Le prime settimane di Giugno 2024 hanno visto una grande volatilità nelle classifiche di Google Search, con oscillazioni improvvise che hanno scosso profondamente la stabilità dei siti web. I consigli di Danny Sullivan, dirigente di Google Search Liaison, focalizzati su qualità dei contenuti e diversificazione del traffico, hanno incontrato critiche per la loro vaghezza e apparente retorica, lasciando molti a chiedersi come adattarsi in un contesto SEO sempre più precario. Ma come si può far fronte a quest'incertezza?
Perché Giugno 2024 è stato caratterizzato da fluttuazioni improvvise e imprevedibili?
Le prime due settimane di Giugno 2024 sono state caratterizzate da un’estrema turbolenza per quanto riguarda le classifiche dei risultati di ricerca su Google.
Queste fluttuazioni hanno scosso la stabilità di molti siti web, generando un’ondata di confusione e frustrazione tra gli operatori del settore.
Questo tipo di volatilità non è solo un’anomalia statistica, ma un segnale di profondi cambiamenti in atto nel modo in cui Google Search gestisce i suoi algoritmi e i criteri di classificazione.
Ecco, immagina che il tuo volo attraversi una tempesta, hai presente il momento in cui scende la maschera dell’ossigeno? Non siamo a quel punto, non temere.
Diciamo che attualmente stiamo attraversando una turbolenza, ma le hostess continuano a servire da bere…
Ma cosa sta succedendo esattamente e come si può correre ai ripari (se si può)?
Un tifone nelle classifiche: cosa sta accadendo?
Il primo segnale di questa turbolenza è emerso durante il fine settimana del 1° Giugno 2024, quando molteplici strumenti di monitoraggio hanno rilevato picchi straordinari nelle fluttuazioni dei risultati di ricerca.
La situazione si è ulteriormente complicata pochi giorni dopo, il 5 Giugno, con un’altra ondata che ha raggiunto livelli record (roba da prendere lezioni di surf!)
Questi eventi non solo hanno destabilizzato il posizionamento di numerosi siti, ma hanno anche scatenato varie discussioni nei forum e nei social legati al SEO.
Tuttavia, la frequenza e l’intensità di queste oscillazioni, indicano che non si tratta di semplici aggiustamenti algoritmici di routine.
Al contrario, sembrano riflettere una serie di aggiornamenti nei meccanismi di indicizzazione, tanto che molti utenti hanno chiesto a gran voce dei chiarimenti da parte di Big G, che per una volta, non si son fatti attendere.
I consigli di Danny Sullivan di Google: realismo o retorica?
In risposta a questa volatilità, Danny Sullivan, Search Liaison di Google, come riporta Search Engine Land, ha ribadito i pilastri fondamentali su cui i siti web dovrebbero focalizzarsi per avere successo in un ambiente così precario.
Infatti, secondo Sullivan, il successo a lungo termine non dipende dai “trucchi” SEO, ma piuttosto da una strategia solida e orientata alla qualità dei contenuti.
Ecco i suoi tre consigli principali:
- Continua a creare contenuti di qualità. Ottimo, mo’ me lo segno, parole sacrosante, per carità, ma forse leggermente vaghe, in un contesto in cui gli algoritmi sono così opachi e in continua evoluzione;
- Diversifica le tue fonti di traffico. Fare affidamento esclusivamente su Google Search è una strategia pericolosa. Sullivan suggerisce di promuovere i contenuti attraverso molteplici canali, come social media, email marketing e altre forme di referral. Questo approccio non solo mitiga il rischio associato alle fluttuazioni, ma aiuta anche a costruire una base di utenti più robusta e fedele (ma anche su questo punto non mancano le critiche come vedremo più avanti);
- Costruisci un pubblico coinvolto. La chiave del successo è creare un rapporto duraturo con il proprio pubblico. Stando alle sue parole, questo può essere realizzato concentrandosi sulla costruzione di una comunità che torni regolarmente al sito, indipendentemente dai cambiamenti nei risultati di ricerca di Google.
Ora, capisco che Sullivan non sia un consulente SEO, (c’è troppa concorrenza in questo campo, lo capisco!), ma sinceramente mi aspettavo qualche dritta in più…
Sì, perché questi consigli, per quanto ragionevoli possano sembrare, hanno ovviamente deluso le attese degli utenti (Sullivan, per queste oscillazioni, avrebbe potuto almeno offrire una pastiglia per il mal di mare a tutti…).
Infatti, la ripetitività e la superficialità di queste raccomandazioni hanno sollevato domande sulla loro efficacia pratica, specialmente in un contesto dove le regole del gioco cambiano così spesso e senza preavviso.
Le critiche di alcuni utenti ai consigli di Sullivan
La reazione della comunità SEO e dei titolari di siti web ai consigli di Sullivan è stata tutt’altro che entusiasta. Molti professionisti del settore vedono questi consigli come un po’ retorici, parte di un copione riciclato.
Una delle critiche più comuni è che i consigli di Sullivan, sebbene teoricamente corretti, mancano di specificità e concretezza.
“Creare contenuti di alta qualità” è un mantra che Google ripete da anni, ma cosa significa esattamente in termini pratici?
È come se Big G di fronte a uno tsunami ti dicesse, “eccoti la tavola da surf, buon divertimento!”
E ai tuoi dubbi aggiungesse “tieni questi coupon per qualche lezione di nuoto, nel caso le cose si mettessero male…”.
La frustrazione maggiore poi deriva dalla percezione che manchi del tutto la trasparenza, insomma non è chiaro quali aspetti dei contenuti siano premiati o penalizzati, e ciò rende difficile adattarsi rapidamente e mantenere il posizionamento.
Infatti, spesso gli aggiornamenti vengono implementati senza preavviso e i gestori dei siti si ritrovano a dover interpretare i cambiamenti a proprie spese, per giunta.
Sembra sempre di più di trovarsi al cospetto di una divinità lunatica e dispettosa; il prossimo passo quale sarà innalzare templi e sacrificare qualche dominio scaduto in suo onore?
Cosa si può fare in uno scenario così imprevedibile? (I consigli che Sullivan non ha dato…)
Sicuramente per un sito di successo è fondamentale concentrarsi sulla user experience, questo è risaputo, ma soprattutto monitorare costantemente le performance con strumenti di analisi e metriche aggiornate.
Inoltre, creare contenuti di qualità, unici, originali, che abbiano un target interessato, è imprescindibile.
Ma non basta! Occorre tenere le antenne ben dritte su ogni evoluzione e cambiamento del settore, per esempio, un’altra dritta è quella di prestare attenzione ai link, molto importanti per il ranking.
Infatti, secondo uno studio di Internet Marketing Ninjas, ben il 96% dei siti web presenti nella top 10 dei risultati di Google ha almeno 1000 link provenienti da domini diversi (anche se questo dato si basa su un campione forse fin troppo esiguo per affermazioni così definitive).
Questo nonostante Big G abbia minimizzato il ruolo dei link esterni e detto che non sono così importanti per il posizionamento! (Google, che fai, ci vuoi seminare?)
Anticipo subito un’obiezione: il valore dei link va oltre il semplice numero; la qualità e la diversità delle fonti sono elementi essenziali.
Comunque, solo lo 0,3% dei domini nella top 10 ha meno di 50 link, come riporta Search Engine Land, il che dimostra che un numero significativo di collegamenti da varie fonti è imprescindibile per raggiungere le prime posizioni nei risultati di ricerca (nonostante ciò che dicono a Mountain View).
Ma vediamo perché è importante creare link ai fini del ranking (e non solo).
L’importanza della link building: creare rapporti reali (e non virtuali)
Come ben sai, gli algoritmi di Big G, nel corso degli anni, hanno cercato di migliorare le loro capacità di distinguere tra link genuini e manipolati.
La link building, ovvero la strategia di acquisizione di link da altri siti, agisce su molteplici livelli, influenzando l’autorità del sito (PageRank) e la frequenza con cui il sito viene scansionato dai crawler di Google.
Per questo l’efficacia della link building non risiede solo nel numero di link ottenuti, ma anche nella qualità e nella spontaneità di questi collegamenti. Creare contenuti di valore, come ebook e interviste, per esempio, può generare naturalmente un’alta qualità di link e citazioni.
Questi metodi non solo migliorano il ranking, ma costruiscono anche una rete di relazioni solide e durature nel tempo, come giustamente osserva Giorgio Taverniti, col quale sono spesso d’accordo.
E questo scambio di idee e punti di vista si rivela proficuo e produttivo proprio perché reale, non finto, creato ad arte per ingannare gli algoritmi.
Alla lunga infatti questo costante confronto, amplia gli orizzonti dei siti, li arricchisce e li rende vitali.
L’importante però è che questo modo di lavorare venga premiato da Google, ne va della fiducia e dell’affidabilità del sistema, se no è proprio il caso di dire, che “Houston, abbiamo un problema!”
Per concludere: a nessuno piacciono i voli turbolenti, L’aereo più pazzo del mondo fa ridere, ma solo al cinema!
Per quanto mi riguarda, meglio volare tranquilli…
Takeaways
- Le fluttuazioni osservate nelle prime settimane di giugno 2024 indicano non solo un aggiustamento temporaneo degli algoritmi, ma riflettono modifiche significative nel modo in cui Google gestisce la classificazione dei risultati. Questa volatilità ha destabilizzato molti siti web, mettendo in evidenza la necessità di comprendere meglio e adattarsi rapidamente ai nuovi parametri di Google.
- Sullivan sottolinea l’importanza di concentrarsi sulla qualità dei contenuti per avere successo a lungo termine su Google. Tuttavia, questo consiglio, sebbene valido, manca di specificità. Gli operatori del settore SEO richiedono linee guida più concrete su come interpretare e applicare il concetto di “contenuti di qualità” in un contesto di algoritmi sempre più complessi e opachi.
- Affidarsi esclusivamente al traffico da Google Search è rischioso. Diversificare le fonti di traffico, utilizzando canali come i social media, l’email marketing e altri referral, è essenziale per costruire una base di utenti solida e resiliente. Questo approccio non solo mitiga l’impatto delle fluttuazioni delle classifiche di Google, ma contribuisce anche alla crescita e alla sostenibilità a lungo termine del sito.
- Un recente studio evidenzia che il 96% dei siti nella top 10 dei risultati di Google ha almeno 1000 link provenienti da domini diversi. La qualità e la diversità dei link sono cruciali per il posizionamento nei risultati di ricerca. Nonostante Google abbia minimizzato il loro ruolo, i dati mostrano chiaramente che un numero significativo di link di qualità è quasi imprescindibile per raggiungere le prime posizioni.
- La link building efficace non riguarda solo il numero di link ottenuti, ma anche la loro qualità e la loro spontaneità. Creare contenuti di valore che attraggano naturalmente link da altre fonti è fondamentale. Questo approccio non solo migliora il ranking, ma costruisce anche relazioni durature e fiducia tra i siti, rendendoli più resilienti alle future oscillazioni degli algoritmi di Google.
FAQ
Perché Giugno 2024 è iniziato con tanta incertezza e fluttuazioni nelle classifiche di Google?
Risposta: Le prime due settimane di Giugno 2024 sono state caratterizzate da un’estrema turbolenza nelle classifiche dei risultati di ricerca di Google. Queste fluttuazioni hanno scosso la stabilità di molti siti web, generando confusione e frustrazione tra gli operatori del settore. La volatilità riflette profondi cambiamenti nei criteri di classificazione e negli algoritmi di Google.
Quali sono i consigli di Danny Sullivan di Google per affrontare la volatilità delle classifiche?
Risposta: Danny Sullivan consiglia di concentrarsi su tre aspetti principali: creare contenuti di alta qualità, diversificare le fonti di traffico e costruire un pubblico coinvolto. Sullivan sottolinea l’importanza di produrre contenuti che risuonino con il pubblico target e di non dipendere esclusivamente dal traffico di Google, ma di utilizzare canali come i social media e l’email marketing.
Perché i link sono così importanti per il posizionamento nei risultati di ricerca di Google?
Un recente studio ha mostrato che il 96% dei siti presenti nella top 10 dei risultati di Google ha almeno 1000 link provenienti da domini diversi. La qualità e la diversità dei link sono cruciali per il ranking. Nonostante Google abbia minimizzato il ruolo dei link, essi rimangono un fattore determinante per raggiungere le prime posizioni. La link building, se fatta con contenuti di valore, può costruire relazioni solide e durature, migliorando così il posizionamento del sito.