Google trema: la quota di mercato scende sotto il 90% per la prima volta dal 2015

Secondo i dati di Statcounter, la quota di Google è scesa per tre mesi consecutivi, mentre concorrenti come Bing e motori di ricerca IA crescono

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📌 TAKE AWAYS

  • La quota di mercato globale di Google è scesa sotto il 90% per la prima volta dal 2015, segnando un possibile punto di svolta nel panorama della ricerca online.
  • L’ascesa di motori di ricerca come Bing, Yandex e DuckDuckGo, insieme alle piattaforme basate sull’intelligenza artificiale come ChatGPT e Perplexity, evidenzia come la privacy e l’efficienza delle risposte siano sempre più centrali nelle scelte degli utenti.
  • L’intelligenza artificiale sta ridefinendo il modo in cui gli utenti accedono alle informazioni, portando a un aumento dell’importanza di contenuti ottimizzati per algoritmi IA.
La quota di mercato di Google scende sotto il 90% per la prima volta dal 2015, segnando l’ascesa (seppur ancora limitata) di Bing, Yandex e motori IA come SearchGPT.
Un piccolo scossone in un’arena da 400 miliardi di dollari che potrebbe ridefinire il futuro della ricerca online.

Mi sembra di vederti, lì col tuo caffè fumante (o la tua tisana salutista…), a fissare le dashboard delle tue campagne, col sopracciglio inarcato sull’ultimo capriccio dell’algoritmo di Google e un occhio strizzato ai competitor che sembrano spuntare ovunque come i fantasmi di Pac-Man.

La tua ansia è del tutto comprensibile, intendiamoci! Ma fermati un secondo, giusto il tempo di leggere queste righe, perché sta succedendo qualcosa di interessante, un po’ come se in un’autostrada affollata sbucasse improvvisamente una corsia alternativa, magari pure più scorrevole per i tuoi affari.

Dopo anni in cui Google era la tua unica area di servizio, quella dove tutti si fermavano, ecco che iniziano a vedersi le prime uscite diverse. Sì, perché per la prima volta dal lontano 2015, la sua quota di mercato globale è scesa sotto quel 90% che sembrava blindato come Fort Knox.

Lo so, detto così sembra una roba da poco, ma stiamo parlando di una torta talmente grande che anche una briciola che cade fa rumore, e quella briciola potrebbe finire proprio nel tuo piatto.

I dati di Statcounter sono lì a confermarlo: 89,34% a ottobre, 89,99% a novembre, 89,73% a dicembre. Insomma, un piccolo smottamento, certo, ma che per te che campi di click e di conversioni, può significare tanto sia in termini di visibilità che quindi di ricavi.

fonte statcounter motori di ricerca 2024
fonte statcounter motori di ricerca 2015

Ma prima di entrare nel dettaglio di questo studio, voglio mostrarti il quadro generale del mercato della ricerca.

Una torta da 400 miliardi e Google non è più l’unico a tavola

Parliamoci chiaro, il mercato dei motori di ricerca è un’arena da oltre 203,76 miliardi di dollari nel 2023, e le previsioni indicano una crescita impetuosa, stimata intorno all’11,05% annuo fino al 2032, quando si prevede che raggiungerà la cifra impressionante di 409,7 miliardi di dollari, stando alle stime di Skyquest, autorevole sito che si occupa di analisi dei dati.

fonte Skyquest ricerca mercato motori di ricerca fino a 2031
Skyquest

Google, con la sua storica quota di mercato che sfiorava il 90-92%, ne è stato il sovrano indiscusso per anni, un vero e proprio impero digitale capace di plasmare le nostre abitudini online e, di conseguenza, il destino delle nostre attività.

Ma come la storia ci insegna, nessun impero è eterno, e questo leggero sussulto ci suggerisce che qualcosa si sta muovendo. Non siamo di fronte a uno sconvolgimento, intendiamoci, ma piuttosto a lenti, ma significativi, aggiustamenti tettonici. Ignorare questi segnali sarebbe un errore che noi, che con il web ci viviamo, non possiamo permetterci.

fonte Statista mercato ricerca da 2015 a 2024

Chi sta guadagnando terreno? I motori di ricerca che rosicchiano qualcosina…

La domanda vitale, quella da cui dipendono molte delle nostre prossime mosse, è: dove stanno migrando quegli utenti che, seppur in piccola parte, stanno abbandonando Google? Le analisi di Statcounter indicano che i concorrenti storici stanno beneficiando di questa lieve diaspora.

Infatti, Microsoft Bing ha consolidato la sua posizione, attestandosi stabilmente intorno al 3,97% a dicembre 2024. E a Mountain View sanno bene quanto Bing possa essere realmente insidioso, come ti ho scritto qui.

Anche Yandex ha mostrato una certa vitalità, raggiungendo il 2,56% e recuperando terreno. E non dimentichiamoci di Yahoo! e Baidu, che pur non rappresentando più i colossi di un tempo, continuano ad avere la loro fetta di pubblico, rispettivamente con l’1,29% e lo 0,81%.

fonte statcounter numeri motori ricerca 2024 dicembre

A questi si aggiunge una categoria interessante, quella etichettata come “altro”, dove troviamo realtà come DuckDuckGo, con uno 0,66% di quota, ed Ecosia.

Questi motori di ricerca, che fanno della privacy e della sostenibilità i loro pilastri (ti consiglio questo articolo su DuckDuckGo molto interessante, a proposito), stanno attirando un numero crescente di utenti, stanchi della sorveglianza costante e della pubblicità sempre più invasiva.

L’avanzata inesorabile dell’IA nella ricerca (ma attento ai numeri!)

Ma la vera variabile in gioco, l’elemento che potrebbe davvero rimescolare le carte, è rappresentato dall’avanzata inesorabile dell’intelligenza artificiale. Sì, hai capito bene, ChatGPT e i suoi “fratelli” non sono più semplici passatempi tecnologici o strumenti per velocizzare la creazione di testi di marketing.

Stanno diventando, a tutti gli effetti, dei concorrenti per Google. Un numero sempre maggiore di persone sta adottando chatbot come ChatGPT o motori di ricerca basati sull’IA come Perplexity per ottenere risposte immediate e puntuali alle proprie domande.

A riprova di ciò, sappi che SearchGPT potrebbe raggiungere l’1% del mercato della ricerca entro il 2025. Questa stima è basata su dati interni condivisi dalla piattaforma SEO BrightEdge, che evidenziano una traiettoria positiva grazie alla recente decisione di rendere ChatGPT Search disponibile anche agli utenti gratuiti.

Secondo SparkToro, la creatura di OpenAI ha raggiunto a fine 2024 una quota di mercato del 4,3%, contro l’83,54 di Google, ma questi numeri possono trarre in inganno se letti superficialmente.

fonte Spark Toro mercato ricerca ottobre 2024

Infatti, bada bene, non tutte le interazioni su ChatGPT sono da considerare come ricerche!

Ora, non so se la società di Sam Altman raggiungerà Google entro quattro anni come pronosticato da Marcus Tober di Semrush, ma senza dubbio siamo di fronte a una crescita impetuosa.

Ma in tutto ciò qualcosa di certo c’è: la ricerca tramite IA sta cambiando il modo in cui le persone trovano brand e siti web, cambiando le dinamiche di visibilità online. ChatGPT non è ancora un concorrente diretto per Google, ma i suoi progressi indicano una trasformazione in atto.

Peccato che i motori di ricerca IA con loro portino anche rischi non da poco…

Sondaggio Statista AI allucinazioni 2024

I rischi nascosti dell’IA: allucinazioni, cannibalizzazione e controllo dell’informazione

Attenzione però a non farti accecare dai luccichii della novità. Questi strumenti basati sull’intelligenza artificiale, pur offrendo vantaggi innegabili, presentano anche delle insidie di cui voglio parlarti brevemente.

Infatti, uno dei problemi più discussi è quello delle “allucinazioni”, ovvero la tendenza di questi sistemi a fornire informazioni errate o completamente inventate, spacciandole per vere.

fonte Voronoi allucinazioni AI
Voronoi

Ti ricordo il caso del politico australiano Brian Hood, che ha minacciato azioni legali contro OpenAI dopo che ChatGPT lo aveva erroneamente associato a uno scandalo di corruzione.

Un altro aspetto critico è la potenziale “cannibalizzazione” del web. Per fornire le loro risposte, i motori di ricerca basati sull’IA rielaborano il materiale presente online, creato da testate e siti web, ma a differenza di Google, spesso non indirizzano l’utente verso la fonte originale, portando a quella che viene definita “ricerca zero click“.

Ciò, è evidente, penalizza economicamente chi crea i contenuti e disincentiva la produzione di nuovi.

Infine, non possiamo sottovalutare il tema del controllo dell’informazione. Affidare a poche aziende della Silicon Valley un potere così grande sull’accesso alle notizie e alla conoscenza solleva legittime preoccupazioni sulla possibilità di manipolazione e sulla mancanza di neutralità, come sostenuto acutamente in questo articolo di Wired.

La battuta (amara) su Elon Musk che chiede al suo chatbot Grok le cause degli incendi in California e riceve come risposta “il politicamente corretto” è un esempio divertente che ho letto su BlueSky, seppur estremo, dei rischi che corriamo.

OK, questi sono i possibili lati negativi. Ma chi si occupa di SEO non può ignorare l’enorme opportunità di ottimizzare anche per gli LLM. A questo riguardo, ti voglio parlare di un caso davvero illuminante…

Il caso Viv: un esempio illuminante di ottimizzazione SEO nell’era degli LLM

Per comprendere appieno come l’avvento dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) stia trasformando la ricerca online e l’ottimizzazione SEO, consideriamo il caso di Viv, un marchio di prodotti per l’igiene femminile.

Nel luglio 2024, come riporta Modern Retail, Viv ha registrato un aumento improvviso del 400% nel traffico mensile del suo sito web. L’indagine interna condotta dal direttore marketing e design di Viv, Kelly Donohue, ha rivelato che questo picco inatteso era principalmente trainato dalle raccomandazioni di ricerca di Gemini e ChatGPT per prodotti per l’igiene femminile non tossici.

Inquadriamo meglio la situazione: in quel periodo era stato pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Environment International che evidenziava la presenza di metalli pesanti come piombo e arsenico in molti marchi popolari di assorbenti.

Un numero significativo di utenti aveva quindi interrogato gli assistenti virtuali sull’argomento e cercato alternative sostenibili, venendo indirizzato al blog di Viv.

Ancora più significativo è il dato relativo alle conversioni: molti degli utenti provenienti da ChatGPT hanno finalizzato l’acquisto, con un aumento delle vendite del 436% derivante da queste raccomandazioni.

La strategia di Viv si è rivelata vincente: l’azienda aveva creato contenuti dettagliati e basati su dati relativi alla sicurezza dei propri prodotti. Articoli come “Piombo e Arsenico negli assorbenti ?! Ecco Perché Viv è la Scelta Più Sicura”, pubblicato subito dopo la diffusione dello studio, hanno catturato l’attenzione degli algoritmi IA, fornendo un contesto esaustivo, trasparente ed educativo.

Questo esempio dimostra come, nell’era degli LLM, l’ottimizzazione SEO non si limiti più alle tradizionali keyword, ma richieda la creazione di contenuti approfonditi, ricchi di dati e capaci di rispondere in modo esaustivo alle domande degli utenti, fornendo contesto, fonti e background.

Pensa che Viv ha persino esaurito le scorte di prodotti previsti per sei mesi in sole tre settimane, proprio grazie alle raccomandazioni generate dall’IA di Google.

Questo caso studio evidenzia un cambiamento rilevante: le aziende, devono pensare a come presentare le informazioni sui propri prodotti in modo che siano facilmente comprensibili e valutabili anche dagli algoritmi IA. Prima lo capisci, meglio è per il tuo business online.

fonte statcounter dicembre 2024 Italy Google e motori di ricerca concorrenti
Statcounter

Google vacilla, il tuo business no: è ora di diversificare e conquistare nuovi spazi

Che cosa emerge dunque da questi dati e casi che ti ho citato?

Semplice: che occorre prepararsi a un futuro in cui il dominio di Big G potrebbe non essere più una certezza. Naturalmente, non si tratta di abbandonare Google (ben salda nella sua posizione, nonostante i guai giudiziari), ma di diversificare l’approccio.

Monitorare attentamente le quote di mercato dei motori di ricerca alternativi, analizzare il comportamento degli utenti che utilizzano piattaforme basate sull’IA e comprendere le loro aspettative diventa fondamentale.

La diversificazione della strategia SEO è ormai una necessità: ottimizzare i contenuti non solo per l’algoritmo di Google, ma anche per Bing, per i motori di ricerca focalizzati sulla privacy come DuckDuckGo e, progressivamente, per SearchGPT e AI Overviews e le piattaforme di ricerca basate sull’intelligenza artificiale.

Questo implica una comprensione più ampia dei diversi algoritmi e dei criteri di ranking specifici. La qualità dei contenuti assume un’importanza ancora maggiore.

In un contesto in cui l’IA funge da filtro, la capacità di offrire informazioni accurate, approfondite, originali e con un valore aggiunto distintivo diventa indispensabile per emergere. Non sottovalutare le opportunità offerte dall’IA: strumenti come ChatGPT possono essere utilizzati per migliorare la produttività nella creazione di contenuti, per generare nuove idee e per analizzare i trend del mercato.

L’aggiornamento continuo e la formazione diventano imprescindibili: seguire le evoluzioni del settore, partecipare a eventi e webinar, confrontarsi con altri professionisti sono attività che vi permetteranno di rimanere al passo con i cambiamenti e di adattare le vostre strategie in modo proattivo. La SEO del 2025 è già cambiata: scopri come stare al passo.

Se vuoi saperne di più e capire come muoverti in questo scenario così mutevole, scrivimi qui.


La quota di mercato di Google diminuisce per la prima volta dal 2015: Domande & Risposte

Perché la quota di mercato di Google è scesa sotto il 90%?

Secondo i dati di Statcounter, la quota di mercato di Google è scesa sotto il 90% per tre mesi consecutivi a causa della crescita di concorrenti come Bing, Yandex e motori di ricerca basati sull’intelligenza artificiale.

Quali motori di ricerca stanno guadagnando terreno rispetto a Google?

Microsoft Bing ha consolidato la sua posizione con il 3,97% del mercato, seguito da Yandex con il 2,56%. Anche DuckDuckGo e altri motori di ricerca alternativi, focalizzati su privacy e sostenibilità, stanno crescendo.

Qual è l’impatto dell’IA sulla ricerca online?

L’IA sta trasformando il panorama della ricerca online, con strumenti come ChatGPT e Perplexity che stanno attirando utenti grazie a risposte puntuali e personalizzate. ChatGPT Search potrebbe raggiungere l’1% del mercato entro il 2025.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

17 commenti su “Google trema: la quota di mercato scende sotto il 90% per la prima volta dal 2015”

  1. Incredibile come le cose cambiano! Ricordo quando Google sembrava inarrestabile. Ora, sembra che anche Bing possa avere un attimo di gloria. Spero solo che non diventi un circo di pubblicità! 😅

  2. “Ma dai, Google che perde terreno? È tipo un supereroe perdere i poteri! Chissà se Bing avrà il suo momento di gloria! 😂”

  3. Francesca Ferri

    Ehi, chi l’avrebbe mai detto? Google che perde colpi è come vedere il tuo amico più sicuro di sé inciampare! 😂 Magari è ora di dare un’occhiata a Bing e ai suoi cugini. Chissà, potrebbe essere un’ottima alternativa!

  4. Riccardo Villa

    “Google che scende sotto il 90%? È come scoprire che il tuo gelato preferito ha un nuovo gusto! 🍦 Chissà se Bing sa fare anche i coni!”

  5. Valentina Esposito

    Wow, incredibile! Ricordo quando pensavo che Google fosse invincibile. Ma mi fa piacere vedere un po’ di concorrenza. Forse è il momento di dare una chance a Bing e ai motori IA! Chi lo sa? 😄

  6. Daniele Lombardi

    Ma dai, Google che scende sotto il 90% è una notizia pazzesca! 😲 Ho sempre usato Google, ma ora che ci sono alternative come Bing e i motori IA, magari è tempo di fare un giro di esplorazione!

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