Il core update di Google di agosto 2024, previsto per aiutare i piccoli editori, ha invece portato fluttuazioni nel ranking e, paradossalmente, un recupero inaspettato per alcuni siti colpiti dall'aggiornamento di settembre 2023. Ma il mistero si infittisce, poiché Google nega che ci sia una connessione diretta...
L’aggiornamento di Ferragosto di Big G sta avendo conseguenze davvero impreviste, c’entra perfino un vecchio update di settembre 2023
Come avrai notato, il mondo di Google regala sempre nuovi colpi di scena, e infatti oggi ti racconterò una storia thriller, degna del miglior Alfred Hitchcock.
Nel mio ultimo articolo ti ho parlato dell’aggiornamento Google di agosto 2024, che dovrebbe premiare i piccoli-medi-editori (e gestori di siti come il tuo), ma che in realtà sembra stia creando problemi nel ranking e fluttuazioni vertiginose, tanto che più che a Mountain View sembra essere sulle Montagne russe.
Big G ha riconosciuto la volatilità degli ultimi giorni nelle classifiche di Search, ma ha affermato che si tratta solo di una coincidenza, che il core update insomma non c’entra nulla.
Bene, facciamo che ci fidiamo, ma ora ecco il secondo colpo di scena hitchcockiano, della serie “il passato che ritorna”: ricordi il famigerato aggiornamento di settembre 2023, conosciuto come quello dei “contenuti utili”?
Ecco, il core update di agosto secondo molti analisti dei dati ed esperti SEO, avrebbe aiutato molti siti web colpiti da quell’update vecchio di quasi un anno!
In quest’articolo ti spiegherò come sono andate davvero le cose e se l’update di agosto c’entra davvero con tutto ciò. Ma prima di cominciare dobbiamo fare un piccolo passo indietro: torniamo a quel fatidico settembre 2023…
Dove eravamo rimasti: il “settembre nero” del 2023
Settembre 2023 è stato un mese che molti proprietari di siti web, SEO e content creator non dimenticheranno facilmente.
Se vuoi fare uno scherzo di cattivo gusto a chi lavora sul web, sbuca da un angolino buio e sussurra: “update settembre 2023…”, vedrai il malcapitato saltare dallo spavento!
Ma di cosa si tratta nello specifico?
L’aggiornamento dei contenuti utili, introdotto da Google il 14 settembre 2023, completato in circa due settimane, mirava a premiare i contenuti considerati realmente utili per gli utenti, penalizzando invece quelli ritenuti di bassa qualità, superficiali o creati principalmente per attirare click facili.
Ma, ecco che sorse il primo problema: come decidere se un contenuto è utile o no?
Google si basò su vari fattori come l’esperienza utente, l’approfondimento e l’affidabilità delle informazioni. In altre parole, i contenuti creati con l’obiettivo primario di posizionarsi bene nei motori di ricerca, ma che offrivano poco valore reale, furono duramente penalizzati.
Le conseguenze, forse lo ricorderai (in caso contrario, perdonami se riapro una vecchia ferita…), furono devastanti: alcuni registrarono un calo del traffico organico del 50%, 70% o persino oltre, praticamente dall’oggi al domani.
Numerosi proprietari di siti web, abituati a posizionarsi in cima alle SERP, si trovarono “esiliati” nelle pagine più remote dei risultati di ricerca, senza aver alcuna colpa.
Intere strategie di content marketing, costruite nel corso di anni, vennero demolite in pochi giorni.
Ed ecco che, come in un film, stacco di montaggio, un anno dopo, avviene il plot twist:
arriva l’update di agosto 2024 e alcuni siti, “vittime del settembre nero”, riscontrano insperati segnali di miglioramento.
Il core update di agosto 2024: una luce in fondo al tunnel?
Come ti ho anticipato, un attimo dopo l’aggiornamento di Ferragosto, si sono verificati rilevanti bug nel ranking, confermati da Google stesso.
La cosa inspiegabile, davvero paradossale, che sta stupendo gli addetti ai lavori, però è una strana ripresa dei siti colpiti dall’update del 2023, che avevano comprensibilmente perso le speranze.
Secondo Glenn Gabe, un esperto del settore che monitora costantemente l’andamento dei siti web nelle SERP, circa 30-35 siti su un campione di oltre 380 hanno mostrato segni di ripresa grazie all’aggiornamento di agosto.
È una percentuale piccola, certo, ma significativa considerando che fino ad ora non si erano visti miglioramenti per questi siti. Il numero di siti che mostrano segni di ripresa è salito a 47 pochi giorni dopo, secondo gli ultimi aggiornamenti di Gabe.
Mi sembra utile, a questo proposito, citare anche questo post di Aleyda Solis, arguta esperta SEO, su X. Il mistero si infittisce come puoi vedere:
E anche Lily Ray, autorevole analista del settore SEO, non crede ai suoi occhi:
Ma attenzione, non è tutto rose e fiori. Molti siti stanno ancora fermi nelle acque stagnanti delle SERP, se non peggio. Nonostante l’aggiornamento di agosto, non vedono miglioramenti, e alcuni stanno addirittura subendo ulteriori cali.
Insomma, come spesso succede, quella lucina in fondo al tunnel, più che una speranza potrebbe essere un bel treno che ci sta venendo incontro a tutta velocità…
Ma non disperare, qualche buona notizia c’è davvero.
Il ritorno delle “rich result image thumbnails”: finalmente una bella notizia?
OK, fin qui luci e ombre, ma forse uno spiraglio di ottimismo c’è.
Uno degli aspetti più interessanti e dibattuti dell’aggiornamento di agosto 2024 è il ritorno delle “rich result image thumbnails” per alcuni siti web che le avevano perse.
Ma cosa sono esattamente queste miniature delle immagini nei risultati di ricerca, e perché sono così rilevanti?
Le “rich result image thumbnails” sono piccole anteprime di immagini che appaiono accanto ai risultati di ricerca di Google. Queste miniature non solo rendono i risultati più attraenti e visibili, ma possono anche migliorare il tasso di click di un sito web, dato che un risultato con un’immagine è molto più accattivante rispetto a un semplice link testuale. D’altronde, come sai bene, avere una thumbnail associata al proprio risultato può fare la differenza tra attirare l’attenzione dell’utente o essere ignorati.
Una delle conseguenze nefaste dell’update di settembre 2023 fu proprio la loro scomparsa, roba che neanche a Chi l’ha visto (come si può notare qui)…
Ma ora, grazie all’update di agosto 2024, le cose sembra si stiano sistemando…
Almeno questa volta a Google possono prendersi qualche merito, che dici?
Il mistero di Google: non si assume le colpe (ma non si prende neanche i meriti)
Il ritorno delle miniature è stato accolto con un misto di sollievo e confusione. Google ha riconosciuto il problema, ma ha chiarito che non si trattava di un problema tecnico, almeno per la maggior parte dei siti interessati.
John Mueller, alto dirigente di Google, ha discusso la questione su LinkedIn, spiegando che, dopo aver analizzato i casi segnalati, non sembravano esserci problemi tecnici né da parte di Google né dei siti web.
“Non c’è una correzione tecnica, non lo consideriamo un malfunzionamento,” ha scritto Mueller, chiarendo che il problema risiede nella qualità complessiva dei siti.
Ha aggiunto poi che con i core update, i sistemi di Google riconsiderano i siti web, inclusa la decisione se mostrare o meno le thumbnails.
Mueller ha anche offerto alcuni consigli ai proprietari di siti in difficoltà: migliorare la qualità complessiva del sito e assicurarsi che i dati strutturati siano correttamente implementati per i tipi di risultati arricchiti appropriati. Ha sottolineato che, prima di intraprendere approcci più complessi, è importante verificare che non ci siano problemi tecnici di base, come errori nel file robots.txt, link rotti o protezioni anti-bot che potrebbero impedire il corretto funzionamento del sito.
Insomma, a Google stanno diventando troppo umili, o non vogliono approfittare dei regali della sorte…
Riassumendo: si verificano dei bug nel ranking dopo l’update di Ferragosto e Google si affretta a dire che è solo una coincidenza. Poi accadono anche fatti positivi, come la ricomparsa delle “Rich Result Image Thumbnails”, proprio dopo l’update di agosto, e anche in questo caso Google non si prende i meriti, e dice che si tratta di un caso!
Ma allora come la mettiamo? Siamo tutti in balia del caso? Le azioni di Mountain View hanno qualche conseguenza a volte, oppure no?
La spiegazione che mi son dato è che Big G voglia far passare il messaggio che quando le cose non vanno bene, come nel caso delle miniature, il problema è dei contenuti e della qualità dei siti. Insomma, per mantenere o recuperare la visibilità nelle SERP, per migliorare il posizionamento su Google, non bisogna aspettare l’intervento divino del magnanimo Big G, ma contare solo sulle proprie forze. Peccato, che a volte, ciò non basti, specie senza il supporto di un consulente SEO esperto.
Il bug di agosto: la variabile impazzita (che fa ancora danni…)
Google ha dichiarato che il bug non è correlato all’aggiornamento core di agosto, ma il tempismo è stato quantomeno sospetto. Il fatto che un bug di tale portata si sia verificato proprio durante il rollout di un importante aggiornamento rende difficile distinguere tra gli effetti dell’aggiornamento e quelli del bug.
La domanda da un milione di dollari è: cosa succederà ora?
L’aggiornamento di agosto è ancora in fase di implementazione e ci vorrà circa un mese prima che si completi. Big G ha promesso che durante questo periodo continuerà a lavorare per migliorare la visibilità dei contenuti più utili, ma il bug nel ranking rappresenta una variabile impazzita che potrebbe rovinare i piani.
Nonostante alcune piccole riprese, resta il fatto che la maggior parte dei siti colpiti dall’aggiornamento dei contenuti utili del 2023 non sta vedendo miglioramenti significativi. E per alcuni, la situazione è persino peggiorata.
Questo aggiornamento di agosto, che avrebbe dovuto favorire i piccoli editori, sul piede di guerra dopo i guai di AI Overviews e la paura di un futuro a zero click, potrebbe essere l’ultima occasione per molti di questi siti di tornare in gioco, ma le previsioni sono tutt’altro che rosee.
Per questo motivo, quando mi imbatto in un film di Hitchcock in TV, anche il più terrificante, come Psyco o Gli uccelli, ho sempre la stessa reazione:
“Caro sir Alfred, pensi di spaventarmi? Io sono abituato agli update di Google…”.
Takeaways
L’aggiornamento di agosto 2024, pensato per favorire i piccoli-medi editori, ha in realtà provocato un’immediata instabilità nei ranking di Google, con fluttuazioni significative che hanno sorpreso molti gestori di siti.
Google ha dichiarato che queste fluttuazioni non sono direttamente legate all’aggiornamento core, definendole semplici coincidenze. Tuttavia, la coincidenza temporale con il rollout dell’update lascia perplessi molti addetti ai lavori.
Alcuni siti penalizzati dal famigerato aggiornamento dei contenuti utili di settembre 2023 stanno mostrando segni di ripresa proprio in seguito all’update di agosto 2024. Questo rappresenta una sorpresa positiva per chi aveva ormai perso le speranze di recupero.
Dopo la loro scomparsa post-update di settembre 2023, le miniature delle immagini nei risultati di ricerca stanno tornando per alcuni siti, contribuendo a un leggero aumento del traffico e della visibilità.
Google continua a ribadire che la presenza o l’assenza delle thumbnails non è un problema tecnico, ma piuttosto una questione legata alla qualità complessiva dei contenuti. Migliorare la qualità del sito resta l’unica via consigliata per recuperare visibilità nelle SERP.
FAQ
Quali sono stati gli effetti del core update di agosto 2024 di Google?
Il core update di agosto 2024 di Google ha causato fluttuazioni nel ranking e instabilità, con alcuni siti che hanno mostrato segni di miglioramento, mentre altri hanno subito ulteriori cali.
Cosa è successo ai siti colpiti dall’aggiornamento di settembre 2023?
Alcuni siti penalizzati dall’aggiornamento dei contenuti utili di settembre 2023 hanno iniziato a mostrare segni di ripresa dopo l’aggiornamento di agosto 2024, nonostante fino a quel momento non avessero visto miglioramenti
Cosa sono le “Rich Result Image Thumbnails” e perché sono importanti?
Le “Rich Result Image Thumbnails” sono piccole anteprime di immagini che appaiono accanto ai risultati di ricerca su Google, aumentando la visibilità e il tasso di click dei siti. Dopo l’aggiornamento di agosto 2024, queste miniature sono tornate su alcuni siti che le avevano perse.