Google condannata per monopolio negli USA

Il 5 agosto 2024, il giudice Amit Mehta ha dichiarato Big G colpevole di pratiche anticoncorrenziali, condannandola per abuso di potere di mercato e monopolio nel settore della ricerca online negli Stati Uniti. Si tratta di una decisione storica che creerà precedenti davvero rilevanti nel settore tecnologico.
Ma quali sono le ripercussioni di questa sentenza per i consumatori e gli imprenditori che utilizzano i servizi di Google?

La sentenza del 5 agosto 2024 è chiara: Big G è colpevole di pratiche anticoncorrenziali che hanno falsato il mercato

Dopo tre anni di saga giudiziaria, con colpi di scena migliori di Law and Order, siamo giunti finalmente a una sentenza:

Google è stata condannata per monopolio da un tribunale degli Stati Uniti!

A maggio ti avevo parlato del processo contro Big G e di quanto rischiasse grosso e ora eccoci qui a commentare la decisione del giudice, a dire il vero, neanche così inaspettata.

In quest’articolo ti dirò cosa viene imputato precisamente a Google e cosa rischia, quali potrebbero essere le ripercussioni per chi utilizza i suoi servizi, piccoli e medi imprenditori per esempio, gli effetti della sentenza sugli altri competitor e tutti i possibili scenari futuri.

Ti dico subito che fare pronostici, in questo caso, è davvero difficile, più rischioso di nuotare nelle acque cristalline della Senna! Ma, con la giusta dose di prudenza, documenti alla mano, tenterò di chiarirti al meglio la situazione.

Ma prima di tutto, veniamo al punto: cosa ha stabilito la sentenza di preciso?

La sentenza di Amit P. Mehta, il giudice, amante del rap, che ha condannato Google

Il 5 agosto 2024, il giudice distrettuale Amit P. Mehta ha emesso una sentenza di 277 pagine, dichiarando che Google ha abusato del suo potere di mercato per soffocare la concorrenza nella ricerca online.

Mehta ha affermato che la società ha agito per mantenere il suo monopolio attraverso contratti restrittivi con Apple e altri produttori di telefoni che richiedevano l’installazione di Google come motore di ricerca predefinito.

Nello specifico, a Big G viene contestato di aver violato la sezione 2 dello Sherman Act, legge Antitrust del 1890 che, nonostante l’età, evidentemente risulta ancora efficace.

il giudice Amit P. Mehta a una conferenza stampa, fonte Rainews 24

Ma chi è Amit Mehta, il giudice che ha condannato il colosso di Mountain View?

Nato in India nel 1971, all’età di un anno si è trasferito negli Stati Uniti nel Maryland con la madre tecnico di laboratorio e il padre ingegnere. Si è laureato nel 1997 e dopo una brillante carriera nella magistratura, nel 2014 è stato nominato giudice del Distretto di Columbia dall’ex presidente degli USA Barack Obama. Ha lavorato a molti processi importanti come quello sull’assalto a Capitol Hill, contro Donald Trump e i suoi collaboratori, finendo sui giornali e al centro di polemiche scatenate dai trumpiani più fedeli.

È nota la sua passione per la musica hip hop, come ha scritto lui stesso in una sentenza sulla violazione di copyright di un artista rap, tra i suoi artisti preferiti troviamo Eminem, Jay-Z, Drake e Kanye West.

Le accuse del Dipartimento di Giustizia USA (e ciò che è emerso dal processo, cifra per cifra)

Il Dipartimento di Giustizia statunitense (DOJ), insieme ad altri 38 stati, ha accusato Google di pratiche anticoncorrenziali che limitavano la possibilità per i rivali di competere

Secondo l’accusa, Google ha pagato miliardi di dollari a Apple, Samsung e Mozilla per garantire la preinstallazione del suo motore di ricerca. Pensa che dal processo è emerso che nel 2021 Google ha speso oltre 26 miliardi di dollari in questi accordi.

Tra le persone chiamate a testimoniare ci sono stati anche massimi dirigenti come Satya Nadella di Microsoft ed Eddy Cue di Apple che hanno confermato quanto sostenuto dall’accusa.

screenshot video CNBC su deposizione eddy Cue apple google

Ma vediamo nel dettaglio le accuse del Dipartimento di Giustizia USA:

  • Abuso di posizione dominante e violazione della concorrenza, Google ha stipulato contratti esclusivi che richiedevano l’installazione del suo motore di ricerca come predefinito, ostacolando la crescita di concorrenti come Bing e DuckDuckGo;
  • Danni ai consumatori, ha potuto incrementare i suoi profitti aumentando ripetutamente i prezzi della pubblicità, , nonostante le proteste degli inserzionisti;
  • Concorrenza sleale, gli accordi di distribuzione di Google con Apple e Mozilla hanno bloccato circa il 50% delle ricerche generali e il 45% del mercato della pubblicità testuale, impedendo ai competitor di accedere ai dati necessari per migliorare i loro prodotti.

Il processo ha rivelato inoltre dettagli finanziari riguardanti gli accordi, probabilmente illegittimi, tra Big G e altri soggetti, ad esempio:

Insomma, i profitti mostruosi di Mountain View (nel primo trimestre 2024 ha già ricavato 84,7 miliardi di dollari!) sarebbero viziati da pratiche scorrette.

ricavi Google 2024 fonte Alphabet Giugno 2023 2024
fonte Alphabet

Come si è difesa Google? (In attesa del ricorso alla Corte Suprema…)

Google ha sostenuto durante il processo che il suo dominio di mercato era il risultato della qualità superiore del suo prodotto, e non di pratiche anticoncorrenziali.

Kent Walker, presidente degli affari globali dell’azienda infatti ha dichiarato:

Questa decisione riconosce che Google offre il miglior motore di ricerca, ma conclude che non dovremmo renderlo facilmente disponibile. Continueremo a concentrarci sulla realizzazione di prodotti che le persone trovano utili e facili da usare”.

Kent Walker di Google durante cofnerenza stampa fonte CNBC 2024

Insomma, “il nostro prodotto è il migliore, per cui non abbiamo paura di nulla”.

Ma allora la domanda sorge spontanea: se Big G pensa di non avere competitor alla sua altezza perché paga i concorrenti per convincerli a impostare il suo motore di ricerca come predefinito?

A Mountain View non hanno ancora risposto a questa domanda in modo chiaro, ma si sono limitati a contestare la stima del Dipartimento di Giustizia, secondo cui Google deterrebbe il 90% del mercato.

Quando ti dico che questa sentenza di condanna è davvero storica non esagero, molti commentatori hanno rievocato un altro processo per certi versi simile, quello che vide protagonista Microsoft nel lontano 1999…

Bill Gates durante il processo 1999 contro Microsoft

Il parallelo con il caso Microsoft del 1999 (un déjà vu per il giudice Metha)

Non è la prima volta che un’azienda così grande del settore tecnologico viene accusata di violare le leggi Antitrust. Nel 1999, un giudice federale sancì che Microsoft aveva abusato del potere di mercato del suo sistema operativo Windows per escludere i concorrenti, in particolare il browser Netscape Navigator.

Le accuse principali verso Microsoft furono:

  • monopolizzazione, Microsoft fu accusata di aver mantenuto illegalmente un monopolio nel mercato dei sistemi operativi per PC;
  • tentativo di falsare il mercato, si sostenne che Microsoft tentasse di falsare il mercato dei browser web integrando Internet Explorer in Windows;
  • pratiche Anti-concorrenziali, Microsoft avrebbe imposto restrizioni contrattuali ai produttori di PC per impedire la rimozione di Internet Explorer e l’installazione di browser concorrenti come Netscape Navigator.

Ma come finì questa storia?

Nel 2001 la società raggiunse un accordo con il DOJ (Dipartimento di Giustizia USA) che prevedeva che Microsoft dovesse condividere le sue API con terzi e designare un comitato di sorveglianza per garantire il rispetto delle misure Antitrust. Insomma, nessun esproprio proletario o punizione esemplare!

Ma quali sono (se ci sono) le somiglianze tra questo caso e il caso Google?

Il giudice Mehta ha notato che le due vicende sono abbastanza simili: gli accordi di distribuzione di Google infatti hanno limitato il volume delle ricerche dei suoi concorrenti, evitando minacce reali dai competitor.

La posizione dominante nel motore di ricerca sui dispositivi Apple e Samsung a questo proposito parla da sola…

Cosa succederà il 4 settembre 2024? Cosa rischia Google (visto nel dettaglio)

Il 4 settembre 2024 il giudice Metha comunicherà le sanzioni per Big G, ma cosa rischia nel concreto la società?

Sicuramente riceverà sanzioni pecuniarie, ma questo non mi sembra un dramma per Big G che in passato ha già affrontato cause simili, per esempio in Europa, e non mi sembra abbiano dichiarato bancarotta per questo; te ne ricordo qualcuna:

A parte le multe, si aprono però scenari rilevanti che potrebbero cambiare il mercato dei motori di ricerca, vediamo il primo:

a Google potrebbe essere impedito di pagare altre società in cambio di una posizione di default esclusiva sui dispositivi.

Questo priverebbe Apple di circa 20 miliardi di dollari di entrate annuali, costringendola a scegliere tra rinunciare a queste entrate o sviluppare un proprio motore di ricerca.

Penso che la nascita di un motore di ricerca Apple sarebbe un evento significativo, offrendo una nuova alternativa agli utenti e aumentando la concorrenza nel mercato dei motori di ricerca (sempre che l’accordo di non belligeranza tra i due colossi non resti in altre forme…).

Una seconda possibile conseguenza potrebbe essere la separazione del Progetto Open Source Android e dei servizi Google Play in una società indipendente, soggetta a regolamentazioni sui prezzi per alcuni anni (eventualità davvero molto difficile, ma per correttezza devo informarti su ogni possibile scenario, anche quello più improbabile).

In questo modo, i produttori come Samsung potrebbero licenziare un loro sistema operativo a un costo fisso, senza dipendere esclusivamente da Google.

Ad esempio, Samsung potrebbe decidere di mantenere Google come motore di ricerca predefinito su alcuni dispositivi, ma scegliere Bing su altri, nel caso che Bing offra una quota di entrate maggiore…

Questo stimolerebbe una maggiore concorrenza tra Google e Bing, migliorando le offerte anche per i consumatori.

In questo contesto, almeno in via teorica, gli utenti avrebbero sempre la possibilità di cambiare il motore di ricerca predefinito sui loro dispositivi, aumentando ulteriormente la concorrenza e l’innovazione nel settore. Ma ciò comunque è tutto da dimostrare, è difficile che una sola sentenza possa rivoluzionare un mercato così consolidato…

Per quanto mi riguarda mi auguro solo che ogni decisione non ricada sui consumatori ma che sia commisurata ed equilibrata.

Mi pare innegabile però che il mercato dei motori di ricerca e dei sistemi operativi mobili, sia in evoluzione, soprattutto dopo il lancio di Search GPT di OpenAI. E su questo versante la lotta tra Google e OpenAI, è davvero serrata, stando ai numeri del 2024

Ma tornando a noi, abbiamo visto come Google non se la passi bene a livello giudiziario, ma qual è la situazione processuale dei principali concorrenti?

Se Google piange, i competitor non se la passano così bene a livello giudiziario…

La sentenza contro Google potrebbe servire da modello per futuri casi antitrust, ma non è chiaro quanto questo caso influenzerà i processi pendenti che l’amministrazione Biden ha intentato contro le grandi aziende tecnologiche. Attualmente, ci sono diversi casi in corso, ti dico i più importanti:

In questi casi spesso abbiamo assistito a un effetto domino: dopo una condanna, ne seguono tante altre, non sarebbe la prima volta.

Inoltre, della serie le sfortune non vengono mai da sole, sta facendo scalpore un’inchiesta del Financial Times, secondo cui Google e Meta avrebbero stipulato un accordo segreto per trasferire gli adolescenti tra i 13 e i 17 anni da YouTube (di proprietà di Google) a Instagram (di Meta).

Le policy di Google non permettono pubblicità personalizzate per i minori di 18 anni, per questo motivo, secondo il giornale britannico, sarebbero stati identificati come “sconosciuti” proprio per aggirare tali restrizioni. La campagna, che sarebbe stata condotta con la collaborazione della società Spark Foundry, non riguarderebbe per ora l’Europa, ma Canada e Stati Uniti.

Interpellata dal Financial Times, Google ha comunicato di aver avviato un’indagine interna per verificare i fatti, dichiarando:

“Proibiamo la personalizzazione degli annunci per persone di età inferiore ai 18 anni, punto. Queste norme vanno oltre quanto richiesto e sono supportate da misure di sicurezza tecniche. Abbiamo verificato che queste misure di sicurezza abbiano funzionato correttamente”.

Non dimenticare poi l’altro processo sulla pubblicità digitale che vede coinvolta Google, sempre accusata di monopolio; in quel caso il giorno X da segnare sul calendario è il 9 settembre 2024, data del processo.

Insomma, a Mountain View si sentono circondati ultimamente, ma le cose potrebbero cambiare dopo le elezioni presidenziali americane del 5 novembre 2024?

Le elezioni USA del 5 novembre 2024 potranno condizionare le decisioni del giudice Metha? (Staremo a vedere…)

Il futuro della società di Mountain View potrebbe essere influenzato dalle dinamiche politiche, infatti non dimenticare che il 5 novembre gli USA andranno alle urne per scegliere uno tra Donald Trump e Kamala Harris.

Donald Trump, durante un comizio negli USA

Se Donald Trump tornerà alla Casa Bianca, potrebbe continuare l’offensiva contro Google, da sempre considerata un nemico (ma Trump ci ha abituati a giravolte e cambi improvvisi, per cui, mai dire mai…).

A quanto pare, come sostiene anche Elon Musk, Big G penalizzerebbe l’ex presidente nelle ricerche: se digiti Donald sulla barra di ricerca, Google ti consiglierebbe Donald Duck come primo risultato!

Un atto di lesa maestà, a quanto pare…

Da non sottovalutare comunque i precedenti del giudice Metha contro Trump, che l’aveva ritenuto in parte responsabile dell’assalto a Capitol Hill.

Kamala Harris sorridente a un comizio 2024, fonte Forbes

D’altra parte, Kamala Harris, con i suoi legami con la Silicon Valley, (molte società tecnologiche hanno finanziato la sua campagna elettorale), potrebbe preferire una risoluzione negoziata delle cause per evitare impatti eccessivi sulle grandi aziende tecnologiche.

La Harris si trova però tra due fuochi: la sua base chiede pene esemplari per le società accusate di monopolio, ma non so quanto sia conveniente inimicarsi colossi del genere, si rischia davvero grosso…

Comunque, indipendentemente da chi sarà il prossimo Presidente degli USA, la sentenza di Mehta è un avvertimento per altre grandi aziende tecnologiche, che potrebbero adottare comportamenti più cauti per evitare simili sanzioni. Insomma, si creerebbe un precedente davvero rischioso…

Al netto di tutto mi auguro solo che a farne le spese non saranno i consumatori e chi utilizza i servizi di Google. Per questo motivo, in quanto professionista SEO, non abbasserò la guardia e prometto di tenerti aggiornato.

Anche se, con l’appello di Big G alla Corte Suprema, i tempi potrebbero essere davvero lunghi…

Takeaways

  • Il 5 agosto 2024, il giudice Amit P. Mehta ha condannato Google per abuso di potere di mercato e pratiche anticoncorrenziali, in particolare per aver stipulato contratti restrittivi con Apple e altri produttori di dispositivi mobili, mantenendo così il suo monopolio nella ricerca online.
  • Google è stata accusata di aver speso miliardi di dollari per garantire la preinstallazione del suo motore di ricerca su dispositivi iOS e Android, limitando la concorrenza e aumentando il proprio dominio sul mercato, a discapito dei consumatori e dei competitor.
  • La sentenza richiama il caso antitrust contro Microsoft, che nel 1999 fu condannata per pratiche simili legate all’integrazione di Internet Explorer in Windows. Anche in questo caso, il giudice ha rilevato somiglianze significative, con accordi che hanno soffocato la concorrenza.
  • Tra le sanzioni possibili, si ipotizza il divieto per Google di pagare altre società per mantenere la posizione predefinita del suo motore di ricerca sui dispositivi. Questo potrebbe influire notevolmente su Apple, aprendo scenari come la nascita di un motore di ricerca indipendente da parte di Apple.
  • La sentenza potrebbe diventare un precedente importante, influenzando altre cause antitrust contro le big tech negli Stati Uniti. Le elezioni presidenziali del 2024 potrebbero ulteriormente condizionare l’approccio del governo USA verso Google e altre grandi aziende tecnologiche.

FAQ

Perché Google è stata condannata per monopolio negli Stati Uniti?

Il 5 agosto 2024, il giudice Amit P. Mehta ha emesso una sentenza in cui ha dichiarato Google colpevole di pratiche anticoncorrenziali. Google è stata accusata di aver abusato del suo potere di mercato, in particolare attraverso contratti restrittivi con Apple e altri produttori di telefoni, che richiedevano l’installazione di Google come motore di ricerca predefinito. Queste azioni sono state ritenute in violazione della sezione 2 dello Sherman Act, la legge Antitrust del 1890.

Quali sono le principali accuse mosse contro Google?

Google è stata accusata di abuso di posizione dominante, stipulando contratti esclusivi che impedivano la crescita di concorrenti come Bing e DuckDuckGo. Inoltre, l’azienda è stata accusata di danneggiare i consumatori incrementando i prezzi della pubblicità e di concorrenza sleale attraverso accordi con Apple e Mozilla che hanno bloccato una significativa parte del mercato della pubblicità online, limitando l’accesso ai dati necessari per migliorare i prodotti dei concorrenti.

Quali potrebbero essere le conseguenze per Google a seguito della condanna?

Il 4 settembre 2024, il giudice Mehta comunicherà le sanzioni per Google. La società rischia multe sostanziali e restrizioni che potrebbero impedirle di pagare altre società per garantire la posizione di motore di ricerca predefinito. Questo potrebbe avere ripercussioni significative, come la perdita di entrate per Apple e l’emergere di nuovi concorrenti nel mercato dei motori di ricerca, come un possibile motore di ricerca sviluppato da Apple stessa.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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