Screenshot e segnalazioni su X e LinkedIn confermano che Google sta testando le sue panoramiche IA in diversi paesi europei. Il dibattito nella comunità SEO è aperto!
📌 TAKE AWAYS
- Dopo mesi di attesa, i primi screenshot confermano che Google ha iniziato a mostrare le panoramiche IA anche in paesi europei come Germania, Spagna e Italia.
- Negli Stati Uniti, Google ha già implementato Gemini 2.0 per migliorare le AI Overviews, rendendole capaci di rispondere a domande più complesse, inclusi problemi matematici avanzati e coding.
- L’arrivo delle AI Overviews cambia le regole del gioco: per emergere, sarà essenziale ottimizzare i contenuti per rispondere direttamente alle domande degli utenti, migliorare la SEO tecnica e lavorare sulla propria autorevolezza.
Google sta testando le AI Overviews in Italia, sollevando dubbi e opportunità per la SEO.
Gemini 2.0 migliorerà le risposte, ma la zero-click search preoccupa i siti web.
Molti utenti europei ed esperti SEO stavano facendo il conto alla rovescia da un po’ di tempo, ma ora ci siamo. Big G sta testando le sue panoramiche anche in Europa, Belpaese compreso.
Non puoi dire di esserne sorpreso: ti sto preparando da molto tempo a questo giorno.
Negli USA (e non solo) le AI Overviews sono realtà ben consolidate ma al centro di mille polemiche, accusate di uccidere il traffico dei siti web, come sai bene se leggi il mio blog.
Non c’è ancora la comunicazione ufficiale da Mountain View, ma su X e LinkedIn circolano già dal 3 marzo 2025 screenshot e testimonianze di utenti tedeschi, svizzeri e italiani, appunto.
Olaf Kopp in Germania, Robert Henniger in Svizzera, Chesus Rodrigo in Spagna e proprio il nostro compaesano Stefano (non è dato sapere il cognome), sono i primi “avvistatori” delle panoramiche IA.
Tutti paesi che, fino a ieri, non rientravano nella lista dei “fortunati” (o sfortunati, a seconda dei punti di vista) utilizzatori di AI Overviews.
Ma cosa sono, esattamente, queste panoramiche che tanto fanno discutere? Per i più disattenti e per i lettori meno fedeli delle mie news, ecco un esempio pratico: immagina di fare una domanda a Google e, invece della solita sfilza di link blu, ti compare un bel riassunto, conciso e preciso, generato dall’intelligenza artificiale, che risponde direttamente alla tua query.
Comodo, no? Per l’utente, certo che sì. Un po’ meno per chi come te ha un’azienda che necessita di portare traffico al sito e convertire visitatori in clienti. Perché diciamocelo chiaramente: se la risposta è già lì, bella pronta, nella “panoramica” di Google, chi si prenderà più la briga di cliccare sul tuo link?
Ti vedo allarmato.
Calma.
Non è ancora tempo di gettare la spugna e chiudere baracca.
È tempo di comprendere, adattarsi e, perché no, sfruttare a tuo vantaggio questa ennesima “rivoluzione” made in Mountain View. Perché, come sempre, chi arriva prima e capisce le regole del gioco ha più chance di vincere la partita.
Gemini 2.0 sarà il nuovo motore delle AI Overviews
E mentre noi europei ci interroghiamo sul “quando” le AI Overviews arriveranno ufficialmente, negli USA Google ha già alzato l’asticella. Sì, perché ora è ufficiale: le AI Overviews americane saranno alimentate da Gemini 2.0, lo ha annunciato Big G in un post del 5 marzo 2025:
Oggi, siamo lieti di annunciare che abbiamo lanciato Gemini 2.0 per le AI Overviews negli Stati Uniti per aiutare con domande più complesse, a partire da coding, matematica avanzata e query multimodali, e molto altro in arrivo. Grazie alle capacità avanzate di Gemini 2.0, forniamo risposte più rapide e di qualità superiore e mostriamo le AI Overviews più spesso per questi tipi di query.
Robby Stein, VP of Product, Google Search
Parole chiare, no? Gemini 2.0 non è un semplice aggiornamento, ma un vero e proprio turbo per le AI Overviews.
Sundar Pichai, CEO di Google, lo aveva anticipato a dicembre:
Le AI Overviews potenziate da Gemini 2.0 saranno in grado di affrontare argomenti più complessi e domande multi-step, incluse equazioni matematiche avanzate, query multimodali e coding.
Sundar Pichai
Tradotto in parole povere? Le panoramiche IA non si limiteranno più a darti la ricetta della torta di mele o a dirti qual è la capitale della Francia. Saranno in grado di rispondere a domande complesse, che richiedono ragionamento, analisi di dati e capacità di sintesi. E lo faranno in modo sempre più rapido, preciso E convincente. Insomma, i tempi degli errori tragicomici di Overviews sono davvero lontani…
E questo, per te, significa una sola cosa: la competizione per la visibilità online si fa ancora più dura.
Zero-Click Search: il nemico numero uno (per quasi tutti)
L’arrivo delle AI Overviews porta con sé uno spettro che aleggia da tempo sul mondo del web: la zero-click search. Di cosa si tratta? Semplice: l’utente trova la risposta che cerca direttamente nella pagina dei risultati di Google, senza bisogno di cliccare su nessun link. Un incubo per chi vive di traffico web.
Le implicazioni, come ti ho scritto qui, sono tutt’altro che positive. Meno click sui siti web significa meno traffico, meno visibilità, meno conversioni e, di conseguenza, meno guadagni. Un impatto potenzialmente devastante per editori, creatori di contenuti, blog e siti indipendenti.
Il rischio concreto è quello di una progressiva desertificazione del web, con una concentrazione sempre maggiore del potere informativo nelle mani di poche piattaforme, a discapito della diversità e della qualità dell’informazione.
Ma è davvero tutto nero? Forse no. O meglio, non per tutti. Perché, come in ogni cambiamento epocale, ci sono anche delle opportunità. E chi saprà coglierle, potrà trasformare questo pericolo in un vantaggio competitivo.
Quali sono queste opportunità? Le AI Overviews, su cui Google punta forte, per quanto “intelligenti”, hanno bisogno di fonti autorevoli e affidabili per generare le loro risposte. E indovina un po’ chi fornisce queste fonti? Esatto, i siti web come il tuo. Quindi, se da un lato è vero che le AI Overviews potrebbero ridurre il traffico “diretto” al tuo sito, dall’altro è anche vero che potrebbero aumentare la tua autorevolezza e visibilità agli occhi di Google e, di conseguenza, degli utenti.
La chiave di volta? Contenuti di qualità, ottimizzati per le domande degli utenti e strutturati in modo chiaro e semanticamente ricco. In altre parole, la SEO di sempre, ma portata all’ennesima potenza.
AI Mode: Google lancia la “ricerca potenziata” (ma solo per VIP)
Questi giorni a Mountain View sono in vena di novità. Visti gli effetti della concorrenza? Big G ci aveva avvertito: il 2025 sarà l’anno in cui tenterà di sbaragliare OpenAI a suon di innovazioni (si spera utili per gli utenti). Ma cosa si è inventata ora Google?
“AI Mode“, una nuova modalità di ricerca avanzata che promette di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con il motore di ricerca. Se ricordi, ti avevo già preannunciato la notizia.
Per ora, questa “chicca” è riservata a una ristretta cerchia di utenti americani: gli abbonati “Google One AI Premium” che hanno aderito al programma sperimentale Search Labs.
Ma cosa offre di più AI Mode rispetto alle “semplici” AI Overviews? Secondo Google, promette ragionamenti più sofisticati, capacità di comprendere ricerche multimodali (testo, voce e immagini) e risposte ancora più complete e pertinenti.
Il segreto? Una tecnica chiamata “query fan-out”: in pratica, AI Mode lancia contemporaneamente più ricerche su diversi sotto-argomenti e fonti dati (web in tempo reale, Knowledge Graph di Google, dati di Google Shopping), per poi sintetizzare il tutto in una risposta chiara e immediata.
Per accedere a questa “ricerca potenziata”, gli utenti americani possono utilizzare la nuova tab “AI Mode” su google.com, digitare direttamente l’indirizzo google.com/aimode, oppure sfruttare l’icona dedicata nell’app Google.
Google promette che anche in AI Mode i link a siti web saranno ben visibili, e potenzialmente diversi da quelli delle AI Overviews, puntando a una maggiore rilevanza e “azionabilità”.
Unico neo, per ora: nessuna informazione su eventuali report in Search Console dedicati a questa nuova modalità. Insomma, AI Mode è ancora un esperimento, avverte Google, e potrebbe non essere perfetto.
Ma è senza dubbio un segnale forte di come Mountain View stia immaginando il futuro della ricerca online, un futuro che, prima o poi, arriverà anche da noi.
A volte, forse, essere sempre gli ultimi arrivati non è un male. Ci dà tempo per prepararci a ogni eventualità. E, soprattutto, ci permette di studiare i dati e le statistiche, sulle “cavie” statunitensi…
IA vs IA: chi risponde meglio alle domande “serie” (e chi fa il furbo)?
Ma quando si tratta di argomenti spinosi, quelli che toccano nervi scoperti come la salute, i soldi o la politica, le nostre care AI Overviews si comportano come le altre IA? Niente affatto!
Uno studio approfondito di SE Ranking del 3 marzo 2025 ha messo sotto la lente d’ingrandimento AI Overviews, ChatGPT e DeepSeek, confrontandole su ben 40 query appartenenti alle categorie YMYL (Your Money or Your Life).
E le differenze sono emerse in modo lampante. Google, tanto per cominciare, si conferma il più “prudente”: risposte generate solo per il 51% delle query YMYL, con una reticenza particolare per i temi politici (AI Overviews generate per una sola query su questo tema!).
ChatGPT, al contrario, è spregiudicato, non si fa pregare e risponde al 100% delle domande, mentre DeepSeek si ferma a un comunque elevato 90%.
Ma non è solo questione di “quantità” di risposte: anche lo “stile” cambia, e parecchio.
DeepSeek si lancia in spiegoni lunghissimi (391 parole di media!), citando una valanga di fonti (ben 28 per risposta!), mentre ChatGPT si mantiene su una lunghezza media (234 parole) con un numero di fonti più contenuto (10).
Google, invece, opta per la brevità (solo 190 parole in media) e la parsimonia nelle citazioni (7 fonti), ma con un occhio di riguardo alla diversità delle fonti: le AI Overviews di Google, infatti, mostrano la più alta percentuale di risposte con link tutti diversi tra loro (61,9%).
E la “soggettività”? Anche qui, sorprese. ChatGPT si rivela il più “neutrale” e oggettivo, seguito da Google, mentre DeepSeek si distingue per una maggiore “opinabilità”, soprattutto sui temi politici, dove raggiunge punte di “soggettività” decisamente elevate.
Ma la vera “chicca” dello studio riguarda DeepSeek e la censura. L’IA cinese si è rifiutata categoricamente di rispondere a domande sull’indipendenza di Taiwan, Piazza Tienanmen, i diritti umani in Cina e siti web banditi nel paese, dimostrando una chiara adesione alla linea del governo di Pechino. Vabbè, dov’è la novità, dirai tu…
Anche se c’è sempre un modo per aggirare la censura, come nota The Guardian, “con i numeri” per esempio:
Insomma, un quadro variegato e a tratti inquietante, che ci ricorda ancora una volta quanto sia vitale valutare con spirito critico le risposte delle IA, soprattutto quando si tratta di argomenti delicati e controversi.
E per la tua SEO? Il solito mantra: qualità, autorevolezza e diversificazione delle fonti, ma con una consapevolezza in più: ogni IA ha le sue preferenze e le sue “zone d’ombra”.
Le nuove regole del gioco della SEO con AI Overviews
L’arrivo delle AI Overviews in Italia non è la fine del mondo, ma un punto di svolta. Un cambiamento che richiede adattamento, strategia e visione.
La tua prossima mossa? Una strategia SEO degna di questo nome! Assicurati che l’agenzia SEO a cui ti rivolgi investa nella qualità dei contenuti, ottimizzi per le domande degli utenti, curi l’esperienza utente e implementi correttamente i dati strutturati.
Le ricerche vocali e le query in linguaggio naturale sono in costante aumento. Le AI Overviews sono progettate per rispondere a domande, non a parole chiave secche. Quindi, i tuoi contenuti dovranno rispondere direttamente alle domande degli utenti.
Smettila di fissarti sui click: pensa al valore che offri, anche se l’utente non atterra sul tuo sito. La ricerca è cambiata, è “istantanea”: preparati a dare risposte che “saltano fuori” direttamente nelle AI Overviews.
E non dimenticare la credibilità del tuo brand: fatti notare dalle fonti autorevoli, non trascurare le digital PR, perché l’autorevolezza, ora più che mai, è oro colato.
Ah, ultima cosa! Una SEO ben fatta oggi deve ottimizzare per il mobile: il tuo sito deve volare su smartphone (test Google PageSpeed Insights alla mano!), perché l’81% delle citazioni delle AI Overviews arrivano da lì (come emerge dai dati di Ahrefs).
Bene, siamo arrivati alla fine, spero di averti fornito utili spunti di riflessione anche a livello pratico e non solo teorico. Se vuoi capirne di più contatta la mia agenzia: ti aiuteremo a rendere il tuo sito più visibile.
AI Overviews arriva in Italia: Domande & Risposte
Cosa sono le AI Overviews di Google?
Le AI Overviews di Google sono riassunti generati dall’intelligenza artificiale che rispondono direttamente alle query degli utenti nella pagina dei risultati di ricerca. Questi riassunti forniscono risposte concise senza che l’utente debba cliccare sui link ai siti web, influenzando così il traffico organico.
Qual è l’impatto delle AI Overviews sul traffico dei siti web?
L’introduzione delle AI Overviews riduce il numero di click ai siti web, poiché gli utenti trovano le risposte direttamente nei risultati di ricerca. Questo fenomeno, noto come “zero-click search”, rappresenta una sfida per i creatori di contenuti e gli editori, che devono adattare le loro strategie SEO per mantenere visibilità e autorevolezza.
Come possono i siti web adattarsi alle AI Overviews?
I siti web possono adattarsi alle AI Overviews migliorando la qualità dei contenuti, ottimizzandoli per rispondere direttamente alle domande degli utenti, utilizzando dati strutturati e curando la loro autorevolezza online. Inoltre, è fondamentale investire nella SEO tecnica e nell’ottimizzazione per il mobile.
Finalmente! Speriamo che porti anche qualche opportunità!
“Che casino, eh?”
“Ma che spettacolo!”
“Vediamo se ci fanno risparmiare tempo o solo click!”
Finalmente! Sarà interessante vedere come cambieranno le ricerche. Spero solo che non ci facciano diventare invisibili!