Google ha eliminato definitivamente la cache il 25 settembre 2024.
D'ora in avanti, per accedere alle versioni archiviate delle pagine web sarà necessario utilizzare la Wayback Machine di Internet Archive, poiché Google ha deciso di rimuovere la funzione di cache ritenendola obsoleta, data la maggiore stabilità del web moderno.
Come cambiano ora le strategie SEO per la tua attività online (e quella dei tuoi concorrenti)?
È deciso: Internet Archive sostituirà la Cache di Google ma cosa comporterà questo per i siti web e il tuo business online?
Ormai è definitivo: Google ha detto addio alla cache. Fa un po’ strano, vero?
Ricordo ancora quando inserivi “cache:” davanti a un URL per vedere quella pagina come l’aveva vista Google. Era una di quelle piccole gioie tecnologiche che sembravano indistruttibili ed eterne, come i Commodore 64 o il motore di ricerca Super Eva!
Ma niente dura per sempre, soprattutto nel mondo della tecnologia, dove il passato viene archiviato (letteralmente) per fare spazio a qualcosa di nuovo.
Ed ecco che Google, oggi, 25 settembre 2024, nove mesi dopo aver eliminato il link alla cache e due settimane dopo aver aggiunto i link alla Wayback Machine, ha rimosso la cache dalle sue ricerche (stavolta per sempre).
Ciò vorrà dire niente più link alla versione memorizzata di una pagina web, quella preziosa copia che Google faceva ogni volta che il suo crawler passava a dare un’occhiata.
D’ora in avanti, per cercare vecchie versioni di pagine web dovremo rivolgerci ad altre soluzioni, come la Wayback Machine di Internet Archive, con cui Google ha stretto una nuova alleanza per “salvare” i siti scomparsi.
Questo accordo, come ti ho scritto su LinkedIn, permetterà agli utenti (tuoi concorrenti inclusi) di accedere alle versioni storiche del tuo sito.
Un cambiamento importante per chi lavora con il web, e soprattutto per chi come te, piccolo o medio imprenditore, punta su SEO e visibilità online per attirare clienti.
Cos’è stata la cache di Google e perché (forse) ci mancherà
La cache di Google era una sorta di “salvagente digitale”.
Ogni volta che Googlebot visitava una pagina, ne faceva una copia esatta, una sorta di fotografia digitale che veniva poi archiviata sui server di Google.
Questi “snapshot” permettevano di accedere a versioni archiviate delle pagine, ed erano particolarmente utili in situazioni in cui una pagina web non era più disponibile o era stata modificata. La cache veniva aggiornata ogni volta che il crawler passava per il sito, il che poteva avvenire più frequentemente per i siti più visitati o quelli con contenuti che cambiavano spesso.
Un aspetto molto utile della cache era che, se una pagina risultava offline o il sito aveva un problema tecnico, era comunque possibile visualizzarne una versione recente grazie alla cache.
Questa funzione era disponibile direttamente nelle SERP, tramite un link associato al risultato di ricerca e permetteva non solo di salvare il contenuto per gli utenti, ma forniva anche dati rilevanti agli esperti SEO. Potevi, per esempio, verificare se Google aveva correttamente indicizzato una pagina e se le modifiche apportate erano state recepite dai crawler.
Ora, immagina di avere un e-commerce che aggiorna spesso i prodotti o un blog che pubblica articoli settimanalmente. Grazie alla cache, potevi monitorare se Google stava tenendo traccia delle modifiche, aiutandoti a ottimizzare il sito per ottenere il massimo in termini di visibilità.
Ma già il primo febbraio 2024, Google annunciò di voler eliminare questo strumento (non si può imputare a Big G di non averci preparato alla notizia).
Perché Google ha eliminato la cache?
Oggi, 25 settembre 2024, Big G ha rimosso la documentazione ufficiale della cache.
Sai qual è il motivo ufficiale?
Perché “il web è diventato più stabile”.
Secondo Google, infatti, con una rete oggi molto più affidabile e con server capaci di mantenere online i contenuti quasi costantemente, la funzione della cache aveva perso parte della sua rilevanza.
Danny Sullivan, dirigente di Google, ha spiegato con una certa nostalgia il motivo dietro questa decisione:
“Sì, è stato rimosso. Lo so, è triste. Anch’io sono triste. È una delle nostre funzioni più vecchie. Ma aveva lo scopo di aiutare le persone ad accedere alle pagine quando, molto tempo fa, spesso non si poteva fare affidamento sul caricamento di una pagina. Oggi le cose sono molto migliorate. Pertanto, si è deciso di ritirarla”.
Danny Sullivan
Con un tocco di ottimismo, Sullivan ha aggiunto:
“Aggiungeremo i link a @internetarchive dove prima c’era il link alla cache, all’interno di About This Result. È una risorsa straordinaria. Per l’obiettivo di alfabetizzazione all’informazione di About The Result, credo che sarebbe un’ottima soluzione per consentire alle persone di vedere facilmente come una pagina è cambiata nel tempo. Credo sia una buona idea per tutti”.
Danny Sullivan
In effetti, questa collaborazione con Internet Archive è diventata realtà: la cache non c’è più, ma Google ha incluso collegamenti a Wayback Machine per consentire agli utenti di visualizzare versioni precedenti delle pagine web.
Sullivan ha poi rassicurato gli utenti e i professionisti SEO con un promemoria:
“Come promemoria, chiunque abbia un account Search Console può utilizzare lo strumento di ispezione URL per vedere cosa ha visto il nostro crawler guardando la propria pagina. Nel prossimo futuro vedrete anche la scomparsa di cache:. Ma aspettate, vi chiedo, e noarchive? Lo rispetteremo comunque; non c’è bisogno di manipolarlo. Inoltre, altri oltre a noi lo usano”.
Danny Sullivan
Le polemiche degli utenti comunque non sono mancate, come puoi vedere tu stesso:
Cos’è la Wayback Machine e perché dovresti conoscerla
Come ti ho detto, l’11 settembre 2024 Internet Archive e Google hanno trovato un accordo per “salvare” il web scomparso.
Devi sapere che Internet Archive conserva copie di miliardi di pagine web attraverso snapshot, permettendo agli utenti di tornare indietro nel tempo e vedere come appariva una pagina in una data specifica.
Bene, Google ora ha integrato direttamente Wayback Machine nelle sue SERP attraverso la funzione “Informazioni su questo risultato”. In pratica, al posto del vecchio link alla cache, troverai un collegamento che ti porterà a una versione archiviata della pagina su Wayback Machine, come puoi leggere sul loro sito.
Un’alternativa valida (e gratuita, di questi tempi meglio specificarlo!), ma ovviamente meno integrata rispetto a quanto era la cache di Google.
Google ha ormai rimosso la documentazione relativa all’operatore di ricerca “cache:”, ormai obsoleto, per cui non si torna indietro!
La Wayback Machine di Internet Archive, infatti, mostra che la documentazione era attiva fino al 17 settembre 2024. Ad oggi, l’URL che spiegava l’operatore della cache reindirizza a un avviso di changelog che ne annuncia la rimozione.
Ecco, come vedi ho provato con il mio stesso sito:
Il futuro senza cache: cosa cambia per chi fa business online
Per chi lavora con il web, l’eliminazione della cache di Google è un cambiamento che richiederà un periodo di adattamento. Se prima potevi controllare in modo diretto la versione di una pagina indicizzata da Google, ora dovrai fare affidamento su strumenti alternativi. La domanda chiave è: cosa cambierà per le tue strategie SEO?
Prima di tutto, non sarà più possibile fare il vecchio controllo manuale con il comando “cache:” seguito dall’URL della pagina. Questo comando ora restituirà un errore 404, segno che Google non offre più accesso pubblico alle copie memorizzate delle pagine.
Fortunatamente, Google mette a disposizione strumenti avanzati come Search Console, che permette di monitorare l’indicizzazione e vedere come i crawler visualizzano le pagine del tuo sito.
Con Search Console, puoi utilizzare la funzione “Controllo URL” per verificare se la tua pagina è stata indicizzata correttamente o se ci sono problemi che impediscono al crawler di accedere al contenuto (e sai quanto i crawler siano essenziali per una scansione corretta).
Come adattarsi a questo nuovo scenario
Non c’è da disperarsi. Sebbene la cache di Google non sia più disponibile, esistono altre opzioni per accedere alle versioni archiviate delle tue pagine web.
Wayback Machine rimane una risorsa valida, con miliardi di snapshot disponibili, e puoi anche aggiungere manualmente le pagine del tuo sito se desideri che vengano memorizzate. Questo è particolarmente utile se gestisci contenuti che cambiano frequentemente o che sono soggetti a modifiche costanti, come un e-commerce o un blog.
Noi esperti SEO dovremmo concentrarci maggiormente sulla prevenzione dei problemi e la pianificazione in anticipo backup regolari dei siti e monitorare le modifiche in modo costante e proattivo.
Grazie a Search Console, come ti ho detto, è possibile monitorare l’indicizzazione e il crawling delle tue pagine, e investire tempo nell’analisi delle performance del tuo sito web. Per cui, anche senza cache, il tuo business non rischia contraccolpi, sempre che tu scelga di affidarti a consulenti SEO esperti che comprendano alla perfezione come funziona il posizionamento SEO.
Un mondo senza cache non è un dramma (se sei un SEO esperto)
In definitiva, l’addio alla cache di Google è un cambiamento significativo, soprattutto per chi, come te, gestisce un business online e punta sulla SEO per aumentare la visibilità.
Wayback Machine sarà la tua nuova alleata per accedere a versioni passate delle pagine web, mentre strumenti come Search Console diventeranno fondamentali per verificare lo stato delle tue pagine e assicurarti che siano correttamente indicizzate da Google.
Senza la possibilità di accedere alle versioni archiviate delle pagine direttamente dalle SERP, infatti, dovrai adattare le tue strategie e utilizzare strumenti più avanzati per monitorare le performance e ottimizzare i contenuti.
Sì, perché non dimenticarti che vedere le vecchie pagine del tuo sito, non è utile solo per te, ma soprattutto per i tuoi competitor!
Per questo motivo è vitale rivolgersi a consulenti SEO che sappiano orientarsi al meglio e siano aggiornati su ogni novità di Google, proprio per assicurare al tuo sito web la visibilità che merita (specie in epoca di AI Overviews) e un ottimo posizionamento sui motori di ricerca.
La rimozione della cache segna la fine di un’epoca, ma rappresenta anche l’inizio di una nuova fase, in cui i professionisti SEO dovranno essere più metodici e preparati a utilizzare strumenti avanzati per mantenere il controllo sui loro contenuti.
Sì, ci mancherà la cara vecchia cache, ma ehi, se tu avessi voluto vivere nel passato, ora staresti usando un Commodore 64 e vorresti essere in vetta nelle ricerche di Super Eva!
Takeaways
- Il 25 settembre 2024, Google ha eliminato l’operatore di ricerca “cache:”, segnando la fine definitiva della possibilità di accedere alle versioni archiviate delle pagine web direttamente dalle SERP. Questa decisione arriva nove mesi dopo la rimozione del link alla cache e due settimane dopo l’integrazione con la Wayback Machine di Internet Archive.
- Con l’addio alla cache, Google ha stretto una collaborazione con Internet Archive, permettendo agli utenti di accedere alle versioni archiviate delle pagine web tramite Wayback Machine. Questo accordo è ora integrato nella funzione “Informazioni su questo risultato” di Google, offrendo un’alternativa per visualizzare le versioni storiche delle pagine.
- Secondo Google, la cache era una funzione utile quando il web era meno stabile, ma con l’aumento dell’affidabilità della rete, la sua utilità è diminuita. Danny Sullivan di Google ha spiegato che la cache è stata eliminata perché “oggi le cose sono molto migliorate” e non è più necessaria per aiutare gli utenti ad accedere a pagine che non si caricano correttamente.
- Google ha rimosso anche la documentazione ufficiale sull’operatore “cache:” il 17 settembre 2024. Ora l’URL che spiegava questa funzione reindirizza a un avviso di changelog che ne annuncia la rimozione, confermando che la cache non tornerà più.
- Anche senza la cache, i professionisti SEO possono continuare a monitorare le pagine attraverso strumenti come Google Search Console, utilizzando la funzione “Controllo URL” per verificare lo stato di indicizzazione delle pagine e come vengono visualizzate dai crawler di Google.
FAQ
Perché Google ha rimosso la cache?
Google ha rimosso la cache perché il web è diventato più stabile. Secondo Danny Sullivan di Google, la funzione della cache era utile quando le pagine web erano meno affidabili nel caricamento. Con la maggiore affidabilità della rete, la cache non era più necessaria, quindi Google ha deciso di eliminarla.
Cos’è la Wayback Machine e come funziona?
La Wayback Machine è una risorsa fornita da Internet Archive che permette di accedere a versioni storiche di pagine web. Conserva copie di miliardi di pagine attraverso snapshot e consente agli utenti di visualizzare come una pagina appariva in un determinato momento. Dal 2024, Google ha integrato i collegamenti a Wayback Machine nelle sue SERP come alternativa alla cache.
Cosa cambia per la SEO con la rimozione della cache di Google?
Con la rimozione della cache, i professionisti SEO devono affidarsi a strumenti come Google Search Console per monitorare lo stato di indicizzazione delle pagine. Non sarà più possibile utilizzare il comando “cache:” per visualizzare versioni memorizzate delle pagine. Tuttavia, strumenti come la Wayback Machine e Search Console permettono di mantenere il controllo sulle pagine archiviate e il crawling.