Gli attacchi dei “bad actor” possono davvero danneggiare il tuo sito?

Al Google SEO office hours del 22 agosto 2024, Martin Splitt, sviluppatore di Google, ha ridimensionato l'allarme riguardo ai bad actor, ovvero concorrenti sleali che possono penalizzare il tuo sito web e minacciare il tuo business. Splitt ha chiarito inoltre quali sono i pericoli reali per i siti e le imprese che operano online.

Martin Splitt, del team Google, ha chiarito la questione, spiegando cosa può (davvero) penalizzare il tuo sito web

Se hai un sito web e da questo dipende il fatturato della tua impresa, sicuramente almeno una volta ti sarai domandato:

cosa succede se un mio concorrente decide di bombardare il mio sito con traffico sospetto o link di bassa qualità per minare il mio posizionamento su Google?

Questa paura non è un’esclusiva riservata ai complottisti più paranoici, ma si tratta di una questione molto dibattuta che preoccupa tanti imprenditori.

Google ha voluto per questo motivo dare una risposta una volta per tutte e fare un po’ di chiarezza visto l’allarmismo (talvolta ingiustificato) che serpeggia online.

Ma prima di iniziare, vediamo meglio cosa si intende per “bad actor”, le ultime spaventose minacce che tormentano il sonno di molti…

Chi sono i “bad actor”? Dobbiamo davvero averne così paura?

Innanzitutto, chiariamo il concetto di “bad actor”: non stiamo parlando di attori scadenti di Hollywood, ma di individui o entità che compiono azioni malevole o non etiche per trarre vantaggio a discapito di altri.

Questi possono essere hacker, concorrenti sleali, o semplicemente competitor intenzionati a creare scompiglio e danneggiare il tuo business.

Immagina di essere il proprietario di un ristorante. Un gruppo di clienti si presenta nel tuo locale, si comporta male, appiccica chewing gum sotto ai tavoli, scrive insulti sui muri e poi, non contento, lascia pure recensioni pessime.

Questo ovviamente può rovinare la reputazione del tuo ristorante, nonostante tu non abbia nessuna colpa.

Ecco, nel caso del web, un esempio tipico di “bad actor” è un concorrente che invia bot per generare traffico falso o link di scarsa qualità verso il tuo sito, con l’obiettivo di farlo apparire meno affidabile agli occhi di Google.

Ma questa strategia può davvero funzionare? Vediamo cosa dicono a Mountain View.

Le rassicurazioni di Martin Splitt di Google: i bad actor si trovano solo in pessimi film…

Hai mai sentito parlare di Google SEO office hours?

Si tratta di un evento periodico, solitamente sotto forma di video o webinar, in cui esperti di Big G, rispondono a domande della comunità SEO riguardo a vari aspetti dell’ottimizzazione per i motori di ricerca.

Durante queste sessioni, i professionisti del settore possono ottenere chiarimenti diretti su come funzionano gli algoritmi e su come gestire situazioni specifiche legate al posizionamento nei risultati di ricerca.

Ecco, durante l’ultimo Google SEO office hours, quello del 22 agosto 2024, Martin Splitt, sviluppatore del team di ricerca di Google, un professionista esperto e autorevole, (non farti ingannare dalla foto!), ha affrontato una domanda che molti piccoli-medi imprenditori si pongono:

“Devo preoccuparmi che i ‘bad actor’ possano far sembrare il mio sito non affidabile agli occhi di Google, inviando spam o traffico sospetto?”

Martin Splitt, sviluppatore del team Google, foto fonte LinkedIn

La risposta di Splitt è stata diretta e rassicurante (nonostante la parrucca rosa shocking):

“Se qualche tuo competitor sleale invia traffico al tuo sito da fonti discutibili, il tuo sito non verrà penalizzato”.

Martin Splitt

Quindi, a dir suo, anche se qualcuno inizia a inviare traffico sospetto al tuo sito, Google non lo considererà automaticamente meno affidabile. Io onestamente, proprio in relazione alla SEO Negativa non ci andrei così tanto sul sicuro…

A questo proposito, sul suo Security Blog, Big G ricorda di aver identificato nel 2023 con maggiore efficacia i “bad actor” e le frodi, bannando 333.000 account dannosi da Play per violazioni come malware confermati e ripetute violazioni gravi delle policy. Per cui, qualcosa si muove in questo versante…

A voler essere onesti c’è anche da considerare che questa “psicosi collettiva” dei bad actor, potrebbe in alcuni casi essere orchestrata da molti anche per interesse. A che mi riferisco? Vedo troppo spesso sedicenti esperti che ingigantiscono un problema, per poi fornirti la soluzione (ovviamente a caro prezzo!) per lucrarci un po’ su.

In pratica è come se il proprietario di una società che produce antifurti ti fornisse statistiche fasulle sull’aumento vertiginoso di furti negli appartamenti. Non proprio una pratica commerciale super-etica…

Perciò è comprensibile che chi teme scorrettezze da concorrenti sleali, si possa rivolgere a chi propone una soluzione semplice e veloce (seppur costosa!)

Ma allora a cosa dovremmo stare attenti secondo Martin Splitt?

Il traffico sospetto non è la minaccia che pensi, piuttosto attento ai contenuti!

Ma allora, cosa potrebbe effettivamente danneggiare la reputazione del tuo sito agli occhi di Google?

Martin Splitt ha sottolineato che i veri pericoli provengono da contenuti spam o malware presenti sul sito stesso.

“Se un sito contiene contenuti spam o è infettato da malware, allora sì, questo è un problema,” ha spiegato. In altre parole, la vera minaccia non è il traffico sospetto che arriva dall’esterno, ma ciò che si trova all’interno del tuo sito!

Questo è un punto fondamentale: mentre possiamo essere preoccupati per le azioni di terzi, la vera responsabilità rimane nelle nostre mani. Dobbiamo essere vigili e assicurarci che i nostri contenuti siano di alta qualità e che il nostro sito sia sicuro.

Google non penalizzerà il nostro sito per traffico o link che non possiamo controllare, ma si aspetta che gestiamo correttamente ciò che possiamo controllare (questo almeno, secondo Splitt).

Peccato che la realtà come sappiamo non è sempre così chiara: ti ho scritto di alcuni casi in cui il motore di ricerca ha inspiegabilmente premiato contenuti spam creati con IA, o di tutti i problemi causati da aggiornamenti, come gli effetti thriller del core update di agosto 2024.

Per questo motivo, solo un consulente SEO esperto può risolvere i problemi di ranking e indicizzazione dei siti web, lavorare al crawler per la tua visiblità online, e consentire ai siti di non subire penalizzazioni ingiustificate, e nel caso queste avvengano, saperle affrontare.

La nascita di un equivoco: la questione delle sitemap e la data “lastmod”

Molti utenti, almeno da quanto emerge dal Google SEO office hours, fanno confusione sulle sitemap e le date “lastmod”; da qui credo nascano alcuni timori immotivati.

Per fugare ogni dubbio, tenterò di spiegarti in modo semplice cosa si intende per sitemap:

essenzialmente si tratta di una mappa del tuo sito web, un file che elenca tutte le pagine e i contenuti, fornendo ai motori di ricerca una guida su come navigare e indicizzare i contenuti.

La sitemap XML o html è particolarmente utile per siti di grandi dimensioni o complessi, dove può essere difficile per Googlebot scoprire e indicizzare tutte le pagine importanti. Per i siti più piccoli, o dove la struttura dei link è ben organizzata, la necessità di una sitemap potrebbe essere meno urgente, ma rimane comunque un utile strumento per ottimizzare l’indicizzazione.

Inoltre, una sitemap ben configurata può aiutare Google a trovare contenuti che altrimenti potrebbero passare inosservati, come pagine che non ricevono molti link interni o contenuti multimediali specifici.

Ma veniamo ora alla data “lastmod”, ovvero un’indicazione che informa Google su quando una pagina è stata modificata per l’ultima volta.

Gary Illyes di Google ha recentemente spiegato che Big G ha iniziato a dare maggiore importanza a queste date, specialmente con l’introduzione di WordPress 6.5, che automatizza la gestione della “lastmod” nelle sitemap XML.

Gary Illyes su LinkedIn sul sitemap 26 giugno 2024

“Google si fida della data ‘lastmod’ o non si fida, non c’è una via di mezzo”

Gary Illyes

Questo significa che se la data ‘lastmod’ è errata o non accurata, Google potrebbe ignorarla completamente.

È interessante notare che questa fiducia è stata considerata binaria, come ha sottolineato Illyes in una discussione su LinkedIn: “O ci fidiamo o non ci fidiamo”.

Gary Illyes risponde su X 11 giugno 2024 sitemap

Ciò potrebbe dunque spiegare perché alcuni siti vedono una riduzione della frequenza di scansione se Google rileva incongruenze nelle date ‘lastmod’. Questo evidenzia l’importanza di mantenere le sitemap aggiornate e accurate, perché mentre il traffico sospetto non penalizzerà il sito, informazioni errate nelle sitemap potrebbero portare a una minore visibilità nei risultati di ricerca.

Ma allora quali sono le minacce reali che rischiano di danneggiare il tuo sito web?

Il vero problema sono i malware (e la lentezza con cui Google risponde agli utenti)

Mi pare che utenti e addetti ai lavori si stiano concentrando tanto su “bad actor”, traffico sospetto e link tossici, ma stiano perdendo di vista ciò che davvero penalizza la visibilità dei siti in SERP, ossia:

i contenuti di bassa qualità (quelli creati con IA soprattutto), i malware e gli errori nelle informazioni fornite tramite le sitemap.

Questi a suo dire sono i problemi che hanno un impatto diretto e immediato sul tuo business!

Un’altra questione da non trascurare poi è la seguente:

Quanto possiamo fidarci della rapidità di Google nel risolvere questioni critiche?

Un esempio significativo è il recente ritardo di Google nella gestione degli appelli relativi ai profili Google Business. Secondo le ultime notizie, il tempo di attesa per ottenere una risposta è aumentato a oltre sette giorni, con alcune persone che riportano addirittura ritardi di 15 giorni!

E pensa che, in teoria, il tempo standard di risposta, dovrebbe essere tra i tre e i cinque giorni (lascio a te ogni commento…).

I forum di supporto di Google sono pieni di lamentele riguardo a questi ritardi.

Sul blog di Google Sherry Bonelli risponde a un utente frustrato per i ritardi di Google 11 agosto 2024

Sherry Bonelli, esperta responsabile di Google Business Profile, ha confermato i ritardi, invitando gli utenti alla pazienza:

“Dovete aspettare fino a quando non riceverete una decisione da Google riguardo al vostro appello. Ci sta mettendo più tempo del normale e può richiedere più di 7 giorni”.

Sherry Bonelli

Ora, capisci bene che questo tipo di ritardo (sempre più frequente specie dopo l’update di agosto 2024) può avere conseguenze reali per le attività che dipendono dalla loro presenza online.

Immagina di dover attendere oltre due settimane per risolvere un problema che potrebbe influire sulla tua visibilità o sulla fiducia dei tuoi clienti. In un mondo dove il tempo è denaro, questi ritardi non sono solo un inconveniente, ma possono avere un impatto diretto sulle entrate e sulla reputazione del tuo business.

Per cui, possiamo dire che i “bad actor” (per certo) stanno a Mountain View…

Takeaways

  • Martin Splitt di Google ha chiarito che il traffico sospetto o i link di bassa qualità inviati da “bad actor” non danneggeranno la reputazione del tuo sito agli occhi di Google. Il motore di ricerca non considera automaticamente meno affidabile un sito solo per questo tipo di attacchi.
  • Secondo Splitt, i veri pericoli per il tuo sito provengono dall’interno. Se il tuo sito contiene contenuti spam o è infettato da malware, questo sì che potrebbe portare a una penalizzazione da parte di Google.
  • Le sitemap aiutano Google a navigare e indicizzare il tuo sito, ma è fondamentale che le informazioni siano accurate, soprattutto la data “lastmod”. Gary Illyes ha sottolineato che Google si fida o non si fida di queste date, senza vie di mezzo. Errori nelle sitemap possono ridurre la frequenza di scansione e la visibilità del sito.
  • Molti imprenditori sono preoccupati dai potenziali danni causati dai “bad actor”, ma secondo Splitt, questa paura è infondata. Alcuni sedicenti esperti potrebbero addirittura ingigantire il problema per vendere soluzioni costose e non necessarie.
  • Un problema reale per le aziende è il ritardo nella gestione degli appelli relativi ai profili Google Business. I tempi di attesa per una risposta sono aumentati a oltre sette giorni, con alcuni utenti che riportano ritardi di 15 giorni, ben al di sopra dei 3-5 giorni standard, causando potenziali danni diretti alle attività online.

FAQ

Cosa sono i bad actor nel contesto dei siti web?

I ‘bad actor’ sono individui o entità che compiono azioni malevole o non etiche per trarre vantaggio a discapito di altri. Nel contesto dei siti web, possono essere hacker, concorrenti sleali, o persone che inviano traffico sospetto o link di bassa qualità per danneggiare la reputazione di un sito agli occhi di Google.

I bad actor possono penalizzare il mio sito su Google?

Secondo Martin Splitt di Google, il traffico sospetto o i link provenienti da fonti discutibili inviati da ‘bad actor’ non penalizzeranno il tuo sito. Google non considera automaticamente meno affidabile un sito a causa di tali attacchi.

Quali sono le vere minacce per il posizionamento del mio sito su Google?

Le vere minacce per il posizionamento del tuo sito su Google sono i contenuti di bassa qualità, i contenuti spam, e i malware presenti sul sito. Anche errori nelle informazioni fornite tramite le sitemap, come date ‘lastmod’ non accurate, possono influenzare negativamente la visibilità del sito nei risultati di ricerca.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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