I link tossici sono realmente pericolosi o sono solo un mito? Gary Illyes, portavoce di Google, ha nuovamente minimizzato il problema, ma molti esperti SEO e utenti restano preoccupati. La verità è che questi link possono danneggiare davvero la reputazione di un sito, ma sono così mostruosi come si racconta o possono essere arginati e sconfitti?
“Google ci dice di non preoccuparci dei link tossici, ma poi ci dà strumenti per rifiutarli. Come dovremmo interpretarlo?
È come se ti dicessero di non preoccuparti di un incendio ma ti dessero comunque un estintore“.
I link tossici esistono o no? Paranoia o minaccia reale? Cosa pensano gli esperti SEO e quali sono le reazioni degli utenti?
Oggi vorrei raccontarti una storia horror, di quelle che si raccontano sotto le coperte, con la torcia sotto il mento, mentre fuori imperversa un temporale.
Mi riferisco ai mostruosi “link tossici”, quei collegamenti malefici che strisciano fuori dalle fognature digitali per terrorizzare i webmaster.
Ma queste orripilanti creature esistono davvero o sono delle leggende metropolitane, come gli alligatori nelle fogne?
Ti ho messo un po’ di paura, eh?
In questo articolo vedremo se i timori degli utenti sono giustificati oppure se ha ragione Google a rassicurarci come farebbe un genitore saggio e amorevole (oppure troppo pigro e sbadato!)
Immagina di sentire sotto il letto un respiro affannato, di percepire un’oscura presenza che ti osserva e papà Google che ti dice “stai tranquillo, cosa vuoi che sia!“, distrattamente senza neanche guardarti, mentre scrolla il telefono.
Come reagiresti?
Ti fideresti?
Personalmente non aspetterei di sentire gli artigli gelidi e affilati sul mio collo prima di correre ai ripari…
Sì, perché a volte anche nelle leggende più fantastiche può esserci un fondo di verità.
È vero, alcuni sedicenti guru della tecnologia magari approfittano dei timori degli utenti, alimentano le paranoie, ma altri lavorano bene per esaminare i loro backlink e scovare eventuali collegamenti dannosi.
Insomma, per rifarmi al celebre film, se temi che il tuo sito sia infestato dai fantasmi:
“Who can you call? I Ghostbusters (del SEO), ovviamente!”
Ma cosa sono esattamente questi link tossici?
E davvero possono compromettere il ranking di un sito, come molti temono?
E allora inoltriamoci nella notte più tetra, ma con molta cautela, per scoprire se queste figure misteriose sono reali o sono solo ombre innocue, frutto della nostra immaginazione.
I famigerati “link tossici”: tra leggenda e realtà
Fuori di metafora da film di Dario Argento, i link tossici sono collegamenti ipertestuali provenienti da siti web che Google considera di scarsa qualità o potenzialmente dannosi.
Pensa a grotte misteriose, o fondali marini inesplorati: insomma, posti che preferiresti evitare (più spaventoso di essere invitati a un matrimonio ad Agosto!)
Allo stesso modo, i link tossici provengono da angoli oscuri del web che i motori di ricerca ritengono poco affidabili, spesso associati a pratiche di spam o contenuti di bassa qualità.
In teoria, se il tuo sito web è “visto” frequentare questi posti, e “mischiarsi” ad ambienti del genere, la tua reputazione può subirne le conseguenze.
Queste creature mostruose magari ti tentano con promesse allettanti ma in cambio devi passare al lato oscuro e sarai per sempre associato a loro!
Ma usciamo un attimo da quest’incubo, o da quello che Stephen King chiamerebbe, “una gita serena e pacifica tra demoni e altre adorabili creature” e torniamo alla realtà:
Secondo Ahrefs, un noto strumento di analisi SEO (non spiritisti e occultisti che parlano coi mostri), i link tossici sono valutati attraverso una combinazione di fattori, tra cui il profilo del dominio da cui provengono, il tipo di contenuto che collegano e il contesto in cui appaiono.
E, la presenza di un alto numero di questi link, può sollevare sospetti di manipolazione artificiale del ranking, inducendo Google a penalizzare il sito associato.
Ma allora è il caso di farsi prendere dal panico, o fa bene Big G a minimizzare la questione?
Google: “Niente panico, ragazzi, tutto sotto controllo!”
Google ha ripetutamente cercato di tranquillizzare la comunità SEO riguardo a questi link, “dai, piccoli, dormite, i fantasmi non esistono!”
Ma quando gli utenti hanno chiesto a Big G di guardare dentro l’armadio o sotto il letto, hanno ricevuto solo risposte evasive e sbrigative.
Ed è per questo motivo che molti utenti non spengono più la luce e stanno sempre in guardia, con le coperte tirate fino a su!
Ma cosa dicono a Mountain View per tranquillizzarci?
John Mueller, uno dei volti più noti di Google nel settore della ricerca, ha già da tempo ridimensionato l’importanza dei toxic links, affermando che il motore di ricerca è abbastanza sofisticato da ignorare i collegamenti di bassa qualità che non meritano attenzione .
Tuttavia, recentemente, Gary Illyes, noto portavoce di Big G, ha preso una posizione ancora più decisa.
Infatti, in un recente intervento, Illyes ha dichiarato che la preoccupazione per i link tossici è ampiamente esagerata e che la maggior parte dei siti non ha nulla da temere.
“Non esistono collegamenti veramente ‘tossici’ nel modo in cui la gente pensa”, ha affermato Illyes.
“I nostri algoritmi sono progettati per valutare i link in un contesto più ampio, e un singolo link di bassa qualità non è sufficiente per danneggiare un sito ben posizionato” .
Gary Illyes
E non è tutto. Google ha anche messo in evidenza che l’intero concetto di link tossici è per lo più un’invenzione di strumenti di terze parti che vendono soluzioni per “disintossicare” i siti, creando una sorta di ciclo di paura, per lucrarci su.
Ma allora si tratta davvero di una cospirazione?
Qual è la verità per la comunità SEO?
La comunità SEO: “facile a dirsi, cara Google…”
Nonostante le rassicurazioni di Google, molti addetti ai lavori restano scettici.
La paura dei link tossici è profondamente radicata nel settore, e non a torto.
Esperti come quelli di SEMrush sottolineano poi che, sebbene Google dichiari di poter ignorare i link dannosi, l’esperienza di molti professionisti della loro comunità racconti una storia diversa: I link tossici possono contribuire a una diminuzione del ranking di un sito, soprattutto quando sono accumulati in grandi quantità.
Alcuni hanno notato invece casi in cui la rimozione o la disavow (rinuncia) dei link tossici ha portato a un miglioramento significativo nel ranking del loro sito.
Perciò, sebbene Google minimizzi l’impatto di questi link, la realtà potrebbe essere ben più complessa di così…
Come afferma un esperto di Keyweo, infatti “È difficile credere che Google possa davvero ignorare completamente l’impatto dei link tossici, soprattutto quando vediamo i risultati tangibili della loro rimozione” .
Altri poi sostengono che, nonostante le affermazioni di Google, i link tossici possano effettivamente danneggiare un sito, soprattutto quando vengono utilizzati come parte di attacchi di SEO negativo orchestrati da concorrenti senza scrupoli.
Ma invece cosa pensano gli utenti comuni a proposito?
Gli utenti comuni: tra psicosi collettiva e inconsapevolezza
Per gli utenti comuni e i piccoli imprenditori che gestiscono i loro siti, la questione dei link tossici può essere ancora più confusa e preoccupante.
Molti di loro, di fatto inesperti, si affidano a guide e strumenti SEO per mantenere il loro sito in salute, e la minaccia dei link tossici è spesso presentata come un problema urgente da affrontare. Un utente di Reddit, noto come “CuriousGio“, ad esempio, ha condiviso la sua esperienza riguardo a un attacco di SEO negativo che ha colpito il suo sito.
“Ho subito un attacco consistente di SEO negativo, e proprio come descrivi tu, i backlink sono arrivati a migliaia settimanalmente. È stato così per 5 o 6 anni” .
Spiegando come i backlink tossici continuino a proliferare, rendendo difficile mantenere il sito in buona salute, nonostante l’uso regolare dello strumento di disavow.
Un altro utente, “FrugalMogul”, ha espresso il suo disappunto per la mancanza di supporto da parte di Google:
“O Google sa cosa sta succedendo ed è complice… perché peggiori sono i risultati organici, più è probabile che tu clicchi sugli annunci… o i loro ingegneri della qualità della ricerca sono fondamentalmente incompetenti” .
Le storie di utenti come “CuriousGio” e “FrugalMogul” evidenziano una profonda frustrazione e una mancanza di fiducia nelle risposte di Big G.
La sensazione predominante tra molti è che Google non solo non stia facendo abbastanza per proteggere i siti dagli attacchi di link tossici, ma che potrebbe addirittura beneficiare indirettamente della confusione generata, poiché gli utenti potrebbero essere più propensi a spendere denaro in annunci per compensare il calo del traffico organico.
Un altro utente ha sintetizzato bene la questione: “Google ci dice di non preoccuparci dei link tossici, ma poi ci dà strumenti per rifiutarli. Come dovremmo interpretarlo? È come se ti dicessero di non preoccuparti di un incendio ma ti dessero comunque un estintore“.
Insomma, messa così sembra una situazione complottista, della serie “il potere non ci dice la verità…!”
Ma c’è qualche fondo di verità?
E soprattutto, esiste un modo per scovare ed eliminare questi link dannosi, o davvero bisogna chiamare gli Acchiappafantasmi?
I link tossici: un problema reale (ma non l’apocalisse horror che si pensa)
In conclusione, a mio avviso la verità si trova nel mezzo, anche se per esperienza posso dire che la questione dei link tossici rappresenta un problema reale. Ciò premesso però i toni allarmistici, come sempre, non aiutano né a comprenderlo, né a risolverlo.
Da un lato, Google insiste nel dire che i loro algoritmi sono abbastanza intelligenti da non farsi ingannare da collegamenti di bassa qualità.
Dall’altro, l’intera comunità SEO e gli utenti comuni continuano a lottare con la paura che questi link possano in qualche modo danneggiare i loro siti.
La reputazione online, lo sai bene, è importantissima, ma non esiste nessuna creatura mostruosa che vuole trascinarti con lei nel lato oscuro! Per cui ogni timore catastrofista è del tutto infondato, sebbene la questione non sia da sottovalutare come a volte sembra faccia Big G.
E, come in ogni buona storia di paura, forse la minaccia dei link tossici è meno nel link stesso e più nella nostra percezione di esso.
Per questo motivo, la migliore difesa resta la conoscenza e la vigilanza.
Così, se incontri un link sospetto nel tuo cammino digitale, ricorda: può sembrare spaventoso, ma armato delle giuste informazioni, potresti scoprire che non è poi così mostruoso come sembra.
E che soprattutto, con la guida di un professionista, si può arginare il problema e non occorre fuggire a gambe levate!
PS. se vuoi saperne di più ti lascio due articoli che possono fare al caso tuo:
👉 SEO negativa: ecco perché sono convinto che sia una falla irrecuperabile
👉 I peggiori errori di Link Building
Takeaways
- Sebbene il termine “link tossici” evoca immagini di mostri digitali pronti a distruggere il vostro sito, la realtà è più complessa. I link tossici sono collegamenti da siti di bassa qualità o potenzialmente dannosi che possono influire sulla reputazione del vostro sito. Tuttavia, Google ha sistemi avanzati per gestirli e spesso li ignora se non sono parte di un pattern più ampio di abuso.
- Google tende a minimizzare l’impatto dei link tossici, affermando che i suoi algoritmi sono abbastanza sofisticati da ignorare i collegamenti di bassa qualità. Tuttavia, questa posizione ha suscitato scetticismo tra molti professionisti SEO, che notano come la rimozione di questi link possa effettivamente migliorare il ranking di un sito.
- Molti strumenti SEO commercializzano soluzioni per identificare e rimuovere i link tossici, creando una sorta di “mercato della paura”. Google ha sottolineato che queste preoccupazioni possono essere esagerate e che i cosiddetti “link tossici” non sono sempre così dannosi come si pensa, suggerendo che spesso sono i tool stessi a spingere per interventi drastici.
- Gli esperti SEO sono divisi sulla questione dei link tossici. Alcuni ritengono che Google sia in grado di gestirli senza problemi, mentre altri insistono che la loro presenza può effettivamente danneggiare il ranking di un sito. L’esperienza pratica di molti suggerisce che una certa attenzione ai link di bassa qualità sia comunque necessaria per mantenere una buona posizione nei risultati di ricerca.
- I piccoli proprietari di siti e gli utenti non esperti spesso trovano la questione dei link tossici particolarmente preoccupante. Nonostante le rassicurazioni di Google, la mancanza di chiarezza e il rischio percepito portano molti a preoccuparsi eccessivamente. È importante per loro comprendere che, con la giusta conoscenza e l’uso corretto degli strumenti, la gestione dei link tossici può essere affrontata senza panico.
FAQ
Cosa sono i link tossici e perché sono considerati pericolosi?
I link tossici sono collegamenti ipertestuali provenienti da siti web che Google considera di scarsa qualità o potenzialmente dannosi. Possono influire negativamente sulla reputazione del tuo sito web e, in alcuni casi, causare una penalizzazione nel ranking dei motori di ricerca.
Google minimizza davvero l’impatto dei link tossici?
Sì, Google ha dichiarato più volte che i loro algoritmi sono abbastanza sofisticati da ignorare la maggior parte dei link di bassa qualità. Tuttavia, molti esperti SEO ritengono che la rimozione o il disavow dei link tossici possa migliorare il ranking di un sito, indicando che l’impatto potrebbe essere più significativo di quanto Google suggerisca.
Come posso identificare e rimuovere i link tossici dal mio sito?
Per identificare i link tossici, è sempre meglio rivolgersi a professionisti del settore e non improvvisarsi specialisti. Comunque ci si può rivolgere anche ai webmaster dei siti collegati per chiedere la rimozione dei link o utilizzare lo strumento di Disavow di Google per ignorarli. È importante monitorare regolarmente il tuo profilo di backlink per mantenere il sito in buona salute.