L'introduzione di AI Overviews da parte di Google rivoluzionerà la ricerca online, ma i creatori di contenuti rischiano di perdere visibilità e traffico. Cosa dicono le ricerche di Authoritas e seoClarity che hanno analizzato l'impatto di Overviews negli USA?
AI Overviews rivoluzionerà la ricerca online, ma per i siti web che dipendono dal traffico organico sembra ci sia poco da gioire
Ricordi i tempi in cui fare una ricerca su Google significava semplicemente ottenere una lista di link da cliccare e sfogliare a piacere? Bene, dimenticali.
A Mountain View hanno deciso che non hai davvero bisogno di fare tutto quel lavoro manuale.
Perché dovresti leggere più articoli quando l’intelligenza artificiale può risparmiarti lo sforzo, riassumendo tutto per te?
Ecco a te gli AI Overviews! Riassunti automatici generati da Google che ti offrono una sintesi delle informazioni direttamente in cima ai risultati di ricerca. Sembra fantastico, vero? Peccato che questa “rivoluzione” non stia andando esattamente come previsto e forse, alla lunga, rischia di essere perfino controproducente.
Da SGE agli AI Overviews: il futuro della ricerca online
Inizialmente noti come Search Generative Experience (SGE), gli AI Overviews sono una funzionalità introdotta da Google per migliorare l’esperienza di ricerca.
Lanciati ufficialmente a maggio 2023 negli Stati Uniti, e ora disponibili anche nel Regno Unito, gli AI Overviews mirano a offrire una risposta concisa e generata dall’IA direttamente all’inizio della pagina dei risultati.
L’idea è che, con l’evoluzione dei modelli di intelligenza artificiale, Google possa riassumere contenuti di alta qualità provenienti dal web per rispondere alle tue domande senza dover cliccare su più link (tanto che molti parlano già di futuro a zero-click con AI Overviews).
Peccato che, come ogni novità tecnologica, il diavolo si nasconda nei dettagli.
Con AI Overviews gli ultimi saranno i primi?
Secondo uno studio condotto da Authoritas, una società di consulenza che ha analizzato 6.599 parole chiave in una vasta gamma di categorie, gli AI Overviews vengono ora offerti per il 17% delle ricerche nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Il numero potrebbe sembrare modesto, ma le implicazioni sono tutt’altro che trascurabili.
Quando Google ha lanciato gli AI Overviews, si è scoperto che spesso selezionava fonti ben oltre i primi 10 risultati organici. Ciò significava che anche articoli che non comparivano nei risultati principali potevano finire in cima, grazie al riassunto generato dall’IA.
Peccato che attualmente i dati appaiano in netta controtendenza: oggi, infatti, le fonti citate negli AI Overviews corrispondono a una o più delle pagine web tra i primi 10 risultati organici nel 99,5% dei casi.
Questo dato, emerso da una ricerca di Mark Traphagen, analista SEO di seoClarity, piattaforma di analisi dati che utilizza le IA, evidenzia una correlazione tra i siti che appaiono in cima ai risultati organici e quelli utilizzati come fonte per gli AI Overviews, rapporto quasi inesistente all’inizio.
Il caso di Martha Stewart: dalle stelle alle stalle
Prendiamo un esempio concreto: il sito di Martha Stewart (imprenditrice e celebre personaggio TV statunitense), noto per il suo ampio archivio di articoli su vari temi, si è visto soffiare via la posizione di testa per la ricerca “how to kill wasps” (“come uccidere le vespe”, non me ne vorranno gli animalisti…).
Bene, devi sapere che un riassunto generato dall’IA ha preso il suo posto, e l’articolo originale, che è la fonte primaria delle informazioni utilizzate dall’IA, è stato relegato alla terza scrollata su mobile!
E questo, mi spiace, ma non è un caso isolato.
Un altro esempio coinvolge la query “who are the UK national newspaper editors”, dove l’articolo originale di Press Gazette, che offre un elenco accurato, viene spinto in basso, mentre l’AI Overview fornisce un riassunto che include nomi errati, come Paul Dacre, Simon Heffer e John Stevens, che non sono nemmeno editori (per cui doppio errore!)
Come AI Overviews penalizza i contenuti originali (secondo Authoritas)
Secondo il CEO di Authoritas, Laurence O’Toole, questo scenario è destinato a diventare la norma.
I riassunti AI Overviews non solo riducono la visibilità degli articoli originali, ma possono anche scoraggiare i lettori dal cliccare sui link, poiché i riassunti appaiono esaustivi.
Peggio ancora, i link inseriti nelle risposte AI Overviews aprono una finestra separata piuttosto che reindirizzare direttamente al sito del publisher, aumentando ulteriormente la probabilità che gli utenti non visitino mai la fonte originale.
O’Toole avverte che l’impatto sugli editori potrebbe essere devastante, soprattutto considerando che Google è il principale generatore di traffico per la maggior parte dei siti di notizie, spesso responsabile di un terzo o più delle visite totali.
Anche se il tuo sito ha sempre ottenuto ottimi posizionamenti organici, gli AI Overviews potrebbero costringerti a rivedere completamente la tua strategia SEO per mantenere la tua posizione competitiva, motivo per il quale ti conviene iniziare a pensare a soluzioni come la SEO data poisoning.
Insomma, mi spiace, ma nel futuro, la visibilità del tuo sito, non potrà non tener conto di AI Overviews.
Come nota acutamente Nilay Patel, caporedattore del sito di informazione tecnologica The Verge, la ricerca su Google una volta era considerata il miglior percorso per accedere a ciò che c’è sul Web.
Ora, ironicamente, il suo obiettivo è quello di trattenerci con sé e non farci andare da nessuna parte. Esattamente come una mamma troppo protettiva che non vuole che il figlio trovi un posto nel mondo!
Ma c’è un modo per aggirare tutto questo!
Si può utilizzare la funzione di ricerca e non vedere i contenuti generati dall’IA, basta cliccare su una piccola scheda “Altro” e selezionare la ricerca “Web”. Allora Google farà ciò che doveva sempre fare: esplorare Internet alla ricerca di URL rilevanti per le tue domande e quindi visualizzarli.
AI Overviews: Ritorno al passato (ma con le IA…)
Google sostiene che gli AI Overviews generano più clic rispetto ai risultati di ricerca tradizionali, ma – indovina un pochino – non ha ancora fornito prove concrete a sostegno di questa affermazione.
Secondo un’analisi di Rich Sanger, consulente SEO esperto di e-commerce, esistono dati contrastanti sull’efficacia di questa nuova funzionalità. Ad esempio, c’è una probabilità del 66,5% che il primo URL organico venga riportato nei risultati AI Overviews, ma solo una probabilità del 38,5% che mantenga la posizione di testa.
In pratica, anche se sei in cima alla lista organica, potresti finire per perdere visibilità a favore di una risposta generata dall’IA.
Mark Traphagen lo riassume con una frase lapidaria: “La AI Overview optimization è ormai diventata semplicemente… Google optimization!”.
In altre parole, per avere una chance di comparire negli AI Overviews, è fondamentale ottenere un posizionamento elevato nei risultati organici. Sembra un ritorno ai fondamentali della SEO, ma con un twist che potrebbe rendere il gioco molto più difficile per i publisher.
Anche Bing di Microsoft ha il suo AI Overviews: si chiama gen-AI
Non pensare che questo sia solo un problema di Google.
Microsoft, con il suo motore di ricerca Bing, ha introdotto una funzione simile, chiamata gen-AI, che crea risposte dinamiche e personalizzate alle query degli utenti, utilizzando modelli di intelligenza artificiale simili a quelli di Google.
Anche se Bing rappresenta solo l’8% delle ricerche globali (contro l’87% di Google), non si può ignorare il fatto che anche Microsoft sta esplorando come l’IA possa ridefinire il panorama delle ricerche online.
Microsoft ha riconosciuto che questa nuova funzionalità potrebbe influenzare negativamente il traffico verso i publisher, riducendo le visite organiche. Tuttavia, sostiene che i primi dati indicano che l’esperienza mantiene un numero stabile di clic verso i siti web, supportando un “ecosistema web sano”.
Ma queste rassicurazioni- perdona la schiettezza- suonano retoriche, considerando l’impatto già osservato su Google.
AI Overviews e il problema indiano: l’hindi non è una lingua facile (nemmeno per le IA)
Tra i tanti problemi di AI Overviews, emerge anche una preoccupante questione di qualità, soprattutto quando si tratta di lingue diverse dall’inglese.
Un recente articolo di TechCrunch, sito punto di riferimento per approfondimenti sul mondo tecnologico, ha messo in luce come Google stia espandendo gli AI Overviews in altre lingue, tra cui l’hindi, ma con risultati che lasciano molto a desiderare.
L’articolo evidenzia che, nonostante gli sforzi di Google per ampliare l’accessibilità di questa tecnologia, la qualità delle risposte generate dall’IA in hindi è ben lontana dagli standard attesi.
Questo problema si aggiunge alla lista già lunga di criticità legate agli AI Overviews: dalla riduzione della visibilità per i publisher, alla dipendenza sempre maggiore dagli algoritmi di Google, fino alla scarsa accuratezza delle informazioni, soprattutto nelle lingue meno diffuse.
Per non dimenticare le risposte folli di AI Overviews, tipo il consiglio- ormai arcinoto- di mettere la colla nella pizza per far aderire meglio la mozzarella!
Insomma, mentre la rivoluzione dell’IA avanza, sembra che ci sia ancora molta strada da fare per garantire che queste tecnologie possano davvero migliorare l’esperienza utente senza compromettere la qualità delle informazioni disponibili.
Chi ci guadagna davvero con le IA?
Uno degli aspetti più allarmanti della rapida adozione degli AI Overviews è la questione economica.
Devo essere sincero, stando così le cose, queste tecnologie rischiano di essere redditizie solo per le piattaforme che le utilizzano, come Google e Microsoft.
In questo contesto, puoi capire bene l’allarme di molti editori quando si è avanzata perfino l’ipotesi che Google potesse penalizzare i siti web che non autorizzano AI Overviews a utilizzare i loro contenuti!
La capacità di trattenere gli utenti sulle loro piattaforme più a lungo e di presentare risposte senza doverli reindirizzare verso i siti esterni potrebbe sembrare un miglioramento dell’esperienza utente, ma nasconde un rischio molto più grande.
Per questo motivo, molti commentatori, hanno paventato, con AI Overviews, una fine dei siti web (e conseguentemente un drastico calo di ricavi per i gestori dei siti)!
In soldoni, se i creatori di contenuti non riescono a ottenere ricavi perché le loro pagine non ricevono più traffico, la loro motivazione a creare nuovi contenuti potrebbe diminuire drasticamente, non pensi?
E qui sorge una domanda fondamentale: se i creatori di contenuti smettono di produrre materiale nuovo, dove prenderanno le informazioni le AI Overviews?
Fin quando le persone continueranno a creare contenuti gratis?
Se l’IA dovesse diventare la nostra guida principale alle informazioni del mondo, se dovesse essere il nostro assistente-bibliotecario-compagno disponibile 24 ore su 24, come propongono le aziende tecnologiche, allora dovrà costantemente aggiungere nuove informazioni ai suoi set di dati.
Ma queste informazioni non possono essere generate dall’IA, che non è capace nemmeno di un briciolo di pensiero o analisi originale, né può riportare notizie in tempo reale (per ora…).
Per un decennio o più, i social media hanno motivato miliardi di esseri umani a caricare costantemente nuove informazioni su Internet. Gli utenti erano spinti dalle possibilità di fama e profitto e dalla connessione quotidiana. Molte aziende mediatiche erano motivate dalla possibilità di vendere pubblicità digitale, spesso con Google stesso come intermediario.
Ora, nell’era dell’IA, in cui Google può semplicemente digerire una parte del tuo post o video e mostrarla a un visualizzatore, magari senza nemmeno riconoscerti come autore originale, quegli incentivi a creare e condividere scompaiono. In altre parole, Google e OpenAI sembrano pronti a causare l’erosione dello stesso ecosistema su cui i loro strumenti dipendono.
A questo punto ti starai chiedendo: esistono possibili soluzioni a tutto ciò?
Qualcuna ci sarebbe…
OpenAI, per esempio, ha negoziato accordi di licenza con diverse aziende mediatiche, offrendo ai giornalisti una certa quantità di finanziamenti– probabilmente troppo pochi- per continuare a creare il materiale che viene alimentato; Sam Altman ha suggerito che l’IA potrebbe eventualmente diventare una forma di reddito universale di base, in cui “ognuno ottiene una fetta.”
Forse tutta l’umanità che usa Internet riceverà un giorno micro-royalties per i nostri piccoli contributi al tesoro di dati digitali…
Perdona se rovino il sogno di un mondo in cui regnano altruismo e buoni sentimenti, ma credo che, più realisticamente, le aziende di IA continueranno a prelevare e utilizzare tutto ciò che possono gratuitamente, anche se di tanto in tanto elargiranno qualche contentino agli editori (a questo proposito, è notizia del 24 agosto 2024, che Google ha sostenuto un accordo da 250 milioni di dollari con la California per supportare il giornalismo).
A meno che le istituzioni sovranazionali non cerchino di regolare il mercato, e a questo proposito, devo vincere il mio naturale pessimismo dato che, dopo la condanna per monopolio di Google, qualcosa sembra muoversi in questa direzione…
Le conseguenze di AI Overviews sul tuo sito web: alla fine dei giochi chi ne esce vincitore?
Ma veniamo al lato pratico della questione.
Cosa c’entra tutto questo con te?
Se sei un creatore di contenuti o gestisci un sito, se sei un imprenditore che lavora sul web, devi sapere che AI Overviews modificherà radicalmente il modo in cui le informazioni vengono presentate e consumate online.
Se il tuo contenuto non viene incluso in questi riassunti, con AI Overviews, rischi di perdere visibilità, traffico e, di conseguenza, entrate.
La vera domanda è:
Google sta davvero migliorando l’esperienza utente, o sta semplicemente trattenendo gli utenti sul “motore di risposta” più a lungo, a scapito di chi produce i contenuti originali?
Abbiamo visto che se la IA dovesse diventare la nostra guida primaria all’informazione globale, dovrà continuamente aggiornare i suoi dataset con nuove informazioni.
Ma queste informazioni non possono essere generate dall’IA stessa, che è incapace di produrre pensieri originali o analisi autonome. Quindi, chi produrrà i nuovi contenuti se non c’è più incentivo economico?
Insomma: l’IA, senza il contributo umano, a cosa servirà?
Se ancora non ti è chiaro il da farsi è molto semplice: diventa la fonte!
Takeaways
Gli AI Overviews generati da Google stanno riducendo la visibilità dei contenuti originali, spesso relegando articoli di alta qualità in posizioni inferiori nei risultati di ricerca, compromettendo così il traffico organico e le entrate per i siti web.
Con l’aumento della diffusione degli AI Overviews, i creatori di contenuti potrebbero dover adattare le loro strategie SEO per rimanere competitivi. Tuttavia, questo potrebbe non essere sufficiente se Google continua a privilegiare i riassunti generati dall’IA rispetto ai contenuti originali.
Nonostante l’adozione degli AI Overviews, permangono problemi significativi in termini di accuratezza, soprattutto per contenuti in lingue diverse dall’inglese. Ciò potrebbe danneggiare ulteriormente la reputazione dei creatori di contenuti le cui informazioni vengono rappresentate in modo errato.
La tendenza di Google e Microsoft a mantenere gli utenti all’interno delle loro piattaforme con risposte generate dall’IA potrebbe portare a una diminuzione delle entrate per i creatori di contenuti, riducendo così gli incentivi a produrre nuovi contenuti di qualità.
Senza un flusso costante di nuovi contenuti prodotti da esseri umani, le IA rischiano di non avere dati sufficientemente aggiornati e accurati. Questo scenario solleva dubbi sulla capacità delle AI Overviews di sostenersi nel lungo periodo senza il contributo umano.
FAQ
Cosa sono gli AI Overviews e come cambieranno la ricerca online?
Gli AI Overviews sono riassunti automatici generati da Google che offrono una sintesi delle informazioni direttamente in cima ai risultati di ricerca. Questa funzionalità mira a rispondere alle domande degli utenti senza che sia necessario cliccare su più link. Sebbene sembri un’innovazione interessante, ci sono preoccupazioni sul fatto che possa ridurre la visibilità dei contenuti originali e penalizzare i siti web che dipendono dal traffico organico.
Come gli AI Overviews stanno influenzando la visibilità dei contenuti originali?
Gli AI Overviews tendono a selezionare fonti dai primi risultati organici per generare i loro riassunti, il che potrebbe relegare i contenuti originali in posizioni inferiori nei risultati di ricerca. Questo scenario può ridurre la visibilità e il traffico verso i siti web, obbligando i creatori di contenuti a rivedere le loro strategie SEO.
Quali sono le preoccupazioni a lungo termine riguardo agli AI Overviews?
Una delle maggiori preoccupazioni è che gli AI Overviews possano erodere gli incentivi economici per i creatori di contenuti, portando a una diminuzione della produzione di materiale nuovo e originale. Senza il contributo umano, l’efficacia e la qualità degli AI Overviews potrebbero essere compromesse nel lungo periodo.