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Trovare parole chiave e usarle per ottenere risultati è davvero un miraggio?

Ormai faccio il consulente SEO da diverso tempo.

Non so dirti quante volte è capitato che gli imprenditori arrivino da me dicendo:

Noi le parole chiave ce le abbiamo già”.

E le hanno davvero. Secchielli, bidoni, vagonate di parole chiave. Il problema poi è che non sanno cosa farsene!

Ecco perché ho deciso di scrivere questo articolo in cui cercherò di spiegarti due cose fondamentali:

  • come diamine approcciarsi seriamente alla ricerca di parole chiave;
  • come gestire poi le query in base ai tuoi obiettivi.

Ti avviso, questo non sarà un contenuto estremamente tecnico; di quelli ne trovi a bizzeffe sul web. Io vorrei invece far passare un concetto diverso: la logica della ricerca di parole chiave, il perché fare determinate azioni.

Tutto chiaro?

Allora iniziamo.

Diciamocelo: a cosa serve trovare parole chiave?

Vedo che nel vasto mondo dell’Internet tutti si sbracciano per spiegarti come cercare le keyword, manco fossero l’Arca Perduta di Indiana Jones.

La domanda che spesso rimane senza risposta è un’altra…

Perché? Con che obiettivo?

Partiamo quindi dalle basi. Lascia che ti sveli un segreto: a te, più che le keyword, interessano le query.

Che cosa sono le query?

Semplicemente, le query sono le domande che facciamo al motore di ricerca, le stringhette che digitiamo su Google per cercare qualcosa (un’informazione, un prodotto, un sito).

Capire le domande che le persone pongono al motore di ricerca è fondamentale.

Per emergere in un certo mercato devi infatti essere consapevole di cosa viene cercato e come. Ma non solo: devi anche sapere con chi ti andrai a confrontare, quindi quanto sarà difficile posizionarsi e qual è il livello di competizione nelle SERP che ti interessano.

Ecco perché l’errore più grande che puoi commettere è interessarti alla SEO solo dopo aver pubblicato il sito web… ma questo lo approfondiamo dopo.

Per ora ti basta sapere che a partire dalle query (o le keyword, chiamale come ti pare) tu dovresti costruire una struttura web che spinga per il posizionamento organico.

Dovrai quindi individuare le pagine che hanno più possibilità di rispondere a una determinata domanda e far confluire lì i tuoi sforzi.

Come? Adesso lo vediamo.

Leggi anche: Come NON fare un blog: la mia esperienza personale

Trovare e selezionare le parole chiave di ricerca

Da dove iniziare una ricerca di parole chiave?

Banalmente, da quello che vuoi vendere o da quello di cui vuoi parlare.

Diciamo che sei il rivenditore di un delizioso formaggio neozelandese… La prima cosa che dovrai capire è come le persone cercano il tuo formaggio.

Lo fai, trovi 100 parole chiave.

Fantastico. Ma a te quali di queste interessano?

Ti viene in mente che il tuo formaggio neozelandese profuma di limone: ci sono query precise e adatte?

In questo modo fai la prima scrematura, poi prendi quel che rimane e te lo metti da parte, sapendo che quelle query accuratamente selezionate diventeranno il tuo obiettivo di posizionamento principale.

Attenzione che qui la selezione è un passaggio fondamentale. Non ti servono a niente liste di mille, duemila, diecimila query; a te servono solo quelle adatte ad attirare potenziali utenti in target. Tutto il resto è zavorra, che ti distrae dal tuo obiettivo.

Per dirtela in un altro modo: se devi andare in vacanza al mare, cosa metti in valigia? Gli scarponi, la tuta da sci, i maglioni e i calzettoni pesanti?

No di certo, altrimenti ti serve la diligenza per portarti dietro i bagagli…

Ecco, con le keyword vale lo stesso principio.

Dedica del tempo solo quello che serve.

A questo punto puoi iniziare a fare delle ipotesi sulla struttura del tuo sito. Eh sì, perché non andrai a spammare a caso le chiavi di ricerca ovunque…

La regola d’oro infatti è una e una soltanto: A ogni pagina la sua query. (Nella pratica, poi, potrebbe trattarsi di una serie di query che hanno lo stesso intento di ricerca).

Ognuna delle tue pagine dovrà quindi essere ottimizzata per intercettare – e rispondere a – una determinata ricerca degli utenti.

Ci sei fin qua? Ok, Roberto. Ma dopo aver fatto la ricerca delle query come vado avanti?

Stooop! La fase di indagine non è ancora finita 🙂

Dopo aver individuato la tua base di parole chiave, infatti, dovresti assolutamente fare un giro su Google Ads.

Il motivo è molto semplice: il motore interno a Google Ads è tarato per far spendere gli inserzionisti. Con questo non voglio dire che la piattaforma cerca di truffarti, sia chiaro! Intendo però che Google Ads è stato ingegnerizzato per mostrare ai clienti tutte le opportunità commerciali disponibili, attingendo a piene mani dell’immenso bagaglio di conoscenza di Google.

Per cui, se tu inserisci le keyword che ti interessano, Google Ads ti dice: ehi, aspetta, ci sarebbero anche queste ricerche che fanno al caso tuo…

Oltretutto Google Ads ti dà un’altra informazione molto interessante: il costo per clic (CPC).

Vabbè Roberto, ma io non voglio fare degli annunci!

Lo so bene. Ma il costo per clic è anche un ottimo indicatore del mercato. Più è alto, più sarà competitiva la SERP in cui ti vuoi infilare, spesso anche a livello SEO.

Dopo esserti creato la tua bella lista di parole chiave su Google Ads, puoi esportare su Google Spreadsheet.

A questo punto avrai davanti un documento con un elenco di parole chiave, per ognuna delle quali conosci quantità di traffico mensile e costo per clic, quindi il livello di competizione in ambito advertising.

Quindi ora posso iniziare a lavorare sul sito? NO!

Ti manca ancora un passaggio fondamentale…

Il controllo delle SERP. Le pagine dei risultati sono tue amiche. Ma soprattutto, le pagine dei risultati ti rivelano tantissime cose.

Ecco perché devi prendere ogni singola query che hai individuato, digitarla su Google e analizzare la SERP.

Se ti rendi conto che una determinata ricerca (magari già con un CPC alto) genera una pagina di risultati con grandi player e tantissimi annunci pubblicitari… beh, sappi già che posizionarsi per quella ricerca sarà un massacro.

Puoi provarci lo stesso? Certo.

Però se vai a scontrarti con i pugili professionisti tendenzialmente finisci k.o. in 30 secondi. L’alternativa è andarci attrezzato e cattivo, con il tuo pugile personale che ti fa da scorta – sì, sto parlando di un esperto di SEO.

Il punto è questo: ci sono SERP “fattibili” e altre dove la gente si picchia.

O, per metterla giù in un altro modo, ci sono angoli pacifici e SERP che paiono la spiaggia di Rimini a Ferragosto. Se stai facendo da te, ti consiglio di puntare sulle calette remote e poco frequentate, almeno all’inizio.

Dopo tutto questo percorso, e alla luce di tutte queste considerazioni, puoi finalmente iniziare a scrivere i tuoi contenuti e ottimizzare le pagine.

PS. Ovviamente, se non vuoi fare tutta questa fatica, ci sono ottimi software SEO (a pagamento) che analizzano la difficoltà di una SERP e la quantificano in numeri. Semrush e aHref sono quelli che io preferisco.

Costruire la struttura: pagine obiettivo, pagine di supporto e link interni (Se non fai questo le parole chiave ti serviranno al massimo come soprammobile)

A questo punto dovresti aver individuato e creato le singole pagine che ti servono per intercettare le ricerche che portano al tuo prodotto o servizio.

Io le chiamo pagine obiettivo e se vuoi approfondire qui ti dico tutto.

Per aiutare le tue pagine obiettivo a far risalire la SERP, cosa puoi fare? Beh, ragionare sugli articoli di supporto.

Gli articoli di supporto sono pagine che intercettano query di tipo informazionale, e che quindi possono aiutare gli indecisi a orientarsi rispetto al tuo prodotto.

Torniamo al nostro esempio totalmente realistico del formaggio neozelandese 😉

Ci saranno sicuramente un sacco di persone che si chiedono:

  • Quale formaggio neozelandese dovrei portare al primo appuntamento?
  • Con quale vino posso abbinare il formaggio neozelandese?
  • È meglio il formaggio neozelandese o il formaggio australiano?

Per fugare i dubbi dei nostri amanti del formaggio sarà il caso di creare una serie di articoli che rispondono alle loro domande, alle loro richieste di informazioni.

Questi articoli di supporto dovranno contenere un link che manda (indovina un po’?) alla pagina di vendita del formaggio neozelandese.

E così abbiamo risolto la questione dei link interni. Veniamo ora a quello che puoi fare per acquisire link esterni.

Il modo più “semplice” è cercare portali che parlano di formaggio, magari proprio formaggio neozalendese. Tu ti metti in contatto con il gestore del sito e gli dici:

Ciao, ho visto il tuo sito, è meraviglioso. Che dici se scrivo un articolo per te? L’unica cosa che ti chiedo è di inserire nell’articolo un link alla mia pagina obiettivo.

Se hai un sacco di fortuna, il buon uomo ti dirà: ma certo, che gioia lavorare con te!

Visto però che il mondo non è tutto rose e fiori, è più probabile che lui ti chieda dei soldi. Eh già, il mondo della link building è spietato, e quasi mai gratuito.

Leggi anche: 5 opportunità che ignori del mio servizio di Link building (Non per tutti)

Comunque, fai questa operazione per un certo numero di volte (o se preferisci contattami e ne parliamo) e costruirai citazioni e link che rimandano al tuo sito e che Google vede molto di buon occhio .

Tra i link interni che spingono da una parte e backlink che premono dall’altra, vedrai pian piano la tua pagina del formaggio neozelandese risalire la SERP. Puoi tenere facilmente sotto controllo i progressi grazie alla Search Console, che è gratis e fa benissimo questo lavoro.

Eh ma oltre al formaggio neozelandese io vendo anche formaggio svizzero, formaggio francese, formaggio olandese…

Perfetto. Prendi quello che abbiamo detto e ripeti tutto il processo per ogni pagina obiettivo che vuoi posizionare.

Ma Roberto… è un sacco di lavoro!

Eh, certo. E se la SERP a cui punti è molto competitiva e piena di concorrenti cattivi e incazzati, il lavoro si moltiplica per due, per tre, per dieci…

Per questo, forse, è il caso di chiamare il tuo buttafuori personale: un consulente SEO. Soprattutto se per te il massimo della cattiveria è stato mangiare di nascosto la Nutella mentre la mamma era in bagno.

Scherzi a parte, tara i tuoi obiettivi e il tuo progetto su quello che puoi realmente ottenere… altrimenti finirai a mangiarti da solo tutto quel formaggio neozelandese ogni giorno dell’anno.

Leggi anche: E-commerce vs Amazon: cosa scegliere per vendere online?

Selezionare le query per un sito nuovo

Stai pensando di aprire un nuovo sito? O magari di rifare il tuo in modo che finalmente riesca ad attirare traffico organico?

Ottima idea, Watson!

Il processo sarà lo stesso che ti ho illustrato fin qui, con un vantaggio in più: non avrai bisogno di aggiungere pagine e stravolgere la sitemap per creare le tue pagine obiettivo perché potrai costruire il sito già in funzione del posizionamento.

In alcuni casi potrebbe essere estremamente interessante puntare tutto su un’unica query, che diventerà anche il nome del tuo dominio.

Se vuoi diventare il re del formaggio della Nuova Zelanda potresti quindi acquistare il dominio www.formaggioneozelandese.it

La cosa bellissima del dominio con “parola-chiave” secca è che Google non percepisce il link di brand come manipolativo. Quindi tutta la tua attività di link building può usare link ad ancora secca che puntano all’homepage, aumentando immensamente la tua rilevanza per quella query!

Ecco che, facendo poco sforzo, vedrai il sito navigare verso l’alto della SERP e i clic che crescono… mentre tu ti ingozzi di formaggio senza preoccuparti di niente al mondo, nemmeno dell’alito.

Leggi anche: Keyword research strategica: Cosa è e come si fa (StepByStep)

Recap: i concetti fondamentali

Se di tutto questo articolo dovessi portarti via solo tre concetti in croce, vorrei che fossero questi:

  • la selezione delle chiavi di ricerca va fatta (soprattutto) a livello di pagine, non sull’intero sito;
  • ciascuna query va ripassata su Google ADS per individuare le varianti;
  • mese dopo mese dovrai monitorare i cambi di posizione rispetto alle tue keyword obiettivo (lo puoi fare con il Google Spreadsheet che hai impostato all’inizio).

Per tutto il resto, per le SERP cattive e per quelle buone o per chiedere l’aiuto da casa sulla strategia di posizionamento, mi trovi qua.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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