Google acquisisce Wiz, società che si occupa di cybersecurity, per 23 miliardi di dollari

Google avrebbe acquisito Wiz, innovativa startup israeliana di cybersecurity, per 23 miliardi di dollari. Questa mossa strategica mira a rafforzare la protezione dei dati e la sicurezza online dei suoi utenti, oltre a consolidare la posizione di Google nel settore della cybersecurity. L'acquisizione è parte di un piano più ampio per evitare sanzioni e migliorare la reputazione aziendale. Ma questa non è la sola operazione pensata da Big G...

Aggiornamento 22 luglio 2024: Wiz rinuncia all’accordo con Google, punta all’IPO

In un aggiornamento significativo, Wiz ha deciso di non proseguire con l’accordo da 23 miliardi di dollari per essere acquisita da Google, optando invece per un’IPO come inizialmente pianificato. Il co-fondatore Assaf Rappaport ha informato i dipendenti che la decisione è stata presa in considerazione delle preoccupazioni antitrust e degli investitori. La startup di sicurezza cloud ha ora come obiettivi principali l’IPO e il raggiungimento di un miliardo di dollari in ricavi ricorrenti annuali.

Fondata nel 2020, Wiz ha mostrato una crescita impressionante, raggiungendo 350 milioni di dollari in ricavi annuali ricorrenti l’anno scorso. La decisione di Wiz rappresenta una delusione per i suoi sostenitori di venture capital come Index Ventures, Insight Partners e Sequoia.

Wiz aveva precedentemente beneficiato dell’adozione di software cloud durante la pandemia e aveva annunciato un round di finanziamento da 100 milioni di dollari meno di un anno dopo la sua fondazione. Google non ha rilasciato commenti sulla decisione di Wiz.

Big G investe sulla sicurezza web per evitare sanzioni e richieste di risarcimento (e per dominare anche questo settore…)

Il 14 luglio 2024 il Wall Street Journal ha sganciato la bomba: Google sta per acquistare Wiz, innovativa startup israeliana che si occupa di cybersecurity, per l’astronomica cifra di 23 miliardi di dollari.

Percepisco il tuo stupore…

E non ti nego che alla lettura della cifra anche io sono sobbalzato dalla sedia.

Ma, a ben vedere, questo è un investimento che a lungo termine si rivelerà molto vantaggioso per Big G e nel corso dell’articolo cercherò di spiegarti in che modo.

Sì, perché con quest’operazione, non sta semplicemente comprando una società di sicurezza cloud, ma sta investendo nel futuro della protezione dei dati e della privacy online dei suoi utenti, dimostrando chiaramente come intenda consolidare la propria posizione nel campo della cybersecurity.

Ma di cosa si occupa precisamente Wiz e chi è il suo astuto CEO?

Chi è Assaf Rappaport, il CEO di Wiz

Assaf Rappaport, il co-fondatore e CEO di Wiz, ha un background accademico di rilievo, con una laurea in Informatica e master all’Università di Stanford, con alle spalle una solida esperienza in Microsoft, dove ha guidato la ricerca e sviluppo per la sicurezza cloud.

Ha fondato Wiz nel 2020, una piattaforma innovativa che scova le vulnerabilità nei sistemi cloud delle aziende, identificando e risolvendo i problemi di sicurezza in tempo reale, rendendo le infrastrutture più sicure e affidabili.

La sua tecnologia è progettata per scansionare fornitori di storage come Amazon Web Services e Microsoft Azure e in pochi anni ha attirato clienti di alto profilo come Fox e Morgan Stanley.

Ma non devi pensare a Rappaport come a un nerd, ingenuo e romantico, infatti si è dimostrato un abile businessman grazie a una strategia aggressiva denominata “suicide plan”, che includeva assunzioni rapide, raccolta di fondi e targeting delle principali aziende del mercato, come si evince da questo pezzo di Bloomberg.

Il suo atteggiamento e la sua visione pragmatica si possono notare in questo video, davvero rivelatore, se si pensa agli ultimi sviluppi:

Per renderti l’idea, ti do qualche numero: l’azienda nel 2023 ha avuto 100 milioni di dollari di entrate e nel maggio 2024, ha raggiunto una valutazione di ben 12 miliardi di dollari, come riportato da Forbes. Non male per una società fondata solo quattro anni fa!

Considerato tutto ciò, era inevitabile che a Mountain View si accorgessero di Wiz…

Google rende il monitoraggio del darkweb gratuito (ma niente si fa per niente…)

Come puoi facilmente immaginare se Big G spende una cifra del genere per una startup, ci sarà un motivo.

Questa acquisizione non è solo una mossa strategica per migliorare la protezione dei propri servizi cloud e garantire una maggiore sicurezza per gli utenti, ma va letta come un’operazione volta a ripulire una reputazione un po’ sporcata negli ultimi tempi (il processo per monopolio ti dice nulla?).

A Mountain View infatti non vogliono far passare l’idea di non essere preparati sulla cybersecurity, specie dopo le dimissioni di Keith Enright, responsabile della privacy, il cui dipartimento è stato perfino eliminato.

Per questo motivo vogliono che il messaggio sia chiaro: per Google la protezione dei dati personali è una priorità, (specie dopo quanto emerso dal recente scandalo “Google Leak”).

Un chiaro esempio di questa strategia è la recente decisione di rendere gratuito il servizio di monitoraggio del Dark Web, precedentemente riservato agli abbonati a Google One (funzionalità che permette di ampliare lo spazio di archiviazione su Google Drive, Gmail e Google Foto).

Questo servizio consente agli utenti di sapere se i loro dati personali sono stati esposti nel Dark Web, una rete oscura dove proliferano attività illecite, come riportato da The Verge.

La mossa è da leggere in ottica economica e fa parte di una strategia a lungo termine…

Per una multinazionale infatti i danni reputazionali possono essere davvero una brutta grana, in questo scenario vanno inquadrate scelte recenti, apparentemente dispendiose, ma ben ponderate, come questa, e come il fondo per i lavoratori europei minacciati dalle IA, di cui ti ho già parlato.

Ma torniamo a noi: lo avrai sentito dire mille volte, ma cosa si intende per dark web?

grafico Statista dark web 2024 web facts
Fonte Statista

Che cos’è il darkweb? Il mercato nero è virtuale, ma il pericolo è reale

Il Dark Web evoca l’immagine di un mercato nero in cui tutto ha un prezzo e la moralità è un optional (che differenza c’è tra questo e il mercato vero e proprio, penseranno i più maliziosi…).

Ma al di là delle considerazioni etiche, ti basti sapere che qui vengono commerciati dati rubati, droghe, informazioni riservate, armi e molto altro (un bel posticino, insomma…).

Come puoi ben immaginare, il giro d’affari è pazzesco, ad esempio, Silk Road, uno dei più noti mercati neri online, ha generato circa 200 milioni di dollari in due anni prima di essere smantellato nel 2013 (a questo proposito può essere utile l’approfondimento di Wired).

Sebbene il Dark Web sia spesso associato ad attività criminali, offre anche un canale sicuro per giornalisti, attivisti e persone che vivono sotto le dittature per esempio, grazie al fatto che consente il totale anonimato (per scopi nobili e meno nobili).

È interessante notare, a questo proposito, che la rete Tor (dal 2006 di pubblico dominio), utilizzata per accedere al Dark Web, è stata inizialmente sviluppata dal governo degli Stati Uniti per garantire comunicazioni anonime e sicure ai dissidenti di tutto il mondo (ma anche ai servizi segreti), come si evince dal video qui sotto:

Nonostante le rassicurazioni dei dirigenti come Elizabeth Tucker, come è facilmente intuibile, la mancanza di regolamentazione rende questo ambiente pericoloso e difficile da monitorare.

Per questo motivo Google, sta cercando di porre un argine, o almeno di controllare, per quanto possibile, questi aspetti, non per motivi “umanitari” ma per evitare che gli utenti subiscano furti di dati e altri danni di natura economica.

dark web categories 2024 fonte Statista 2024
Fonte Market.us Scoop

Sì, perché Big G non teme solo le richieste di danni da parte dei gestori dei siti e il conseguente danno di immagine, ma soprattutto le sanzioni da parte delle istituzioni governative americane e sovranazionali che possono imputarle di non aver protetto a sufficienza la privacy e i dati sensibili delle persone, sempre più sfiduciate.

Questa attenzione alla cybersicurezza è da inquadrare in un periodo in cui Big G è sotto la lente d’ingrandimento delle autorità, per esempio quella del GDPR

Google sotto la lente d’ingrandimento del GDPR (il regolamento europeo per la protezione dei dati)

Il GDPR, o General Data Protection Regulation, è il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, entrato in vigore il 25 maggio 2018.

Ha rivoluzionato la gestione della privacy dei dati, stabilendo norme uniformi per tutti gli stati membri dell’UE.

Il GDPR mira a:

  • Armonizzare le leggi sulla privacy in tutta l’UE;
  • Proteggere i dati personali dei cittadini dell’UE;
  • Riformare il modo in cui le organizzazioni trattano i dati personali.

Il GDPR si applica a tutte le organizzazioni che trattano dati personali di residenti nell’UE, indipendentemente dalla loro ubicazione.

Le violazioni del GDPR possono comportare multe fino a 20 milioni di euro o il 4% del fatturato annuo globale dell’organizzazione.

Mi rendo conto che a Mountain View tali multe appaiono irrisorie, ma la reputazione si indebolisce, mattoncino dopo mattoncino, come sanno i suoi dirigenti (e il mercato sa essere molto volubile e permaloso…)

Ma quali misure ha adottato Google per garantire la conformità al GDPR? Vediamole insieme:

  • Ha trasferito la responsabilità dei dati degli utenti europei a Google Ireland Limited, facilitando la gestione dei dati all’interno dello Spazio Economico Europeo e riducendo le problematiche legate ai trasferimenti internazionali;
  • Dal marzo 2024, Google richiede l’attivazione del Consent Mode per le conversioni delle campagne pubblicitarie in Europa. Questo strumento consente alle aziende di modellare il comportamento degli utenti senza raccogliere dati personali in assenza di consenso, aiutando a rispettare le normative sulla privacy;
  • Google ha sviluppato strumenti come Google Analytics e Google Ads, che offrono opzioni per l’anonimizzazione dei dati e la gestione del consenso, aiutando le aziende a conformarsi al GDPR. I periodi di conservazione dei dati possono essere configurati tramite Google Analytics, garantendo l’eliminazione dei dati dopo un periodo specificato.

Tuttavia, il Garante della Privacy ha rimproverato Google per non aver rispettato pienamente le normative GDPR, evidenziando criticità nella gestione dei cookie di profilazione per la pubblicità.

Le sanzioni riguardano l’uso inappropriato dei dati personali per scopi pubblicitari senza ottenere un consenso valido e informato dagli utenti, nonché la mancanza di chiarezza nelle informazioni fornite agli utenti sui trattamenti dei dati personali.

Perché Google punta tutto sulla sicurezza web? (Almeno nelle intenzioni di facciata…)

Come abbiamo visto a Mountain View stanno puntando sulla cibyer-sicurezza per cinque motivi:

  • diventare leader nel settore della sicurezza web;
  • evitare i maxi risarcimenti a utenti e imprese colpite da hacker e criminali;
  • evitare multe e sanzioni dalle istituzioni statunitensi e sovranazionali;
  • ripulire la reputazione sulla protezione dei dati, specie dopo il processo negli USA;
  • rassicurare il mercato, gli investitori, gli utenti e dare un segnale ai concorrenti.

Ecco, visto e considerato tutto questo, 23 miliardi sono ampliamente giustificati!

Gli attacchi informatici e la compromissione dei dati infatti possono avere conseguenze finanziarie devastanti per le aziende e gli individui.

Proteggendo i dati dei suoi utenti, Google contribuisce a prevenire queste perdite, riducendo al contempo i potenziali costi legali e le richieste di risarcimento.

Insomma, come è naturale che sia per una multinazionale, il discorso è economico, non è mosso da afflato umanitario, ma da ovvio e comprensibile calcolo economico.

Per questo, anche se la lotta al Dark Web comporta costi significativi, i benefici superano di gran lunga questi costi.

Proteggere i dati degli utenti previene perdite finanziarie, migliora la reputazione aziendale e rafforza la fiducia degli utenti, garantendo una base di clienti fedeli e soddisfatti, specie in questo periodo di così grande precarietà.

Takeaways

  • Google ha annunciato l’acquisizione di Wiz, una startup israeliana di cybersecurity, per 23 miliardi di dollari, dimostrando il suo impegno a diventare leader nella sicurezza digitale
  • Con questa operazione, Google investe nel futuro della protezione dei dati e della privacy online, mirando a migliorare la sicurezza dei propri servizi cloud e a proteggere meglio i propri utenti.
  • Assaf Rappaport, co-fondatore e CEO di Wiz, ha un background accademico solido e una notevole esperienza in Microsoft. Wiz, fondata nel 2020, è nota per la sua tecnologia innovativa che identifica e risolve le vulnerabilità nei sistemi cloud in tempo reale
  • L’acquisizione e altre iniziative di Google, come il monitoraggio gratuito del Dark Web, sono mosse strategiche per evitare sanzioni e richieste di risarcimento, in un periodo in cui l’azienda è sotto la lente d’ingrandimento delle autorità per la privacy dei dati.
  • Oltre a migliorare la sicurezza, queste azioni mirano a ripulire la reputazione di Google sulla protezione dei dati, a rassicurare il mercato e a evitare le pesanti sanzioni imposte da regolamentazioni come il GDPR.

FAQ

Perché Google ha acquisito Wiz per 23 miliardi di dollari?

Google ha acquisito Wiz per 23 miliardi di dollari per rafforzare la sicurezza dei dati e la privacy online, consolidando la sua posizione nel campo della cybersecurity. Questo investimento mira anche a evitare sanzioni e richieste di risarcimento, migliorando al contempo la reputazione aziendale.

Chi è Assaf Rappaport, il CEO di Wiz?

Assaf Rappaport è il co-fondatore e CEO di Wiz. Ha un background accademico di rilievo, con una laurea in Informatica e un master all’Università di Stanford. Ha precedentemente lavorato in Microsoft, guidando la ricerca e sviluppo per la sicurezza cloud. Ha fondato Wiz nel 2020, creando una piattaforma che identifica e risolve le vulnerabilità nei sistemi cloud in tempo reale.

Qual è l’importanza del Dark Web e come si collega alla strategia di Google?

Il Dark Web è una parte della rete internet dove si svolgono attività illecite come la vendita di dati rubati. Google ha deciso di offrire gratuitamente il servizio di monitoraggio del Dark Web per aiutare gli utenti a sapere se i loro dati personali sono stati esposti. Questo fa parte della strategia di Google per migliorare la sicurezza dei dati e la privacy online, riducendo il rischio di furti di dati e altri danni economici.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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