IA come Perplexity e SearchGPT minacciano davvero Google nelle ricerche online?

Perplexity e SearchGPT stanno crescendo nelle preferenze degli utenti in questa prima parte del 2024. Il dominio di Google nel mercato delle ricerche online è a rischio? Vediamo cosa è emerso da uno studio di Datos e Sonata Insights.

Una ricerca di Datos e Sonata Insights rivela come Big G, nonostante gli allarmismi, possa dormire sonni tranquilli…

Scorrendo LinkedIn, sembra che l’intelligenza artificiale abbia già rimpiazzato Google come motore di ricerca principale. Ovunque mi giri, vedo post entusiasti su come ChatGPT, Perplexity e altre piattaforme IA stiano rivoluzionando ogni cosa e come Big G abbia le ore contate.

Peccato che, come sempre, la realtà percepita non corrisponde affatto a quella autentica.

A confermare quanto dico, uno studio recente, condotto da Datos, A Semrush Company e Sonata Insights, offre una visione più concreta e meno apocalittica: Google è ancora in vetta, e le presunte minacce IA si stanno dimostrando meno pericolose del previsto.

Ma vediamo nel concreto cosa è emerso da questo studio…

Google sta realmente perdendo colpi?

Datos, è una società affiliata a Semrush, specializzata nella fornitura di dati clickstream anonimi su larga scala. Questi dati riguardano l’attività di navigazione su desktop e mobile di milioni di utenti in tutto il mondo e vengono utilizzati per ottenere approfondimenti sul comportamento dei consumatori e sulle tendenze di mercato.

Mentre Sonata Insights si occupa di ricerca e analisi focalizzandosi principalmente sull’evoluzione delle abitudini di ricerca online e sulle piattaforme di intelligenza artificiale.

Bene, queste due realtà hanno unito le forze per realizzare uno studio che ho trovato davvero molto interessante (lo puoi scaricare qui), utile a sfatare qualche mito ormai diffuso…

Dal loro report è emerso che a maggio 2024, Google ha registrato un incremento nelle visite su desktop rispetto a maggio 2023, con un aumento dell’1,4%.

Fonte Datos e Sonata Insights agosto 2024
Fonte Datos e Sonata Insights

Questo potrebbe sembrare un numero modesto, ma è significativo se lo si confronta con il maggiore attore della ricerca AI, Perplexity, che ha visto una crescita del 42% rispetto all’anno precedente, arrivando a 15,69 milioni di visite.

Sembra impressionante, vero? Ma facciamo un po’ di chiarezza.

In termini di visite, Google è circa 11 volte più grande di Perplexity. Tuttavia, le visite raccontano solo una parte della storia. Il dato veramente rivelatore riguarda il numero di utenti di ricerca: Google ha oltre 290 volte più utenti di ricerca rispetto a Perplexity!

Fonte Datos e Sonata Insights agosto 2024

Fonte Datos e Sonata Insights

E qui arriva la vera differenza: mentre su Google gli utenti effettuano in media 200 ricerche al mese, su Perplexity questo numero si ferma a 15. In pratica, gli utenti di Perplexity sono attivi solo per il 7,5% rispetto agli utenti di Google. Un abisso.

Insomma, altro che IA! Il caro e vecchio DuckDuckGo sembra ancora essere il competitor più rilevante nel settore della ricerca come si evince qui:

Fonte Statista Gennaio 2024 duckgogo
Fonte Statista

Google continua a crescere: i numeri non mentono

La quota di traffico web combinato tra desktop e mobile di Google è rimasta praticamente invariata tra maggio 2023 e maggio 2024. Questo significa che, anche se alcune piattaforme IA stanno ottenendo un certo engagement, non stanno erodendo la quota di mercato di Google.

Anzi, in alcuni casi, potrebbero addirittura aggiungere valore all’ecosistema esistente.

Un altro dato interessante riguarda il numero medio di ricerche per utente su Google. Su desktop, questo numero è cresciuto del 10,4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 109,9 ricerche mensili a maggio 2024. Sul web mobile, la media era di 51 ricerche per utente.

È importante notare che questi numeri non includono l’app di ricerca mobile di Google, dove avviene una quantità enorme di ricerche. Google stesso sottolinea che il traffico mobile è circa il doppio di quello desktop, dimostrando ulteriormente la sua forza nel mercato.

Fonte Datos e Sonata Insights agosto 2024
Fonte Datos e Sonata Insights

La realtà batte l’hype (come al solito)

Oltre al confronto con le piattaforme IA, lo studio ha evidenziato altri dati che confermano la solidità di Big G (nonostante Google sia uscita con le ossa rotte dalla condanna per monopolio negli USA).

Dallo studio emerge poi un altro dato chiave sull’adozione delle piattaforme IA da parte degli utenti di motori di ricerca tradizionali. La percentuale di questi utenti che utilizza anche le piattaforme IA è cresciuta solo di 2 punti percentuali nell’ultimo anno, raggiungendo il 16,45% a maggio 2024.

Non proprio il tasso di crescita esplosivo che ci si aspetterebbe da una tecnologia definita “rivoluzionaria”.

E qui arriva la stoccata finale: nonostante l’adozione crescente delle piattaforme IA, il 99% degli utenti continua a utilizzare i motori di ricerca tradizionali!

Sì, hai capito bene. Quasi tutti gli utenti che provano nuove piattaforme AI come Perplexity o ChatGPT tornano a usare Google…

Come vedi, questo contrasta fortemente con la narrativa che circola sui social media, dove sembra che questi strumenti stiano sostituendo completamente Google.

fonte LinkedIn Gopinath utente entusiasta di searchgpt agosto 2024

OK, lo studio che abbiamo visto prende in esame Perplexity, ma con la neonata Search GPT, la situazione cambia?

SearchGPT sfida Google (ma la minaccia è reale?)

Come sai OpenAI ha lanciato il suo guanto di sfida a Google con SearchGPT un motore di ricerca sperimentale che integra l’intelligenza artificiale per offrire un’esperienza di ricerca più conversazionale e mirata.

L’obiettivo di SearchGPT è chiaro: rompere il monopolio di Google nel settore della ricerca online, proponendo un approccio innovativo che permette agli utenti di ottenere risposte precise e pertinenti senza dover scorrere una lista infinita di risultati.

SearchGPT sfrutta i modelli linguistici avanzati di OpenAI, come GPT-4, per recuperare dati in tempo reale e fornire risposte che vanno oltre le semplici parole chiave, offrendo un’interazione più naturale e umana.

Tuttavia, la vera sfida per SearchGPT sarà insidiare la leadership di Google, che detiene oltre il 90% del mercato della ricerca online globale.

Finora, i tentativi di altri concorrenti, come Bing di Microsoft, di integrare l’intelligenza artificiale nella ricerca non hanno avuto un impatto significativo sulle abitudini degli utenti. E qui sta il punto: nonostante l’innovazione e il potenziale di SearchGPT, penso che convincere gli utenti a cambiare il loro comportamento sarà un’impresa ardua, come sostiene anche Rand Fishkin su Sparktoro.

OpenAI dovrà anche affrontare la sfida di fornire informazioni accurate e affidabili, un compito non semplice considerando che i chatbot possono a volte generare risposte errate o fuorvianti. Per mitigare questo rischio, OpenAI ha stretto accordi con importanti editori, come News Corp. e Time, per integrare contenuti di alta qualità nei risultati di ricerca.

Però la domanda rimane: riuscirà davvero SearchGPT a scalfire il dominio di Google o resterà solo una promettente alternativa? Come sai la lotta prosegue serrata, specie dopo l’acquisizione di Google di Character.AI.

Su X i tifosi di OpenAI sembrano sicuri del declino inarrestabile di Big G, come vedi da questo meme:

meme su X maggio 2024 kevin king

Ma nonostante le ironie sul web si sprechino, per ora, il gigante di Mountain View, sembra destinato a mantenere salda la sua posizione di leader indiscusso, ma del domani non v’è certezza, per citare Lorenzo il Magnifico! (Questa citazione l’ho cercata sia su Google che su GPT, per par condicio!)

2 importanti differenze tra Google e SearchGPT nell’esperienza utente (almeno in teoria)

Una frase, spesso attribuita al filosofo Slavoj Žižek, recita:

“È più facile immaginare la fine del mondo che del capitalismo”.

Bene, parafrasandola, potrei dire:

“È più facile pensare alla fine del mondo che alla fine di Google!”

Sì, perché siamo così abituati a utilizzare i servizi di Big G per le nostre ricerche online che è davvero difficile pensare di farne a meno. Ma non dobbiamo mai dare nulla per eterno, tutto è destinato ad evolvere e cambiare. E magari ha ragione il CEO di OpenAI, Sam Altman, quando al podcast di Lex Fridman (podcaster russo-americano esperto di tecnologia), dice:

“Forse esiste un modo molto migliore per aiutare le persone a trovare, agire e sintetizzare informazioni”.

Che questo modo sia SearchGPT, però ho ancora i miei dubbi…

Ma vediamo quali sono due rilevanti differenze tra Google e SearchGPT:

Risultati di ricerca

Quando fai una query con SearchGPT, ottieni un riassunto della risposta con link alle fonti di informazione. L’idea è di risparmiare tempo con risposte più dirette.

Invece con Google ottieni pure la funzione “Le persone hanno chiesto anche” con quattro domande suggerite e alcuni link. Se qui trovi le risposte che cerchi, ti è andata bene, in caso contrario, preparati allo scrolling (e non è detto che ti vada bene!)

Contesto

Se chiedo a Google: “Cosa c’è da fare a New York il prossimo weekend?” e poi: “Pioverà?”, ottengo risultati meteo per la mia posizione attuale, non per la Grande Mela!

Insomma, non ha memoria del contesto della conversazione.

Come se parlando con un amico gli dicessi:

“Quanti anni ha ora tuo figlio?”

“10!”

“E gioca ancora a pallavolo?”

“….”

Niente, nessuna risposta! Praticamente è come parlare con chi soffre di amnesie ravvicinate! Un po’ frustrante, non credi?

SearchGPT invece manterrà il contesto per rispondere a domande successive.

Per esempio se chiederò: “dove posso vedere i lamantini in Florida?”

Mi risponderà “nella riserva naturale di Three Sister Springs”.

Se aggiungo poi “Farà caldo?”, il motore di ricerca di OpenAI (o forse dovrei dire “di risposta”) sa che questa domanda si riferisce al luogo della riserva naturale!

Insomma, se Google è come un tuttologo misantropo che non ama il dialogo, GPT è più un consulente con cui conversare amabilmente (e con una grande memoria)!

Ma cosa ci riserva il futuro, allora?

Come cambierà il nostro modo tradizionale di fare ricerche online con l’avvento delle IA?

IA e Google: “nemici” solo immaginari

Tornando al focus dell’articolo, pensando al futuro, è chiaro che l’intelligenza artificiale, da GPT a Gemini stia riscrivendo l’internet, ma non a scapito di Google Search, almeno per ora.

Google infatti ha dimostrato di avere una base utente incredibilmente fedele e un ecosistema integrato che rende difficile per qualsiasi nuova tecnologia scalzarlo dal trono, sebbene la lotta tra OpenAI e Big G sia sempre più aspra, come si evince dai numeri della prima metà del 2024.

Il futuro dunque non sarà tanto caratterizzato dalla sostituzione dei motori di ricerca con l’IA, quanto piuttosto dalla combinazione delle due tecnologie per creare un modo più potente, intuitivo ed efficace di accedere alle informazioni.

Le IA più che altro saranno uno strumento per migliorare la comprensione del linguaggio naturale, la capacità di interpretare il contesto, la personalizzazione e l’efficienza, su questo non c’è dubbio.

Anche se, per ora, la rivoluzione di Google AI Overviews, per un futuro a zero-click, non è che stia riscuotendo grande successo…

Di sicuro c’è, come abbiamo visto, che non si può più parlare di motore di ricerca, ma di motore di risposta (e te lo dicevo già nel novembre 2018, nel mio articolo Fare SEO nel 2019: Il prima e il dopo del posizionamento sui motori di ricerca).

Quindi, prima di credere a tutto l’hype sull’IA e sulla fine imminente di Google, è bene guardare ai numeri reali. Questi ci dicono che, per quanto l’intelligenza artificiale possa essere affascinante e innovativa, Google è ancora il re incontrastato della ricerca online. E forse, per ora, lo sarà ancora per molto tempo.

Takeaways

  • Nonostante l’ascesa di piattaforme AI come Perplexity e SearchGPT, Google continua a dominare il settore, con un numero di utenti e di ricerche mensili enormemente superiore ai concorrenti.
  • Solo il 16,45% degli utenti di motori di ricerca tradizionali utilizza anche piattaforme IA, evidenziando una crescita lenta e lontana dal rivoluzionare il panorama delle ricerche online.
  • Nonostante il clamore attorno alle IA, la quota di traffico web combinato tra desktop e mobile di Google è rimasta invariata tra il 2023 e il 2024, dimostrando la solidità della sua posizione di mercato.
  • Le piattaforme IA, come Perplexity, presentano un engagement significativamente inferiore rispetto a Google, con utenti che effettuano molte meno ricerche mensili, il che riduce il loro impatto reale sul mercato.
  • Sebbene SearchGPT offra un’esperienza di ricerca più conversazionale e mirata, insidiare la leadership di Google, che detiene oltre il 90% del mercato globale, si prospetta come un’impresa ardua, con molti ostacoli ancora da superare.

FAQ

Google sta realmente perdendo colpi a causa delle nuove piattaforme IA come Perplexity e SearchGPT?

No, secondo uno studio condotto da Datos e Sonata Insights, Google continua a dominare il mercato delle ricerche online. Anche se piattaforme come Perplexity stanno crescendo, Google rimane nettamente in vantaggio, con un numero di utenti e ricerche molto superiore.

Qual è la differenza principale tra i risultati di ricerca su Google e quelli su SearchGPT?

Quando utilizzi SearchGPT, ottieni un riassunto della risposta con link diretti alle fonti, pensato per risparmiare tempo. Google, invece, oltre a un riassunto generato dall’intelligenza artificiale, include la funzione “Le persone hanno chiesto anche”, che suggerisce ulteriori domande ma può richiedere più scrolling per trovare le risposte pertinenti.

Gli utenti stanno davvero abbandonando Google per passare a piattaforme IA come Perplexity o ChatGPT?

No, la stragrande maggioranza degli utenti continua a utilizzare Google. Lo studio evidenzia che, nonostante la crescita delle piattaforme IA, il 99% degli utenti che le provano torna a usare i motori di ricerca tradizionali come Google.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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