Google presenta Veo 2 e Imagen 3: saranno integrati in Gemini

A Mountain View accelerano sull’intelligenza artificiale e intanto aggiornano la policy: la lotta contro deepfake e phishing continua

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📌 TAKE AWAYS

  • Con Veo 2 puoi generare video realistici in 4K, mentre Imagen 3 produce immagini luminose e curate nei minimi dettagli.
  • Utilizzare strumenti come Veo 2 e Imagen 3 può aumentare la visibilità del tuo brand, ma sempre con un occhio alla trasparenza e alla coerenza dei contenuti.
  • Con l’aggiornamento della policy sull’IA generativa, Google stabilisce regole chiare per l’uso responsabile di questi strumenti. Vietati deepfake ingannevoli, contenuti dannosi o pratiche non etiche.
Google lancia Veo 2 e Imagen 3, strumenti di IA per creare video e immagini realistici, integrati con Gemini.
Allo stesso tempo Big G aggiorna la sua policy: la guerra ai deepfake continua.

Ti piace creare video e immagini spettacolari per il tuo sito web o e-commerce senza svenarti in costi e risorse?

Se è così ti interesserà sapere che Google ha lanciato Veo 2 e Imagen 3, strumenti rivoluzionari di intelligenza artificiale generativa integrati con Gemini, il modello multimodale che sta ridefinendo il concetto stesso di creatività digitale.

Sei pronto a scoprire come tutto questo potrà impattare sul tuo business? Perché sì, potrebbe fare la differenza tra rimanere al passo o essere sorpassato.

L’annuncio di Big G, pubblicato il 16 dicembre 2024, non parla di semplici aggiornamenti: video e immagini generati da questi strumenti sono così realistici e dettagliati che distinguere il reale dal generato diventa quasi impossibile.

Giudica tu stesso:

Un'immagine di uno scoiattolo sotto la neve creata con l'IA di Google Imagen 3

Ma attenzione, quasi contemporaneamente, il gigante di Mountain View ha anche aggiornato le sue politiche sull’IA generativa per garantire che tutto questo potere creativo venga usato in modo responsabile e tentare di arginare i deepfake sempre più indistinguibili dalla realtà.

Praticamente Big G fa come lo Stato che sui pacchetti di sigarette scrive mille disclaimer conditi da foto che dovrebbero mettere in guardia i fumatori. Un po’ contraddittoria come scelta, ma necessaria per pararsi un po’ il cloud…

Ma perché questo dovrebbe interessarti? Semplice. Se gestisci un sito, il successo del tuo business dipende da quanto riesci a conquistare l’algoritmo più importante: quello dell’attenzione.

E, come sai bene, contenuti visivi straordinari possono migliorare il posizionamento del tuo sito, attirare più traffico e, soprattutto, convertire quei click in clienti.

Con Veo 2 e Imagen 3, Google ti mette in mano strumenti che fino a ieri sembravano riservati solo ai grandi brand. Ma per sfruttarli, devi sapere come funzionano. Pronto a scoprire cosa ti permettono di fare? Partiamo subito!

Veo 2 e Imagen 3: cosa sono e cosa ti permettono di fare

Con Veo 2 e Imagen 3, l’intelligenza artificiale di Mountain View promette di rivoluzionare il modo in cui creiamo contenuti visivi, offrendo una qualità e un realismo che sembravano impossibili fino a ieri.

Veo 2 è il passo avanti di Google nel mondo della generazione video: può creare scene mozzafiato con un dettaglio e una fedeltà incredibili, gestendo persino i movimenti e le espressioni con naturalezza (come puoi vedere qui).

Pensa a uno spot di 30 secondi, girato in 4K, con la precisione di una troupe cinematografica, ma creato partendo da un semplice prompt testuale. Vuoi un’inquadratura specifica, un’atmosfera particolare o un effetto visivo? Puoi chiederlo a Veo 2 e ottenere risultati che sembrano usciti da un film di Hollywood.

Imagen 3, invece, si concentra sulle immagini statiche, portandole a un nuovo livello di realismo. Le immagini generate sono luminose, curate nei minimi dettagli e fedeli a qualsiasi idea tu voglia rappresentare. Non hai bisogno di ingaggiare un fotografo per creare contenuti visivi per il tuo e-commerce: Imagen 3 è il tuo studio fotografico digitale, sempre disponibile e incredibilmente versatile.

Un uccello-fragola creato con Imagen 3 di Google

Metti però il tuo entusiasmo in standby, questi strumenti non sono ancora a portata di tutti, ma ci siamo vicini. Imagen 3 è già accessibile in oltre 100 Paesi tramite ImageFX, mentre Veo 2 viene gradualmente rilasciato tramite lista d’attesa su VideoFX.

L’obiettivo di Big G? Rendere queste tecnologie disponibili ovunque, Italia compresa, nei primi mesi del 2025.

Ma sai perché ho deciso di parlartene?

Perché il pubblico oggi chiede sempre più autenticità e originalità, e i contenuti visivi di alta qualità sono la chiave per catturare l’attenzione, migliorare il posizionamento SEO e aumentare la visibilità del tuo brand.

In un mercato sempre più competitivo, strumenti come Veo 2 e Imagen 3 possono davvero trasformare la tua strategia di comunicazione, rendendola più potente ed efficace.

Whisk: da un’immagine all’altra, il potere dei prompt visivi

E ora veniamo a un altro punto interessante: ti interesserebbe usare direttamente immagini come prompt per creare nuovi contenuti?

Eccoci, Whisk è l’ultimo esperimento di Google Labs, pensato proprio per partire da un’immagine di riferimento.

Mi spiego meglio: magari hai già una foto di un prodotto o di un prototipo, vuoi mantenerne le caratteristiche chiave, ma trasformarne lo stile, l’ambientazione, la texture. Whisk integra le capacità di Imagen 3 con la comprensione visiva di Gemini, il nuovo modello di IA multimodale di Google.

Risultato? Puoi inserire un’immagine di partenza e generare varianti personalizzate, mantenendo coerenza con il soggetto originale ma esplorando nuove estetiche.

La foto di una ragazza asiatica creata con Imagen 3

Pensaci bene: un logo, una mascotte, un packaging di prodotto. Puoi farli evolvere in diversi contesti visivi per testare impatto sul pubblico, o magari creare materiali promozionali diversificati per i social.

Attualmente Whisk è limitato agli Stati Uniti, ma nulla vieta, se hai fretta, di usare una VPN per testarlo. Va da sé che la capacità di visualizzare, remixare e reimmaginare i tuoi contenuti partendo da un’immagine di base riduce i tempi e la complessità del lavoro, regalandoti un bel vantaggio competitivo mica da ridere.

Il rilascio graduale, bada bene, non è casuale: Big G vuole monitorare l’uso, correggere eventuali problemi e perfezionare gli strumenti, mantenendo un occhio costante sulla sicurezza e sull’affidabilità del sistema. Dopotutto, modelli di IA generativa così avanzati vanno maneggiati con cura.

Da qui derivano anche le nuove policy sull’IA: Google non vuole ritrovarsi con responsabilità legali o etiche se qualcuno genera contenuti pericolosi o ingannevoli.

La nuova policy sull’IA generativa: linee guida più chiare per evitare rischi

Il documento aggiornato sulla Generative AI Prohibited Use Policy di Google, entrato in vigore dopo una prima introduzione a marzo 2023, chiarisce ora punto per punto cosa è vietato fare con questi strumenti.

Chi utilizza Veo 2, Imagen 3 o altri sistemi di generazione deve rispettare regole precise. Non si possono creare contenuti illegali, violenti, d’odio, sessualmente espliciti né ingannevoli. Sono vietati tentativi di phishing, distribuzione di malware o manipolazione informatica. Niente deepfake non consensuali, niente immagini ingannevoli che possano destabilizzare l’opinione pubblica. Su questo versante a Mountain View sono molto sensibili, come dimostra l’update di agosto 2024 anti deepfake.

Esistono eccezioni, ad esempio per finalità educative, documentaristiche, scientifiche, artistiche o giornalistiche. L’idea è di mantenere uno spazio di libertà creativa e ricerca, senza aprire la porta all’abuso.

Questo significa che, se stai progettando di generare contenuti pubblicitari, dovrai fare attenzione a non creare immagini o video fuorvianti, potenzialmente dannosi per i tuoi utenti. Chi lavora nel marketing online sa bene che trasparenza e reputazione sono fondamentali, per cui stai in guardia: infrangere queste regole potrebbe costarti caro, sia in termini di credibilità che di visibilità.

Ma la corsa delle IA non è solo innovazione senza freni; come si dice, non c’è rosa senza spine, nemmeno se questa rosa è creata da Imagen3 o Veo 2…

Siamo a corto di dati: cosa significa per l’IA?

Questo articolo stava diventando troppo ottimista, non credi? Non vorrei apparirti come un entusiasta acritico, per cui mi pare doveroso segnalarti brevemente tre criticità sul mondo IA.

Veniamo alla prima. Ti sei mai chiesto quanto vasto possa essere il web?

Bene, Ilya Sutskever, uno dei fondatori di OpenAI e tra le menti dietro ChatGPT, ha sganciato una notizia che lascia riflettere:

“La fase di pre-addestramento come la conosciamo sta finendo, perché i dati si stanno esaurendo”.

Ilya Sutskever

Secondo Sutskever (come riporta Reuters), ormai c’è un limite: il web è immenso, ma non infinito, e il materiale utile per addestrare i Large Language Model (LLM) è sempre lo stesso. È un po’ come il petrolio: quando finisce, bisogna pensare a nuove soluzioni.

Eric Schmidt, ex CEO di Google, ha aggiunto il secondo tassello, durante un’intervista ad ABC news.

Secondo lui, quando i sistemi di intelligenza artificiale inizieranno ad auto-migliorarsi autonomamente, ci sarà bisogno di pensare seriamente a “staccare la spina”. E sai perché?

Perché le regolamentazioni sono ancora insufficienti e, senza un controllo adeguato (aggiornare la policy non sembra bastare in tal senso), il rischio di sviluppi incontrollati è reale.

In altre parole, mentre le aziende spingono sull’acceleratore dell’IA, i limiti tecnici ed etici diventano sempre più evidenti.

Ultimo punto sensibile di cui ti voglio scrivere: la riconoscibilità dei contenuti generati con l’IA.

Big G, come ti preannunciavo in questo articolo, ha introdotto un watermark invisibile (SynthID) nei video e nelle immagini generate dall’IA, utile proprio a distinguere ciò che è stato creato artificialmente.

Questo contrassegno non appare all’occhio umano ma ai sistemi di analisi sì, offrendo un livello di trasparenza aggiuntivo. Per cui meglio non abusare di contenuti ambigui: un uso etico e responsabile rafforza la tua credibilità e la topical authority, anche agli occhi dei motori di ricerca.

Come ti consiglio spesso, specie in epoca di IA, puntare sulla comunicazione autentica è vitale per distinguersi.

Resta al passo: il mercato non aspetta i ritardatari

Se ti stai chiedendo come muoverti adesso, la risposta è chiara: studia, sperimenta e affidati a consulenti SEO attenti a ogni novità.

Attendere che i concorrenti sfruttino Veo 2 e Imagen 3 al posto tuo (come se fossero cavie) significherebbe vedere le loro campagne diventare più accattivanti, i loro siti più dinamici, i loro utenti più coinvolti.

Da parte tua, testare subito le potenzialità di Imagen 3, magari accedendo a ImageFX (disponibile in oltre 100 Paesi), potrebbe farti capire in anticipo che tipo di contenuti generare.

Tenere d’occhio la lista d’attesa di VideoFX per Veo 2 è una mossa intelligente, così come valutare una VPN per dare un’occhiata a Whisk e comprendere se il futuro degli stimoli visivi (prompt immagine su immagine) fa per te.

Però mi raccomando: non mancare di approfondire la policy sull’IA generativa, perché conoscere i limiti e le eccezioni ti eviterà guai. Di fronte a queste nuove opportunità, essere informati e responsabili conta più di ogni altra cosa.

Se c’è una lezione da imparare da tutto ciò, è che Google non penalizza i contenuti generati con IA, purché siano di qualità e pensati per offrire valore al tuo pubblico.

Ciò significa che non è importante come crei i contenuti, ma cosa offri ai tuoi utenti. Con strumenti come Veo 2, Imagen 3 e l’innovativo Gemini 2.0 Flash (a proposito, lo hai già testato?), hai l’opportunità di innovare, ottimizzare e distinguerti nel mercato.

Punta su contenuti autentici e di qualità, pertinenti e ben strutturati, capaci di attrarre e trattenere il tuo pubblico. Approfitta delle tecnologie più avanzate, ma mantieni il controllo creativo e strategico.

E se hai dubbi su come integrare l’IA nella tua strategia aziendale o vuoi capire come migliorare la visibilità del tuo sito, non esitare: contattami.


Veo 2, Imagen 3 e nuova policy di Google sulle IA: Domande & Risposte

Cosa sono Veo 2 e Imagen 3?

Veo 2 e Imagen 3 sono i nuovi modelli di intelligenza artificiale generativa sviluppati da Google. Veo 2 è specializzato nella generazione di video realistici e dettagliati, mentre Imagen 3 crea immagini ad alta qualità e fedeli ai prompt testuali.

Come posso accedere a Veo 2 e Imagen 3?

Veo 2 è attualmente accessibile tramite lista d’attesa su VideoFX all’interno di Google Labs, mentre Imagen 3 è già disponibile in oltre 100 Paesi tramite ImageFX.

Google penalizza i contenuti generati con IA?

No, Google non penalizza i contenuti generati con IA, purché siano di alta qualità e utili per il pubblico. È importante che i contenuti offrano valore e rispettino le linee guida dell’azienda.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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