentano le possibilità di una letta (anche se veloce) alle prime righe subito sotto.
Importante: cosa deve rappresentare l’immagine che usi
Mi piace pensare alle immagini come ad un super potere che mi aiuta a chiarire l’argomento che sto trattando. La domanda che mi sento fare più spesso al riguardo è la seguente: che immagine ci metto?
Ecco, di fronte a questa domanda la mia risposta è: qualunque immagine possa aiutarmi a visualizzare ciò che tu stai scrivendo.
Mi spiego meglio.
Stai facendo riferimento a delle percentuali? Mostra il grafico. Stai parlando di come apparire su Google? Fai uno screenshot dei primi 10 risultati di Google e cerchia in rosso il primo. Stai affermando che le immagini devono rappresentare ciò che stai scrivendo? Prendi l’immagine di una pera, scrivici pera da un lato e metti una freccia che faccia intendere “da così a così” 😉
Ovviamente questi vogliono essere soltanto degli spunti. Il concetto di base è che tanto più aiuterai il lettore a comprendere cosa potrebbe “aspettarsi” nel testo, tante più probabilità avrai che lui decida di approfondire e dunque leggere il tuo articolo. Ricorda, il cervello vede sempre prima le immagini e solo dopo ciò che gli sta attorno.
Le immagini sono una grande opportunità per il tuo posizionamento. Assicurati di ottimizzarle come si deve! Se non sai come fare in questo approfondimento ti mostro esattamente come faccio io: Ottimizzazione SEO per le immagini
Sebbene “come scrivere un blog” resti una domanda aperta, spero davvero che le dritte che ti ho dato in questo articolo possano aiutarti a far smuovere le acque sul tuo sito!
Hai già pensato a da dove iniziare?