Te lo dico subito: la link building va fatta fare ai professionisti.
Se improvvisi usando tecniche come quella di cui ti sto per parlare, la probabilità di rovinare per sempre il trust del tuo sito è davvero dietro l’angolo.
Ciò nonostante voglio condividere con te una delle tecniche più potenti di sempre in ambito SEO. Oggi ti parlo infatti – in maniera semplice e “introduttiva” – di una tecnica SEO molto utilizzata e che ha origini piuttosto remote: i Private Blog Network (PBN) ovvero blog di network privati, un tema su cui non ti diranno mai niente durante una consulenza SEO.
Come dici, non ne hai mai sentito parlare? Davvero mi vuoi dire che tu, oggi come oggi, non sai cos’è un PBN?
Beh allora benvenuto nel mondo reale (e tetro) del consulente SEO, ovvero in quel sottobosco di siti tirati su a forza da esperti di ottimizzazione off page con l’unico scopo di fare link building verso un preciso sito principale.
Volevi una prova che i SEO, quando si parla di tecniche per aumentare le visite al sito, sotto sotto sono delle brutte persone? Non riuscivi a capire perché Google continua a costruire nuovi algoritmi per complicare la vita a chi si occupa di ottimizzazione? Ecco, le PBN sono un buon punto di partenza per comprendere tutto questo.
Ebbene sì, i SEO sono quelli che finiscono la carta igienica e non la sostituiscono, quelli che raccontano ai bimbi che Babbo Natale non esiste e neppure la Befana, quelli che su Facebook non mettono mai un like sulle tue foto e sui tuoi post, e sì, sono anche quelli che costruiscono le PBN per migliorare il posizionamento di un sito web.
Insomma, l’esperto SEO è quella persona che non vorresti mai veder all’altare con tua figlia. Però… ecco, però qualcosina, tra le tecniche oscure dei SEO, potrebbe tornarti davvero utile. E sì, persino le PBN possono tornarti maledettamente utili – con le dovute precauzioni. Ma iniziamo dall’inizio: cosa sono e come funzionano le PBN?
Cosa sono le PBN – Private Blog Network?
Le PBN sono dei network di siti web – blog ma non solo – utilizzati solo ed esclusivamente per produrre dei link strategici verso un portale di valore, così da pompare il suo posizionamento organico sui motori di ricerca. Insomma, qualcosa che va decisamente oltre i regolamenti di Google, il quale vorrebbe che i link fossero tutti naturali.
Ma perché? Beh, ovvio: perché Google e gli altri motori di ricerca tengono in grandissimo conto i link in entrata di un sito per decidere la sua importanza e, di conseguenza, il suo posizionamento. In linea generale, più sono i link di valore che il tuo sito web possiede, migliore sarà il suo posizionamento su Google.
Solitamente per costruire una PBN – ipotizziamo: una rete di 10 siti – non si creano “dal nulla” 10 sitarelli su WordPress. No, si tende invece ad acquistare dei domini già esistenti, con un certa storia alle spalle e una buona Domain Authorithy.
Quando si parla di link building, non ci si deve mai scordare che un link proveniente da un sito di grande valore può valere più di 100 link provenienti da siti anonimi e malvisti dal motore di ricerca.
In molti casi, per esempio, per costruire una PBN efficace si vanno a raccogliere dei domini scaduti, ovvero degli expired domain di secondo livello che alla data di scadenza non sono stati rinnovati dal titolare precedente.
Immagina che il sito della Apple scadesse domani e che nessuno lo andasse a rinnovare.
Ti chiedo: secondo te tutti i trilioni di utenti che hanno messo un link verso il sito della Apple andrebbero a toglierlo? Non credo proprio. Il domino scaduto continuerebbe dunque a conservare tantissimi link in entrata pur non essendo più online.
Ora immagina di acquistare tu quel dominio. Sai che ne sarebbe di tutti quei link? Sarebbero tuoi, tutti dannatamente tuoi. Riesumando quel dominio e tirandoci su un sitarello ti ritroveresti in mano un potentissimo strumento da utilizzare per posizionare il tuo sito preferito con le keyword che ti pare!
Ecco, ora sai pressappoco cosa è una PBN. Ma nel 2020, tenendo conto degli algoritmi sempre più intelligenti di Google (da Penguin in poi) vale ancora la pena costruire dei Private Blog Network?
Quali sono i vantaggi, e quali, invece, gli svantaggi?
I 3 grandi svantaggi delle PBN
Vista che parliamo di una tecnica quantomeno spinosa – il perché lo capirai tra poco – voglio partire dagli svantaggi delle PBN, anziché dai vantaggi. Sei pronto a scoprire perché non dovresti costruire una PBN per la tua strategia di link building?
Svantaggio 1: il costo
Il primo e non trascurabile svantaggio della costruzione di una PBN è certamente costituito dal costo relativo alla creazione e al mantenimento di un tale network di siti. Ovviamente le cifre possono cambiare di caso in caso a seconda degli obiettivi, del settore e ovviamente del budget a propria disposizione.
Ma pensiamo in piccolo: ipotizziamo che tu voglia costruire una PBN di 10 siti web. Ecco, mettiamo che l’acquisto di ogni singolo sito ti costi, in media, 100 euro. A questi dovresti aggiungere come minimo una cinquantina di euro per il servizio di hosting e la creazione di contenuti. La più semplice delle PBN, fatta partendo da domini con una certa Domain Authority, ti potrebbe quindi costare 1.500 euro come se nulla fosse – e con il minimo indispensabile di contenuti.
I soldi necessari, dunque, costituiscono il primo fondamentale svantaggio del creare una PBN. Passiamo al secondo?
Svantaggio 2: il tempo (mannaggia a lui)
Ok, i soldi sono la prima variabile importante da considerare. Poi.. beh, poi c’è il tempo. Creare una PBN, infatti, può richiedere parecchie ore. Quanto puoi impiegare anche solo per trovare i domini da acquistare – ovvero per analizzarli uno a uno e poi decidere che i benefici sono maggiori delle eventuali penalizzazioni?
Te lo dico io: il tempo richiesto, anche solo per questa prima fase, può essere davvero molto. Anche perché molto probabilmente 29 siti su 30 sui quali metterai gli occhi saranno da scartare.
Un dato su tutti per farti capire di cosa stiamo parlando: sarebbe inutile, o quasi, acquistare dei domini con una Domain Authority (parametro ricavato con il tool Majestic) inferiore a 15.
Ecco, così a naso, potresti spendere circa una decina di ore solo per individuare e quindi acquistare i 10 domini. Poi però dovrai anche sistemarli, rimetterli online e svilupparli creando dei contenuti ad hoc.
Non prendere questo passaggio alla leggera! Qui, infatti, dovrai occuparti dei servizi di hosting, scrivere nuovi contenuti in linea con le tue esigenze, installare plugin, fare qualche modifica grafica per farli sembrare dei siti normali e persino creare degli account social per dare una parvenza di realtà alla tua PBN.
Anche se fossi velocissimo, a mio avviso non te la potresti cavare con meno di 4 ore per ogni sito (ora più, ora meno). Dunque, in totale, siamo arrivati a 50 ore circa per avere 10 siti web al tuo servizio. E questo calcolo è valido nel migliore dei casi, quindi non tiene in considerazione problemi o contrattempi di qualche tipo a livello di host. Ma voglio essere ottimista. Sul piatto, ora, abbiamo 1.500 euro di spese vive e 50 ore del nostro lavoro. Insomma, mica poco, no?
Stiamo dunque parlando di investimenti potenzialmente molto, molto importanti. Prima di farli, beh, ti suggerisco di calcolare per bene il ROI (Return on Investment) e il ROT (Return on Time) della tua PBN.
Svantaggio 3: il ROI delle tue PBN. Lasciamo parlare i numeri
Ok, ipotizziamo che io voglia posizionarmi nelle prime posizioni per la keyword “cacciatori di teste Roma”.
Ipotizziamo che tale parola chiave attiri 3.000 ricerche al mese. Ipotizziamo inoltre che, da una prima veloce analisi dei competitor, i siti che compaiono in prima pagina per questa ricerca vantino in media 90 linking root domains.
Cosa ti dice questa analisi?
Beh, prima di tutto ti dice che quella parola chiave ha certamente del valore. Ma ti dice anche che, per aspirare alla prima pagina, dovresti puntare ad avere circa 90 domini che puntano verso il tuo sito web (calcolando a spanne). Non si tratta di una scienza esatta – stiamo pur sempre discutendo degli imperscrutabili algoritmi di Google, no? – ma è pur vero che se volessi arrivare in prima pagina servendoti principalmente del tuo PBN dovresti poter contare su una novantina di siti, più o meno.
Proprio così: dovresti individuare, acquistare, sviluppare e personalizzare 90 domini scaduti. E non è tutto qui. Nel caso in cui nella prima pagina di Google compaiono dei siti web che vantano link da dei siti con una Domain Authority media di 20, beh, tu non dovresti – non potresti – fare di meno.
Ma quali dati ti servono nello specifico per predire il ROI della tua PBN? Beh, ti serve sapere il CTR relativo a ogni posizione sulla SERP, il tasso di conversione medio, la rendita per ogni conversione e via dicendo. Il tutto, poi, dovrà essere confrontato con il costo approssimativo per l’acquisto e lo sviluppo di ogni singolo sito della tua PBN, tempistiche comprese.
Quello che dovresti fare, dunque, è creare una bella tabellina in cui riassumere tutti i dati relativi alla parola chiave attorno alla quale vorresti costruire una PNB. Quella per la nostra keyword “cacciatori di teste Roma” sarebbe pressappoco così:
SerpPosition | CTR | Click | TassoConv | Life Time Value | Costo Sviluppo PBN | Costo Tempo PBN |
1 | 30 | 600 | 16% | 10000 | 13300 | 15000 |
2 | 14 | 270 | 7% | 10000 | 13300 | 15000 |
3 | 9 | 160 | 4% | 10000 | 13300 | 15000 |
In base a questi dati potrai calcolare il ROI della tua PBN, mese per mese.
Occhio però. Anche se tu attivassi il tuo network di link building già la settimana prossima, considera che comunque dovrai aspettare quattro, sette o persino dodici mesi per vedere arrivare in prima pagina il sito al quale punteranno i portali del tuo network.
Dunque per mesi (specialmente se non sai come muoverti esattamente) il ritorno del tuo investimento sarà nullo. Solo quando arrivi sulle prime posizioni potrai finalmente vedere il tuo ROI. Il primo mese “effettivo” il tuo ROI potrebbe essere minimo o quasi inesistente – un ROI di qualche centinaio di euro, per esempio, per il tuo sito in ottava posizione – per poi arrivare a qualche decina di migliaia di euro il terzo mese, con il tuo sito in seconda o prima posizione nella SERP.
Chiaro?
Ecco, questo vuol dire calcolare il ROI di una PBN. Quindi ora, carta alla mano, puoi sapere quanto ti costerà realizzare e gestire il tuo gruppo di siti-zombie per link building, quanto tempo ti ruberà questa operazione e quanto potresti guadagnare – o non guadagnare – quando (e se) il tuo progetto andrà in attivo.
Adesso possiamo passare con coscienza di causa al terzo fondamentale svantaggio legato alle PBN. Ma prima vorrei essere certo che tu non stia dimenticando di una cosa: creare PBN non è assolutamente l’unico modo per fare SEO off page e per guadagnare dei link. Assolutamente no!
Come fare Link Building senza creare o utilizzare delle PBN
Continuo nella mia – momentanea – crociata contro le PBN, e vado oltre: in questo post, infatti, non solo ti spiego i motivi per i quali tu non dovresti fare delle PBN, ma ti offro anche della alternative.
Ipotizziamo che, secondo il calcolo visto sopra, ti servano circa 4.000 euro per creare il tuo network di siti. E se tu decidessi di usare quei soldi per fare sì della link building, ma senza optare per un network di siti costruiti ad hoc?
Cosa potresti fare? Ecco due opzioni altrettanto alettanti:
Idea N°1: contenuto
Content is King. Sai quanti contenuti bellissimi e attraenti per il tuo pubblico potresti creare con 4.000 euro a tua disposizione? Parlo di tantissimi post maledettamente allettanti per il tuo pubblico, scritti perfettamente in ottica di SEO copywriting. Ma parlo anche di immagini perfettamente ottimizzate in ottica SEO, di infografiche e persino di video. Insomma, non è un caso se i contenuti sono al centro di ogni strategia SEO che si rispetti, no? E i contenuti di qualità, si sa, attirano link spontanei.
Idea N°2: spingere per i backlink
Invece che concentrarti solo e unicamente sulla creazione di contenuti mirabolanti, potresti decidere di utilizzare gran parte del tuo budget per promuovere i tuoi contenuti e ricevere così dei backlink: 1.500 euro per la realizzazione dei contenuti, 2.500 euro per la loro promozione in larga scala.
Potresti per esempio pubblicare guest post e comunicati stampa, o promuovere i tuoi contenuti su un amplissimo numero di canali diversi… le possibilità, in questo senso, sono davvero infinite!
Bene, credo di averti dato un’idea. Ora, andiamo a vedere l’ultimo fondamentale svantaggio delle PBN. Potrebbe sembrare un colpo di grazia, ma non lo è: subito dopo, infatti, arrivano tutti i vantaggi dell’utilizzare le PBN!
Il rischio dietro le PBN “improvvisate”
Non nascondiamo la testa sotto la sabbia: fare PBN significa andare incontro a un rischio concreto. Anzi, a due differenti rischi. Come ho anticipato all’inizio – e come sanno tutti quelli che bazzicano da un po’ di tempo nell’ambiente SEO – a Google la tecnica delle PBN non piace affatto. E Mister G non se ne sta di certo lì fermo a guardare mentre i SEO cercano di prenderlo in giro. Nossignore.
Se ti beccasse, Google potrebbe infatti de-indicizzare il tuo sito oppure infliggerti una pesante penalizzazione per “Unnatural Inbound Links”.
Sai cosa vuol dire questo? Beh, significa che, in determinate situazioni, tutto il tempo e i soldi investiti potrebbero non essere serviti a nulla.
Bene, direi che ho maltratto abbastanza le PBN. Ora la tua voglia di approntarne una dovrebbe essere ai minimi storici, o sbaglio? Allora, finalmente, siamo pronti ad aprire la seconda parte di questo post.
PBN, i vantaggi
Proprio così, ora parleremo dei benefici dei Private Blog Network.
Ora che ti ho spaventato per benino intorno alle PBN voglio invece darti tre ottimi motivi per cui dovresti tenerle in considerazione nella tua strategia SEO.
Vantaggio 1: controllo
Il controllo è importante, in qualsiasi situazione. Quando si parla di SEO e di link building, poi, è davvero essenziale. Pensa un po’ cosa può voler dire avere il controllo totale sui tuoi backlink: puoi decidere il testo delle ancore e le destinazioni, e puoi testare ogni singola combinazione.
No, nessun altra tecnica di link building ti offre tali possibilità.
E c’è di più. Pensa alla peggiore delle possibilità: immagina che Google decida di penalizzare il tuo sito. Avendo il pieno controllo dei tuoi link, beh, come minimo potrai andare a rimuovere i link che Google ha individuato come “marci” e far revocare la penalizzazione. Con dei link provenienti da un sito esterno al tuo network questo sarebbe del tutto impossibile.
Vantaggio 2: l’autorità che stai cercando
Chi ha già gestito dei blog o dei siti web sa benissimo quanto sia difficile ricevere dei link da siti con una certa autorità. Con la tecnica della PBN, invece, puoi acquistare domini di lunga data e con una buona Domain Authority.
Vantaggio 3: al diavolo le relazioni umane, puoi restare un nerd solitario
Ok, messa così sembra davvero brutta. Anzi, diciamo la verità: così è decisamente brutta. Però è anche maledettamente vero che questa tecnica ti dispensa dal perdere tempo nel costruire delle relazioni. Non dovrai cercare partner in rete, non dovrai perdere tempo a scrivere guest post, non dovrai sacrificare serate con gli amici per frequentare forum online della tua nicchia… insomma, non dovrai perdere tempo a tessere relazioni con lo scopo di accumulare dei link per il tuo sito.
Saranno i tuoi siti zombie a darti i link di cui hai bisogno.
Come inserire una PBN nella tua strategia SEO
Bene, ora sai tutti i pro e tutti i contro delle PBN. A questo punto ti starai certamente domandando se esiste una soluzione valida. PBN sì o PBN no?
Beh, come spesso accade, la soluzione sta nel mezzo. Stiamo infatti parlando di un solo tipo di strategia di link building, che va assolutamente integrato con altre tecniche. Non è un caso che Google, anno dopo anno, stia distruggendo i lavori dei SEO che si sono concentrati su una sola strategia…
Quindi sì, c’è una soluzione: le PBN vanno utilizzate, possono essere sfruttate in modo intelligente, ma solo come piccola parte di una strategia più complessa. Per dividere in parti equilibrate il tuo budget e il tuo tempo – e per non infastidire eccessivamente Google – io ti consiglio di non creare più del 10% – 20% dei tuoi inbound link con una PBN. Gli altri link dovranno arrivare al tuo sito attraverso altri modalità.
Chi invece conta il 70% – 80% – 90% dei link provenienti dalla propria PBN, ammesso che non abbia davvero tirato su dei siti validi… beh, sta veramente giocando con il fuoco e deve assolutamente prepararsi a fronteggiare l’ira di Google.
Conclusioni
Non so quali fossero le tue conoscenze o le tue opinioni riguardo alle PBN quando hai iniziato a leggere questo articolo. Sono però certo che ora hai tutte le informazioni necessarie capire se – e quanto – approfondire questa particolare strategia SEO.
Ovviamente se vuoi una consulenza in merito non hai che da contattarmi!
I commenti sono chiusi.