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Google helpful content update: l’aggiornamento sui contenuti utili

Questo aggiornamento promette “una fantastica esperienza utente di ricerca”. Ma cosa sappiamo davvero sul futuro del posizionamento dei nostri siti?

A loro dire, la missione principale di Google è quella di fornire “una fantastica esperienza utente di ricerca”, e se questo è vero la pertinenza e la qualità dei risultati sono allora di primaria importanza.

Premesso che le SERP che abbiamo giornalmente sotto gli occhi sono intasate di annunci che nemmeno Virgilio.it negli anni ’90, è anche vero che, sempre più spesso, i siti utilizzano metodi dubbia validità per produrre contenuti in modo rapido ed economico. 

Questo porta, naturalmente, a un massiccio riutilizzo dei contenuti online esistenti o all’uso di tool di apprendimento automatico capaci di riscrivere il contenuto in un click. 

E allora eccoci.

Nelle parole di Google, un approccio di questo tipo non aggiunge assolutamente nulla “al pool di conoscenze disponibili”, e quindi è finalmente tempo di grandi cambiamenti.

Secondo la versione ufficiale, Google vuole che da oggi i siti web “si concentrino sui contenuti creati per le persone”. Pertanto, questo aggiornamento “mira a premiare maggiormente i contenuti grazie ai quali i visitatori ritengono di aver avuto un’esperienza soddisfacente, declassando quelli che invece non soddisfano le aspettative”.

Dal mio punto di vista, ma non dirlo troppo in giro, questo è vero solo in parte. Credo che in realtà l’intento sia principalmente quello di spingere i creators a eliminare (per conto proprio) i contenuti che hanno realizzato scarse performance.

Insomma, perché fare tu il lavoro quando puoi farlo fare agli altri? 🧠

Secondo Big G, l’aggiornamento potrebbe richiedere fino a due settimane per essere pienamente operativo (a partire dal 25 agosto 2022). Questo vuol dire che, nei prossimi mesi, potresti svegliarti e ritrovare i tuoi contenuti sbattuti su, giù o fuori da Google.

In questo articolo proverò a riassumere quanto ad oggi si conosce di questo update, fornendoti i dettagli ma anche qualche spunto per intervenire nel concreto. Così da mettere in salvo quel tenerone del tuo progetto web…

Le basi: come funziona l’aggiornamento dei “contenuti utili”?

Se mi segui da un po’, già all’epoca di BERT accennavo alla faccenda: in sostanza, Google sta cambiando il modo in cui valuta i contenuti, utilizzando l’apprendimento automatico per decifrare se questi siano effettivamente “utili” per gli utenti. 

Questa analisi fornirà sempre più nuovi segnali a livello di sito, diventando a tutti gli effetti parte del processo di ranking generale. Ciò significa che, qualunque impatto questo aggiornamento possa avere, l’update non sarà considerato come un’azione manuale o di spam e perciò non troverai alcun avviso in merito nella Google Search Console.

In poche parole, dovremo tenere d’occhio il ranking delle nostre pagine da soli, poiché questo sarà il primo (e unico) segnale capace di svelare che Google ha un problema con i nostri contenuti.

L’aggiornamento al momento analizza solo le ricerche in lingua inglese, ma Google prevede d’implementarlo presto per tutte le altre lingue.

Potentissimo: il contenuto “utile” è un segnale a livello di sito, non di pagina. Capito?

Tra gli aspetti più rilevanti e chiari al momento c’è sicuramente il fatto che questo aggiornamento introduce un nuovo segnale a livello di sito. Per capirci, l’aggiornamento non influenzerà le singole pagine ma l’intera struttura.

Se Google rileverà una quantità elevata di contenuti inutili (a suo parere), o che comunque non soddisfano gli utenti e le loro aspettative, sarà l’intero sito a risentirne e questo influenzerà le prestazioni complessive nella ricerca.

Chi come me fa questo mestiere da anni sa bene come questo aspetto non sia né tipico né scontato.

A luglio 2022, ad esempio, Google ha rilasciato l’aggiornamento delle recensioni, aggiornamento che prendeva di mira esclusivamente le recensioni dei prodotti del sito per migliorarne il posizionamento. In quel caso, però, l’update della recensione del prodotto era destinato solo a un’area specifica del sito web.

Non scordiamoci poi che questo vale perciò anche per i contenuti generati dagli utenti. Potrebbe quindi essere necessario avere una mano più ferma quando si tratta di moderazione o sub-editing, specie se il tuo sito web include molti contenuti di questo tipo.

Contenuti per le persone, non per i motori di ricerca

Sono anni che lo ripeto, e su ScritturaVisibile.it ne trovi testimonianza: concentrarsi su contenuti people-first è da sempre un punto fermo di SEO, creatori di contenuti e agenzie serie. 

Sebbene l’obiettivo principale di questo aggiornamento sia quello di pensare alla persona che legge il contenuto e non al motore di ricerca che lo visualizza, ciò non significa però che le migliori pratiche SEO tradizionali non siano più valide. 

Oggi più che mai, dunque, con l’uscita dell’ultimo aggiornamento, è importante trovare l’equilibrio tra i contenuti che funzionano bene dal punto di vista SEO e quelli che sono orientati alle persone. D’altronde, puoi scrivere il contenuto più utile ma se non è ottimizzato in modo appropriato è improbabile che si posizioni nelle SERP, e viceversa.  

Allo scopo di superare gli aggiornamenti senza troppe fatiche (seh!, credici…), Google ha pubblicato un elenco di domande da prendere in considerazione quando produciamo contenuti:

  • Il contenuto è pensato principalmente per attirare persone dai motori di ricerca piuttosto che essere realizzato per gli esseri umani?
  • Stai producendo molti contenuti su argomenti diversi nella speranza che alcuni di essi possano funzionare bene tra i risultati?
  • Stai utilizzando un’ampia automazione per produrre contenuti su molti argomenti?
  • Stai principalmente riassumendo ciò che gli altri hanno già detto senza aggiungere molto valore?
  • Stai scrivendo di certe cose semplicemente perché sembrano di tendenza e non perché ne scriveresti altrimenti per il tuo pubblico esistente?
  • I tuoi contenuti lasciano ai lettori la sensazione di dover cercare di nuovo per ottenere informazioni migliori da altre fonti?
  • Stai scrivendo pensando a un particolare conteggio parole perché hai sentito o letto che Google ha un numero di parole preferito? (No, non lo abbiamo).
  • Hai deciso di entrare in un’area tematica di nicchia senza alcuna vera competenza,  principalmente perché pensavi che avresti ottenuto traffico di ricerca?
  • I tuoi contenuti promettono di rispondere a una domanda che in realtà non ha risposta, come suggerire che c’è una data di uscita per un prodotto, un film o un programma TV quando essa non è confermata?

Naturalmente, è difficilissimo evitare che il tuo contenuto non faccia nulla di tutto ciò.

Ad esempio, questo post si basa su un argomento di tendenza e riassume le informazioni condivise da Google 😅; tuttavia, l’intento principale è quello di fornire contenuti utili che rispondano alle domande di chi cerca.🚀

Il segreto? Parla di ciò che sai!

Quando si tratta di contenuti non si dovrebbe mai fare affidamento su una strategia “tutto incluso”. Da anni, invece, vedo aumentare la tendenza a prendere tutto ciò che è popolare, inventare contenuti mediocri e tenere le dita incrociate. 

E così ci siamo sommersi di spazzatura come se non ci fosse un domani…

Personalmente non capisco la ragione di questo atteggiamento, anche perché, specie se si è piccoli, lavorando sulla propria nicchia si può scavare più a fondo nei contenuti pertinenti, smettere di ansimare per le idee e crearne di nuovi sulla base di cose che si conoscono e appassionano per davvero. 

Questo rende più facile produrre degli ottimi contenuti per il proprio pubblico e, dopo questo update, anche farli funzionare meglio!

Se usi l’Intelligenza Artificiale non scordarti di quella naturale! 

L’intelligenza artificiale è uno strumento che può certamente migliorare lavoro e produttività. Anche qui, però, strumenti d’intelligenza artificiale come gli spinner di articoli affiancati da dio solo sa cosa sono stati utilizzati per anni con lo scopo di popolare i motori di ricerca con contenuti spazzatura, nella speranza (leggi bene, SPERANZA) di posizionarsi.

Se vuoi costruire un brand solido e longevo, intasare Google di contenuti scritti con un frullatore non è certamente cosa buona e giusta, non trovi? Ecco, peccato, invece, che per quanto scontato, questo è esattamente ciò che si è fatto per anni. 

Al contrario sfrutta invece l’intelligenza artificiale per alleggerire il carico di lavoro

Puoi utilizzare gli strumenti online per controllare la grammatica e perfezionare la tua scrittura, utilizzare la visualizzazione del testo per convertire pensieri in immagini reali… Insomma, puoi fare questo e altro ma le idee principali e l’ultima parola dovrebbero ancora venire da te, altrimenti di cosa stiamo parlando?

A proposito d’intelligenza artificiale: sapevi che è parte dell’update? 

Questo aggiornamento è costituito da “un nuovo segnale aggiuntivo” che non sostituisce parti algoritmiche preesistenti. L’aggiornamento si basa sull’apprendimento automatico, probabilmente basato sull’architettura Transformer di Google – un’ironia, se si considera che i contenuti prodotti utilizzando l’apprendimento automatico rischiano di cadere in fallo proprio in questo aggiornamento.

Possiamo presumere che parte di questo processo di apprendimento automatico confronterà le pagine con i contenuti già presenti nell’indice di Google e identificherà i contenuti che non sono originali né nei fatti né nelle opinioni.

Dici quello che dicono tutti? Sei fuori!

Meme sul Google Helpful Update 2022

Ma in che modo Google decide se i contenuti sono utili?

Lo scopo principale di questo aggiornamento è assicurarsi che i contenuti che le persone trovano effettivamente utili vengano premiati. 

Per capirci, per ottenere traffico, una strategia comune è sempre stata ad esempio quella di fingere di rispondere a una domanda alla quale in realtà non è possibile rispondere, come la data di uscita di un film per il quale non è stata ancora annunciata la data di uscita. Poi ci sono i Guest Post di link building, che non hanno niente a che fare con il sito che li ospita, quelli che riassumono altri articoli senza fornire un punto di vista unico e quelli scritti male, magari perché automatizzati.

A loro dire, dunque, se stai scrivendo contenuti unici e pertinenti progettati per il tuo mercato di riferimento, è probabile che non avrai grossi problemi.

Aspetta, ma per quanto riguarda i contenuti inutili? Che devo fare?

I siti web che producono contenuti di scarsa qualità, che si discostano dai loro argomenti principali o che utilizzano strumenti basati sull’intelligenza artificiale per imitare gli scrittori umani saranno probabilmente penalizzati da Google.

Ma c’è di più: riprendendo un concetto ampiamente trattato all’interno delle Search Quality Guidelines, Google afferma che reprimerà anche i contenuti che non mantengono quanto promettono. Questo potrebbe riguardare quelli che ad esempio eludono una domanda, così come quelli che forniscono informazioni errate. 

Google ha rilasciato aggiornamenti algoritmici simili in passato, come Panda (febbraio 2011) che ha penalizzato i siti di bassa qualità. Molti si aspettano che l’impatto e l’importanza di questo aggiornamento siano su una scala simile a Panda, anche se fino a quando non verrà completamente implementato, ovviamente, questo non si può sapere. Dalle prime indiscrezioni pare che l’impatto iniziale non sia stato drammatico (anche se i siti che sono stati penalizzati probabilmente non condividono tali informazioni), ma a mio avviso è ancora presto per tirare le somme.

Rispetto a cosa fare, ricorda: se il contenuto di bassa qualità viene rimosso, la “penalità automatica” viene revocata

La rimozione di contenuti di bassa qualità rilevati sul sito rimuoverà la penalità entro un certo periodo di tempo, a seconda di quanto ne occorrerà per eseguire nuovamente la scansione del sito: 

I siti identificati da questo aggiornamento possono tenere il segnale di allerta applicato per un periodo di diversi mesi. Il nostro classificatore per questo aggiornamento funziona continuamente, consentendo di monitorare i siti appena lanciati e quelli già esistenti. Quando determina che il contenuto inutile non è riapparso nel lungo periodo, la classificazione non si applica più (…) Questo significa che alcuni contenuti “people-first”, su siti classificati come poco utili, potrebbero ancora essere classificati bene, se altri segnali identificano quel contenuto “people-first” come utile e rilevante per una query. Il segnale è anche ponderato; i siti con molti contenuti non utili possono avere un effetto maggiore. In ogni caso, per ottenere i migliori risultati, assicurati di aver rimosso i contenuti non necessari e di seguire tutte le nostre linee guida“.

https://developers.google.com/search/blog/2022/08/helpful-content-update

Google sottolinea poi che questa non è né una misura manuale né una misura di spam.

Se migliori qualcosa dovrai comunque attendere mesi…

Secondo Google, possono essere necessari diversi mesi prima che le modifiche, come la rimozione di contenuti inutili, influenzino le prestazioni di un sito nei risultati di ricerca. 

Questo è dovuto al fatto che l’analisi avviene comparando gli elementi.

Se si scopre che il contenuto inutile su un sito web non viene riproposto anche dopo un periodo di tempo più lungo, la classificazione corrispondente sarà rimossa. La valutazione avviene inoltre continuamente, in modo che possano essere valutati sia i siti web di nuova creazione che quelli esistenti.

Indipendentemente dalle dimensioni del sito web, se c’è un altro sito web che offre un valore aggiunto ai suoi utenti, Google spingerà automaticamente il suo posizionamento sopra il “grande sito web”. Un sondaggio condotto da Aleyda Solis su Twitter ha rilevato che solo il 20% degli utenti è a conoscenza delle modifiche alla classifica. Il 63% non ha subito ripercussioni, mentre il 9% ha dichiarato di aver avuto un impatto positivo.

Nel corso di questa discussione, Google ha chiarito che la creazione di nuovi contenuti utili è uno sforzo continuo per gli utenti e per Google. Non si tratta di una cosa occasionale che ha un impatto improvviso. Per questo motivo, ha dato delle linee guida ai creatori per migliorare la qualità dei contenuti mentre “lui” continua a perfezionare il suo aggiornamento.

Ricorda: “l’algoritmo di Google” non esiste, si tratta di più algoritmi in simultanea (oltre 200).

Come sempre mi piace ricordare che non esiste un unico algoritmo di ranking di Google, ma una costellazione di algoritmi che si sommano. Per darvi un’idea, la faccenda è diventata così complessa che anche per Google deve essere molto difficile capirci qualcosa!

Penso anche che a causa di questo groviglio di algoritmi, filtri e altri criteri, ci debbano essere molti effetti collaterali incontrollati. La maggior parte degli algoritmi (se non tutti) è progettata per migliorare la rilevanza dei risultati di ricerca.

Google aggiunge, modifica e cancella continuamente algoritmi (diverse migliaia di modifiche all’anno). Nel 2019, il motore di ricerca Google ha condotto oltre 460.000 test e ha rilasciato 3620 modifiche al suo algoritmo di ricerca.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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