Il Google Consent Mode rivoluziona davvero la pubblicità online?

Il Google Consent Mode, introdotto nel 2020, adatta i tag pubblicitari in base al consenso degli utenti, raccogliendo dati anonimi quando il consenso non è fornito. Questo aiuta a rispettare la privacy senza perdere del tutto la capacità di misurare le campagne. Tuttavia, nonostante il suo aggiornamento, anche Consent Mode v2 ha ridotto la precisione del targeting creando non pochi problemi a inserzionisti e piccoli imprenditori che operano nel marketing digitale...

Un mondo senza cookie conviene davvero a utenti e inserzionisti pubblicitari?

Se guidi un’azienda e vuoi far conoscere i tuoi prodotti a un pubblico selezionato più vasto possibile, sicuramente hai a che fare con banner di consenso e normative sulla privacy sempre più stringenti.

Benvenuto nell’era dei cookieless, un’epoca libera da cookie, dove da un lato i dati degli utenti sono più protetti, ma dall’altro la vita per te, inserzionista, può diventare un vero inferno, che quello di Dante in confronto sembra un parco giochi acquatico!

Ma non certo per Google, che con il suo Consent Mode sembra uscirne sempre vincente…

Che cos’è il Consent Mode di Google?

Il Consent Mode è una funzione introdotta da Google nel settembre 2020, progettata per rispettare le scelte degli utenti riguardo all’uso dei loro dati.

Questa tecnologia permette ai siti web di adattare il comportamento dei tag pubblicitari e di analisi in base alle preferenze di consenso degli utenti.

Utilizzando i tag “ad_storage” e “analytics_storage”, il Consent Mode consente la raccolta di dati anonimi quando il consenso ai cookie non viene fornito, mantenendo comunque la capacità di misurare le conversioni e le performance delle campagne pubblicitarie, come si evince da questa guida di Big G.

Questo approccio permette alle aziende di continuare a monitorare l’efficacia delle loro campagne pubblicitarie, ma senza violare la privacy degli utenti.

Fonte Google esempio consent mode v2
Fonte Google

Dal suo lancio, avvenuto del 2020, oltre il 70% dei siti web che utilizzano Google Ads e Google Analytics hanno implementato il Consent Mode.

Perciò in questo modo, almeno in teoria, sembra che Big G sia riuscita a coniugare il rispetto dei dati personali con le istanze di chi fa marketing digitale.

Sicuramente hai notato come, oggi più che mai, a Mountain View, la protezione di dati pare essere una priorità e a riguardo, come ti ho scritto qui, hanno recentemente acquisito Wiz, società che si occupa proprio di cybersecurity per la cifra astronomica di 23 miliardi di dollari!

Ciò succede perché Google (ma non solo, ovviamente) è sotto la lente d’ingrandimento delle authority che si occupano di privacy, come vedremo nel prossimo paragrafo…

Fonte Statista controllo europeo cookie a difesa privacy 2023
fonte Statista

L’era del “cookieless”: cosa sono il GDPR e il DMA?

I cookie, piccoli file di testo che consentono ai siti di “ricordarsi” delle tue visite precedenti, sono ormai giunti al capolinea, proprio perché sono un problema per la privacy degli utenti: per questo, si dice che siamo entrati in un’epoca “cookieless”.

Ma quali sono i due regolamenti, a tutela della privacy, che hanno portato alla loro scomparsa?

Devi pensare a un cane mitologico, una specie di Cerbero, che protegge i dati degli utenti.

Questo guardiano però non ha tre teste come la creatura dantesca, ma due: il GDPR e il DMA!

Ma vediamo cosa si nasconde dietro questi oscuri acronimi.

Il GDPR, o General Data Protection Regulation, è un regolamento dell’Unione Europea entrato in vigore il 25 maggio 2018 e ha lo scopo di proteggere i dati personali dei cittadini dell’UE e di armonizzare le leggi sulla privacy tra i paesi membri.

Il GDPR stabilisce che i dati personali non possono essere raccolti senza un consenso chiaro da parte degli utenti e impone severe sanzioni per le violazioni, che possono arrivare fino al 4% del fatturato globale annuale dell’azienda.

Il DMA, Digital Markets Act, invece, è un regolamento dell’Unione Europea entrato in vigore il 1° novembre 2022 e applicabile a partire dal 2 maggio 2023 e mira a garantire una concorrenza leale nel mercato digitale, limitando il potere delle grandi piattaforme online che hanno posizioni dominanti sul mercato (ogni riferimento a Google è puramente NON casuale).

Questo regolamento europeo impone una serie di obblighi e restrizioni a questi “gatekeepers” per prevenire comportamenti anticoncorrenziali e favorire l’innovazione e la scelta dei consumatori.

Pensa che le sanzioni per il mancato rispetto possono includere multe fino al 10% del fatturato annuale dell’impresa.

E quindi a Mountain View, proprio per non incorrere in tali sanzioni, hanno pensato bene di mettere in soffitta il datato Consent Mode e lanciare il tanto atteso (e temuto) aggiornamento…

L’impatto del Consent Mode v2 di Google nel marketing digitale

Il 6 marzo 2024 Big G ha lanciato Consent Mode v2, un aggiornamento del vecchio Consent Mode che permette di migliorare la precisione delle campagne pubblicitarie rispettando le normative sulla privacy.

La V2 disattiva i tag di tracciamento senza consenso, garantendo così l’efficacia delle campagne pubblicitarie pur mantenendo la conformità, migliorando il suo predecessore ormai datato.

A questo punto, la domanda che si pongono molti professionisti è la seguente:

il Consent Mode v2 di Google, in definitiva, porta più vantaggi o rischi per gli imprenditori attivi nel marketing digitale?

consent mode v2 grafico fonte iubenda 2024
fonte Iubenda

Google afferma che questa funzione ha migliorato la capacità di misurazione delle conversioni del 10-15% anche in assenza di consenso ai cookie (e come potrebbe essere altrimenti…).

Tuttavia, uno studio di Webranking (impresa che si occupa di marketing digitale) evidenzia una diminuzione del 20% nell’efficacia del targeting delle campagne pubblicitarie a causa della mancata raccolta dei cookie.

Come vedi, non si è d’accordo sulle possibili ripercussioni del Consent Mode nella pubblicità online, ma, almeno nel breve periodo mi pare evidente che gli inserzionisti devono affrontare una riduzione della precisione delle loro campagne pubblicitarie.

Senza dati dettagliati, infatti, diventa più difficile creare annunci personalizzati e misurare con precisione il ritorno sull’investimento.

Pensa che secondo uno studio di Cookie Information (società che si occupa di gestione della privacy online), il 55% delle piccole imprese ritiene che le nuove normative sulla privacy rendano più difficile la pubblicità online (e come darle torto…).

fonte statista cookie sondaggio 2023
fonte Statista

L’unica cosa certa è che a Mountain View i regolamenti anti-cookie non cambiano molto a livello di fatturato.

Ti ricordo che nel 2023 le entrate pubblicitarie di Big G ammontavano a 237,86 miliardi di dollari, per cui il problema almeno per loro davvero non si pone, la questione è diversa però quando si parla di piccoli inserzionisti…

fonte statista 2023 utili pubblicità google
fonte Statista

Quali sono i rischi del Consent Mode per gli imprenditori e gli inserzionisti?

Il Consent Mode di Google offre numerosi vantaggi, come la possibilità di continuare a raccogliere dati anonimi per le analisi, ma comporta anche rischi significativi.

Sicuramente il targeting pubblicitario è meno preciso e le pubblicità mirate risultano meno efficaci, ma vediamo meglio questi aspetti…

Ad esempio, la mancata implementazione del Consent Mode può portare a una riduzione dei dati di audience e traffico fino al 30%, secondo uno studio di Iubenda, azienda che si occupa di gestione della privacy e dei cookie.

Inoltre, la configurazione e la gestione del Consent Mode richiedono competenze tecniche avanzate, che possono rappresentare una sfida per le piccole imprese, per cui meglio non improvvisarsi e rivolgersi a professionisti del campo.

Un esempio pratico riguarda un progetto seguito da Peak Metrics, società di digital advertising, che mostra come l’implementazione del Consent Mode ha portato a un recupero di visibilità del 45% in termini di sessioni dopo 50 giorni dall’attivazione.

Tuttavia, c’è da dire che le soglie necessarie per l’attivazione delle modellazioni richiedono almeno 1000 utenti giornalieri che acconsentono al tracciamento per almeno 7 dei 28 giorni precedenti, rendendo difficile per le piccole imprese raggiungere questi numeri.

Tutto ciò dimostra quanto sia inevitabile adattarsi rapidamente a queste nuove normative per evitare perdite significative in termini di traffico e riduzioni di conversioni delle campagne pubblicitarie su Google Ads.

Coniugare privacy e pubblicità: è possibile?

Abbiamo visto come il Consent Mode di Google rappresenti un tentativo di trovare un equilibrio tra la protezione della privacy degli utenti e le esigenze delle imprese.

Tuttavia, l’efficacia di questo strumento dipende dalla trasparenza e dalla fiducia che le aziende sono in grado di instaurare con i loro utenti.

Alcuni sostengono che obbligare gli utenti a cliccare sui banner di consenso sia fastidioso e possa portare a una cattiva esperienza d’uso.

Inoltre, le piccole imprese potrebbero avere difficoltà ad adattarsi a queste nuove normative, dovendo far fronte a costi aggiuntivi per adattarsi alle nuove tecnologie, mentre i giganti tecnologici come Google continuano a rafforzare la loro posizione dominante.

A questo proposito è notizia recentissima, del 18 luglio 2024, che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato italiana ha avviato un’istruttoria contro Google per aver informato i propri utenti in maniera “lacunosa, incompleta e ingannevole”.

L’Antitrust imputa a Big G di non informare adeguatamente e in modo corretto gli utenti riguardo all’uso dei loro dati, come si può leggere nel comunicato stampa appena pubblicato (proprio ora mentre scrivo).

Appare quindi chiaro come le normative come il GDPR e il DMA stiano plasmando un nuovo panorama digitale, in cui la trasparenza e la fiducia saranno fondamentali, specie in un momento in cui Big G deve affrontare un processo per monopolio della pubblicità online e dopo lo scandalo del Google Leak, la fuga di notizie che ha messo nei guai la società.

In questo contesto mi pare essenziale monitorare l’evoluzione del mercato e garantire che le soluzioni adottate siano davvero efficaci nel proteggere i diritti degli utenti senza però per questo penalizzare eccessivamente le imprese.

Takeaways

Introdotto da Google nel settembre 2020, il Consent Mode permette di adattare il comportamento dei tag pubblicitari in base al consenso degli utenti, raccogliendo dati anonimi quando il consenso non è fornito.

Questa tecnologia consente alle aziende di continuare a monitorare l’efficacia delle loro campagne pubblicitarie senza violare la privacy degli utenti.

I GDPR e DMA, regolamenti europei per la difesa della privacy, hanno spinto Google a implementare il Consent Mode per garantire la protezione dei dati degli utenti e mantenere la concorrenza leale nel mercato digitale.

Lanciato nel marzo 2024, il Consent Mode v2 migliora la precisione delle campagne pubblicitarie disattivando i tag di tracciamento senza consenso. Tuttavia, alcuni studi evidenziano una diminuzione del 20% nell’efficacia del targeting delle campagne.

Le nuove normative sulla privacy possono rendere più difficile la pubblicità online per le piccole imprese, che devono affrontare una riduzione dei dati di audience e traffico fino al 30% senza una corretta implementazione del Consent Mode.

FAQ

Che cos’è il Consent Mode di Google?

Il Consent Mode è una funzione introdotta da Google nel settembre 2020 per rispettare le scelte degli utenti riguardo all’uso dei loro dati. Permette ai siti web di adattare il comportamento dei tag pubblicitari e di analisi in base alle preferenze di consenso degli utenti. Utilizzando i tag “ad_storage” e “analytics_storage”, il Consent Mode consente la raccolta di dati anonimi quando il consenso ai cookie non viene fornito, mantenendo la capacità di misurare le conversioni e le performance delle campagne pubblicitarie.

Quali sono i rischi del Consent Mode per gli imprenditori e gli inserzionisti?

Il Consent Mode di Google offre numerosi vantaggi, ma comporta anche rischi significativi. Il targeting pubblicitario è meno preciso e le pubblicità mirate risultano meno efficaci. La mancata implementazione del Consent Mode può portare a una riduzione dei dati di audience e traffico fino al 30%. Inoltre, la configurazione e la gestione del Consent Mode richiedono competenze tecniche avanzate, rappresentando una sfida per le piccole imprese.

Quali sono i vantaggi del Consent Mode di Google?

Il Consent Mode di Google consente alle aziende di continuare a monitorare l’efficacia delle loro campagne pubblicitarie senza violare la privacy degli utenti. Permette la raccolta di dati anonimi quando il consenso ai cookie non viene fornito, mantenendo comunque la capacità di misurare le conversioni e le performance delle campagne pubblicitarie. Google afferma che questa funzione ha migliorato la capacità di misurazione delle conversioni del 10-15% anche in assenza di consenso ai cookie.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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