Il caos delle penalizzazioni per abuso di reputazione del sito

Le nuove politiche di Big G stanno colpendo anche chi apparentemente non viola alcuna regola. A farne le spese ci sono soprattutto i piccoli siti web

Premi play per ascoltare questo articolo in pillole

📌 TAKE AWAYS

  • La nuova politica di Google colpisce anche siti legittimi: introdotta nel 2024, questa misura contro l’abuso della reputazione penalizza molti piccoli siti senza chiari criteri, creando incertezza tra gli imprenditori online.
  • Reddit e Quora avanzano, ma i loro contenuti sono spesso meno affidabili rispetto a quelli degli esperti di settore.
  • Creare contenuti di qualità non basta; serve una strategia SEO mirata per garantire visibilità e protezione dalle penalizzazioni.
Google ha introdotto nuove penalizzazioni per abuso di reputazione del sito, colpendo anche siti legittimi che non violano le regole.
Come fare per proteggersi? Creare contenuti autentici, allineati al focus del sito è fondamentale, ma non basta.

Immagina di svegliarti una mattina e scoprire che il tuo sito, su cui hai lavorato anni, è sparito dalle prime pagine di Google. Non hai rubato, non hai mentito, non hai nemmeno usato trucchetti discutibili che violano apertamente la policy di Big G.

Eppure, Google ti ha penalizzato per “abuso della reputazione del sito”. Assurdo? Certo, ma è esattamente quello che sta succedendo a molti piccoli e medi imprenditori che lavorano sul web (e non è la prima volta). E, specie, in periodo di Black Friday, questa può essere una scocciatura doppia.

Vediamo insieme cosa sta accadendo, perché dovresti preoccuparti e come evitare di finire nella stessa situazione.

site reputation abuse notifica esempio

Penalizzazioni a sorpresa: nessuno è al sicuro

Partiamo dal principio: da marzo 2024, Google ha deciso di stringere il cerchio attorno ai siti che sfruttano la propria autorevolezza per manipolare i risultati di ricerca.

La nuova politica contro l’abuso della reputazione del sito, aggiornata a novembre 2024, ha introdotto regole più severe. L’obiettivo dichiarato è combattere pratiche scorrette, come ospitare contenuti di terze parti su siti autorevoli per sfruttarne il dominio e migliorare il ranking. Ma nella realtà, questo sistema sta colpendo anche molti siti che nulla hanno a che vedere con le pratiche abusive.

Non stiamo parlando solo di grandi piattaforme. Secondo Glenn Gabe, esperto SEO, novembre 2024 è stato un mese davvero nero per molti settori. Un’analisi su 1.500 siti di e-commerce ha mostrato che numerosi imprenditori hanno subito un drastico calo di visibilità, proprio durante l’importantissima settimana del Black Friday.

Mentre alcuni hanno tratto vantaggio, molti hanno visto le loro posizioni crollare senza preavviso. Siti come Forbes Advisor, CNN Underscored e WSJ Buyside sono stati particolarmente colpiti, con intere sezioni deindicizzate.

Forbes post site abuse reputation novembre 2024 fonte zakali.bsky.social‬

Ecco un dato che fa riflettere: prima della penalizzazione, Forbes Advisor generava circa 236 milioni di dollari all’anno grazie ai contenuti affiliati. Dopo l’intervento di Google, non solo ha perso le prime posizioni, ma ora fatica persino a posizionarsi per query basilari come “Forbes Advisor”. E se un gigante come Forbes sta avendo problemi, immagina che problemi potrebbe avere il tuo sito web.

forbes post penalizzazione site reputation abuse fonte Cyrus SEO
site reputation abuse  fonte Glenn Gabe novembre 2024

OK, ma a questo punto la domanda è d’obbligo: perché a Mountain View hanno deciso di agire così?

Perché Google sta penalizzando?

Google afferma di voler contrastare pratiche scorrette legate alla manipolazione delle SERP (Search Engine Results Pages). Secondo le nuove linee guida, qualsiasi sito che ospita contenuti affiliati o sponsorizzati senza un controllo rigoroso può essere considerato colpevole di abuso.

Te la dico semplice, il problema non è se il contenuto è stato prodotto internamente o da terze parti: ciò che conta è lo scopo del contenuto e il modo in cui si allinea alla missione principale del sito.

Molti siti si sono visti applicare penalizzazioni manuali per motivi come l’uso di sottodomini o directory dedicate a contenuti sponsorizzati. Spesso, questi contenuti venivano spostati in altre sezioni del sito per cercare di sfuggire alla penalizzazione. Ma Google ha introdotto una politica chiamata “policy circumvention“, che punisce chi tenta di aggirare le regole.

E sai che vuol dire tutto ciò?

Che spostare i contenuti penalizzati per site reputation abuse, non solo non funziona, ma può peggiorare la situazione, estendendo la penalizzazione all’intero sito.

Glenn Gabe linkedin 22 novembre 2024 site reputation abuse

Barry Schwartz, giornalista esperto di SEO, ha sottolineato come Google stia applicando queste regole con una rapidità senza precedenti. Nel giro di pochi giorni, grandi nomi come Forbes Advisor e CNN Underscored hanno perso posizioni fondamentali, lasciando spazio a nuovi concorrenti. In alcuni casi, le directory penalizzate sono state completamente rimosse dall’indice di Google.

Per cui, come vedi la faccenda è davvero seria: a Mountain View hanno deciso di non fare prigionieri.

site reputation abuse glenn gabe 22 novembre 2024 azioni manuali
site reputation abuse grafico fonte glenn gabe novembre 2024

Site reputation abuse: chi vince e chi perde

Il panorama delle SERP sta cambiando. Ma la storia ci insegna che quando c’è chi perde, per forza c’è qualcuno che ne approfitta…

I grandi nomi penalizzati, come Forbes e CNN, stanno lasciando spazio a nuovi attori. Reddit, Quora e siti governativi come IRS.gov stanno guadagnando terreno, mentre i siti più piccoli e specializzati in settori di nicchia stanno salendo di posizione.

Tuttavia, la situazione è complessa. Non tutti i siti specializzati stanno beneficiando di questo cambiamento. Ad esempio, Lily Ray, analista molto autorevole del mondo SEO, ha osservato che i contenuti penalizzati nelle SERP possono comunque apparire temporaneamente nelle panoramiche AI, creando ulteriore confusione.

ai overviews site reputation abuse  fonte Lily Ray novembre 2024
Lily Ray post Linkedin 25 novembre 2024

Inoltre, alcuni siti che producono contenuti sponsorizzati internamente sono stati penalizzati, mentre altri, con configurazioni simili, non lo sono stati. E ciò solleva – oh, guarda un po’ la novità! – dubbi sull’uniformità con cui Google applica queste regole.

Una delle dinamiche più interessanti riguarda il settore YMYL (Your Money Your Life), che include query legate a finanza, salute e vita personale. In passato, siti come Forbes dominavano queste categorie. Ora, Reddit e Quora stanno prendendo il loro posto, offrendo contenuti generati dagli utenti.

fonte Moz chi perde e chi vince sull'abuso reputazione dei siti novembre 2024
Moz

OK, se a prima vista questo possa sembrare positivo, non dimenticare un fatto importante:

non sempre i contenuti presenti in Reddit e Quora sono affidabili o accurati (per usare un eufemismo).

E questa non è mica l’unica criticità…

Tolleranza zero di Google sull’abuso di reputazione: ecco tutti i problemi

Il problema principale della nuova politica made in Mountain View, annunciata a novembre 2024, a parer mio, è che non affronta le cause profonde del problema. Google si affida ancora troppo al potere del dominio e al brand authority, favorendo grandi marchi rispetto ai veri esperti di settore. Questo crea un sistema in cui i grandi siti possono manipolare le SERP senza troppi ostacoli, fino a quando non vengono scoperti e penalizzati.

Come ha evidenziato Aleyda Solis, nota consulente SEO, molte penalizzazioni si basano su criteri ambigui. Ad esempio, Google ha recentemente modificato il linguaggio delle sue linee guida per includere il concetto di “scopo” del contenuto. Questo significa che anche i contenuti originali, creati internamente, possono essere penalizzati se non sono ritenuti allineati alla missione principale del sito.

post aleyda solis 21 novembre 2024 linkedin

Se un sito finanziario, come Forbes ad esempio, inizia a pubblicare recensioni di elettrodomestici, Google potrebbe interpretarlo come un tentativo di sfruttare l’autorità del dominio per posizionarsi su temi non coerenti.

Creare siti separati per diversi argomenti, come un sito specifico per recensioni di prodotti e uno per la finanza, eviterebbe il rischio di penalizzazioni. Un sito dedicato a un solo tema risulta più coerente e autorevole agli occhi di Google. Tuttavia, questa soluzione è complessa: richiede risorse significative, la costruzione da zero di una nuova autorevolezza e potrebbe frammentare i benefici dell’autorità del dominio principale.

Per questo motivo, lascia perdere chi ti consiglia di optare per siti separati, è molto meglio riorganizzare i contenuti sul sito principale, cercando di renderli più coerenti con la tua mission, invece di frammentare la loro presenza online in più siti distinti.

Un altro problema di cui ti voglio parlare riguarda le richieste di riconsiderazione. Molti editori (specialmente i medio-piccoli) stanno scoprendo che anche quando dimostrano che il contenuto penalizzato è originale e conforme alle regole, le loro richieste vengono respinte.

È una situazione che alimenta un senso di impotenza e frustrazione, perché i criteri con cui vengono valutate tali richieste spesso appaiono poco trasparenti.

Per piccoli imprenditori come te, che basano gran parte del loro successo sul traffico organico per attirare clienti e generare ricavi, questa incertezza rappresenta un rischio enorme. Non sapere con precisione come evitare future penalizzazioni o come risolverle una volta che si verificano può mettere in difficoltà l’intero modello di business. Questo problema, apparentemente burocratico, si traduce in perdite economiche concrete, perché meno visibilità significa meno visite e quindi meno opportunità di vendita.

Come nel caso di Jason Kilgore, manager di FindLaw, che offre strumenti e servizi per aiutare i piccoli studi legali a trovare clienti. Ecco cosa scrive Kilgore su LinkedIn:

Jason Kilgore linkedin 25 novembre 2024

Ecco, questa la testimonianza di Kilgore, ma ora veniamo al tuo business e a come queste penalizzazioni potrebbero impattare sulla tua attività.

Cosa puoi fare per proteggerti?

Innanzitutto, se il tuo sito è stato colpito da una penalizzazione, la prima regola è non spostare i contenuti penalizzati in altre sezioni o sottodomini. Sì, perché tale comportamento potrebbe essere interpretato come un tentativo di eludere le regole e portare a ulteriori penalizzazioni.

In questi casi, inoltre, è fondamentale analizzare attentamente il tuo sito per individuare eventuali problematiche con strumenti come Ahrefs o Semrush per monitorare le tue pagine e capire quali contenuti stanno perdendo visibilità. Fai molta attenzione: se hai contenuti sponsorizzati, assicurati che siano chiaramente identificati e pienamente conformi alle linee guida di Google.

Ma la cosa più importante è concentrarsi sull’autorevolezza e la qualità dei tuoi contenuti: questa è la regola aurea per ottenere e consolidare un posizionamento stabile.

Ne approfitto per darti un consiglio: evita di disperdere l’attenzione su troppi argomenti e focalizzati su ciò che fai meglio.

Infine, tieniti sempre aggiornato, come hai visto, nel mondo SEO, le cose cambiano alla velocità della luce ed è vitale – non mi stancherò mai di ripeterlo – farsi trovare pronti.

Contenuti autentici e strategia SEO: le uniche armi contro le penalizzazioni ingiuste

Le penalizzazioni per abuso della reputazione del sito rappresentano un chiaro avvertimento: Google non tollererà più pratiche che sfruttano il potere del dominio per manipolare i risultati di ricerca.

Tuttavia, la loro applicazione solleva molti interrogativi. Perché alcuni siti vengono penalizzati e altri no? Qual è il confine tra contenuti legittimi e abuso?

Spero che questo articolo ti sia stato utile per chiarirti questi e altri dubbi, senza creare inutili allarmismi, ma aiutandoti a cogliere le possibili ripercussioni delle penalizzazioni per abuso della reputazione. L’obiettivo era farti vedere chiaramente i rischi e, soprattutto, darti strumenti e strategie per proteggerti e affrontare eventuali problemi.

Se c’è una lezione che possiamo trarre da questa vicenda, è che la trasparenza e la coerenza sono fondamentali.

Per migliorare la qualità delle SERP, credo che Google dovrebbe dare priorità all’autorità tematica (topical authority) anziché basarsi principalmente sull’autorità di brand o dominio.

Questo approccio favorirebbe siti specializzati e autorevoli nel loro settore, penalizzando chi tenta di posizionarsi su temi fuori focus sfruttando solo il peso del proprio dominio. Una strategia del genere renderebbe il sistema più equo e i risultati di ricerca più pertinenti.

Ma, come hai visto, gli algoritmi di Google a volte sono davvero imprevedibili e spesso non solo consentono abusi su larga scala, ma colpiscono molti siti onesti che lavorano correttamente (e purtroppo, come ti ho scritto in passato, questa non è una novità).

Ciò significa che, oggi più che mai, per imprenditori come te è essenziale stare in guardia per evitare la mannaja sanzionatrice di Big G.

E sai qual è il modo più sicuro per proteggerti?

Investire in contenuti autentici e ben allineati al focus del tuo sito.

Ma realizzare contenuti di qualità non serve a nulla senza una strategia SEO che li renda visibili come meritano. Se vuoi sapere come fare, contattami pure.


Il caos delle penalizzazioni per abuso di reputazione: Domande & Risposte

Perché Google penalizza i siti per abuso di reputazione?

Google intende contrastare pratiche scorrette legate alla manipolazione delle SERP, come ospitare contenuti affiliati o sponsorizzati senza un controllo rigoroso. Conta lo scopo del contenuto e il suo allineamento alla missione del sito.

Cosa succede se sposto i contenuti penalizzati?

Spostare contenuti penalizzati in altre sezioni o sottodomini può peggiorare la situazione. Google considera questa pratica un tentativo di elusione delle regole, estendendo la penalizzazione a tutto il sito.

Come proteggere il proprio sito dalle penalizzazioni?

Investi in contenuti autentici e allineati al focus del tuo sito, assicurandoti che rispettino le linee guida di Google. Una strategia SEO mirata è essenziale per garantirne la visibilità.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

Ricevi i migliori aggiornamenti di settore