Sottodomini, sottodirectory o domini nazionali? Ogni scelta ha un impatto sul posizionamento internazionale, sulla gestione del sito e sulla percezione del brand nei diversi mercati
La SEO internazionale non è semplicemente una questione di traduzione. È una strategia complessa che richiede decisioni tecniche, culturali e di marketing che possono determinare il successo o il fallimento della tua espansione digitale. Ed è proprio di questo che voglio parlarti oggi.
Partiamo da un dato che forse non conosci: uno studio del 2020 di CSA Research (duemilaventi, non da mo insomma…) diceva già molto chiaramente che il 76% dei consumatori online preferisce acquistare prodotti con informazioni nella propria lingua madre. Se dunque non ti fosse ancora chiaro il concetto questo significa che se stai vendendo a livello internazionale ma il tuo contenuto è disponibile solo in italiano, stai letteralmente regalando clienti ai tuoi concorrenti.
Nel mercato italiano ci conosciamo tutti.
Le keyword sono sempre quelle, i competitor pure. Ma il vero potenziale di crescita è nei mercati esteri, dove la tua specifica offerta potrebbe trovare meno concorrenza o nicchie ancora non presidiate. Viste le opportunità offerte in questo periodo dai sempre più numerosi motori di ricerca alternativi a Google è dunque certamente arrivato il momento di mettersi in gioco a livello internazionale, ma con una strategia alle spalle.
Non con il solito approccio all’italiana del “vediamo cosa succede”.
Le opzioni di architettura per il tuo sito multinazionale: quale scegliere?
La prima grande decisione da prendere è come strutturare tecnicamente il tuo sito per i mercati internazionali. Non hai idea di quante volte mi sia stato chiesto!
Sottocartella?
Dominio a parte?
Sotto dominio?
Sottocartella di un sottodominio a parte? 😀
Per fartela breve hai essenzialmente quattro opzioni, e ognuna ha impatti significativi sulla tua SEO.
1. ccTLD: Domini di primo livello nazionali
Esempi: tuodominio.it, tuodominio.fr, tuodominio.de
Vantaggi:
- Massima rilevanza geografica agli occhi degli utenti locali
- Segnale forte per Google sulla geolocalizzazione
- Possibilità di strategie di hosting e server completamente separate
Svantaggi:
- Devi ricostruire l’autorevolezza SEO da zero per ogni dominio
- Gestione più complessa (rinnovi multipli, servizi hosting separati)
- Più costoso nel lungo periodo
Quando sceglierla: Quando hai budget e risorse significative, e vuoi una presenza locale fortissima con team dedicati per paese (e quando dico team dedicati non intendo pagine tradotte e vediamo che succede…).
2. Sottodomini geografici
Esempi: fr.tuodominio.com, de.tuodominio.com
Vantaggi:
- Buon compromesso tra separazione e gestione centralizzata
- Puoi usare hosting locali per ogni sottodominio
- Più semplice da implementare di ccTLD
Svantaggi:
- L’autorità SEO è parzialmente condivisa con il dominio principale, ma non completamente
- Meno “locali” agli occhi degli utenti rispetto ai ccTLD
- Richiedono configurazioni tecniche specifiche
Quando sceglierla: Quando vuoi un buon equilibrio tra presenza locale e gestione centralizzata, e hai un team tecnico competente.
3. Sottodirectory (o sottocartelle)
Esempi: tuodominio.com/fr/, tuodominio.com/de/
Vantaggi:
- Tutta l’autorità SEO accumulata resta sotto lo stesso dominio
- Gestione tecnica più semplice
- Costi inferiori di mantenimento
Svantaggi:
- Percezione meno “locale” per gli utenti
- Meno flessibilità nell’hosting e nella geolocalizzazione dei server
- Maggiore rischio di problemi di crawling se non strutturati correttamente
Quando sceglierla: Quando hai risorse limitate ma vuoi comunque espanderti internazionalmente, o quando la tua autorevolezza di dominio è già forte e vuoi sfruttarla.
4. gTLD con geotargeting da Search Console
Esempi: tuodominio.com con targeting impostato su specifici paesi
Vantaggi:
- Soluzione più semplice tecnicamente
- Zero costi aggiuntivi
- Utile per test iniziali sui mercati
Svantaggi:
- Soluzione limitata per mercati veramente competitivi
- Non permette targeting di lingua, solo di paese
- Potenziali conflitti quando si serve più di un paese
Quando sceglierla: Raramente come soluzione definitiva. È più un approccio temporaneo o per mercati secondari.
E ora la domanda che tutti mi fanno: “Roberto, ma quale devo scegliere io?”. La risposta dipende da tre fattori principali:
- Budget disponibile: ccTLD > Sottodomini > Sottodirectory > gTLD
- Competitività dei mercati target: Più è alta, più ti conviene la separazione netta (ccTLD)
- Risorse interne: Se non hai un team tecnico forte, evita soluzioni complesse
Nella mia esperienza, per la maggior parte delle aziende italiane che si approcciano all’internazionalizzazione, la soluzione più equilibrata è quella delle sottodirectory. Mantieni l’autorità del dominio e hai costi contenuti, con una complessità tecnica gestibile.
Ma attenzione: qualunque sia la tua scelta, devi implementare correttamente gli hreflang. E qui entriamo in un terreno dove ho visto fare errori clamorosi.
Lavinia Furlani
Presidente gruppo editoriale Wine Meridian
L’agenzia di Roberto Serra ci ha permesso di raddoppiare il traffico verso il nostro sito in appena 12 mesi
Hreflang: il tag più frainteso della SEO tecnica (e come implementarlo correttamente)
L’hreflang è quel tag HTML che dice a Google: “Ehi, questa pagina in italiano ha queste versioni equivalenti in altre lingue”. Sembra banale ma ho visto siti molto importanti con decine di errori nell’implementazione.
Ecco un esempio di implementazione corretta nell’header HTML:
<link rel="alternate" hreflang="it" href="https://tuodominio.com/" />
<link rel="alternate" hreflang="en" href="https://tuodominio.com/en/" />
<link rel="alternate" hreflang="fr" href="https://tuodominio.com/fr/" />
<link rel="alternate" hreflang="x-default" href="https://tuodominio.com/" />
Oppure nel sitemap.xml:
<url>
<loc>https://tuodominio.com/</loc>
<xhtml:link rel="alternate" hreflang="it" href="https://tuodominio.com/" />
<xhtml:link rel="alternate" hreflang="en" href="https://tuodominio.com/en/" />
<xhtml:link rel="alternate" hreflang="fr" href="https://tuodominio.com/fr/" />
<xhtml:link rel="alternate" hreflang="x-default" href="https://tuodominio.com/" />
</url>
I tre errori fatali che vedo sempre:
- Implementare hreflang senza reciprocità: Se la pagina A punta alla pagina B come sua versione alternativa, anche la pagina B deve puntare ad A. Mancanze in questa reciprocità confondono Google.
- Dimenticare x-default: Questo elemento dice a Google quale versione mostrare quando non può determinare la lingua/regione dell’utente.
- Non distinguere tra lingue e paesi: “en” è diverso da “en-us” o “en-gb”. Se hai contenuti specifici per inglese americano e inglese britannico, devi specificarlo.
E ora ti svelo un trucco che uso sempre: per verificare rapidamente se i tuoi hreflang sono implementati correttamente, usa Ahrefs’ Site Audit o Screaming Frog. Personalmente preferisco il secondo perché mi dà un maggiore controllo sulle verifiche tecniche.
Contenuti localizzati vs. tradotti: ecco perché stai (probabilmente) sbagliando tutto
La differenza tra contenuti tradotti e contenuti localizzati è abissale.
E ti garantisco che il 90% dei siti italiani che vogliono andare all’estero si limitano a tradurre, e poi si chiedono perché non ottengono risultati. Ti faccio un esempio pratico: in Italia, se vendi servizi di consulenza SEO, probabilmente userai keyword come “posizionamento Google”, “indicizzazione sito”, “ottimizzazione motori di ricerca”.
Ma se traduci letteralmente questi termini in inglese o tedesco, otterrai keyword che:
- Hanno volumi di ricerca completamente diversi
- Potrebbero avere intenti di ricerca differenti
- Potrebbero non essere quelle effettivamente usate dai potenziali clienti
Ecco il processo corretto:
- Fai keyword research da zero per ogni mercato: Usa strumenti come Google ADS, Ahrefs o SEMrush impostati sul paese target, e lavora con madrelingua per interpretare i risultati.
- Analizza gli intenti di ricerca locali: In Germania potrebbero cercare soluzioni diverse rispetto all’Italia per lo stesso problema.
- Studia i competitor locali: Non dare per scontato che le strategie di contenuto che funzionano in Italia funzionino anche all’estero.
- Adatta esempi e casi studio: I riferimenti culturali italiani potrebbero non avere senso in altri paesi.
Ho visto aziende italiane investire decine di migliaia di euro in traduzioni perfette che però nessuno cercava.
Non commettere lo stesso errore.
Peraltro oggi, l’IA sta rivoluzionando completamente l’approccio alla localizzazione dei contenuti. Grazie a sistemi avanzati, i motori di ricerca hanno migliorato drasticamente la comprensione del linguaggio naturale, rendendo l’ottimizzazione multilingua non solo più efficace, ma essenziale.
Quello che cambia è la capacità di analizzare intenti di ricerca culturalmente specifici: l’IA può identificare sfumature linguistiche e preferenze locali che nessun traduttore umano potrebbe cogliere su larga scala. Questo permette di generare contenuti veramente pertinenti per ciascun mercato, andando oltre la semplice traduzione.
La “Search Everywhere Optimization”
E c’è di più: nel 2025, limitarsi a Google è un errore clamoroso. Il paradigma è cambiato radicalmente con l’emergere della “search everywhere optimization”. Gli utenti cercano informazioni ovunque: TikTok per scoprire trend, Amazon per confrontare prodotti, ChatGPT per risposte immediate.
Per avere successo all’estero, devi ottimizzare i tuoi contenuti per tutte le piattaforme rilevanti nel paese target. Non mi stuferò mai di ripeterlo: un approccio multipiattaforma è indispensabile perché gli utenti cercano risposte nel contesto in cui vogliono agire: per alcuni mercati, TikTok potrebbe essere molto più rilevante di Google, mentre in altri potrebbero dominare piattaforme locali specifiche.
La vera localizzazione oggi significa comprendere dove e come gli utenti cercano informazioni in ciascun paese, e adattare non solo il linguaggio, ma l’intera strategia di contenuti alle abitudini digitali locali.
Aspetti tecnici spesso sottovalutati della SEO internazionale
Ci sono elementi tecnici specifici dell’espansione internazionale che pochi considerano, ma che possono fare una differenza enorme.
1. Geolocalizzazione dei server e tempi di caricamento
Se punti al mercato cinese o australiano, avere un server in Europa può significare tempi di caricamento di 3-4 secondi in più. E sappiamo tutti quanto la velocità sia cruciale per il posizionamento.
La soluzione è l’utilizzo di CDN (Content Delivery Networks) come Cloudflare, che distribuiscono i tuoi contenuti su server in tutto il mondo, riducendo drasticamente i tempi di caricamento.
2. Gestione dei set di caratteri per lingue non latine
Se ti espandi in mercati come Russia, Cina, Giappone o paesi arabi, dovrai gestire correttamente i set di caratteri. Assicurati che il tuo sito utilizzi UTF-8 come codifica e che i font scelti supportino i caratteri della lingua target.
3. Configurazioni specifiche di Google Search Console
Per ogni variante linguistica/geografica del tuo sito, dovrai:
- Verificare separatamente ogni ccTLD (se hai scelto questa strada)
- Impostare correttamente il targeting geografico
- Configurare report di prestazioni separati per monitorare efficacemente
Ho visto troppi imprenditori monitorare solo la performance del sito italiano e poi sorprendersi del perché le versioni internazionali non performano.
Quota di Mercato Globale dei Motori di Ricerca (2024-2025)
Motore di Ricerca | Quota di Mercato Globale (%) |
---|---|
89.74 | |
Bing | 3.97 |
YANDEX | 2.56 |
Altri | 3.73 |
La link building internazionale: la vera sfida della SEO internazionale
Ottenere backlink da siti esteri autorevoli è una delle sfide più complesse. Non hai i contatti, non conosci le dinamiche locali, e spesso non parli nemmeno la lingua.
Strategie che ho visto funzionare:
- Partecipa a eventi di settore nei paesi target: Questo ti permetterà di farti conoscere e costruire relazioni che porteranno naturalmente a menzioni e link.
- Crea contenuti di ricerca originali sul tuo mercato: Se sei un’azienda italiana di moda che vuole espandersi in Francia, produci uno studio approfondito sul mercato della moda francese. I media locali adoreranno citarti.
Un approccio che molti sottovalutano è la distribuzione della link equity tra le diverse versioni linguistiche. Se ottieni un link potente verso la versione italiana, assicurati che ci sia un percorso chiaro per trasferire parte di quell’autorità alle versioni internazionali tramite una struttura di link interni ben pianificati.
Come l’ho fatto io (e come puoi farlo anche tu)
Per rendere concreto quanto detto finora, voglio condividere un caso reale di un’azienda italiana nel settore dell’arredamento che ho aiutato a espandersi in Germania e Francia.
Situazione iniziale:
- Sito con buon posizionamento in Italia
- Traduzioni esistenti ma traffico organico estero quasi inesistente
- Budget limitato per l’espansione
La strategia implementata:
- Architettura scelta: Abbiamo optato per sottodirectory (/de/ e /fr/) dato il budget limitato e la forte autorità del dominio principale.
- Revisione tecnica:
- Implementato correttamente gli hreflang
- Configurato CDN per migliorare i tempi di caricamento
- Creato sitemap separate per ogni lingua
- Contenuti localizzati:
- Abbiamo rifatto completamente la keyword research per Germania e Francia
- Scoperto che i tedeschi cercavano specifiche tecniche molto più dettagliate rispetto agli italiani
- Identificato trend stagionali completamente diversi
- Link building mirata:
- Collaborazioni con influencer locali del settore design
- Partecipazione a fiere di settore in entrambi i paesi
- Condivisione di case study specifici per i mercati locali
Risultati dopo 6 mesi:
- Traffico organico tedesco: +98%
- Traffico organico francese: +67%
- Conversioni da traffico organico internazionale: +35%
La chiave del successo? Non aver semplicemente tradotto il sito italiano, ma aver ripensato completamente l’approccio per ogni mercato, mantenendo comunque un’architettura tecnica efficiente.
Checklist SEO Internazionale: da dove iniziare (oggi)
Per concludere, ecco una checklist operativa che puoi utilizzare immediatamente per valutare e pianificare la tua strategia SEO internazionale:
Fase 1: Analisi preliminare (1-2 settimane)
- [ ] Identificare i mercati target più promettenti (analisi competitor, volumi di ricerca, opportunità)
- [ ] Valutare le risorse disponibili (budget, competenze linguistiche, capacità tecniche)
- [ ] Decidere l’architettura del sito più adatta (ccTLD vs sottodomini vs sottodirectory)
- [ ] Analizzare la concorrenza locale nei mercati target
Fase 2: Implementazione tecnica (2-4 settimane)
- [ ] Configurare la struttura URL scelta
- [ ] Implementare correttamente i tag hreflang
- [ ] Configurare CDN per migliorare i tempi di caricamento globali
- [ ] Impostare Google Search Console per ogni variante
- [ ] Creare sitemap separate per ogni lingua/paese
Fase 3: Contenuti e keyword (4-8 settimane)
- [ ] Eseguire keyword research specifica per ogni mercato
- [ ] Adattare (non tradurre) i contenuti per ogni pubblico
- [ ] Localizzare esempi, case study e testimonianze
- [ ] Sviluppare un calendario editoriale specifico per mercato
Fase 4: Link building e presenza locale (ongoing)
- [ ] Identificare opportunità di backlink nei mercati target
- [ ] Pianificare partecipazione a eventi locali
- [ ] Sviluppare relazioni con influencer e media di settore
- [ ] Monitorare e rispondere alle menzioni del brand
Fase 5: Monitoraggio e ottimizzazione (ongoing)
- [ ] Validare KPI specifici per ogni mercato
- [ ] Monitorare regolarmente le performance per paese
- [ ] Testare e ottimizzare costantemente
- [ ] Aggiornare i contenuti in base ai feedback locali
Conclusione: la SEO internazionale è un maratona, non uno sprint
Espandere la tua presenza online a livello internazionale non è un progetto da completare in un mese. È un processo continuo che richiede pianificazione, risorse e adattabilità.
Ma se fatto correttamente, i risultati possono essere straordinari. Ho visto aziende italiane di dimensioni modeste diventare player significativi in mercati esteri grazie a una strategia SEO internazionale ben pianificata.
Il mercato italiano è saturo in molti settori, mentre all’estero ci sono opportunità che aspettano solo di essere colte. E ora hai una roadmap per farlo.
La vera domanda è: sei pronto a pensare veramente in modo globale, o vuoi continuare a limitare il tuo business ai confini nazionali?
E tu, hai già provato a espandere il tuo business online all’estero? Quali sfide hai incontrato? Condividi la tua esperienza nei commenti, e se hai domande specifiche, la nostra agenzia seo è qui per aiutarti.
Domande frequenti sulla SEO internazionale
1. Qual è la scelta migliore tra ccTLD, sottodomini e sottodirectory per la SEO internazionale?
La scelta dipende da budget, competitività dei mercati target e risorse interne. I ccTLD sono ideali per una forte presenza locale ma richiedono più investimenti. I sottodomini offrono un buon equilibrio tra separazione e gestione centralizzata. Le sottodirectory sono spesso la soluzione più efficace per le aziende con risorse limitate che vogliono mantenere l’autorità del dominio principale.
2. Come implementare correttamente i tag hreflang?
I tag hreflang devono essere reciproci, includere l’attributo x-default e distinguere tra varianti linguistiche e geografiche (es. “en” vs “en-us”). Possono essere inseriti nell’header HTML o nel file sitemap.xml per aiutare Google a comprendere le versioni linguistiche di un sito.
3. Qual è la differenza tra contenuti tradotti e localizzati nella SEO internazionale?
I contenuti tradotti sono semplicemente convertiti in un’altra lingua, mentre i contenuti localizzati sono adattati alle specifiche esigenze culturali e di ricerca del mercato target. Una keyword efficace in italiano potrebbe non avere lo stesso impatto in un altro paese, quindi è essenziale condurre una keyword research mirata per ogni mercato.
4. Quali aspetti tecnici sono fondamentali per la SEO internazionale?
Oltre ai tag hreflang, bisogna considerare la geolocalizzazione dei server per migliorare i tempi di caricamento, la gestione dei set di caratteri per lingue non latine e le configurazioni di Google Search Console per monitorare le performance delle diverse versioni del sito.
5. Come ottenere backlink efficaci per un sito internazionale?
La link building internazionale richiede strategie specifiche, come partecipare a eventi di settore nei mercati target, creare contenuti di ricerca originali che attirino citazioni da siti locali e collaborare con influencer del settore. È fondamentale anche distribuire la link equity tra le diverse versioni linguistiche del sito.
“Wow, che approfondimento!”
Roberto, mi hai aperto gli occhi! Non pensavo fosse così complicato. Hai qualche suggerimento per chi parte da zero?
Roberto, questo post è una boccata d’aria fresca! Anch’io ho provato a espandere il mio sito all’estero, ma ho fatto un casino con le traduzioni. Hai qualche consiglio su come scegliere le keyword giuste?
“Spettacolare, grazie Roberto!”
Roberto, hai colpito nel segno! Anch’io ho sottovalutato la localizzazione. Hai qualche strumento preferito per la keyword research?
“Wow, che roba!”
“Roberto, ottimi spunti! Ho già fatto errori!”
“Impressionante, grazie!”
“Roberto, ottimi consigli! Mai pensato alla geolocalizzazione!”
“Wow, che viaggio!”
“Roberto, mi sa che ho trascurato troppe cose!”
Roberto, davvero interessante! Anch’io ho avuto esperienze simili con la SEO internazionale, e ho fatto un sacco di pasticci con le keyword. Hai qualche dritta su strumenti specifici per analizzare il mercato tedesco? Grazie!
Roberto, questo post è una vera guida! Ho provato a tradurre il mio sito, ma ho fatto un disastro con le keyword. Quali strumenti consigli per una keyword research mirata? Grazie mille per i consigli!
“Roberto, ottimi punti! Assolutamente d’accordo sulla localizzazione!”
“Roberto, mai pensato a ‘Search Everywhere Optimization’!”
Roberto, questo post è una vera rivelazione! Anch’io ho fatto il grande errore di tradurre senza localizzare. Hai qualche risorsa o strumento che consiglieresti per capire meglio le differenze culturali nelle keyword? Grazie!
“Roberto, mi hai fatto riflettere! Localizzare è fondamentale!”
Roberto, che post illuminante! Anch’io ho iniziato a pensare alla SEO internazionale, ma mi sono perso nelle keyword. Hai qualche consiglio su come trovare quelle giuste senza fare un pasticcio? Grazie mille!
“Localizzazione ftw!”
“Roberto, mai pensato a tutte queste sfide!”
Roberto, hai proprio ragione! La localizzazione è tutto!