Dietro le quinte di Google: Mark Williams-Cook svela i segreti degli algoritmi

Durante l’evento SearchNorwich, il veterano della SEO ha condiviso dettagli inediti su query, site quality score e dinamiche del ranking

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📌 TAKE AWAYS

  • Mark Williams-Cook ha rivelato che è possibile accedere a dati critici su come Google valuta e classifica siti e query.
  • Con oltre 2.000 proprietà identificate e più di 90 milioni di query analizzate, sappiamo che parametri come il “punteggio di consenso” e il “site quality score” giocano un ruolo fondamentale nel posizionamento.
  • Google utilizza un modello predittivo per stimare la probabilità di click su un risultato, basandosi anche su titoli e meta description.
Il SEO Mark Williams-Cook, durante l’evento SearchNorwich, ha svelato dettagli sorprendenti sull’algoritmo di Google, rivelando come fattori come il punteggio di consenso, il site quality score e le predizioni sul CTR influenzano il ranking e la visibilità online.

Ti confesso una cosa: ogni tanto mi capita di guardare video sulla SEO e chiedermi:

“Sì, d’accordo, interessante, ma dove stanno le vere rivelazioni?”

Altre volte, invece, e succede raramente, mi ritrovo a dire:

“WOW, questa sì che è una notizia!”

Ecco, in quei momenti mi ritrovo investito da un grande entusiasmo che mi porta a volerne parlare con chiunque, ovunque. Per cui, mi ritrovo a spiegare la scoperta al benzinaio mentre aspetto che mi dia il resto, o a raccontarla a un amico che non sa nemmeno cosa sia la SEO, ma poco importa: la voglia di condividere è incontenibile (poi rinsavisco e scrivo sul blog, per la gioia di amici e famigliari!).

È il caso del video di Mark Williams-Cook, un veterano della SEO che ha condiviso i risultati di un’analisi davvero interessante: manipolando le richieste di rete, lui e il suo team hanno ottenuto dati dettagliatissimi su come Google classifica le query e i siti web, scoprendo oltre 2.000 proprietà utilizzate dall’algoritmo e analizzando più di 90 milioni di query.

Si parla di concetti come il “punteggio di consenso”, le classificazioni delle query e il famigerato “site quality score”. In altre parole, un vero e proprio tuffo dietro le quinte del motore di ricerca più usato al mondo. E fidati, se hai un sito web, questa è una di quelle informazioni che non puoi permetterti di ignorare.

Ti è mai capitato di guardare un prestigiatore all’opera, chiedendoti come faccia a far sparire un oggetto sotto il naso di tutti?

Guardi, scruti, ma il trucco ti sfugge. Ora immagina di avere la possibilità di curiosare dietro il suo sipario, scoprendo come funziona davvero la magia. È esattamente questa l’impressione che ho avuto guardando questo video sui modelli concettuali di SEO e gli exploit di Google (i punti deboli di Google).

Un’occasione unica per sbirciare tra i trucchi del mago, capendo come Google decide chi premiare e chi lasciare nell’ombra.

Williams-Cook e il suo team, con pazienza e astuzia, hanno messo le mani su un pezzo del “dietro le quinte” di Google, rivelando dettagli davvero interessanti. Non si tratta delle solite ottimizzazioni di titolo o parole chiave, ma di come Google valuta, classifica e, in alcuni casi, penalizza i siti web.

Se hai un business online e vuoi capire come Google determina la visibilità del tuo sito, questo è il momento di prestare attenzione. Ogni scelta algoritmica può influenzare il numero di clienti che entrano nel tuo negozio virtuale o il successo del tuo brand.

E fidati, quello che emerge da questo video non è solo interessante, ma può fare la differenza tra un sito che prospera e uno che viene dimenticato.

Mark Williams-Cook 12 dicembre 2024 Linkedin

Mark Williams-Cook svela i trucchi del mago di Mountain View

Mark Williams-Cook non è il classico consulente SEO che si limita a ripetere strategie già sentite.

È uno che va oltre: analizza i dati, sperimenta e non ha paura di mettere le mani tra gli ingranaggi di Big G per scoprire i veri meccanismi alla base. Nel video di cui parliamo, pubblicato il 2 dicembre 2024, nell’ambito di SearchNorwich, ha condiviso una scoperta davvero degna di nota.

Se ti stai chiedendo cosa sia il SearchNorwich, è un evento gratuito, nato nel 2018, che riunisce professionisti del marketing digitale per condividere conoscenze e strategie. Non ci sono vendite nascoste o discorsi fumosi, solo contenuti concreti e utili.

Bene, durante questo evento, Williams-Cook e il suo team hanno raccolto informazioni di valore inestimabile su come il motore di ricerca classifica i siti e le query, manipolando le richieste di rete e traducendo dati criptati di un endpoint Google in testo normale. Non è hacking, ma un uso avanzato di strumenti e analisi per svelare “segreti” del motore di ricerca.

Ma vediamo più nel dettaglio cosa si evince dallo studio.

Aleyda Solis commenta video di Williams-Cook 15 dicembre 2024  fonte Linkedin

Come Google utilizza consenso, qualità del sito e predizioni sul CTR

Williams-Cook e il suo team hanno scavato nelle profondità dell’algoritmo di Google, trovando alcune verità sorprendenti. Per esempio, Google utilizza un “punteggio di consenso” per valutare l’affidabilità delle informazioni, lo sapevi?

Analizza quanti passaggi di contenuto concordano, contraddicono o rimangono neutrali rispetto al consenso generale su un argomento. Ed è proprio questo punteggio a influenzare il posizionamento, soprattutto per query che mirano a smentire disinformazione, come domande del tipo “La Terra è piatta?”.

Per queste, Google dà la priorità ai contenuti che supportano il consenso scientifico, mentre per temi più soggettivi, come la politica, tende a mescolare fonti concordanti, neutrali e non allineate.

Un altro punto chiave riguarda le query più delicate, chiamate “Your Money or Your Life” (YMYL), cioè quelle che riguardano salute e finanza. Per queste, Google cambia il peso dei suoi algoritmi, cercando di dare priorità a contenuti estremamente accurati e affidabili.

Ma non si ferma qui: ogni query viene classificata in una delle otto categorie semantiche definite RQ (Refined Query Semantic Classes), che comprendono anche domande semplici, risolvibili con un sì o un no. Questo tipo di ricerche è particolarmente vulnerabile alla trasformazione dell’ecosistema SEO: Google potrebbe rispondere direttamente sulla pagina dei risultati, sottraendo traffico ai siti esterni.

Inoltre, è emerso come Big G calcoli una probabilità di click per ogni risultato organico e usi questo dato proprio per ottimizzare il ranking.

Sebbene il CTR non venga utilizzato direttamente come fattore di posizionamento, il motore di ricerca costruisce modelli predittivi che tengono conto di quanto è probabile che un risultato venga cliccato. Cambiare strategicamente i titoli delle pagine, per questo, può influenzare le previsioni e, indirettamente, migliorare la posizione del tuo sito.

E che dire del “site quality score”? Ogni sottodominio riceve un punteggio da 0 a 1, che determina l’idoneità del sito a comparire in funzionalità avanzate come gli snippet in primo piano o le “People also ask” (in cui di recente Big G ha sperimentato AI Overviews).

Se il punteggio è inferiore a 0,4, non importa quanto ottimizzi: non avrai accesso a queste funzioni.

Se ti stai chiedendo da cosa derivi tale punteggio è presto detto: si basa su fattori come la frequenza con cui gli utenti cercano il tuo brand associato a termini specifici, il numero di click sul tuo sito anche quando non è in prima posizione, e la presenza del tuo marchio nei testi ancora sul web.

grafico people also asked Williams-Cook dicembre 2024
Mark Williams-Cook

Ma quando i dati utente non sono disponibili, che succede?

Google utilizza un modello predittivo chiamato “Painton” per stimare la qualità del sito, analizzando il contenuto della pagina e trasformandolo in dati numerici. Questo approccio si è rivelato particolarmente vulnerabile ai siti che abusano di contenuti generati da IA, motivo per cui Google ha dovuto raffinare i propri algoritmi con aggiornamenti come “helpful content update”.

OK ma, al di là di tutto, non dimenticare che l’algoritmo più difficile su cui lavorare è quello dell’attenzione. E il modo per farlo, specialmente all’epoca delle IA, è comunicare in modo autentico.

grafico con napkin ottimizzazione del ranking secondo Williams-Cook dicembre 2024

Branding e contenuti utili per migliorare il tuo ranking

Ora che hai un’idea di come Google prende decisioni, probabilmente ti stai chiedendo come tutto questo si traduca nella gestione pratica del tuo sito web. La risposta è chiara: ogni nuovo parametro introdotto a Mountain View modifica le regole del gioco, e la tua strategia deve adattarsi.

Ehi sì, mi spiace dirtelo ma Mountain View non è Las Vegas.

Ciò che succede a Mountain View NON rimane a Mountain View!

Al contrario, ha effetti in tutto il mondo, come ben sai…

Perciò se hai un e-commerce o un sito di servizi, non puoi permetterti di ignorare questi dettagli.

Prendi, per esempio, un negozio online di integratori alimentari. Le query che riguardano salute e benessere rientrano nelle categorie YMYL, quindi Google favorirà contenuti medici affidabili e marchi riconosciuti. Se il tuo sito è nuovo o non è percepito come autorevole, rischi di non apparire, anche con pagine ben ottimizzate. Ciò dunque ti spingerà comprensibilmente a investire in branding e contenuti di qualità che siano davvero utili e non solo in SEO tecnica.

Oppure pensa a un sito che mira a posizionarsi su query fattuali. Se la tua keyword principale è una domanda semplice, risolvibile in poche righe, Google potrebbe rispondere direttamente nella SERP, sottraendoti traffico. Per evitare questo scenario, devi puntare su contenuti più elaborati, che aggiungano valore oltre la risposta immediata.

E poi c’è il tema della qualità percepita. Se il tuo site quality score è basso, non importa quanto segui le “regole” per ottimizzare gli snippet: non sarai nemmeno preso in considerazione. Devi lavorare per rendere il tuo brand riconosciuto, cercato e citato. Ciò significa integrare SEO e marketing tradizionale, investendo in campagne di visibilità che rafforzino la tua reputazione, puntando su Google Authorship e Topical Authority.

Superare la SEO tradizionale: scopri ciò che Google vuole (ma non dice)

Sarò schietto: ciò che emerge dalle scoperte di Mark Williams-Cook è che la SEO tradizionale non basta più. Non puoi affidarti solo ed esclusivamente alla ricerca keyword e alla link building (per quanto attività necessarie), sperando che il tuo sito spicchi tra tutti, quasi per magia

Sappi che Big G utilizza un modello complesso, che va oltre le metriche classiche, per valutare i siti. Il mio lavoro sta proprio nel comprendere il “perché” dietro certe scelte algoritmiche, essenziale per costruire una strategia sostenibile.

Per cui adottare un approccio basato su modelli concettuali ti permette di anticipare le mosse di Google. Sapere che il consenso influisce sul ranking o che alcune query privilegiano fonti specifiche può aiutarti a evitare di sprecare risorse su contenuti destinati a non posizionarsi.

L’algoritmo è complesso, sì, ma questo significa che c’è spazio per chi è disposto a studiarlo e a mettere in pratica ciò che impara. Con le giuste mosse, e investendo in digital PR, puoi trasformare il caos della SERP in una macchina per generare traffico, clienti e ricavi. Inizia ora a guardare oltre i numeri e a costruire una strategia che tenga conto di tutto ciò che Google non dice esplicitamente, ma che puoi scoprire.

Se vuoi sapere come fare, contattami qui.


I modelli concettuali secondo il SEO Mark Williams-Cook: Domande & Risposte

Che cosa ha rivelato Mark Williams-Cook sull’algoritmo di Google?

Mark Williams-Cook ha condiviso informazioni dettagliate su come Google utilizza il ‘punteggio di consenso’ per classificare le query, dando priorità ai contenuti affidabili e accurati, soprattutto per le query YMYL (Your Money or Your Life).

Che cos’è il ‘site quality score’ e perché è importante?

Il ‘site quality score’ è un punteggio assegnato da Google ai sottodomini, che varia da 0 a 1. Siti con un punteggio inferiore a 0,4 non possono accedere a funzionalità avanzate come snippet in primo piano o ‘People also ask’.

Come il CTR predittivo influisce sul ranking su Google?

Google utilizza modelli predittivi per stimare il CTR di ogni risultato organico. Sebbene il CTR non sia direttamente un fattore di ranking, titoli e meta description ottimizzati possono influenzare le previsioni e migliorare il posizionamento.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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